CEDIFOP news n. 66 - Dicembre 2011 - articolo 119
Nuova tabella delle certificazioni
equivalenti, nella subacquea industriale, pubblicata dall'IDSA
E’ stata pubblicata
dall’IDSA (INTERNATIONAL DIVING SCHOOLS ASSOCIATION) la nuova tabella
delle certificazioni equivalenti a livello mondiale per la subacquea
industriale. La Tabella, aggiornata durate il 29imo meeting di
KARLSKRONA (SVEZIA) del 2011, riporta un elenco delle scuole che
seguono gli standard della didattica IDSA e le relative equivalenze
nazionali, secondo gli standard di:
1. References: ADCI Consensus Standards – 5th Edition
2. IDSA Diver Training Standards - Revision 4 October 2009
3. HSE List of approved qualifications - April 1999
4. IMCA International Code of Practice for Offshore Diving - Rev 1
October 2007
Da sottolineare che l’unica scuola di riferimento per l’Italia, nella
lista, è il CEDIFOP.
Fra i paesi e le scuole riportate troviamo:
• AUSTRALIA,
• BELGIUM (scuola SYNTRA e CFPME),
• CANADA,
• DENMARK (scuola Royal Danish Navy Diving School),
• FINLAND (scuola Luksia),
• FRANCE,
• INDIA (scuola The YAK Diving Academy),
• ITALY (scuola CEDIFOP),
• MOROCCO (scuola Centre Mediterranean de Plongee Professionalle -
CMPP),
• NETHERLANDS (scuola The National Diving Centre),
• NEW ZEALAND,
• NORWAY (scuola Norwegian Commercial Diving School - NYD),
• SOUTH AFRICA,
• SWEDEN (scuola Farjenas Diving School e Armed Forces Diving & Naval
medicine Centre),
• UK,
• USA (scuola Divers Academy e Ocean Corporation)
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CEDIFOP news n. 66 - Dicembre 2011 - articolo 118
CEDIFOP: Completato lo stage in
Norvegia per gli allievi del corso "TOP - UP"
(di Manos Kouvakis)
Dopo il completamento dei
15 giorni di corso TOP UP a Palermo, dove sono stati raggiunti i tempi
previsti dalla didattica IDSA, per le immersioni dai -30 ai -50 metri,
con l’utilizzo del basket, si è concluso anche lo stage di 5 giorni,
svolto in Norvegia, dove gli allievi in aggiunta alla formazione di
Palermo, hanno completato il percorso con una serie di immersioni con:
• campana aperta (Open Bell),
• muta ad acqua calda (Hot Water Suit),
• esercitazioni del tipo "salto in camera" (dive surface decompression)
e
• introduzione al corso per altofondale/saturazione (intro training in
closed bell) con l’utilizzo della campana chiusa (closed bell) e
T.U.P. (Transfer Under Pressure).
Gli allievi che hanno partecipato allo stage, secondo il protocollo
d’intesa sottoscritto dalle due scuole IDSA, erano in possesso di:
• brevetto IMCA per DIVER MEDIC,
• certificazione IDSA di 2° livello (immersioni dalla superficie -
SCUBA e SSDE), e
• tempi indicati dall’IDSA per il 3° livello per la profondità dai -30
ai -50 metri (parte del corso TOP UP svolto a Palermo).
A fine stage agli allievi è stata rilasciata una certificazione
norvegese per le attività svolte. Il corso si è concluso con gli esami
finali, svolti a Palermo, giovedì 1 dicembre 2011.
Successivamente, al titolo acquisito, sarà inoltrata la richiesta di
alcune certificazioni supplementari, che saranno argomento delle
prossime news
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CEDIFOP news n. 65 - Novembre 2011 - articolo 117
La qualifica dell’OTS in Italia e
gli standard internazionali per l’offshore diving
(di Manos Kouvakis)
Vorrei ritornare ancora
una volta sull’argomento delle certificazioni Italiane e riprovare a
chiarire la grande confusione che c’è in giro sulla validità delle
certificazioni e attestati vari nel settore dell'OTS. L’attuale
legislazione Italiana, rimane ”bloccata” ai tre decreti ministeriali
del 1979, 1981 e 1982, che autorizzano, dopo l'iscrizione al registro
sommozzatori, le attività lavorative all'interno dei porti italiani; e
salvo qualche sporadica ordinanza, che estende questa autorizzazione
anche al di fuori dell’ambito portuale, ma limitatamente al territorio
di competenza della capitaneria che ha emanato l’ordinanza, in Italia,
tutto si limita li.
E' quindi presuntuoso pensare che questo titolo sia anche valido per
attività lavorative fuori da questo ambito, come ad esempio le
attività in offshore. Ancora peggio se questa qualifica professionale,
come spesso accade nella quasi totalità delle scuole in Italia , viene
rilasciata dopo percorsi formativi che usano ancora attrezzature e
tecniche della subacquea sportiva come l'erogatore, immersione in
coppia ecc., lontani dagli standard del commercial diver. E' anche
vero che alcune ditte a volte accettano lavoratori con il solo
attestato da OTS (per attività in offshore), confondendo i giovani che
vogliono avvicinarsi a questo settore, disorientando con false
speranze e illudendo ancora di più il giovane inesperto che cerca
spesso scappatoie facili, con corsi inadeguati, a vantaggio di chi
specula anche sull'uso del titolo (OTS) per non dare poi a chi lo
consegue il risultato sperato. Diverse scuole spesso dicono che le
certificazioni successive vanno fatte all'estero, presso scuole,
spesso di serie b, e cioè che non mantengono quegli standard
internazionali che adottano in tutto il mondo le scuole di prima
fascia, illudendo cosi chi si rivolgerà loro, con una scarsa o a volte
inesistente preparazione tecnica di base, offrendo dei titoli
insufficienti, validi solo a “condannare” il loro possessore a una
carriera di semplice “comparsa”, lontano dai luoghi dove esiste il
vero lavoro in offshore e dove il peso delle certificazioni ha
importanza fondamentale.
E' vero che qualsiasi corso da OTS in Italia permette l'iscrizione
alla capitaneria di porto, ma è assolutamente sbagliato anche solo
pensare, che una semplice iscrizione è sufficiente per lavorare in
offshore. Questo è il grande inganno che ogni anno illude decine di
giovani che rincorrono una speranza che presto vedranno infranta, nel
momento in cui si avvicineranno a questo ambito e si vedranno
scavalcati da chi si presenta con carte e certificazioni in regola.
Ecco un paragone, che io faccio spesso, per far capire meglio questo
concetto: Possiamo dividere la subacquea in 2 settori, la subacquea
che si occupa del settore sportivo/ricreativo e quella che si occupa
del settore industria. In entrambi i settori ci sono professionisti,
che operano in ambiti diversi.
Analizziamo i due settori, partendo da quello sportivo/ricreativo,
dove secondo diverse didattiche si fa un percorso formato da una serie
di brevetti, fino a trasformare un neofito in un semiprofessionista
del settore (dive master) o un professionista (istruttore subacqueo)
che a sua volta è abilitato a formare nuove leve.
Alla domanda se uno che ha appena realizzato il primo livello di
addestramento (open water diver o equivalente) può “lavorare” in
questo settore, la risposta naturale è "ovviamente no, deve fare altri
brevetti", che lo porteranno a completare un percorso tecnico, che lo
istruirà in questo mestiere.
Ma allora, questo concetto, visto che anche la subacquea industriale
ha un suo percorso logico e naturale, perché non viene applicato ai
vari livelli di addestramento, cosi come avviene in tutti i paesi del
mondo al di fuori dell'Italia?
Perchè si pensa che il semplice certificazione da OTS è sufficiente a
fare quello che uno non è abilitato a fare? Avete mai visto uno che ha
il brevetto di “open water diver” fare l’istruttore subacqueo o avete
mai visto uno che ha solo la patente per guidare un motorino alla
guida di un camion? e anche quando capita quanti pericoli per lui e
per chi gli sta vicino! Questo è, in realtà, un OTS che fa un lavoro
per il quale non è abilitato.
L’OTS è un primo stadio di un addestramento più completo, in questo
settore, e non un complemento di chi è in possesso di qualche brevetto
della subacquea sportiva!
La mancanza di chiarezza che porta ad una grande confusione a
discapito dei giovani che vogliono avvicinarsi a questo settore, va
sicuramente attribuita a pari merito:
Ai parlamentari italiani, che dopo diverse proposte in parlamento,
dal 1997 con il disegno di legge 2339 (Battaglia), fino ai giorni
nostri con tre disegni di legge presentati in parlamento il n. 344
(Bellotti - 2008), il n. 2369 (Lo Presti e Holzmann - 2009) e il n.
2509 (Carlucci - 2009), è ancora in attesa di una legge che
regolamenti questo settore;
alle ditte italiane di lavori subacquei in offshore, che
approfittando di questo vuoto legislativo assumono personale non
qualificato risparmiando sull'ingaggio degli operatori;
al decentramento della formazione alle regioni, che ha penalizzato
questo settore, perchè propone la stessa qualifica ma con percorsi
realizzati con diversi contenuti, per la maggior parte assolutamente
inadeguati alle esigenze del mercato internazionale;
ai mercenari del settore che per incompetenza o per speculazione,
portano avanti gli interessi di alcune aziende a discapito della
sicurezza di chi poi va a lavorare con una preparazione superficiale o
inadeguata.
Questa insufficienza e speculazione tutta italiana, ha collocato i
titoli italiani da OTS nella categoria dei “prodotti di scarto”, se
confrontata con il mercato e le certificazioni valide in ambito
internazionale.
Vediamo dove stanno le differenze: La didattica che è normalmente
utilizzata a livello internazionale dalle scuole del settore, incluso
naturalmente il CEDIFOP, (per esempio SYNTRA (Belgio), Royal Danish
Navy Diving School (Danimarca), YAK Diving Academy (India), C.M.P.P.
Centre Méditerranéen de Plongée Professionnelle (Marocco), Netherlands
Diving Centre (Olanda), NYD-Norwegian School of Commercial Diving
(Norvegia), Swedish Armed Forces Diving and Naval Medicine Centre
(Svezia), The Ocean Corporation (USA), KBA Training Centre Pte Ltd
(Singapore), Interdive (U.K.) e altre) è l'IDSA, equivalente alla
didattica PADI, CMAS, SSI ed altre usate nella subacquea sportiva.
Questa didattica prevede tempi di fondo ben precisi, esercitazioni e
uso di attrezzature specifiche, per abilitarsi ai vari livelli di un
percorso didattico nella subacquea industriale. IDSA riconosce e
abilita solo poche scuole, come quelle indicate sopra, che rispettano
questi standard che sono ormai riconosciuti dalle grandi ditte che
operano nel settore a livello internazionale, sia in Europa che nel
resto del mondo.
Per esempio, per lavorare negli USA, sono obbligatori i brevetti di
ACDE (http://www.acde.us/index.htm ) che segue la didattica IDSA (IDSA
Standard), come si può notare anche dalla home page del loro sito.
Anche l'associazione IMCA, riferendosi alla didattica IDSA nel proprio
sito (www.imca-int.com/news/press/0419.html ) chiarisce le differenze
fra IMCA e IDSA specificando le relative competenze, e in particolare
sottolineando che: “IMCA, International Marine Contractors
Association, è l'associazione internazionale che rappresenta le
società di ingegneria offshore, marine e subacquee. IDSA,
l'International Diving Schools Association, è l'associazione
internazionale che rappresenta le scuole di immersione. Entrambe le
organizzazioni sono state in prima linea per promuovere buone pratiche
e sicure le immersioni attraverso lo sviluppo e la pubblicazione di
una guida, per favorire la libera circolazione del personale, cercando
di eliminare le inefficienze. IMCA e IDSA hanno un interesse comune
per affrontare le immersioni sub e formazione del personale per il
bene dei loro membri, i subacquei stessi e le molte altre parti
interessate del settore. L'approccio comune IMCA e IDSA mira a
sviluppare un sistema per lo standard di formazione riconosciuto a
livello internazionale per la certificazione del personale subacqueo.
“
Attorno alle scuole Full Member IDSA, cioè scuole che mantengono
percorsi e tempi di fondo indicati negli standard IDSA, che vengono
periodicamente aggiornati ogni 2 anni (ultimo aggiornamento dopo il
meeting n.26 di Palermo nel 2009, mentre attualmente si lavora a un
nuovo aggiornamento che includa le decisioni prese durante il 28imo
meeting del 2011 di Kalskrona (Svezia)), ci sono anche delle scuole
che ruotano attorno a questo mondo, pur non facendone parte come Full
Member, ma solo come membri affiliati o associati, cioè senza un
controllo da parte dell'IDSA sui tempi e standard addottati, ma anche
senza alcuna autorizzane al rilascio delle certificazioni IDSA. Una di
queste scuole, molto nota agli Italiani per i corsi "brevi" che fa,
senza il mantenimento di tempi e standard, è la scuola che si trova in
Scozia, che è solo un membro affiliato IDSA..
IDSA, periodicamente effettua delle verifiche tramite audit ai full
member per la corretta applicazione degli standard, e nel caso di una
scorretta applicazione della sua didattica, vieta il rilascio della
certificazione alla scuola specifica e successivamente, durante un
procedimento interno di verifica, allontana tale scuola dallo status
di full member.
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CEDIFOP news n. 64 - Ottobre 2011 - articolo 116
Si concluderà con uno stage in
Norvegia, dal 21 al 25 Novembre 2011, il corso TOP UP del CEDIFOP
(di Manos
Kouvakis)
Si è conclusa venerdì 16
settembre, la prima parte del corso per il TOP UP del CEDIFOP svolto a
Palermo. Il corso realizzato per la rima volta in Italia, grazie anche
alle autorizzazioni dell'Assessorato Regionale dell’Istruzione e della
Formazione Professionale, specifiche per il TOP UP, è rigorosamente
riservato agli allievi che sono in regola con i requisiti richiesti
per la partecipazione, e cioè il possesso dei tempi di fondo previsti
dall'IDSA nel modulo 2, che rappresenta i tempi di fondo per il basso
fondale, per le immersioni in SCUBA e SSDE dalla superficie, e della
certificazione IMCA in corso di validità del brevetto DIVER MEDIC.
Durante questa prima fase gli allievi hanno completato i tempi di
fondo previsti dall'IDSA nel modulo 3 per le immersioni offshore alle
profondità dai -30 ai -50 metri. Le immersioni sono state realizzate
in collaborazione con ALPE SUB srl, principalmente al campo boe ENI ed
ESSO di Palermo. Durante le esercitazioni svolte, basate sull'utilizzo
delle tabelle US NAVY 6, gli allievi si sono soffermati più volte
nell'intervento dello stand by dal basket a profondità prossime ai -50
metri, e sulle procedure di emergenza in caso di assenza di
comunicazioni e in caso di subacqueo inconscio sul fondo. Il corso si
completerà con uno stage di 5 giorni presso la scuola Norvegese, Full
Member IDSA, NYD di OSLO (Norvegia), che si svolgerà dal 21 al 25
Novembre 2011.
Durante lo stage, gli allievi del CEDIFOP, accompagnati da un docente,
completeranno la loro preparazione, integrando con una serie di
esercitazioni specifiche le attività svolte a Palermo, secondo la
didattica IDSA, del tipo:
• uso della campana aperta (open bell),
• uso della muta ad acqua calda (hot water suit),
• esercitazioni del tipo "salto in camera",
• immersioni SSDE con temperature intorno ai 0° C, e infine
• introduzione al corso di saturazione (altofondale) con trasferimento
dalla T.U.P. alla campana chiusa.
Questo stage, voluto dal CEDIFOP, arricchirà la formazione degli
allievi con un percorso integrativo svolto presso una delle migliori
scuole europee che, oltre agli standard dell’HSE, segue gli standard
norvegesi, attualmente considerati il TOP della subacquea industriale
a livello mondiale, indispensabili per i lavori nei Mari del Nord.
Questa fase del corso è successiva al raggiungimento dei tempi
previsti dal modulo 3 dell'IDSA realizzati a Palermo con immersioni
dai -30 ai - 50 metri.
Va precisato che la scuola Norvegese NYD, è abilitata al rilascio
della certificazione HSE fino a “Bell diver - diver certificate issued
by the Petroleum Safety Authority, Norway [Closed Bell]” e
relativamente al percorso che riguarda i nostri allievi, allo “SCUBA,
Surface Supplied & Surface Supplied (Top-Up)” . A fine stage, gli
allievi del CEDIFOP, otterranno una certificazione individuale dalla
NYD con specifiche delle attività svolte, che sarà integrata al
certificato di qualifica professionale rilasciato dalla Regione
Siciliana e la Card dell’IDSA per il level 3, che riporterà le 2
scuole frequentate, CEDIFOP (Italia) e NYD (Norvegia).
Vista la specificità delle esercitazioni e la tipologia del corso TOP
UP realizzato dal CEDIFOP, nei corsi successivi al primo corso pilota
di quest’anno, per quanto attiene le richieste di ammissione, CEDIFOP
non prenderà in considerazione richieste di partecipazione, ai corsi
per "OTS - IDSA Level 2", o "TOP UP", che non soddisfano i requisiti
per l'ammissione, cioè che non rientrano negli standard e non hanno i
tempi di fondo realizzati con percorsi, attività e tempi indicati
dall'IDSA. In questi casi, CEDIFOP può solo consigliare, a chi vuole
proseguire questo percorso in Italia, di ripetere ex novo il corso, a
partire da quello base da OTS, presso una struttura che garantisce
questi standard, di fatto riconosciuti poi dalla maggioranza delle
aziende che operano in ambito offshore a livello internazionale.
Subito dopo la conclusione del corso TOP UP a Palermo, è iniziato (il
21 settembre) il nuovo corso base per OTS (Operatore Tecnico Subacqueo
Specializzato) frequentato come sempre da 20 allievi provenienti da
tutte le regioni Italiane e dall’estero, che iniziano la loro
formazione in questo settore. Il corso base OTS li istruisce a gestire
una postazione standard per le immersioni di tipo industriale, con un
percorso che si basa nell'affrontare ed applicare concetti e regole di
sicurezza, dando le basi indispensabili per operare con tecniche ed
attrezzature adeguate alla figura professionale cui mira il corso.
Il percorso prevede immersioni per Basso Fondale con immersioni dalla
superficie (cioè fino ad un massimo di - 30 metri), abilita
all'iscrizione presso una Capitaneria di Porto, sul territorio
nazionale (Registro Sommozzatori in servizio locale, D.M. 1979 e
s.m.i.) ed è riconosciuto dall'HSE, in quanto inserito nella scheda
HSE n.1 per l'Offshore Diving e nella scheda n.2 dell'HSE per l'Inshore
Diving, per il riconoscimento di Scuba e SSDE (Surface Supplied Diving
Equipment), cioè per tutte le immersioni dalla superficie e cioè senza
l'uso della campana aperta (competenza quest’ultima acquisita con il
TOP UP).
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CEDIFOP news n. 64 - Ottobre 2011 - articolo 115
Cosa sono e cosa rappresentano IDSA
e IMCA?
(tratto dal sito
dell'IMCA: http://www.imca-int.com/news/press/0419.html )
________________________________________
I.D.S.A. (International Diving Scools Association)
Founded in 1978 on the initiative of Alan Bax (Fort Bovisand, UK)
and Jim Joiner (College of Oceaneering, Los Angeles) the Association
brought together the major Diving Schools, world-wide, concerned with
the training of Commercial Divers. From the earliest days one of its
major concerns has been the need for of an internationally accepted
standard for diver training which would improve the quality of divers
entering the profession, provide for on-going professional development,
and enhance job opportunities beyond national borders. The Association
now has 16 Full Member schools, 21 Associate Members, 17 Affiliate
Members, 11 Industrial Members and 4 Reciprocal Members.
The regular meetings of members of the Association provide a forum
for the exchange of information and ideas, not limited by national
boundaries and interests. In recent years members have been able to
review the qualifications and training programmes already on offer and
to bring together their expertise in the planning and teaching of
courses. The result of several years of negotiation and planning has
been the recent publication of the IDSA Standards and Procedures which,
whilst encompassing all national standards at present in existence,
provide the basis for courses which meet the needs of industry for
trained divers at various levels. It is thus intended that employers
worldwide will be assured that a diver with an IDSA card has been
properly trained to the stated level, whilst divers can be confident
that an IDSA recognised school will provide training necessary to
achieve the relevant level of competence.
As part of the on-going development of IDSA standards, all Full
Members - who are entitled to award IDSA qualifications - will undergo
full audits of their schools within the next three years. New schools,
joining the Association are first accepted as Associate Members and
must then undergo a full audit before being eligible for full
membership.
________________________________________
I.M.C.A. (International Marine Contractors Association)
IMCA is an international association with well over 750 members in
58 countries, as at January 2011, representing offshore, marine and
underwater engineering companies. IMCA has four technical divisions,
covering marine/specialist vessel operations, offshore diving,
hydrographic survey and remote systems and ROVs, plus geographic
sections for the Asia-Pacific, South America, Europe & Africa, Middle
East & India and Central & North America regions. As well as a core
focus on safety, the environment, competence and training. IMCA seeks
to promote its members' common interests, to resolve industry-wide
issues and to provide an authoritative voice for its members.
IMCA publishes some 200 guidance notes and technical reports. These
have been developed over the years and are widely distributed. They
are a definition of what IMCA stands for, including widely recognised
diving and ROV codes of practice, DP documentation, marine good
practice guidance, the Common Marine Inspection Document, safety
recommendation, outline training syllabi and the IMCA competence
scheme guidance. In addition to the range of printed guidance
documents, IMCA also produces safety promotional materials, circulates
information notes and safety flashes.
Judith Patten is here to help you if you want any additional
information on IMCA; would like to discuss a feature article; want to
organise interviews with key members of the IMCA team, etc.
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CEDIFOP news n. 63 - Settembre 2011 - articolo 114
Corso TOP UP a Palermo: Conclusi i
tre giorni dell'audit IDSA
(di Manos Kouvakis)
Conclusi i tre giorni
dell’audit IDSA del corso Cedifop per “Operatore Tecnico Subacqueo -
TOP UP - IDSA level 3”. Per l’audit sono arrivati a Palermo Leo
Lagarde, presidente IDSA, e Willem Gerrits.
Il corso conferisce agli allievi la certificazione per le immersioni
in offshore fino ad una profondità di -50 metri abilitandoli, secondo
gli standard internazionali, all’uso del basket, della campana aperta
e della hot water suit.
I partecipanti a fine corso faranno un breve assessment nella scuola
NYD di Oslo (Norvegia), assessment voluto dal CEDIFOP, che arricchirà
la formazione degli allievi con un percorso integrativo svolto presso
la migliore scuola europea che, oltre agli standard dell’HSE, segue
gli standard norvegesi, attualmente considerati il top della subacquea
industriale a livello mondiale, e indispensabili per i lavori nei Mari
del Nord.
In virtù di ciò, nella card IDSA che sarà rilasciata agli allievi
saranno riportate le due scuole frequentate.
di Manos Kouvakis
o link: le foto del corso per il TOP UP/CEDIFOP sul FACEBOOK (I parte
2011 - II parte 2010)
o link: le foto del corso per il TOP UP/CEDIFOP sul sito del CEDIFOP
(I parte 2011)
o link: calendario didattico del corso TOP UP/CEDIFOP
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CEDIFOP news n. 63 - Settembre 2011 - articolo 113
Meeting IDSA n.29 dal 6 all' 8
Settembre a KARLSKRONA (Svezia)
(di Manos Kouvakis)
Si svolgerà dal 6 all' 8
Settembre a KARLSKRONA (SVEZIA) il meeting IDSA n. 29, presso la
scuola (IDSA) delle forze armate svedesi "Swedish Armed Forces Diving
and Naval Medicine Centre".
Cedifop sarà presente con il suo rappresentante Francesco Costantino.
Questo è l'elenco ufficiale dei partacipanti al meeting n.28, svolto
nel 2010 a Rotterdam (Paesi Bassi)
IDSA (Chairman) Leo Lagarde Netherlands
SYNTRA (Full Member)
CFPME (Full Member) Mark van der Esch
(IDSA Hon Treasurer) Belgium
Luksia (Full Member) Kalle Virtanen Finland
INPP (Full Member) Eric Albier France
Royal Danish Navy Diving School
(Full Member)
Jimmy Holk
Peer Haagerup
Jan Schultz Denmark
CEDIFOP (Full Member) Manos Kouvakis
Francesco Constantino
Vinciguerra Marcello Italy
Sicilian Parliament (Observer) Salvatore Lentini Italy
Darya Koosh (Associate Member)
Nasser Sarnevesht Iran
Regional Centre for Underwater Demining (RCUD)
(Associate Member) Veselin Mijajlovic
Vladan Simonovic
Montenrgro
Centre Mediterranneen de Plongee Professionelle (CMPP)
(Associate Member) Jerome Vincent
Morocco
Divewise.Be (Observers) Bart Cassiers
Kurt Geldhof Netherlands
Nautiek
(Affiliate Member) Jan de Groot
Netherlands
Netherlands Dive Centre (NDC)
(Full Member) Carin Bot
Netherlands
Pommec BV T.D.E
(Industrial Member) Kees Voogd Netherlands
Norwegian School of Commercial Diving (NYD)
(Full Member) Dag W.Wroldsen
(IDSA Hon Secretary) Norway
Norwegian Labour Inspection Authority (Observer) Tor Fjelldal
Norway
Baltic Diving Company “Explorer”
(Affiliate Member) Gregory Bernaciak
Agnieszka Bernaciak Poland
Podvoddiagnostika
(Observer) Victor Fillippenko
Russia
Swedish Armed Forces Diving School
(Full Member) Lalle Petersson
Jerker Karlsson
Sweden
Farenjas Diving School
(Full Member) Dan Hedberg
Per Almbratt
Patrick Wenneback Sweden
Interdive
(Full Member – Specialist Training) John Rabone
(Co-opted Member of the Executive Board) UK
Speciality Welds (Affiliate Member) David Keats UK
The Underwater Centre
(Affiliate Member) Steve Ham UK
Divers Institute of Technology
(Associate Member) Bruce Banks
USA
Ocean Corporation
(Full Member) Don Fast
USA
IDSA Administration Alan Bax
Jill Williams |
CEDIFOP news n. 62 - Agosto 2011 - articolo 112
Corso OTS con il CEDIFOP: Ecco cosa
significa
(di Manos Kouvakis)
La qualifica di O.T.S. in
Italia, vista l'attuale carenza di una legislazione specifica del
settore, negli anni ha perso il suo peso nel confronto internazionale
con le qualifiche di commercial diver, rilasciate da altre scuole in
Europa e nel resto del mondo, che hanno quei riconoscimenti che in
Italia sembrano essere "fantascientifici".
Vorrei provare in poche parole a spiegare i concetti base di questo
settore, cioè cosa sono le immersioni del commercial diving, e come
vengono classificate.
Esse vanno classificate come:
• immersioni di Basso Fondale (immersioni ad aria, per una profondità
massima di 0-50 mt) e
• immersioni di Alto Fondale (profondità oltre i -50 metri, in
saturazione, immersioni con l'uso di campana chiusa/closed bell diving).
Innanzi tutto, va sottolineato, che nella subacquea industriale, non
esistono le stesse regole della subacquea sportiva/ricreativa come ad
esempio è diverso il significato dell'acronimo "SCUBA" che nella
subacquea industriale indica SOLO la fornitura dell'aria dalla bombola
e NON IL TIPO DI STRUMENTO CHE UNO HA IN FACCIA (cioè “Caschi e
maschere facciali” collegati alla bombola = SCUBA per chi è OTS;
l'erogatore standard usato nelle immersioni ricreative, è uno
strumento sportivo, VIETATO per le immersioni da OTS); non esiste
l'immersione in coppia, perchè il singolo Diver che effettua
l'immersione, collegato con la superficie, è assistito da una squadra
di operatori, per tutta la durata dell'immersione.
Compito del CEDIFOP, durante il corso per OTS è appunto istruire gli
allievi nella gestione delle varie postazioni della squadra durante
questa tipologia di immersioni (gestione ombelicale, comunicazioni,
assistenza alla vestizione, stand by, ecc), e non "giocare"
riproponendo concetti ed esercitazioni che appartengono a percorsi
della subacquea sportiva/ricreativa, più adatti a qualifiche del tipo
"guida subacquea" o di "archeologia subacquea", ma sicuramente non da
OTS.
Le immersioni di Basso Fondale, si dividono in due categorie:
• Immersioni di Basso Fondale effettuate dalla superficie (da una
banchina o da una imbarcazione). Per questa tipologia di immersioni,
la profondità massima che il Diver è abilitato a raggiungere, secondo
gli standard internazionali, sono i -30 metri;
• Immersioni di Basso Fondale che vanno dai -30 ai -50 metri. Questa
tipologia di immersioni, secondo gli standard internazionali, devono
essere effettuate con l'uso di attrezzature tipo "basket" e "campana
aperta", inoltre il Diver a queste profondità deve essere addestrato
all'uso della Hot Water Suite, e secondo i migliori standard
internazionali, deve essere in possesso anche di un certificato del
tipo "DIVER MEDIC", che lo abilita ad intervenire in situazioni di
reale emergenza, quando questa competenza può salvare la vita umana.
Le immersioni dai -30 ai -50 metri, in Basso Fondale,
internazionalmente sono conosciuti con il nome di "TOP UP".
In questo percorso, CEDIFOP, adotta gli standard dell'IDSA (IDSA è una
didattica per il diving industriale, cosi come lo è PADI, CMAS, SSI,
ecc., per la subacquea sportivo/ricreativa), offrendo il meglio della
preparazione secondo standard internazionali.
Attualmente, CEDIFOP, superando sul campo, dei duri audit, risulta
essere una delle 16 scuole al mondo che può certificare un percorso
IDSA per Commercial Diver (ricordando che la didattica IDSA è
apprezzata dalla stessa IMCA, come si legge sul sito stesso dell'IMCA,
vedi qui: www.imca-int.com/news/press/0419.html) ed è una delle 17
scuole al mondo che può certificare un percorso IMCA per DIVER MEDIC.
Ecco il percorso che CEDIFOP propone per il completamento del percorso
di Basso Fondale, secondo le migliori tradizioni e standard a livello
mondiale:
1. CORSO PER OTS: istruisce gli allievi a gestire una postazione
standard per le immersioni di tipo industriale, con un percorso che si
basa nell'affrontare ed applicare concetti e regole sulla sicurezza,
dando le basi indispensabili all'allievo. I corsi hanno una durata di
480 ore se l'allievo è in possesso dei primi 2 brevetti sportivi, e le
iscrizioni avvengono in ordine di arrivo delle richieste, o di 800 ore
partendo da esperienza subacquea zero ma con una selezione iniziale.
Il percorso prevede immersioni per Basso Fondale fino a - 30 metri
(cioè con immersioni dalla superficie), abilita all'iscrizione presso
una Capitaneria di Porto, sul territorio nazionale (registro
sommozzatori in servizio locale D.M. 1979 e s.m.i.) ed è riconosciuto
dall'HSE, perchè inserito nella scheda HSE n.1 per l'Offshore Diving e
nella scheda n.2 dell'HSE per l'Inshore Diving, per il riconoscimento
di SCUBA and SSDE (Scuba and Surface Supplied Diving Equipment), cioè
per tutte le immersioni che non superano i -30 metri, e cioè senza
l'uso della campana aperta (competenza acquisita con il TOP UP). A
fine corso viene rilasciato un attestato di qualifica professionale
per "OTS" e un brevetto CEDIFOP di "sommozzatore".
2. CORSO IMCA per DIVER MEDIC: istruisce gli allievi a gestire una
emergenza medica secondo gli standard IMCA, indispensabile per
l'accesso al corso per il TOP UP. La durata del corso è di 10 giorni,
la validità del brevetto IMCA rilasciato a fine corso, è di 3 anni.
3. CORSO PER OTS - IDSA LEVEL 2: Va considerato come uno "stages
formativo" presso una ditta che opera nel settore. Il corso ha una
durata di 20 giorni con con 18 immersioni tecniche e due giornate di
esercitazioni in camera iperbarica. Completa le immersioni dalla
superficie fino ai -30 metri secondo gli standard della didattica
IDSA, principalmente con immersioni che avvengono da una imbarcazione
e procedimenti SSDE. La partecipazione a questo corso, vista
l'attività presso i campi boe dell'ENI ed ESSO che si trovano a
Palermo, è vincolata all'iscrizione presso una Capitaneria di Porto. A
fine corso oltre all'attestato di qualifica professionale viene
rilasciato anche il brevetto IDSA di 2° livello.
4. CORSO per TOP UP: istruisce gli allievi alle immersioni dai -30 ai
-50 metri, con l'uso del BASKET, della CAMPANA APERTA e della HOT
WATER SUITE. Il corso ha una durata di 15 giorni a Palermo, e si
completa con un breve assessment presso la scuola Norvegese, IDSA/NYD
di OSLO, secondo gli standard Norvegesi, oggi al TOP mondiale per la
loro validità. A fine corso è previsto oltre all'attestato di
qualifica professionale anche il brevetto 3° livello IDSA (immersioni
-30-50mt), e su richiesta individuale del singolo allievo (CEDIFOP
darà a titolo gratuito la necessaria assistenza, visto la
particolarità e novità della certificazione) il riconoscimento
dell'HSE per attività in UK.
CEDIFOP, non prende in considerazione richieste di partecipazione, ai
corsi per "OTS - IDSA Level 2", o "TOP UP", che non soddisfano i
requisiti per l'ammissione, secondo gli standard IDSA, cioè che
provengono da scuole, che non rientrano negli standard e non hanno i
tempi di fondo realizzati con percorsi, attività e tempi indicati
dall'IDSA.
In questi casi, possiamo solo consigliare, a chi vuole proseguire
questo percorso in Italia, di ripetere ex novo il corso, a partire da
quello base da OTS, presso una struttura che garantisce questi
standard, o di rivolgersi ad altre scuole all'estero, sicuramente di
serie B, cioè scuole che non rientrano fra quelle con certificazioni
IDSA, e quindi non hanno l'obbligo di mantenere tempi e standard
riconosciuti poi, dalla maggioranza delle aziende che operano in
ambito offshore a livello internazionale, oppure cercare di fare
qualche anno di attività in area portuale in Italia, nell'improbabile
speranza di raggiungere cosi tempi e immersioni indispensabili per
proseguire un percorso di certificazione, recuperando cosi quello che
non è stato fatto durante le attività formative da ... "OTS".
Ecco perchè ci fa semplicemente sorridere l'incompetenza di chi
pubblicizza corsi da OTS per "Basso Fondale" o corsi da OTS che
"abilitano alle immersioni fino ai -50 metri", (sicuramente per la
subacquea sportiva, ma non per la subacquea industriale), perchè non
fa altro che confessare pubblicamente la sua incompetenza ed ignoranza
in materia, peggio ancora, esiste anche chi pubblicizza e fa percorsi
del tutto inadeguati e sicuramente pericolosi per l'incolumità di chi
vuole poi applicare quello che non ha imparato durante la sua
inesistente formazione in ambito lavorativo, come attualmente avviene
con alcuni percorsi presso una scuola romana, percorsi già contestati
dalla stessa Regione Sicilia, presso il Ministero competente.
Peccato, però, che sono poi gli allievi a pagare le conseguenze,
trovandosi in mano una certificazione che oltre alla semplice
iscrizione ad una capitaneria di porto, non può garantire altro a chi
la possiede, danneggiando l'immagine dell'OTS italiano a livello
internazionale. E questa è l'unica spiegazione per chi, con qualche
"raccomandazione" riesce ad inserirsi in uno di questi contesti
lavorativi, trovandosi poi scavalcato da chi arriva da scuole che
avevano rilasciato valide certificazioni.
Abbiamo voluto fortemente insistere nella applicazione degli standard
IDSA e HSE in Sicilia, aderendo e promuovendo iniziative che speriamo
portino ad una legge che riguarda esclusivamente la subacquea
industriale, sperando di riportare il livello del Diver Industriale
Italiano ai livelli che storicamente gli sono dovuti.
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CEDIFOP news n. 61 - Luglio 2011 - articolo 111
La nuova Ordinanza n. 50/2011 della
Capitaneria di Porto di Palermo,
che entra in vigore dal 01/07/2011
(di Manos
Kouvakis)
Ci siamo anche a Palermo!
L’ordinanza n. 50/2011 è del 07/06/2011 “Regolamento di Sicurezza per
le Operazioni Subacquee nel Circondario Marittimo di Palermo”, così
Palermo è la quarta Capitaneria d’Italia che ha regolamentato le
operazioni subacquee nel suo territorio, dopo l’ordinanza n. 77 del
1992 della Capitaneria di Porto di Ravenna, l’ordinanza n. 25 del 2010
dell’Ufficio Circondariale Marittimo di Anzio e l'ordinanza n.5/2011
dell'Ufficio Circondariale Marittimo di Caorle del 12/03/2011.
L’ordinanza si può scaricare con tutti gli allegati dal sito ufficiale
delle Capitanerie di Porto - Guardia Costiera
(http://www.guardiacostiera.it/) ed è riportata integralmente anche
nel sito del CEDIFOP, nel settore “legislazione”
(http://www.cedifop.it/leggi.htm).
L’ordinanza n. 50/2011, si presenta molto tecnica, dettagliata, e più
completa (secondo il mio parere) rispetto alle altre che la hanno
preceduta.
Ecco sinteticamente cosa cambia e i più importanti passaggi che
troviamo nell’ordinanza:
Prima di tutto le definizioni entrano a far parte dell’ordinanza
stessa, per chiarire, eliminando ogni dubbio o errate interpretazioni
di concetti come “sommozzatore”, “basso fondale”, “alto fondale”, “inshore”,
“offshore”, “Diving Supervisor”, “Sommozzatore in stand-by”, “Lista di
Controllo/Check List” ed altro, definendo concetti spesso confusi o
male interpretati fino ad oggi, anche da “esperti” del settore. Uno su
tutti, l’esempio di “offshore diving”, (concettualmente uguale a
quanto riportato anche sul sito dell’H.S.E. inglese) che non vuol dire
operazioni lontano dalla costa o altro, ma significa esclusivamente
una precisa tipologia di lavoro subacqueo, che a volte può avvenire
anche all’interno di un Porto (esempio: tutte le attività lavorative
subacquee svolte durante la permanenza della piattaforma “SCARABEO 8”
ai cantieri Navali di Palermo, se in collegamento con la piattaforma,
possono essere definite “offshore”). Cioè in parole semplici, se
l’attività è del tipo “lavori di ingegneria civile, in banchine,
porti, fiumi, canali sotterranei, canali, laghi, stagni, serbatoi e
vasche o piscine artificialmente costruiti; lavori connessi
all’ambiente marino ed allevamenti ittici” sono definiti “inshore”,
mentre se le attività sono collegate in qualsiasi modo con gli
impianti offshore, pozzi, gasdotti, immersioni tecniche con utilizzo
di campana chiusa e tecniche di saturazione, immersioni effettuate da
navi con impiego di posizionamento dinamico, vengono definiti
“offshore”.
Un'altra cosa importantissima è l’obbligo dell’uso della “Lista di
Controllo/Check List” per la pianificazione e verifica delle
operazioni, con elenco dettagliato di tutte le fasi necessarie allo
svolgimento dell’attività lavorativa subacquea in sicurezza,
l’Ordinanza di Palermo riporta un preciso esempio nell’allegato 1 di
“Lista di Controllo/Check List” e nell’allegato 2 di “Rapporto di
Intervento/Work’s Report” da utilizzare.
Un altro importante elemento che viene introdotto è l’ambito di
applicazione dell’Ordinanza, (potere conferito con il dispaccio n.
5202554 del 01.10.1991 dal Ministero della Marina Mercantile che
attribuisce alle Autorità Marittime periferiche il compito di
stabilire le norme per lo svolgimento dell’attività subacquea fuori
dagli ambiti portuali); che ampliando quanto previsto nel Decreto
Ministeriale del 13 gennaio 1979 ”…I sommozzatori in servizio locale
esercitano la loro attività entro l'ambito del porto…” estende il
raggio di azione a “tutte le attività lavorative subacquee e
iperbariche svolte a fini economici e industriali condotte nell’ambito
del Circondario Marittimo di Palermo”.
Un’altra serie di obblighi derivano dall’Ordinanza, con il preciso
intento di aumentare la professionalità e la sicurezza delle
operazioni subacquee, volte a combattere la piaga principale, che da
sempre ha penalizzato le piccole imprese che operano localmente a
Palermo, (ma lo stesso accade in tutta Italia a discapito di chi con
correttezza e sacrifici cerca di essere in regola): IL LAVORO NERO di
chi non ha i requisiti per effettuare questi lavori, o cerca a
discapito della sicurezza di risparmiare, facendo concorrenza sleale.
Così sottolinea l’obbligo di una assicurazione per infortuni di tutto
il personale impiegato, l’obbligatorietà di dichiarare nella richiesta
di autorizzazione dei lavori i nomi di: Diving Supervisor, degli OTS e
dello Stand/by (articolo 5), con l’obbligo di riportare nella Check
List informazioni riguardanti gli estremi delle assicurazioni
stipulate per il personale; il tipo di lavoro svolto; il personale
impegnato; località e data delle operazioni; inizio e fine delle
operazioni subacquee; sottoscritta dal DS incaricato. La Check List
deve essere conservata agli atti della Ditta/Impresa per un periodo
non inferiore ad un anno ed essere esibita, a richiesta, agli addetti
a compiti di polizia terrestre e marittima (articolo 6).
Così diventa tutto molto semplice: qualsiasi lavoro effettuato NON in
regola, secondo questa ordinanza, è sottoposto a controlli anche
successivi (entro un anno dal termine lavori), con tanti estremi che
possono essere controllati, vista la documentazione obbligatoria da
produrre sulla regolarità del lavoro effettuato. Probabilmente, anzi
sicuramente, l’effetto di questa regola sarà una lievitazione dei
prezzi applicati dalle ditte di lavori subacquei, ma cresceranno
professionalità e sicurezza e aumenterà il numero delle persone
impiegate in queste operazioni. Quello che è più importante, è che
questa Ordinanza diventa uno strumento per combattere la piaga del
lavoro nero e chi abusivamente opera in modo illecito, penalizzando
con la concorrenza sleale un intero settore, impedendo la crescita di
tante, tantissime piccole imprese, che potranno garantire lavoro
regolare a tantissimi giovani, che potranno trovare in queste
esperienze un’anticamera per un loro inserimento in contesti
lavorativi più remunerativi in ambito ”offshore”, preparandoli ad
affrontare esperienze più impegnative.
Ricordiamoci che la professione dell’OTS è tutelata, come tutte le
professioni, dalla legislazione italiana e in particolare dall’art.
348 del Codice Penale su ”Abusivo esercizio di una professione:
Chiunque abusivamente esercita una professione, per la quale è
richiesta una speciale abilitazione dello Stato, è punito con la
reclusione fino a sei mesi o con la multa da lire duecentomila a un
milione” e dall’art.110 del Codice Penale sulla “Pena per coloro che
concorrono nel reato: Quando più persone concorrono nel medesimo
reato, ciascuna di esse soggiace alla pena per questo stabilita, salve
le disposizioni degli articoli seguenti.”
Un altro passo avanti sulla professionalità è la responsabilità del
“Diving Supervisor/Preposto alla sicurezza (DS)” in tutte le
operazioni subacquee. Il supervisore deve essere formalmente nominato
a mezzo comunicazione scritta da inoltrarsi all’Autorità Marittima e
deve assicurare, assumendone la piena responsabilità, la regolarità di
tutte le operazioni svolte in cantiere.
Si comincia finalmente a prendere le distanze da un altro pasticcio
che da sempre ha creato confusione in questo settore: Distinguere
quello che riguarda le attività sportivo/ricreative da quelle che sono
le attività della subacquea industriale, e qui è importantissimo
l’articolo 9 sulle attrezzature da utilizzare: in base a questa
Ordinanza c’è l’obbligo di utilizzare “Caschi e maschere facciali”
(articolo 9,b), estromettendo l’uso dell’erogatore sportivo che riceve
il “cartellino rosso” per queste operazioni.
Certo, si parla di attività in SCUBA e attività in SSDE nelle
definizioni iniziali, ma attenzione, i due concetti indicano la
modalità di fornitura dell’aria all’OTS in immersione, e non il tipo
di attrezzatura utilizzata. Mi spiego meglio, l’OTS che usa “Caschi e
maschere facciali” collegati alla bombola sulle spalle è in SCUBA,
l’OTS che usa “Caschi e maschere facciali” collegati con un ombelicale
che gli fornisce l’aria dalla superficie è in SSDE. Il classico
erogatore, come attrezzatura per le immersioni di carattere
sportivo/ricreativo, va BANDITO una volta per tutte da questa
tipologia di immersioni, per una maggiore tutela dell’OTS.
Auguri allora Palermo, una bella sfida contro:
• “vecchie mentalità” ancorate ai tempi in cui la sicurezza era solo
un “optional”,
• ai percorsi formativi da OTS fatti secondo standard subacquei
sportivi e camuffati solo nel titolo a rappresentare qualcosa che non
sono,
• al lavoro nero,
• a chi penalizza un’intera categoria agendo nell’illegalità di un
appalto non in regola.
Auguri per il percorso che inizia da domani, sperando che l’esempio di
Palermo divenga modello di riferimento per tante altre Capitanerie in
Sicilia e nel resto d’Italia. Un altro passo che porta più vicino alla
riconquista del posto che spetta di diritto al commercial diver
italiano, per la sua collocazione storica che si è persa strada
facendo, a causa di una elefantiaca lentezza nell’aggiornarsi
legislativamente rispetto ai passi veloci fatti nel medesimo settore
dal resto del mondo.
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CEDIFOP news n. 60 - Giugno 2011 - articolo 110
La formazione degli OTS in Sicilia e
gli standard Internazionali
(di Manos Kouvakis)
Prosegue l’attività
didattica del CEDIFOP di formazione professionale dei commercial diver
in Italia. Si è appena concluso un altro corso per la certificazione
degli OTS secondo programmi validati dall’IDSA e HSE, cosi come
prevede il PROF 2011 per le attività formative per OTS svolti in
Sicilia; è appena cominciato un altro corso IMCA per DIVER MEDIC,
secondo standard e programmi validati da IMCA, e subito dopo sono in
cantiere 2 progetti: il primo per il completamento degli standard IDSA
per Scuba and Surface Supplied, cioè per chi è già OTS e, rispettando
gli standard dei percorsi formativi CEDIFOP, vuole completare il
percorso previsto dall’IDSA per i 0-30 metri.
Subito dopo (luglio/agosto) il primo corso per TOP UP, già autorizzato
dalla Regione Siciliana – Assessorato Regionale dell’Istruzione e
della Formazione Professionale, nel rigoroso rispetto degli standard
internazionali, di cui, esattamente in una lettera prot. n.681/GAB del
16/marzo/2011, il Capo di Gabinetto dell’Assessore Regionale
dell’Istruzione e della Formazione Professionale, dott. Nino Emanuele,
specifica che “con la pubblicazione del PROF 2011, la Regione
Siciliana – “autorità competente” in materia di Formazione
Professionale sul territorio regionale siciliano designata dalla
legislazione vigente in Italia – ha disposto che i corsi di formazione
professionale per O.T.S. (Operatori Tecnici Subacquei) di livello Base
e di specializzazione si devono attenere alla direttiva 2005/36/CE,
adottando gli standard dei programmi validati da IDSA (International
Diving Schools Association) e HSE (Healt and Safety Executive) –
Delibera di Giunta n.350 del 04/10/2010.
In particolare la regione Sicilia ha autorizzato lo svolgimento dei
seguenti corsi, che possono essere realizzati solo nel territorio di
competenza della Regione siciliana, dove per il rilascio degli
attestati di qualifica professionale, le attività formative sono
subordinate ai controlli ispettivi dell’Ispettorato del Lavoro,
dell’Ufficio Provinciale del Lavoro (U.P.L.) e si concludono con un
Esame Finale innanzi una Commissione esaminatrice istituita con
decreto emanato dall’Assessorato regionale dell’Istruzione e della
Formazione Professionale. Gli attestati rilasciati vengono
repertoriati e vidimati dal C.P.I. dell’assessorato regionale
dell’istruzione e della Formazione Professionale della regione
Siciliana. I suddetti corsi sono:
“Operatore Tecnico Subacqueo Specializzato” per il riconoscimento di
“Scuba & Surface supplied”
“Operatore Tecnico subacqueo – Top Up – IDSA level 3” per il
riconoscimento “Surface supplied (Top Up)””
Per la prima volta in Italia quindi, sotto un rigoroso controllo,
obbligatorio nella formazione professionale isolana, delle autorità
competenti, si svolgerà il primo in assoluto corso per la
certificazione internazionale del Top Up, per restituire finalmente
dignità a livello internazionale alla figura italiana del commercial
diver, che fino ad oggi ha dovuto rivolgersi all’estero per il
conseguimento di tale certificazione.
Una vittoria sicuramente della qualità formativa del CEDIFOP, ma anche
dell’intera Regione Siciliana che ha accettato facendoli propri gli
standard formativi IDSA, che rappresentano una didattica meticolosa ed
analitica nel mondo della subacquea industriale, come lo sono PADI o
CMAS o le tante altre didattiche esistenti nel mondo della subacquea
sportiva ricreativa.
Questo passaggio arriva anche in un momento molto particolare e
delicato per la formazione in Italia, dove la mancanza di un quadro
ben definito a livello nazionale con una precisa legislazione in
questo settore, ha portato al proliferare di falsi proclami e
certificazioni, che danneggiano l’immagine di questa categoria.
Sono perfettamente appropriate i seguenti passaggi tratti
dall’introduzione della proposta di legge 2369 presentata alla Camera
dei Deputati - durante l’attuale legislatura in Italia dal titolo
“Disposizioni concernenti le attività professionali subacquee e
iperbariche” (Presentata il 7 aprile 2009):
“Oggi esiste un proliferare di pseudo-scuole subacquee con didattiche
professionali che di professionale hanno ben poco; e questo
nonostante, storicamente, l'Italia abbia prodotto subacquei di
notevole levatura, attraverso la Marina militare o l'iniziativa,
lodevole ma indisciplinata, delle aziende che operano nel settore.
L'Unione europea detta normative ben precise che regolano l'attività
professionale subacquea, che gli altri Stati membri hanno adottato ed
applicato già da tempo; solo l'Italia risulta ancora inadempiente. (…)
La subacquea industriale, invece, ha bisogno di una legislazione che
includa tutto il territorio nazionale perché l'operatore subacqueo del
settore si protende verso il più vasto ambito internazionale; ciò è
desumibile dal fatto che la maggioranza degli operatori entra a
livello locale (iscrizione al registro dei sommozzatori in servizio
locale istituito presso la competente capitaneria di porto) ma ben
presto buona parte, passa a lavorare con i centri diving industriali
in off-shore.
Bisogna tenere conto che il mondo del lavoro e la situazione
territoriale, nel quale può operare la figura professionale del
sommozzatore industriale, vanno oltre i limiti regionali e nazionali e
quindi, al fine di sostenere la mobilità professionale delle persone,
i percorsi formativi devono seguire il percorso indicato dalle regole
della formazione nel settore industriale. Questi percorsi per essere
validi, oltre che nel territorio italiano anche in quello
internazionale, devono adottare standard definiti in coerenza con
quelli internazionali previsti dall'Health and Safety Executive (HSE),
dall'Association on Diving Contractors (ADC), dall'International
Diving Schools Association (IDSA), dall'International Marine
Contractors Association (IMCA) e da altri organismi similari, che
possono garantire una maggiore spendibilità della qualifica di
sommozzatore italiano a livello internazionale. Nessun altro percorso
formativo dovrebbe abilitare all'iscrizione nel registro dei
sommozzatori.
Una certa facilità di accesso a quella che risulta essere la porta
d'ingresso, cioè l'iscrizione nel registro dei sommozzatori in
servizio locale (portuale e immediate adiacenze), peraltro legittimata
dalla normativa in vigore, ha gravi implicazioni e penalizza tutto il
settore.
L'unica figura professionale subacquea riconosciuta dalla normativa in
vigore è quella dei sommozzatori iscritti nei registri delle
capitanerie di porto, la cui attività ha una limitazione territoriale
ben definita, mentre la gran parte delle operazioni subacquee si
svolge al di là e al di fuori dell'ambito portuale, senza che sia
prevista alcuna normativa che regoli e che tuteli la figura
professionale degli operatori di questo settore.
Quanto mai opportuno e urgente è, quindi, un ordinamento del settore
che parta dalla formazione, prevedendo la caratterizzazione e il
controllo delle scuole e dei centri di formazione, l'allineamento alle
normative comunitarie delle qualifiche e dei brevetti degli operatori
subacquei nonché un controllo continuo e capillare delle figure
professionali durante lo svolgimento delle attività subacquee. “
Ad una mancanza di una formazione adeguata e inappropriata si possono
sicuramente imputare anche diversi incidenti mortali che hanno
funestato questo settore, e sicuramente di questo è convinto anche
l’On. A. Di Biagio che, in un suo intervento alla Camera dei Deputati,
sull’ordine dei lavori del 28 Aprile 2011, sottolinea nel suo discorso
sull’assenza di una legge pertinente, riferendosi all’ultimo incidente
mortale nel settore, che “Mi assumo ogni responsabilità nell’affermare
con certezza e risolutezza che la promulgazione e conseguente
applicazione di queste disposizioni avrebbe potuto salvare la vita a
questo giovane”
Ecco perché la Regione Sicilia, sta adottando una serie di precise
iniziative, di cui l’adozione di questi standard per la formazione,
ponendosi come esempio per il resto d’Italia, un laboratorio
sperimentale, di qualità e professionalità e di rispetto delle
normative internazionali nel settore, non solo per il resto d’Italia,
ma anche a livello internazionale, per quei Paesi dove si stanno
affrontando gli stessi problemi, causati da mancanza legislativa che
regolamenta attività e formazione di questo settore.
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CEDIFOP news n. 60 - Giugno 2011 - articolo 109
CEDIFOP E' l'unica scuola in Italia
riconosciuta sia dall'IDSA che dall'IMCA
Cosa sono e cosa
rappresentanno IDSA e IMCA?
(tratto dal sito dell'IMCA:
http://www.imca-int.com/news/press/0419.html )
I.D.S.A.
(International Diving Scools Association)
Founded in 1978 on the initiative of Alan Bax (Fort Bovisand, UK)
and Jim Joiner (College of Oceaneering, Los Angeles) the Association
brought together the major Diving Schools, world-wide, concerned with
the training of Commercial Divers. From the earliest days one of its
major concerns has been the need for of an internationally accepted
standard for diver training which would improve the quality of divers
entering the profession, provide for on-going professional development,
and enhance job opportunities beyond national borders. The Association
now has 16 Full Member schools, 21 Associate Members, 17 Affiliate
Members, 11 Industrial Members and 4 Reciprocal Members.
The regular meetings of members of the Association provide a forum
for the exchange of information and ideas, not limited by national
boundaries and interests. In recent years members have been able to
review the qualifications and training programmes already on offer and
to bring together their expertise in the planning and teaching of
courses. The result of several years of negotiation and planning has
been the recent publication of the IDSA Standards and Procedures which,
whilst encompassing all national standards at present in existence,
provide the basis for courses which meet the needs of industry for
trained divers at various levels. It is thus intended that employers
worldwide will be assured that a diver with an IDSA card has been
properly trained to the stated level, whilst divers can be confident
that an IDSA recognised school will provide training necessary to
achieve the relevant level of competence.
As part of the on-going development of IDSA standards, all Full
Members - who are entitled to award IDSA qualifications - will undergo
full audits of their schools within the next three years. New schools,
joining the Association are first accepted as Associate Members and
must then undergo a full audit before being eligible for full
membership.
________________________________________
I.M.C.A. (International Marine Contractors Association)
IMCA is an international association with well over 750 members in
58 countries, as at January 2011, representing offshore, marine and
underwater engineering companies. IMCA has four technical divisions,
covering marine/specialist vessel operations, offshore diving,
hydrographic survey and remote systems and ROVs, plus geographic
sections for the Asia-Pacific, South America, Europe & Africa, Middle
East & India and Central & North America regions. As well as a core
focus on safety, the environment, competence and training. IMCA seeks
to promote its members' common interests, to resolve industry-wide
issues and to provide an authoritative voice for its members.
IMCA publishes some 200 guidance notes and technical reports. These
have been developed over the years and are widely distributed. They
are a definition of what IMCA stands for, including widely recognised
diving and ROV codes of practice, DP documentation, marine good
practice guidance, the Common Marine Inspection Document, safety
recommendation, outline training syllabi and the IMCA competence
scheme guidance. In addition to the range of printed guidance
documents, IMCA also produces safety promotional materials, circulates
information notes and safety flashes.
Judith Patten is here to help you if you want any additional
information on IMCA; would like to discuss a feature article; want to
organise interviews with key members of the IMCA team, etc.
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CEDIFOP news n. 59 - Maggio 2011 - articolo 108
La subacquea industriale e la
questione degli standard per i professionisti del settore
(di Manos Kouvakis)
Il settore della
subacquea industriale, sia dal lato aziendale sia da quello degli
Operatori Tecnici Subacquei, richiede standard formativi e livelli di
sicurezza elevati, in linea con le innovazioni tecnologiche. La
questione del riconoscimento delle qualifiche professionali su scala
internazionale da parte delle aziende che cercano operatori del
settore e' comune sia alle scuole di formazione sia alle aziende. Il
nodo e' che gli standard dei corsi per OTS (Operatori Tecnici
Subacquei), e in genere per la molteplicita' di figure specialistiche
della subacquea industriale, variano da stato a stato: per la
tipologia dei programmi, per la durata dei corsi, e in riferimento
alle normative nazionali.
La tipologia degli standard da utilizzare e la loro qualita' e' un
tema sia internazionale sia nazionale, come ad esempio, di recente, in
Australia, dove la Safe Work Australia - ente per la gestione delle
questioni relative alla sicurezza sul lavoro - ha presentato un
progetto di modifica della normativa nazionale del settore della
subacquea industriale. Il progetto e' stato pero criticato, anche
dalla Australian Diver Accreditation Scheme - ente statale per la
certificazione nella subacquea - poiche' considerato poco dettagliato
in vari ambiti: dai parametri sulle procedure di decompressione, alle
attrezzature mediche di primo soccorso; dalle immersioni in acque
inquinate alla qualifica di supervisore.
L'esigenza di trovare un protocollo comune tra formazione e lavoro,
fra i Centri di formazione e le aziende di progettazione subacquea che
operano nel settore dei lavori subacquei, sia in ambito offshore che
inshore, e' un tema che gia nel 2004 e' stato esaminato da IDSA
(International Diving Schools Association) e IMCA (International
Marine Contractors Association), ovvero dall'Associazione delle scuole
e da quella delle aziende. Il CEDIFOP riprendendo l'iniziativa, ha
portato avanti una serie di proposte che attualmente sono sotto esame,
sicuramente tema delle news dei prossimi mesi, come per esempo la
proposta per le scuole "Full Member" IDSA di una verifica triennale,
condotta da una delegazione IDSA/IMCA, ed altro.
La adesione a IMCA e' aperta alle aziende attive nell'industria di
progettazione subacquea, marittima e offshore. IMCA nasce nel 1995,
con 100 aderenti, dalla unione tra AODC - Association of Offshore
Diving Contractors (fondata nel 1972) e DPVOA - Dynamically Positioned
Vessel Owners Association (fondata nel 1990). A settembre 2010 IMCA
conta piu' di 700 aziende aderenti. IDSA e' stata fondata nel 1978 per
associare a livello internazionale i centri di formazione che svolgono
corsi per Operatori della subacquea industriale e stabilire standard
nell'addestramento dei subacquei, in modo da migliorare in modo
costante la qualità dei professionisti del settore ed aumentarne le
opportunità di lavoro.
Il CEDIFOP e' da ottobre 2009 "Full Member" IDSA. Lo status di "Full
Member" e' il più alto previsto da IDSA per i centri di formazione e
lo si raggiunge dopo un audit, durante il quale il centro deve
dimostrare che il suo intero sistema formativo - didattico,
organizzativo, tecnico - e' in linea con gli standard previsti da
IDSA.
Nel corso per OTS di febbraio-maggio 2011, come già in altre
occasioni, il CEDIFOP ha organizzato esercitazioni che, oltre a
rappresentare una verifica di quanto appreso dagli allievi in fase
teorica, hanno un carattere di utilità. Come nel caso della
esercitazione di recupero di un parabordo nel porto di Palermo, il 13
aprile '11. Di questa esercitazione e' presente anche un video, con
link dalla home page (www.cedifop.it). Oltre ai corsi per OTS, il
CEDIFOP, dopo la piena adesione a IDSA, ha iniziato a svolgere vari
corsi di specializzazione tra cui, da gennaio 2011, quelli per Diver
Medic, riconosciuti da IMCA.
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CEDIFOP news n. 58 - Aprile 2011 - articolo 107
Non esistono corsi/brevetti per
OTS/IMCA
(di Manos Kouvakis)
Spesso mi capita di
leggere discussioni su internet, in siti "specializzati" del settore,
che si basano interamente su ipotetiche certificazioni e brevetti IMCA
per corsi OTS.
In Italia il livello di disinformazione è totale, ed è vero che nella
maggior parte dei casi è voluta. Essa diventa il mezzo per nascondere
la mancanza di qualità, di conoscenze e di investimenti, in
attrezzature tecniche e programmi formativi, che un centro di
addestramento per OTS dovrebbe avere.
Spesso si aggiunge la mancanza di capacità e preparazione tecnica del
personale docente, di scuole vincolate ad una mentalità fortemente
ancorata alle tecniche della subacquea sportiva ricreativa, lontane da
quella che è la realtà della subacquea industriale, le quali, forti di
finanziamenti pubblici elargiti senza un adeguato controllo tecnico
dei contenuti, giocano a mescolare e a taroccare percorsi formativi,
spacciati per quello che non sono.
In questo ambito, troviamo chi per colpevole ignoranza, fuori dai
reali percorsi moderni della formazione di chi vuole diventare, oggi
in Italia, un OTS, riesce solo ad ostacolare e a volte anche
danneggiare un intero settore con maldestri tentativi di miscelare
sigle e contenuti, dando a titoli come OTS, IMCA, ecc. un contenuto
del tutto inadeguato, nella speranza che il solo nome possa
miracolare, come deus ex macchina, un percorso inappropriato e a volte
pericoloso per chi lo applica o lo apprende.
In altri casi, ancora peggio, si fanno proclami per l’"acquisto" di
titoli, che rappresentano "medagliette" senza sostanza per la mancanza
stessa dei contenuti, semplicemente acquistate non con merito, fatica
e sudore, ma solo con il portafoglio, presso enti, anche all'estero
considerati di serie B o C, che hanno commercializzato la vendita
all'ingrosso di titoli in una stagione continua di "saldi" sulla
qualità e durata dei percorsi formativi, senza curarsi dei pericoli
che il malcapitato compratore correrà quando sarà “chiamato” ad
applicare quello che non gli è mai stato insegnato.
• Colpevoli gli istigatori di questa macelleria formativa.
• Colpevoli le istituzioni (italiane o estere) che lo permettono,
anche quando si trovano davanti a palesi irregolarità, visto che
stiamo arrivando all'acquisto di un pezzo di carta senza valore
formativo, senza neanche (quasi) sedersi sui banchi di qualche scuola,
ma semplicemente pagando la "fatica" che l'ente fa per stampare
l'attestato, saltando piè pari passaggi importanti che la legge aveva
previsto.
• Colpevoli diverse ditte che approfittano di questa inadeguatezza,
per ottenere manovalanza a basso costo, camuffata da "stages
formativi"
• Colpevoli gli stessi OTS che non si ribellano, accettando a volte
condizioni "schiavizzanti".
Ma ormai, in Italia, è iniziata l'evoluzione di un settore che si sta
incanalando su binari giusti dopo decenni di buio medievale, a
“discapito” di coloro che cercano di coprire le loro lacune mai
colmate, per una cronica insufficienza di capacità, che a volte
ironizzano su argomenti che non conoscono, perché sicuramente fuori
dalle loro capacità intellettive.
E qui bisogna fare delle affermazioni forti: CEDIFOP è una delle
scuole riconosciute da IMCA e IDSA perché ha superato degli audit
innanzi alle commissioni arrivate a Palermo, per esaminare testi,
procedure, docenti ecc.
Gli audit arrivati su nostra richiesta, dopo un lungo percorso di
preparazione, sono stati immediatamente superati, bruciando le tappe,
senza il riscontro di alcuna "non conformità" da parte delle
delegazioni degli esperti per l'audit.
Cosi CEDIFOP, è stata inserita nel portale dell'IMCA a rappresentare
una delle 15 scuole a livello mondiale che hanno tale riconoscimento e
che possono rilasciare i brevetti IMCA in linea con il documento base
( IMCA D 020 ) che è rappresentato dal DIVER MEDIC, o nel portale
dell’IDSA a rappresentare una delle 17 scuole FULL MEMBERS a livello
mondiale che hanno tale riconoscimento.
Queste affermazioni, sono volute, dopo le molteplici speculazioni,
ancora in atto in Italia, da parte di chi ha interessi nel creare
disinformazione e confusione, o semplicemente per una grave e
colpevole ignoranza.
IDSA, va considerata come una didattica che stabilisce i contenuti
formativi dei percorsi della subacquea industriale, aggiornati
annualmente durante i meeting.
IMCA, invece, si occupa principalmente delle imprese subacquee, mentre
nel settore formativo effettua soltanto quattro corsi, che approva e
riconosce e sono i seguenti:
• Trainee air diving supervisor, (supervisore di superficie per basso
fondale)
• Trainee bell diving supervisor, (supervisore di superficie per
immersioni in saturazione)
• Assistant life support technician (Assistente tecnico di superficie)
• Diver Medic
Va sottolineato, che tali corsi riguardano la parte relativa alla
sicurezza, e NON la formazione degli operatori OTS per le immersioni
in acqua. IMCA NON APPROVA, NON FA e NON RICONOSCE corsi e brevetti di
tipo OTS o similari, perché non rientrano nella sua programmazione.
Di seguito, riportiamo la dicitura in inglese, ripresa dal sito
dell'IMCA, su quanto sopra esposto:
Training and certification:
- There are only four training courses for which IMCA offers approval/recognition
– Trainee air diving supervisor, Trainee bell diving supervisor,
Assistant life support technician and Diver medic. Each requires a
training establishment to apply for approval then satisfactorily
undergo an audit of its documentation, facilities and course. Once
IMCA has confirmed approval/recognition such establishments may use
the wording ‘IMCA Approved’ or ‘IMCA Recognised’ in relation to these
specific courses only
- No other courses are approved/recognised by IMCA and, therefore, no
establishments should state ‘IMCA Approved’ or ‘IMCA Recognised’ in
relation to any other course.
(http://www.imca-int.com/documents/factsheets/IMCA-Logo.pdf)
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CEDIFOP news n. 57 - Marzo 2011 - articolo 106
CEDIFOP: Primo corso per Diver Medic
/ IMCA.
La formazione nella subacquea industriale in linea con gli standard
internazionali
(di Manos Kouvakis)
Si è svolto dal 20 al 29
gennaio 2011 (compresi i due giorni conclusivi per gli esami) il primo
corso per Diver Medic organizzato dal CEDIFOP di Palermo. Hanno
partecipato nove allievi, per la maggior parte qualificatisi come OTS
(Operatori Tecnici Subacquei) al CEDIFOP. Oltre loro vi era un allievo
non proveniente dal CEDIFOP. Per coloro che già operano nel settore
della subacquea industriale, o che si prefiggono come traguardo
formativo e professionale un alto livello di specializzazione, il
conseguimento del brevetto IMCA per Diver Medic rappresenta inoltre
una qualifica necessaria per il raggiungimento del livello "Top Up".
Il corso è stato sviluppato seguendo le direttive previste da IMCA
(International Marine Contractors Association), associazione composta
da aziende nell'ambito della progettazione subacquea, marina e
offshore. IMCA, che promuove standard in materia di sicurezza,
ambiente, salute, è, composta da oltre 700 aziende di 50 stati
(rilevazione del settembre 2010).
Tra le attività di un OTS ve ne sono alcune, quali ad esempio la
installazione / manutenzione di condutture di impianti energetici o di
telecomunicazioni, che possono richiedere una permanenza prolungata in
immersione - nell'ordine di giorni - a molta distanza dalla costa e in
condizioni climatiche tali da rendere complessi i collegamenti con la
terraferma. Nello svolgimento del lavoro possono verificarsi
circostanze in cui è necessario dover approntare misure di soccorso,
anche specialistiche, e a breve termine.
Premesso che un OTS acquisisca già in fase formativa competenze
basilari di primo soccorso (il corso per OTS del CEDIFOP ha in
programma lezioni ed esercitazioni specifiche), in riferimento agli
standard internazionali nel settore è necessario che in una squadra di
lavoro vi sia la presenza di OTS qualificati in modo specifico come
Diver Medic, per poter gestire eventualità di soccorso complesse. Nei
lavori offshore è previsto che in una squadra di lavoro ogni tre OTS
almeno uno abbia competenze di Diver Medic.
Sul lato della didattica il CEDIFOP ha realizzato lezioni ed
esercitazioni con test di verifica giornalieri (questionari a risposta
multipla), in modo che gli allievi avessero un riscontro su quanto
appreso il giorno precedente e sulla qualità dell'apprendimento. Tra
le esercitazione pratiche, la simulazione del soccorso di un OTS dalla
campana aperta alla camera iperbarica.
Questo corso per Diver Medic è il primo svolto in Sicilia. Un
traguardo di prestigio per il CEDIFOP, nel quadro della
specializzazione per OTS avviata dopo l'adesione come "Full Member" a
IDSA (International Diving Schools Association). Da gennaio 2011 la
Sicilia è la prima regione in Italia a riconoscere ufficialmente gli
standard HSE (Health and Safety Executive) e IDSA obbligatori nella
formazione per OTS. Un momento significativo per il settore della
subacquea industriale in Italia, che diventa l'ottavo stato europeo
(seppure limitatamente alla Regione Siciliana per la qualifica di OTS)
a recepire i principi della Strategia di Lisbona e alla Direttiva
2005/36/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 7/09/2005,
relativi al riconoscimento delle qualifiche professionali in Europa.
Gli altri stati, dove già è applicata la piattaforma comune con
standard IDSA, sono: Austria, Belgio, Olanda, Danimarca, Finlandia,
Norvegia, Svezia.
Il corso per Diver Medic / IMCA al CEDIFOP è svolto in contemporanea
con l'audit di due delegati di IMCA, che hanno verificato le modalità
di svolgimento delle lezioni, le attrezzature utilizzate durante le
esercitazioni, la qualità e la preparazione degli istruttori, la
manualistica preparata dal Centro per gli allievi e, nell'insieme, le
componenti relazionali tra allievi ed ente promotore del corso.
L'audit è stato completato in modo positivo e il CEDIFOP è così
diventato ente formatore riconosciuto da IMCA (categoria: "Diver Medic
Training").
Nel sito del CEDIFOP (www.cedifop.it) è pubblicato un video relativo
alle lezioni in aula e alle esercitazioni. Vi è inoltre, come esempio:
il programma di una delle giornate del corso; una lista di argomenti
del corso tratta dai manuali utilizzati; un brano relativo
all'equipaggiamento medico necessario nei siti offshore dove si
svolgono operazioni subacquee. Il prossimo corso per Diver Medic /
IMCA al CEDIFOP è previsto dal 23 maggio all'1 giugno 2011.
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CEDIFOP news n. 57 - Marzo 2011 - articolo 105
CEDIFOP: avanzata una proposta
all’Ars per la stipula di protocolli d’intesa
Audizione alla commissione Cultura, Formazione e Lavoro
(di Manos Kouvakis)
Lo scorso 25 gennaio il
direttore del Cedifop, Manos Kouvakis, è stato ricevuto dalla quinta
commissione Cultura, Formazione e Lavoro dell’Assemblea regionale per
illustrare le attività svolte a Palermo dal centro studi. Alla seduta
hanno partecipato, tra gli altri, il vicepresidente Filippo Panarello,
gli onorevoli Salvatore Lentini, Antonino Beninati, Alberto Campagna
Maria Anna Caronia, Bruno Marziano, l’assessore per i Beni culturali e
l’identità siciliana, Sebastiano Missineo e il dottore Nino Emanule,
capo di gabinetto dell’assessore per l’Istruzione e la formazione.
Il direttore del Cedifop ha ma spiegato ai presenti che l’ente si
occupa del rilascio delle certificazioni per gli operatori subacquei
di cui si avvalgono le aziende che operano in offshore a livello
mondiale. In ragione delle del ruolo formativo svolto a Palermo dal
Centro studi, il direttore Manos Kouvakis ha chiesto alla quinta
commissione dell’Ars un maggior raccordo con l’istituzione regionale,
mediante l’inserimento del Cedifop nel settore dell’alta formazione,
proponendo la stipula di protocolli d’intesa con le aziende che
ricercano le professionalità che l’ente provvede a formare.
L’onorevole Lentini ha espresso interesse nei confronti delle attività
svolte dal Cedifop e delle professionalità che fornisce al mercato.
Parere favorevole anche da parte del dottor Emanule che, ricordando
che si tratta di un ente che fa formazione di eccellenza e che si
potrebbe anche aggregare ad altri enti, ha ritenuto interessante la
proposta dei protocolli d’intesa con le aziende che utilizzano
piattaforme petrolifere o similari.
dall'Avvisatore Marittimo del 1/2/2011
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CEDIFOP news n. 56 - Febbraio 2011 - articolo 104
Certificazioni, riconoscimenti e
definizioni: In Italia c'è troppa confusione e disinformazione.
Ma chi paga le conseguenze?
(di Manos Kouvakis)
Un mare di eventi ha caratterizzato l’inizio del 2011 del
CEDIFOP,
□ 7 gennaio: pubblicazione sulla GURS (Gazzetta Ufficiale della
Regione Siciliana) dell’obbligatorietà per i corsi OTS in Sicilia
dell’applicazione degli standard IDSA e HSE, vedi anche sul sito
dell’Assessorato al Lavoro e Formazione della Regione Siciliana - sito
Regione Sicilia, PROF 2011, pagina n.8 - http://pti.regione.sicilia.it/portal/pls/portal/docs/5872248.PDF
□ 20 gennaio: ha avuto inizio il primo corso DIVER MEDIC/IMCA del
CEDIFOP
□ 25 gennaio: invito dalla V Commissione, Lavoro e Formazione
Professionale, dell’ARS (Assemblea Regionale Siciliana), a partecipare
alla riunione della stessa, per il direttore del CEDIFOP Manos
Kouvakis, per discutere una serie di importantissime iniziative, che
coinvolgono l’intera categoria (allievi, imprese, autorità, ecc), di
cui parleremo nel corso delle nostre news del 2011. (Vedi anche sito
dell’ARS (Assemblea Regionale Siciliana) / Commissioni :
http://www.ars.sicilia.it/organi/commissioni/default.jsp - e da qui:
“V - Cultura, Formazione e Lavoro”/”Tutti i sommari delle
Sedute”/sommario della seduta del 25.01.11)
□ 24/25 e 26 gennaio: superamento dell’audit da parte di una
delegazione IMCA, composta da Mr Kris Chambers e Mr Doug Shearer, a
cui ha fatto seguito l’inserimento del CEDIFOP fra i Centri di
Formazione riconosciuti da IMCA.
Un bell’inizio d’anno, un po’ movimentato, ma che rientra negli
standard degli impegni cui CEDIFOP assolve negli ultimi anni, in un
percorso ormai avviato e collaudato da una serie di eventi, alcuni
ancora in fase di evoluzione, e comunque secondo i programmi
prestabiliti.
Ma vediamo di cominciare ad analizzare il significato di parole come
“riconoscimento”, “accreditamento”, “certificazione”, “attestato”,
“brevetto”, che tanto vengono utilizzate da tanti, spesso senza
cognizione di causa, i quali l’unica cosa che riescono ad ottenere è
una ancora più grande confusione, a volte voluta ad arte, da chi cerca
in questo modo di confondere le acque per nascondere la propria
incompetenza e malafede, dovuta a una mancanza di professionalità nel
settore.
Proviamo a chiarire la differenza che c’è fra “attestato” e
“brevetto”, visto che si legge anche in un sito che si propone come
guida del settore, la frase “brevetto OTS” esempio eclatante di tutta
l’incompetenza dell’autore.
Il brevetto, è un riconoscimento di solito rilasciato da una
organizzazione privata, come ad esempio sono nella subacquea sportiva
PADI, SSI, CMASS, ecc. o nella subacquea industriale IMCA e IDSA;
queste organizzazioni rilasciano brevetti che, se andiamo a
semplificare al massimo tutto il “contorno”, resta alla fine un “pezzo
di carta” plastificato o no, che ha un “riconoscimento” privato, cioè
è “riconosciuto” dall’associazione di categoria che lo ha emesso
(naturalmente senza voler togliere importanza al brevetto in se
stesso, che riflette l’importanza dell’associazione che lo rilascia).
L’attestato di qualifica professionale, invece, rappresenta lo stesso
“pezzo di carta” ma con un timbro che certifica un controllo garantito
dall’autorità competente di uno Stato o di una Regione (delegata
direttamente dallo Stato di appartenenza ad assolvere a questo ruolo)
che ha verificato la validità e regolarità di un percorso formativo,
attraverso il controllo dei propri organi ispettivi, come
l’ispettorato regionale o provinciale del lavoro, e quindi con la
ratifica dell’attestato rilasciato a fine percorso formativo, dà il
giusto peso alla qualifica conseguita.
Risulta chiara quindi la differenza fra un “brevetto OTS” e un
“attestato OTS” - riconoscimento privato per il primo, riconoscimento
di Stato per il secondo – ed è ovvio, a questo punto, che parlare di
“brevetto da OTS”, definizione tratta da un brano pubblicato
all’interno di un sito del settore, altro che non è che la
dichiarazione pubblica d’incompetenza dell’autore di tale definizione,
perché si dovrebbe parlare di “attestato di qualifica professionale”.
Se vogliamo approfondire ulteriormente parole e concetti, andiamo a
rileggere le parole testuali dei Decreti Ministeriali del 1979 e
quello successivo del 1982, unici al momento validi per l’iscrizione
al Registro Sommozzatori in Servizio Locale.
Decreto Ministeriale 13 gennaio 1979 (Gazz. Uff., 16 febbraio, n. 47),
“Istituzione della categoria dei sommozzatori in servizio locale”:
leggiamo all’Art. 3, comma 6, il seguente passo: ”aver conseguito il
diploma o attestato di qualificazione professionale, con allegato
brevetto, di sommozzatore professionista”. Qui l’analisi della lingua
Italiana, ci dice che la dizione racchiusa fra due virgole “con
allegato brevetto” è una incidentale, ciò vuol dire che la definizione
di sommozzatore professionista si riferisce sia all’attestato che al
brevetto che deve essere allegato all’attestato, cioè un titolo
riconosciuto dallo stato o dalle regioni che attualmente hanno la
delega per quanto attiene la formazione professionale.
Una certa difficoltà interpretativa che poteva essere ipotizzata da
una non perfetta esposizione dei contenuti, è stata chiarita
successivamente dal Decreto Ministeriale 2 febbraio 1982 n. 144200 (Gazz.
Uff., 8 marzo, n. 65), Modificazioni al decreto ministeriale 13
gennaio 1979 istitutivo della categoria dei sommozzatori in servizio
locale. Nell’unico articolo di cui è composto, che ha voluto
sottolineare e stabilire con maggiore chiarezza proprio questo brano;
infatti il Decreto del 1982, così recita: ”Il punto 6) dell'art. 3 del
decreto ministeriale 13 gennaio 1979, citato in esordio, è così
modificato: "Essere in possesso del diploma di perito tecnico addetto
ai lavori subacquei o dell'attestato di qualifica professionale, con
allegato brevetto, di operatore tecnico subacqueo (sommozzatore)
rilasciati da istituti di Stato o legalmente riconosciuti ovvero
essere in possesso dell'attestato conseguito al termine dei corsi di
formazione professionale effettuati secondo le modalità previste
dall'art. 5 della legge 21 dicembre 1978, n. 845, e dalle relative
leggi regionali di attuazione”. Anche qui le due virgole, nella
dizione “con allegato brevetto”, chiaramente attribuiscono al brevetto
OTS un ruolo secondario, come semplice allegato ad un attestato di
qualifica professionale di operatore tecnico subacqueo, cioè il titolo
valido per l’iscrizione alla Capitaneria di Porto deve essere, per chi
sa leggere l’italiano, non un BREVETTO DA OTS, spesso riportato in
qualche sito, MA UN ATTESTATO di QUALIFICA PROFESSIONALE di OTS che è
L’UNICO TITOLO, prescritto dalla legislazione italiana vigente, per
l’iscrizione al Registro Sommozzatori presso una Capitaneria di Porto
sul territorio nazionale.
Ma possiamo approfondire ancora di più l’argomento, visto che nel
suddetto articolo del Decreto del 1982, viene fatto riferimento
all'art. 5 della legge 21 dicembre 1978, n. 845, dove fra le altre
cose è esplicita la seguente definizione: che gli enti che si occupano
di corsi di formazione professionale devono “avere come fine la
formazione professionale” e ”accettare il controllo della regione, che
può effettuarsi anche mediante ispezioni”. Passaggio importante che
garantisce tutti sulla regolarità del servizio formativo reso ai
cittadini che ne usufruiscono. Facciamo ora un esempio, un “Brevetto
da OTS”, può essere rilasciato da una organizzazione qualsiasi, senza
alcun controllo dell’Ispettorato del Lavoro e quindi non rappresenta
un attestato di qualifica professionale riconosciuto dallo Stato
Italiano (con un percorso formativo che ha avuto il controllo
dell’ispettorato ed è stato quindi validato in itinere) valido per
l’iscrizione al registro sommozzatori presso una capitaneria. Per lo
stesso motivo, anche se l’autorizzazione o il finanziamento arriva da
una organizzazione privata, o anche da un ente pubblico, come ad
esempio può essere una provincia regionale, se il percorso formativo
non è controllato dalla regione, e quindi non ha il controllo
dell’ispettorato, cosa non indispensabile quando un corso di
formazione è approvato o richiesto da una provincia, non ottempera a
quanto descritto all’articolo 5 della legge 845, e quindi al Decreto
Ministeriale del 2/02/1982, ne consegue che non può essere valido per
l’iscrizione al Registro Sommozzatori presso una Capitaneria di Porto.
Facciamo quindi attenzione al significato delle parole, visto che a
volte queste “furberie” lanciate da persone incompetenti o in
malafede, portano gli ignari cittadini a percorrere strade senza
raggiungere gli obbiettivi desiderati, cadendo nelle mani di chi fa
“professione” di apparenza e non di sostanza, a danno della
collettività.
Bisogna seguire standard ben precisi che si possono conquistare con
duro lavoro e professionalità, per riportare il sommozzatore italiano
ai livelli che storicamente gli sono dovuti. E questo è il mio invito
personale alle imprese sane della categoria, allontanare dalla scena
personaggi che attualmente possono solo prolungare il periodo
medioevale che soffoca questa professione, in Italia, che merita ben
altre collocazioni, isolando chi fa propaganda per “l’acquisto” di
pezzi di carta che non rappresentano alcuna professionalità acquisita
con fatica e sudore, ma solo una medaglietta, semplicemente comprata,
senza contenuti.
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CEDIFOP news n. 55 - Gennaio 2011 - articolo 103
Dal 2011: Standard HSE e IDSA
obbligatori per i corsi OTS in Sicilia
(Un anno buono inizia con una buona notizia!)
(di Manos Kouvakis)
Da Gennaio 2011, gli
standard IDSA (International Diving Schools Association) e HSE (Health
and Safety Executive), sono stati adottati dalla REGIONE SICILIANA,
come obbligatori per lo svolgimento dei corsi per OTS in SICILIA,
(Direttive per la Programmazione e presentazione delle proposte
formative a valere del
Prof 2011, avviso n.29 del 22/12/2010,
pagina n.8
http://pti.regione.sicilia.it/portal/pls/portal/docs/5872248.PDF
pubblicato nella:
GURS (Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana) Parte I, del
07/01/2011, a. 65 n.1),
facendo diventare cosi l'ITALIA, anche se limitatamente alla sola
Regione Siciliana, per la qualifica degli OTS, l'ottavo paese Europeo
aderente ai principi della Strategia di Lisbona e alla Direttiva
2005/36/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 7/09/2005,
relativi al riconoscimento delle qualifiche professionali in Europa.
Piattaforma comune tramite standard IDSA alla pari dei paesi AUSTRIA,
BELGIO, OLANDA, e paesi scandinavi (DANIMARCA, FINLANDIA, NORVEGIA,
SVEZIA) dove gli standard IDSA per la formazione sono già da tempo
obbligatori.
Per la formazione in Sicilia un altro riconoscimento internazionale.
Per il CEDIFOP un punto di riferimento di valore assoluto per la
formazione del settore.
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CEDIFOP news n. 55 - Gennaio 2011 - articolo 102
Corso pilota DIVER MEDIC/IMCA a
CEDIFOP
(di Manos Kouvakis)
Dal 20 al 29 gennaio 2011
presso il CEDIFOP di Palermo, sarà realizzato il primo corso pilota
per il brevetto DIVER MEDIC dell’IMCA (International Marine
Contractors Association). Al corso parteciperanno 10 allievi
provenienti da diverse regioni italiane. Durante il corso, e
precisamente giovedì 25 gennaio, una commissione dell’IMCA composta da
Mr. Kris Chambers (Technical Adviser - Diving) che verrà da London, e
da Mr. Doug Shearer che verrà da Edinburgh, procederà all’esame della
corretta applicazione dei moduli tecnici e medici che vengono adottati
durante le attività formative dagli Insegnanti del CEDIFOP:
Vinciguerra Marcello per la parte tecnica e Dott. Casagrande
Massimiliano per la parte medica, e le procedure per il rilascio del
brevetto, dopo gli esami finali innanzi una commissione esaminatrice
costituita da Costantino Francesco docente CEDIFOP per la parte
tecnica e dalla Dott.ssa Vernotico Laura (Specialista in Medicina
dello Sport e Medicina del Nuoto e delle Attività Subacquee Ordine dei
Medici di Fdi Ferrara); quest’ultima nei giorni 28 e 29 gennaio, in
orario pomeridiano, presso il CEDIFOP riceverà gli interessati alle
visite mediche internazionali per il rilascio del modulo D-20
dell’IMCA, tale attività già svolta dalla dott.ssa Vernotico presso il
Centro Iperbarico di Ravenna, per la prima volta, viene attivata anche
in Sicilia.
A questo punto corre l’obbligo di un breve excursus storico, per
identificare funzioni e finalità degli enti che caratterizzano la
subacquea industriale in ambito europeo ed internazionale: non si può
che partire dall’HSE (Health and Safety Executive) ente pubblico della
Gran Bretagna, che si occupa dell’emanazione di Norme per la tutela e
la sicurezza della salute dei lavoratori, anche subacquei, che emette,
dal 1981 ad oggi, normative che fanno da guida e da riferimento nel
settore. Successivamente nel 1995 AODC (Association of Offshore Diving
Contractors), associazione dei maggiori contrattisti di lavori
subacquei, operanti nelle aree nordeuropee, esistente dalla seconda
metà degli anni '70, scomparve fondendosi con DPVOA (Dynamic
Positioning Vessel Owner Association) per costituire IMCA
(International Marine Contractors Association), che ha consolidato il
proprio peso e la propria autorità in campo operativo ed esecutivo, ma
ha perso competenza e reputazione in campo formativo. Tale vuoto è
stato colmato, a partire dagli anni '90, dalla nascita di una
associazione, IDSA (International Diving Schools Association), di
specialisti nella formazione professionale subacquea industriale per
iniziativa di Alan Bax, direttore della scuola professionale di Fort
Bovisand in Inghilterra. IDSA riunendo diverse realtà nel settore
subacqueo industriale a livello internazionale, ha consolidato negli
anni il proprio peso e la propria autorità, ponendosi a bilanciare,
con la propria competenza nel settore formativo, la competenza di IMCA
nel settore operativo.
Attualmente l’attività principale dell’IMCA consiste nella
certificazione delle imprese subacquee per la corretta applicazione
delle norme di sicurezza emanate dall' H.S.E., e qui va sottolineato
che non esistono corsi IMCA per OTS, perché IMCA NON APPROVA, NON FA e
NON RICONOSCE corsi di tipo OTS o similari, perché non rientrano nella
sua programmazione.
In realtà IMCA effettua soltanto quattro corsi, che approva e
riconosce, essi sono:
Trainee air diving supervisor, (supervisore di superficie per basso
fondale)
Trainee bell diving supervisor, (supervisore di superficie per
immersioni in saturazione)
Assistant life support technician (Assistene tecnico di superficie)
Diver medic
Va sottolineato, che tali corsi riguardano la parte relativa alla
sicurezza, e NON la formazione degli operatori per le immersioni in
acqua.
Tornando al tema precedente, il corso di Diver Medic del CEDIFOP, è
uno dei quattro corsi che IMCA fa e approva, va sottolineato che
questo corso è indispensabile nel percorso tracciato dal CEDIFOP per
arrivare al corso per il TOP UP, grado più alto per le immersioni di
basso fondale, in offshore, per le profondità dai -30 ai -50 metri.
Ma ci sono ancora alcuni contorni importantissimi che non vanno
dimenticati, e qui va preso in considerazione l’interesse che la
Regione Siciliana, in un primo tempo in qualità di osservatore, a
partire dal 2008 Meeting IDSA a Philadelphia, successivamente a
Palermo (2009) ed a Rotterdam (2010), ha cominciato ad interessarsi ed
aggiornarsi sulle tematiche di questa categoria, ed ora, da
protagonista, nel 2011, ha dichiarato obbligatori gli standard IDSA e
HSE in Sicilia per i corsi di OTS di qualsiasi livello.
In tale contesto, ci sono le premesse, secondo le la direttiva
2005/36/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 7 settembre
2005, relativa al riconoscimento delle qualifiche professionali, ed in
particolare l’applicazione degli articoli 8 e 56 della direttiva, nel
dare il via ad un giro ufficiale di incontri, con i delegati dell’IMCA
e successivamente programmare quelli con i rappresentanti del governo
inglese dell’HSE; cosa che avrebbe dovuto essere fatta già da tempo,
adottando regole condivise e concordando a livello governativo fra
stati membri la correttezza dei percorsi (anche formativi) da seguire
finalmente anche in Italia, anche se per ora limitatamente solo in
Sicilia, ancora una volta protagonista e punto di riferimento per il
resto del Paese.
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