CEDIFOP news n. 30
- Dicembre 2008 - articolo 054
Essere Operatore Tecnico Subacqueo
(di Nini Radicini)
Il CEDIFOP di Palermo, è
un centro di formazione professionale accreditato dall’assessorato
regionale al lavoro, con certificazione di qualità iso 9001; nato nel
1992, si è subito inserito nel settore della formazione professionale
in campo subacqueo. L’ente ha realizzato, in questi anni, diversi
corsi finanziati dal Fondo Sociale Europeo e dalla Regione Siciliana,
rivolti solo ad una utenza residente in Sicilia. Negli ultimi anni ha
realizzato anche diversi corsi “autofinanziati”, rivolti a utenti
provenienti da tutto il territorio Nazionale ed Estero. Mediamente,
durante lo svolgimento dei corsi, si avvicendano 12 docenti, ciascuno
dei quali viene selezionato per l'eccellente curriculum presentato e
per l'ottima preparazione pratico-teorica coniugata alla capacità di
trasmissione del proprio sapere.
Il CEDIFOP di Palermo rappresenta una delle più dinamiche scuole
italiane nel settore della formazione degli OTS - Operatori Tecnici
Subacquei, - qualifica professionale che in Italia è stata
regolamentata con un decreto del ministero della Marina Mercantile
(oggi Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti), nel 1979.
Esiste un "Registro Sommozzatori" che annovera gli operatori subacquei
che lavorano in aree inshore; cioè presso tutte le ditte di lavori
subacquei (recupero o demolizione di relitti "salvage diving";
interventi portuali "harbour diving" e per le operazioni di ispezione,
carenaggio, manutenzione e riparazione delle navi e degli ormeggi, ma
anche operazioni più semplici come posizionamento boe, controlli,
ecc.), nelle aree portuali e di demanio marittimo (costiero e acque
interne). Le ditte che operano in Italia in generale, hanno l'obbligo
di assumere personale iscritto nel Registro dei Sommozzatori ed in
possesso del libretto di ricognizione, lo stesso vale per le aziende
che operano nel settore della acquacoltura (tonnare, allevamenti di
pesci in mare, ecc. "fish farm diving") o riserve marine. La qualifica
professionale di OTS può considerarsi, anche, la "base"
indispensabile, per lavorare con ditte che operano nel settore
industriale e degli idrocarburi in "off-shore" "oil and gas diving",
attività che si è sviluppata, a partire dal secondo dopoguerra e che
ha assorbito gruppi crescenti di operatori subacquei professionisti,
al punto da vantare oggi, nelle sue file, oltre tre professionisti
subacquei su quattro. L'OTS formato dal CEDIFOP è un operatore
subacqueo con una preparazione tecnica-culturale il più possibile in
linea con gli standard del mercato. Così insieme alla capacità di
utilizzare un equipaggiamento specifico, tra cui il caratteristico
casco multifunzionale Kirby-Morgan, gli istruttori sottolineano la
necessità agli allievi di acquisire quelle basi di conoscenza in
ambito linguistico e di sicurezza sul lavoro tali da rendere immediato
l'inserimento in contesti lavoratori internazionali.
Poiché la maggior parte degli allievi, prima del corso, non ha mai
utilizzato le attrezzature standard dell'OTS, il programma prevede una
formazione graduale - teorica e pratica - che lo accompagna
nell'acquisizione delle tecniche. Così ad esempio le immersioni
tecniche con il Kirby-Morgan sono precedute da esercitazioni in
piscina con l'utilizzo dell'elmo aperto; così come le esercitazioni di
taglio subacqueo e saldatura sono precedute da lezioni in officina
meccanica in cui viene spiegata la tecnologia dei metalli e le
modalità per realizzare in modo ottimale un lavoro.
Negli ultimi anni il CEDIFOP è stato inoltre promotore di iniziative
di rilievo. Di particolare risalto il convegno organizzato nell'aprile
2007 per la riforma della normativa italiana del settore, con la
partecipazione di importanti personalità della subacquea nelle sue
varie articolazioni (industriale, sportiva, ricreativa), tra cui
Giulio Melegari, in quel periodo presidente di IDSA - International
Diving Schools Association. Il CEDIFOP è inoltre presente nella Rete,
il suo sito (www.cedifop.it) è molto visitato e per un numero
consistente di potenziali allievi si è dimostrato determinante per la
scelta successiva. Inoltre diversi video delle esercitazioni formative
e delle iniziative a cui partecipa sono pubblicati su YouTube.
La qualità dell'impegno formativo e culturale del CEDIFOP ha trovato
di recente riscontri oltre quelli dell'ambito caratteristico. Il
Centro è stato inviato a partecipare attivamente alla iniziativa di
una scuola superiore di Palermo, volta all'approfondimento delle
risorse del mare nella sue molteplicità professionali, ricreative,
storico-culturali. Il CEDIFOP ha contribuito attraverso i suoi
istruttori che, in più incontri, hanno descritto ai ragazzi le
particolarità della subacquea professionale e in particolare della
figura professionale dell'OTS. L'interesse all'iniziativa da parte di
giornali, riviste del settore, e televisioni locali ha confermato
l'attenzione crescente verso il settore e la rilevanza del lavoro
formativo e mediatico del CEDIFOP.
Dopo la certificazione ISO 9001 dello scorso anno e il passaggio ad
"Associate Member" di IDSA, il Centro lavora ad un ulteriore
potenziamento della struttura al fine di raggiungere lo status di
"Full Member". Da IDSA intanto, dopo il recente meeting di
Philadelphia (Usa), è arrivata la conferma che il loro prossimo
incontro si svolgerà in Sicilia, a Palermo dal 5 al 7 ottobre 2009.
Per il CEDIFOP sarà una opportunità di confronto con le più importanti
realtà mondiali della Formazione nel settore della subacquea
industriale, oltre che una occasione di prestigio per dimostrare
ancora una volta le capacità organizzative e promozionali del proprio
staff.
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CEDIFOP news n. 29
- Novembre 2008 - articolo 053
OTS: Esercitazione in piscina con elmo
aperto
(di Nini Radicini)
Un certo numero di
allievi OTS - Operatori Tecnici Subacquei del CEDIFOP in genere arriva
ai corsi con esperienze acquisite nel settore sportivo o industriale.
Quasi tutti però non hanno prima di allora utilizzato
l'equipaggiamento standard, in particolare il casco rigido
Kirby-Morgan. Per arrivare ad usarlo in modo consapevole e in
sicurezza, in esercitazioni portuali o a largo, gli istruttori del
Centro hanno deciso di seguire un percorso formativo che guidi
gradualmente gli allievi alla sua conoscenza, organizzando
esercitazioni con l'elmo aperto precedute da lezioni teoriche. Quella
tenuta il 13 ottobre '08 presso la piscina Hydra da Alberto Gasperin,
della Palumbarus srl, si è dimostrata molto articolata nella
esposizione della storia di questo componente, che ha preceduto il
moderno casco rigido.
Se i primi riferimenti storici all'attività di operatori subacquei
risale all'antica Grecia e poi al periodo romano, bisognerà arrivare
al 1770 per veder realizzato il primo elmo aperto. La caratteristica
principale era la formazione di una bolla d'aria al suo interno. La
fase sperimentale durò molti decenni e il primo impiego per un
recupero subacqueo è datato 1870. Nel frattempo però erano state
apportate una serie di modifiche alla struttura (in particolare alla
forma) e l'impiego avvenne insieme alla campana aperta, altra
importante attrezzatura.
Gli operatori si spingevano a non più di 15 metri di profondità, oggi
pressoché da esercitazione nei corsi formativi. Allora però era una
quota considerata ad alto rischio, tanto che per i lavori subacquei la
Marina inglese selezionava il personale tra i galeotti. Così, in quel
periodo ebbe del clamoroso un recupero a 35 metri nell'estuario del
Tamigi, profondità che ancora alla fine degli anni '50 era ritenuta ai
limiti della capacità umane.
La svolta, il passaggio
alla subacquea moderna, si ebbe quando fu inventata la vulcanizzazione
della gomma, che diede il via alla realizzazione di
quell'equipaggiamento (mute a tenuta stagna, pinne, maschere)
essenziali in ogni settore. Fu la realizzazione delle idee di Leonardo
da Vinci, sebbene la maschera fosse già in uso da tempo (costruita con
materiali differenti) presso popolazioni residenti nelle isole del
Pacifico. Da allora la progressione tecnica è stata sempre più rapida.
Dall'elmo aperto si passò a quello chiuso, utilizzato fino agli anni
'60 e '70, e tuttora ancora valido (ad esempio negli Usa) per lavori
in acque portuali fino al 10-12 metri.
Dall'elmo chiuso si passò al casco semirigido (il "Facciale") e, a
seguire, al casco rigido. Nel 2004, le più importanti organizzazioni
della subacquea industriale hanno stabilito che il casco rigido deve
essere preferito a quello semirigido, poiché il rivestimento integrale
garantisce una maggiore sicurezza all'operatore impegnato nei lavori
subacquei, in cui è a contatto con oggetti metallici di vario tipo,
grandezza e peso. I caschi semirigidi, per la loro praticità,
continuano però a essere usati dagli operatori in StandBy (OTS pronti
all'intervento in caso di emergenza).
L'esercitazione con
l'elmo aperto è stata quindi propedeutica per quelle in cui gli
allievi dovranno utilizzare il casco rigido Kirby-Morgan in acque
portuali. Uno per volta gli allievi hanno indossato l'elmo e sono
scesi a 5 metri di profondità. Hanno eseguito una serie di movimenti e
poi recuperato alcuni oggetti. E' fondamentale che l'OTS acquisisca la
consapevolezza che nella maggior parte dei contesti in cui si troverà
a lavorare la visibilità sarà di pochi metri (o meno di un metro) e il
tatto sarà più importante della vista.
"L'esercitazione" - sottolinea Alberto Gasperin - "serve per far
provare agli allievi OTS un'attrezzatura concettualmente superata ma
funzionale ad orientare la loro concentrazione su problemi specifici.
Saper compiere una operazione in apparenza semplice o addirittura
banale è invece spesso determinante per la sicurezza sul lavoro. I
dati forniti da IDSA - International Diving Schools Association
indicano infatti che una quota significativa di incidenti avviene
perché l'operatore presume di avere familiarità con gli oggetti e
considera naturale compiere particolari passaggi."
"Quando alla riunione
dell'IDSA (a metà settembre 2008) abbiamo illustrato questo tipo di
esercitazione" aggiunge Gasperin "notammo una certa meraviglia - in
positivo - degli altri partecipanti. Inserire nella formazione di un
Operatore della subacquea industriale un bagaglio di nozioni di base
considerate antiquate colma infatti una lacuna nella preparazione.
Coloro che ascoltavano quanto realizzato da CEDIFOP hanno così
constatato la qualità di questa idea."
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CEDIFOP news n. 29
- Novembre 2008 - articolo 052
Corso OTS Settembre/Dicembre 2008
(di Nini Radicini)
Pochi giorni dopo il
convegno IDSA - International Diving Schools Association di
Philadelphia, a cui ha partecipato con il suo direttore Manos Kouvakis,
il CEDIFOP ha inaugurato il nuovo corso per OTS - il secondo del 2008
- previsto da metà settembre a metà dicembre. Confermando la tendenza
ad essere punto di riferimento per la formazione nel settore della
subacquea industriale, il CEDIFOP vede tra le file della nuova
sessione, venti allievi provenienti da varie parti d'Italia, molti dei
quali hanno conosciuto l'attività del Centro attraverso Internet.
E' la dimostrazione che la qualità dell'informazione sui corsi e la
credibilità dell'ente formativo nel rapporto diretto con il potenziale
allievo, sono, per quest'ultimo, determinanti nella scelta. Undici
arrivano da varie parti della Sicilia, a cui si aggiungono altri due
nati all'estero (uno in Olanda e un'altro in Palestina) ma residenti
in Sicilia. Gli altri allievi da Marche, Abruzzo, Lazio, Sardegna,
Veneto, Lombardia, Friuli Venezia Giulia. Tra loro vi è un allievo
quasi cinquantenne residente in Austria. Da ricordare a tal proposito
che una sentenza del Tar del Lazio nel 2006 ha rimosso il precedente
limite di età di 35 anni per l'iscrizione al Registro sommozzatori
delle Capitanerie di Porto.
Alcuni di loro hanno un curriculum con esperienze professionali
significative. Erik Merson (Trieste) ha già una formazione notevole,
essendo laureato e avendo lavorato come guida subacquea e per
l'Università del capoluogo friulano in progetti nel settore.
Sottolinea che la qualifica di OTS - Operatore Tecnico Subacqueo può
essere utilizzata anche in ambito scientifico oltre che portuale e
off-shore.
Una linea recepita nei corsi CEDIFOP, come dimostrano le esercitazioni
di misurazione batimetrica svolte nel porto Termini Imprese. Alfio
Leone (Catania), oltre ad aver compiuto immersioni professionali in
una lago artificiale, ha lavorato in impianti di sollevamento acqua
nella provincia di Catania - zona Etna - dove ci sono pozzi con
profondità fino a 400 metri e 2 metri di diametro. Dalla sua
esperienza si apprende che a volte l'operatore deve scendere fino a
30-40 metri, per sganciare le pompe da portare in superficie per
manutenzione.
Nonostante queste esperienze, la quasi totalità degli allievi ha
necessità di apprendere l'utilizzo dell'equipaggiamento standard di un
OTS, primo tra tutti il casco multifunzione Kirby-Morgan. Il programma
prevede che vi arrivino in modo graduale. Così, prima delle
esercitazioni con immersioni in mare, gli allievi eseguono una serie
di prove in piscina, utilizzando la prima volta un elmo aperto poi il
Kirby-Morgan, che si può considerare la sua evoluzione moderna.
La tecnologia nell'equipaggiamento della subacquea industriale ha
avuto in anni recenti una evoluzione notevole, in coincidenza con un
periodo molto florido per il settore sia per l'offerta di lavoro sia
per i salari. In effetti, è sufficiente visitare qualche sito di
industrie nel campo energetico (petrolio e gas) per trovare offerte in
varie posizioni gerarchiche: dall'operatore subacqueo all'operatore
capo, al supervisore, al sovrintendente, al dirigente.
Gli allievi OTS del corso in svolgimento hanno compiuto una prima
esercitazione di rilevo presso l'impianto di allevamento del tonno
rosso del Mediterraneo della "Pescazzurra S.r.l.". Progettato e
realizzato dalla Palumbarus srl, si trova a Milazzo (prov. Messina) ed
è tra i quattro più importanti in Italia. E' un settore commerciale
particolarmente sviluppato dato che il prodotto trova un mercato
notevole soprattutto in Oriente, essendo l'elemento base per la
realizzazione del sushi e del sashimi. Quello ittico è una delle varie
aree di impiego per gli OTS e questa opportunità ha permesso agli
allievi di entrare a contatto diretto con il contesto operativo,
avendo potuto immergersi all'interno delle gabbie di allevamento del
tonno. Per il CEDIFOP si tratta della seconda visita a questa
struttura, dopo quella realizzata per il corso di settembre-dicembre
2007.
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CEDIFOP news n. 28
- Ottobre 2008 - articolo 051
2008: Obiettivi e proposte per la
Subacquea Industriale
Il CEDIFOP e la Regione Siciliana presenti al convegno di Philadelphia
(di Nini Radicini)
Il meeting IDSA -
International Diving Schools Association (Brittany - France) svoltosi
a Philadelphia (USA) dal 15 al 17 settembre scorso è stata l'occasione
per trattare una serie di temi nel settore della subacquea
industriale, sia in ambito formativo sia tecnico. La finalità
dell'IDSA, sul lato della certificazione, è il raggiungimento di un
equilibrio tra i vari standard nazionali e il sostegno agli Stati che
non hanno tuttora fissato propri standard, in modo che possano
acquisirli e al più alto livello possibile in termini di sicurezza e
addestramento. Erano presenti delegati da Belgio, Danimarca, Egitto,
Finlandia, Paesi Bassi, Norvegia, Svezia, Gran Bretagna, Stati Uniti,
Italia (il CEDIFOP come scuola associata e come membro industriale la
PALUMBARUS srl). Tra gli Osservatori era presente una delegazione
della Regione Siciliana.
Il convegno ha fatto emergere idee e proposte, una delle quali sul
rilascio di un Certificato di Qualifica specialistico per la Subacquea
Archeologica e Scientifica. Questo ramo è al centro di un dibattito
sulla formazione. Esiste infatti una corrente culturale che considera
necessaria una formazione di base come OTS - Operatori Tecnici
Subacquei (con il conseguimento della qualifica) prima della
specializzazione in archeologia. Se passasse questo indirizzo si
avrebbe una evoluzione anche nella pratica, ad esempio per gli
interventi di recupero dei reperti, poiché l'OTS opera con modalità
specifiche e uniche, dato il suo collegamento diretto con la
superficie.
Questa e altre innovazioni sono dipendenti dalle scelte in ambito
formativo compiute innanzitutto a livello nazionale e regionale. Nel
corso del meeting statunitense, la necessità di avere un sistema di
certificazione in ambito formativo con valore internazionale è stato
ricordato dal dott. Marco Fiorella, componente dell'Ufficio di
Gabinetto dell'On. Carmelo Incardona - Assessore Regionale al Lavoro -
Regione Siciliana.
Bisogna considerare che in questa fase l'evoluzione della formazione
professionale nella subacquea industriale va di pari passo con il
percorso legislativo che dovrebbe portare a una nuova legge per il
settore. D'altra parte, come dimostrato da una specifica delibera
della Giunta Regionale dell'Emilia Romagna del 2007, sono possibili
anche interventi degli Enti locali al fine di stabilire requisiti e
obblighi per i centri di formazione e per gli operatori subacquei.
Queste norme, è bene precisare, valgono entro i confini regionali, a
differenza di una futura legge approvata dal Parlamento, che avrebbe
valore nazionale.
Un'altra proposta emersa nel corso dei lavori della "tre giorni"
statunitense è stata quella di formare un gruppo di lavoro che esamini
la standardizzazione dei programmi dei corsi IDSA. Altro argomento, la
riduzione e la semplificazione del numero attuale di livelli di
addestramento subacqueo.
Tra le questioni tecniche, si è dibattuto sulla necessità di limitare
lo standard della Campana Chiusa a profondità inferiori a 50 metri; la
necessità di uno standard Campana Chiusa / Saturazione dove la
profondità è simulata; le ultime idee sull'uso delle Tabelle di
Decompressione in superficie; la qualifica e il grado di esperienza
richieste ad un Operatore in Stand By (ovvero l'operatore in
superficie, già equipaggiato per eventuali emergenze); l'opportunità
di pubblicare il Manuale delle Qualifiche subacquee specializzate,
discusso nel meeting precedente.
Spazio nel programma dei lavori anche per le relazioni esterne di
IDSA, con altre organizzazioni del settore e attraverso lo sviluppo
del suo sito. La presenza in Rete dei centri di formazione è infatti
un moltiplicatore di interesse per i professionisti e i potenziali
allievi, come dimostrato dai risultati statistici conseguiti dal sito
del CEDIFOP (www.cedifop.it), che inoltre, da qualche mese, pubblica
su YouTube i video delle esercitazioni svolte dai suoi allievi OTS e
delle altre attività relative alla formazione e alla promozione della
subacquea industriale, compreso uno sul convegno di Philadelphia.
Nel corso del meeting si è avuta l'elezione del nuovo presidente
dell'IDSA: Leo Lagarde. Proveniente da NDC - National Diving Centre
(Paesi Bassi), Lagarde è stato nella Royal Dutch Army per 40 anni fino
a diventare Sovrintendente dell'Esercito per il settore subacqueo. Nel
biennio 2006-08 a ricoprire l'incarico di presidente è stato Giulio
Melegari (Italia), eletto durante il Meeting di Houston - Usa 2006.
Il prossimo meeting dell'IDSA si svolgerà a Palermo (27-29 settembre
2009). Come riferimento per sottolineare l'importanza di questo
appuntamento basterà ricordare che le sedi in anni recenti sono state
Houston - Usa (2006) ed Helsinki - Finlandia (2007). Sarà una
occasione di grande rilevanza mediatica per la città e per la Sicilia,
oltre che un riconoscimento notevole per il CEDIFOP, che curerà la
fase organizzativa.
di Ninni Radicini
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video dal meeting di Filadelphia
http://it.youtube.com/watch?v=DugVrZYYsr8
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CEDIFOP news n. 28
- Ottobre 2008 - articolo 050
Meeting IDSA 2009: A Palermo nel
2009 l’International Diving Schools Association
(di Leonardo
Lodato)
Il meeting
dell’International Diving Schools Association, recentemente tenutosi a
Filadelfia, negli Stati Uniti, ha definitivamente impresso il proprio
sigillo sull’investitura che vedrà Palermo “capitale” dell’edizione
2009 dell’importante evento destinato a fare chiarezza nei rapporti
tra la subacquea professionale e il mondo dell’industria.
Palermo si prepara così a vestire l’abito buono della subacquea
industriale, ricevendo il testimone da Philadelphia, e seguendo città
come Helsinki e Houston, teatro rispettivamente delle edizioni del
2007 e del 2006. Ad estendere l’invito ai colleghi di tutto il mondo,
erano presenti a Filadelfia il direttore del CEDIFOP (Centro Europeo
di Formazione Professionale) di Palermo, Manos Kouvakis, e Marco
Fiorella, componente dell’ufficio di gabinetto dell’assessore
regionale al Lavoro, Carmelo Incardona, il cui compito è stato proprio
quello di caldeggiare la candidatura, poi accettata, del capoluogo
siciliano.
Un traguardo molto importante che, ancora una volta, pone l’Italia (e
in questo caso la Sicilia) al centro della subacquea industriale.
L’appuntamento del prossimo anno a Palermo, sarà ancora una volta
l’occasione, tra l’altro, per mettere l’accento sul problema legato
alla legislazione del settore. Come ricorda Kouvakis, infatti, «il
decreto legislativo del 13 gennaio 1979 che ha regolarizzato fino ad
oggi la categoria dei sommozzatori in servizio locale, è ormai poco
incisivo per potere soddisfare i bisogni di un settore abbandonato da
anni a se stesso, che denuncia problemi sempre maggiori».
L’Unione europea detta normative ben precise che regolano l’attività
professionale subacquea, che gli Stati membri hanno adottato ed
applicato da tempo. Soltanto l’Italia, in questo caso, risulta
inadempiente. Una lacuna da colmare prima possibile, vista anche
l’eterogeneità nella provenienza dei partecipanti ai corsi organizzati
dal CEDIFOP di Palermo per la formazione di OTS - Operatori Tecnici
Subacquei.
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CEDIFOP news n. 27
- Settembre 2008 - articolo 049
Meeting annuale I.D.S.A -
Philadelphia (USA) 15-17 settembre 2008
(Comunicato
stampa)
Meeting annuale I.D.S.A
Philadelphia (USA) 15-17 settembre 2008
Si svolgerà a Philadelphia (USA) dal 15 al 17 Settembre il meeting
annuale del l'IDSA (International Diving Schools Association -
Brittany France). All'evento parteciperà, in qualità di delegato, il
direttore del CEDIFOP Manos Kouvakis.
Al meeting su invito del
CEDIFOP ed in rappresentanza dell'Assessore al Lavoro della Regione
Siciliana, On. Avv. Carmelo Incardona, parteciperanno il Dott. Marco
Fiorella, componente del Gabinetto dell'Assessore e l'Ing. Vincenzo
Scattareggia, dirigente dell'Area IV del Dipartimento Regionale
Lavoro.
http://it.youtube.com/watch?v=DugVrZYYsr8
http://www.cedifop.it/novità.htm
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CEDIFOP news n. 27
- Settembre 2008 - articolo 048
IDSA/CEDIFOP: A Philadelphia (USA)
per il futuro della Formazione Subacquea Industriale
(di Nini Radicini)
Il 24esimo convegno
annuale dell'IDSA - International Diving Schools Association (Brittany
- France) si svolgerà dal 15 al 17 settembre all'Hyatt Regency Hotel
di Philadelphia (Usa). Sarà in questa occasione che i delegati delle
principali scuole di subacquea del mondo si incontreranno per
sviluppare ulteriori progressi nel settore e fissare gli accordi
definitivi per la prossima edizione. Un appuntamento che riguarderà
direttamente la Sicilia, poiché la città in cui è previsto si svolgerà
l'edizione 2009 è Palermo.
La decisione è stata presa in occasione del precedente meeting in
Finlandia. Un avvenimento che porterà nel capoluogo siciliano le
grandi personalità internazionali della subacquea, in particolare di
quella industriale, settore di rilevanza ogni giorno crescente poichè
legato, tra gli altri, a quello energetico. Si pensi alle nuove
prospettive dell'Artico, la cui superficie ghiacciata è pari a quella
della California e del Texas messe insieme.
Lo scioglimento dei ghiacci, ha creato le condizioni per
l'esplorazione e l'utilizzo di grandi giacimenti di gas, petrolio,
minerali, al di là degli sviluppi geopolitici relativi alla titolarità
dei diritti tra superpotenze (Usa, Russia) e gli altri stati con
sovranità su parti di questo territorio o di prossimità (Canada,
Danimarca, Norvegia). E' inoltre notizia di questa estate, la
decisione della Cina di installare nel 2009 la sua prima postazione
sottomarina nell'Artico per monitorare i cambiamenti marini a lungo
termine. Questa "nuova corsa all'oro" rappresenterà per il settore
dell'industria estrattiva un'incremento dell'attività di proporzioni
forse ancora non precisamente calcolabili, con evidente impatto sulla
domanda di Operatori tecnici subacquei, che avranno un ruolo
determinante.
La tre giorni statunitense sarà ospitata dalla Diving Academy
International e in agenda è prevista, tra i vari punti, una parte
relativa alle relazioni con l'industria, in particolare per stabilire
quali saranno i prossimi passi da compiere verso una più stretta
adesione degli standard dell'IDSA al settore industriale. Standard
relativi alla formazione dell'Operatore subacqueo che tutte le scuole
e i centri di formazione - su scala internazionale - aderenti a IDSA,
condividono e recepiscono.
Questo avviene attraverso il Programma di Qualificazione dell'IDSA che
ha come fine l'allineamento dei differenti standard nazionali, per far
in modo che formazione e la successiva qualifica di un Operatore
subacqueo sia univoca. Un vantaggio per il lavoratore poiché in tal
modo può essere assunto da una molteplicità di aziende senza che vi
siano intralci relativi alla valutazione della qualità della sua
formazione.
Tra i centri di formazione aderenti a IDSA vi è il CEDIFOP di Palermo,
che a Philadelphia parteciperà con il suo direttore Manos Kouvakis.
Inoltre su invito del CEDIFOP ed in rappresentanza dell'Assessore
Regionale al Lavoro della Regione Siciliana, On. Avv. Carmelo
Incardona, parteciperanno il Dott. Marco Fiorella, componente del
Gabinetto dell'Assessore e l'Ing. Vincenzo Scattareggia, dirigente
dell'Area IV del Dipartimento Regionale Lavoro.
Il CEDIFOP, il cui secondo corso annuale per OTS - Operatori tecnici
subacquei inizia il 22 settembre, ha progressivamente acquisito una
notevole credibilità nel settore della formazione, dimostrata ad
esempio dalla partecipazione ai suoi corsi di allievi provenienti da
tutta Italia e, di recente, in numero crescente anche dall'estero.
Durante il convegno sarà discusso il suo passaggio a "Full Member" e
la conseguente nomina di un responsabile che verificherà la conformità
delle specifiche del CEDIFOP a quelle stabilite da IDSA. Il CEDIFOP
parteciperà all'elezione del nuovo presidente dell'IDSA per il
2009-2011. Ad oggi è stata posta la candidatura unica di Leo Lagarde,
del National Diving Centre (NDC), dei Paesi Bassi.
Della sezione "Full Members" fanno già parte scuole europee (Austria,
Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Italia, Olanda, Norvegia,
Svezia), quattro dagli Usa e una dal Sud Africa. Tra gli altri
argomenti che saranno discussi: la qualifica di Istruttore subacqueo
commerciale internazionale; la realizzazione di un dizionario
internazionale di terminologia subacquea; le linee guida standard per
le qualifiche di Medico subacqueo e Supervisore, e l'assistenza agli
stati in cui si stanno avviando tali programmi di formazione.
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CEDIFOP news n. 26
- Agosto 2008 - articolo 047
Subacquea, un settore in attesa di
legislazione
L’Unione Europea
detta normative ben precise che regolano l’attività professionale,
adottate da tutti gli Stati membri: solo l’Italia risulta
inadempiente.
(di Leonardo
Lodato)
«Il decreto legislativo
del 13 gennaio 1979 che ha regolarizzato fino ad oggi la categoria dei
sommozzatori in servizio locale, è ormai poco incisivo per poter
soddisfare i bisogni di un settore abbandonato da anni a se stesso che
denuncia problemi sempre maggiori ».
La denuncia arriva da Manos Kouvakis, direttore del CEDIFOP (Centro
Europeo di Formazione Professionale) di Palermo. «Nell’ultimo decennio
- prosegue - sei disegni di legge, presentati in Parlamento durante
diverse legislature e mai portati a termine, testimoniano l’interesse
del legislatore per il settore ma, a mio parere, quelle proposte
legislative, comunque, non sarebbero state incisive nel dare una
descrizione reale e la relativa soluzione normativa agli innumerevoli
problemi di cui soffre il settore».
L’Unione Europea detta
normative ben precise che regolano l’attività professionale subacquea,
che gli Stati membri hanno adottato ed applicato da tempo. Soltanto
l’Italia, in questo caso, risulta inadempiente. La subacquea
industriale, a differenza di quella sportiva e ricreativa, «ha bisogno
di una legislazione che includa tutto il territorio nazionale,
nell’ambito delle acque marittime territoriali, che comprendono le
acque portuali, quelle costiere e quelle di altura situate comunque
entro il limite (20 miglia nautiche) di interesse economico nazionale
e di quelle interne che comprendono le acque dei bacini lacustri
naturali ed artificiali, le acque fluviali e le acque ipogee, tenuto
conto che l’operatore subacqueo industriale si proietta anche nel più
vasto ambito internazionale».
Chiarire questo problema,
ormai atavico, sarebbe importante, alla luce, ad esempio, di quanto
avvenuto nel caso di alcune operazioni di bonifica. Spiega Kouvakis:
«Con tutte le aziende di lavori subacquei che ci sono in Italia, la
bonifica sulla Petroliera Milford Haven, a Genova, sono venuti a farla
gli olandesi; visto che il committente ha badato “solo” all’offerta
degli olandesi - di molto inferiore a quelle fatte dalle aziende
italiane - essi hanno potuto operare in bassa sicurezza con il
risultato di registrare ben due incidenti, per fortuna non molto
gravi, ma certamente evitabili se la legislazione italiana fosse stata
almeno similare a quella di tutti gli altri Stati europei, dove si
possono fare lavori del genere solo dopo aver ottemperato a misure di
prevenzione e sicurezza basilari per qualsivoglia intervento
subacqueo.
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CEDIFOP news n. 26
- Agosto 2008 - articolo 046
CEDIFOP: Corso OTS febbraio-maggio
2008
(di Nini Radicini)
Una delle
caratteristiche dei corsi organizzati dal CEDIFOP di Palermo per la
formazione di OTS - Operatori Tecnici Subacquei è la eterogeneità
nella provenienza dei partecipanti. In ogni modulo (due ogni anno) la
classe è composta da allievi che arrivano da varie regioni italiane.
Questa realtà si inserisce nel quadro formativo come valore aggiunto,
poiché concorre alla cultura di questa figura professionale e facilità
l'accostamento alle specificità del contesto lavorativo.
L'OTS infatti può trovare lavoro vicino casa, ma può anche essere
assunto da aziende che - ad esempio - operano presso piattaforme
petrolifere in ogni parte del mondo, e far parte di una squadra
accanto a colleghi di differente nazionalità. Senza andare indietro di
molto, basti ricordare che alla fine del corso precedente
(settembre-dicembre 2007) alcuni ragazzi residenti in Sardegna sono
stati assunti da impianti ittici della loro regione, un altro è stato
contattato e ingaggiato per lavorare in Cina, e un altro in Scozia.
La varietà nella provenienza regionale, già dai primi corsi a metà
degli anni '90, trova conferma scorrendo l'elenco dei partecipanti al
modulo febbraio-maggio 2008. Su 18 allievi, 7 sono siciliani, 4 sono
sardi, 2 dalla Calabria, altrettanti dalla Lombardia, 1 dal Piemonte e
uno originario della Croazia. Da sottolineare che una sentenza del TAR
del Lazio del 2006, sui limiti di età per l'iscrizione al Registro
Sommozzatori delle Capitanerie di Porto, ha avuto effetto anche sulla
formazione professionale. Così, nel corso di questa prima parte
dell'anno e in quello precedente, vi sono stati due allievi
cinquantenni.
Come già riscontrato nei moduli precedenti, alcuni allievi arrivano
avendo già maturato conoscenze nell'ambito della subacquea industriale
e qualcun'altro in quella sportiva e ricreativa. Sei allievi su
diciotto hanno conosciuto il Centro tramite suoi ex allievi già
qualificati. Alla notorietà del CEDIFOP contribuiscono anche le visite
organizzate presso realtà professionali del settore, come quella che
gli allievi del modulo settembre-dicembre 2007 hanno compiuto presso
l'impianto di allevamento ittico "Pesca Azzurra" di Milazzo (Messina).
Cinque su diciotto hanno avuto un primo contatto attraverso il sito
www.cedifop.it, dove i visitatori trovano la descrizione del corso, i
recapiti e una molteplicità di materiale audiovisivo sull'attività
formativa già svolta. Tra i partecipanti ai corsi vi sono stati di
recente anche allievi inviati direttamente da aziende del settore, per
essere formati come OTS e addestrati nell'uso di strumenti e
attrezzature specifiche (casco Kirby Morgan, cavo ombelicale, Pannello
di controllo multifunzionale), che in genere la quasi totalità di loro
è raro abbia mai utilizzato prima dei corsi.
L'attività didattica integra la parte teorica a quella di officina,
con esercitazioni pratiche periodiche nelle quali si applicano
procedure che poi serviranno a livello professionale. Nel mese di
aprile 2008 sono state svolte esercitazioni - con realizzazione di
relativi video - presso il porto di Termini Imerese (rilevazioni
batimetriche del fondale), al porto dell'Acquasanta e all'Addaura
(taglio subacqueo). Tra le lezioni in officina: quelle di saldatura
con il metodo classico e con il filo continuo; taglio classico e al
plasma.
Altri video sono relativi a iniziative promozionali del settore
subacqueo a cui il CEDIFOP è stato invitato, come il recente programma
"Un mare... di risorse". Molti di loro, da qualche settimana, sono
presenti anche su YouTube. Da sottolineare inoltre quello della
costruzione di una "Sorbona" da parte degli allievi del modulo
febbraio-maggio 2008. Si tratta di uno strumento (una specie di
aspirapolvere) che gli OTS utilizzano sott'acqua per ripulire le
superfici delle strutture su cui poi operare, ad esempio per
realizzare una saldatura.
Nei corsi del CEDIFOP, tra le iniziative a sostegno della formazione
specialistica va evidenziata la realizzazione di un dizionario tecnico
Italiano/Inglese composto da termine tecnici specifici del settore
OTS. Il Cedifop svolge inoltre un'attività di promozione del settore
della subacquea industriale. Dopo la pausa estiva, i corsi
ricominciano a settembe.
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CEDIFOP news n. 25
- Luglio 2008 - articolo 045
Legislazione OTS - perché bisogna
cambiare
(di Manos Kouvakis)
Siamo arrivati ormai al
bivio, il decreto legislativo del 13 gennaio 1979 che ha regolarizzato
fino ad oggi la categoria dei sommozzatori in servizio locale, è ormai
poco incisivo per poter soddisfare i bisogni di un settore abbandonato
da anni a se stesso che denuncia problemi sempre maggiori.
Nell'ultimo decennio sei disegni di legge, presentati in Parlamento,
durante diverse legislature, (Battaglia 1997, Arrighi 2001, Martini
2001, Arrighi e Martini 2004, Bellotti 2006, Fabbri 2007), e mai
portati a termine, testimoniano l'interesse del legislatore per il
settore ma, a mio parere, quelle proposte legislative, comunque non
sarebbero state incisive nel dare una descrizione reale e la relativa
soluzione normativa agli innumerevoli problemi di cui soffre il
settore.
Non sono bastate valide iniziative locali, (Ordinanza Capitaneria di
Porto di Ravenna 1992), o iniziative regionali (Emilia Romagna 2007),
nel cercare di “codificare” iter operativi e formativi per la
definizione di questa figura professionale, o interrogazioni a
risposta scritta presentate in Parlamento (Evangelisti - gennaio 2008)
per smuovere il torbido delle acquee dove appare sommersa la
legislazione relativa ai sommozzatori. Ma la tenacia nel continuare a
voler cambiare, pur trovando sempre vicoli chiusi, la dice lunga sul
desiderio, da parte di molti, di trovare anche in Italia la via
maestra.
Anche per questo, in uno degli ultimi disegni di legge presentati, il
legislatore scrive nella relazione introduttiva:
“A differenza dagli altri Stati dell'Unione Europea, l'Italia non ha
una disciplina professionale che identifichi e tuteli la categoria
degli operatori subacquei e iperbarici. In modo improprio ciascun
segmento dell'attività industriale e turistica (edilizia,
metalmeccanica, petrolchimica, didattico - turistiche e centri diving)
utilizza, talora senza una seria formazione, operatori al di sotto del
«pelo dell'acqua», inquadrandoli contrattualmente nella propria
disciplina e categoria. …omissis…. In pratica, non esistendo in Italia
una categoria professionale, l'imprenditore italiano che voglia
assumere operatori qualificati deve rivolgersi a lavoratori stranieri
dotati di brevetto «omologato» con costi, rispetto alla realtà
economica italiana, superiori del 100 o 200 per cento, con effetti
sulla competitività economica facilmente valutabili. …omissis…
E dire che storicamente l'Italia ha prodotto subacquei di notevole
levatura, attraverso la marina militare o l'iniziativa, lodevole ma
indisciplinata, delle aziende che operano nel settore. L'Unione
Europea detta normative ben precise che regolano l'attività
professionale subacquea e che gli altri Stati membri hanno adottato ed
applicato già da tempo; solo l'Italia risulta ancora inadempiente. “
Addirittura l’On. F. Evangelisti, nella sua interrogazione a risposta
scritta, del gennaio 2008, parla di “distrazione del legislatore”
quando si riferisce alla scarna legislazione attuale.
Tutte belle parole e buone intenzioni, che non risolvono un problema
grave e cronico nel settore della subacquea industriale.
Sono convinto, che urge una legge che regolamenti questo settore della
subacquea industriale, senza voler elaborare una legge "tuttologa"
sulla subacquea, infatti, ritengo che non occorra intervenire sulla
subacquea sportiva ricreativa amatoriale e dilettantistica, dove, a
mio parere, sono le regioni gli enti più interessati alla
presentazione di regolamenti rispondenti alle caratteristiche e
problematiche territoriali (coste, acque interne, ecc.), come d'altra
parte avviene attualmente in quasi tutte le regioni italiane.
La subacquea industriale invece, ha bisogno di una legislazione che
includa tutto il territorio nazionale, nell'ambito delle acque
marittime territoriali, che comprendono le acque portuali, quelle
costiere e quelle di altura situate comunque entro il limite (20
miglia nautiche) di interesse economico nazionale e di quelle interne
che comprendono le acque dei bacini lacustri naturali ed artificiali,
le acque fluviali e le acque ipogee, tenuto conto che l'operatore
subacqueo industriale si proietta, come ambito lavorativo, anche nel
più vasto ambito internazionale, infatti la maggioranza degli
operatori che iniziano ad operare in ambito locale (dopo l'iscrizione
al Registro Sommozzatori in servizio locale presso una Capitaneria di
Porto) ben presto passano a lavorare con diving industriali in
off-shore.
Bisogna tenere conto che il mondo del lavoro e il contesto
territoriale nel quale può operare la figura professionale del
sommozzatore industriale, va oltre i limiti regionali e nazionali e
quindi, per sostenere la mobilità professionale delle persone, i
percorsi formativi sviluppati nel settore devono seguire il percorso
indicato dalle regole della formazione nel settore industria. Questi
percorsi, per essere validi, oltre che nel territorio Italiano anche
in tutto l'ambito operativo di un sommozzatore professionista, devono
adottare standard definiti in coerenza con gli standard internazionali
IMCA, IDSA o AODC ecc., che possono garantire una maggiore
spendibilità della qualifica di Sommozzatore Italiano a livello
internazionale. Nessun altro percorso formativo dovrebbe abilitare
all'iscrizione nel Registro Sommozzatori.
Non a caso, il prof. Garilli, docente ordinario di Diritto del Lavoro
all’Università di Palermo, in una relazione sull’argomento, del maggio
2008, in riferimento al problema dell’iscrizione dei sommozzatori
presso una Capitaneria di Porto cosi scrive: ”Invero, laddove si
consentisse ad un lavoratore di rendere la propria prestazione nel
settore metalmeccanico - per effetto della iscrizione nel Registro dei
Sommozzatori ottenuta, ad esempio, a seguito di una abilitazione
all'attività di archeologia subacquea - lo stesso sarebbe certamente
esposto a gravi rischi dai quali non potrebbe tutelarsi a causa di
incolpevoli lacune formative”.
Uno scarso “controllo” a quella che risulta essere la porta
d’ingresso, cioè l’iscrizione al Registro dei Sommozzatori, ha quindi
gravi implicazioni e penalizza tutto il settore se l'iscrizione
avviene senza prestare la necessaria attenzione alle diverse tipologie
di qualifiche professionali (acquisite a seguito di corsi di
formazione professionale) non tutte ricadenti nel settore industria, e
quindi, contestualmente non abilitanti a un lavoro subacqueo di tipo
tecnico/industriale/metalmeccanico. Molte Capitanerie di Porto, che
devono da un lato "guardare" e salvaguardare la regolarità delle
iscrizioni, per motivi di "ambiguità" nella formulazione della
legislazione attuale, hanno dato luogo all'iscrizione nel Registro
Sommozzatori di persone volenterose ma con una formazione non
adeguata, il che ha forse concorso nel determinare parecchi incidenti
sul lavoro anche mortali (vedi: Capri 2004 - Ravenna 2005 ), d’altra
parte anche le Capitanerie stesse, per i limiti territoriali, definiti
da una legge ormai molto "datata" sono spesso impossibilitate ad
intervenire con azioni decisive a salvaguardare l’incolumità degli
operatori regolari o degli “abusivi”, questi ultimi, subacquei che si
accingono in attività lavorative per le quali non hanno conseguito la
necessaria formazione e danneggiano il settore con interventi
raffazzonati, non controllati e quasi totalmente in assenza di regole
operative, di prevenzione e sicurezza, ormai affermate e suffragate in
ambito internazionale.
Infatti, i subacquei "irregolari" ormai popolano tutte le aree
lavorative dove opera in inshore il sommozzatore in servizio locale,
impedendo una regolare crescita di chi ha cercato di seguire una
strada in salita per lavorare in ottemperanza alla scarna legislazione
esistente.
Abusivi "regolari", invece, potremmo definire le aziende estere che
approfittando della mancanza di una adeguata legislazione sul
territorio italiano, riescono ad ottenere l'assegnazione di lavori,
facendo delle offerte al ribasso, in bassa sicurezza, che in altre
parti del mondo non avrebbero potuto essere autorizzate, visto la
quasi totale assenza di regole e normative adeguate in Italia.
Ad esempio: con tutte le aziende di lavori subacquei che ci sono in
Italia, la bonifica sulla Haven (Genova) sono venuti a farla gli
olandesi; visto che il committente ha badato "solo" all'offerta degli
olandesi - di molto inferiore a quelle fatte dalle aziende italiane -
essi hanno potuto operare in bassa sicurezza con il risultato di
registrare ben due incidenti, per fortuna non molto gravi, ma
certamente evitabili se la legislazione italiana fosse stata almeno
similare a quella di tutti gli altri Stati europei, dove si possono
fare lavori del genere solo dopo aver ottemperato a misure di
prevenzione e sicurezza basilari per qualsivoglia intervento
subacqueo.
Lamentele arrivano anche dalle aziende italiane che lavorano con la
ENI e che hanno problemi nell'avere assegnati appalti di lavoro con
società quali la BP, Shell o altre compagnie petrolifere, a causa
della mancata legislazione che definisce in Italia la figura dell'OTS,
a meno che non assicurino fra il loro personale operatori stranieri
(non italiani) assunti con la qualifica che le altre nazioni hanno
debitamente ratificato nel loro sistema legislativo.
Ecco i motivi per cui bisogna eliminare questo vuoto legislativo e
dare finalmente una legislazione seria e competente sia agli operatori
del settore, sia alle aziende che in esso operano, rispondendo alle
esigenze di chi materialmente scende in mare per lavorare e di chi
dovrà vigilare e proteggere gli operatori del settore (Capitanerie,
Guardia Costiera, ecc.).
Concludo sperando, a questo punto che il prossimo disegno legislativo,
possa completare il percorso nei dedali delle commissioni parlamentari
e possa partorire in tempo utile quello che la categoria aspetta ormai
da decenni: norme aggiornate, valide in ambito nazionale ed
internazionale, che tutelino il sommozzatore italiano in ambito
nazionale e lo equiparino agli altri operatori subacquei di
nazionalità estera, dandogli il relativo riconoscimento che in atto
manca totalmente all'Operatore Tecnico Subacqueo italiano.
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CEDIFOP news n. 24
- Giugno 2008 - articolo 044
Comunicato
L'avvicinarsi di una
serie di appuntamenti importanti, come la seconda annualità del
convegno su "Disciplina delle attività subacquee ed iperbariche - Le
basi per una nuova proposta legislativa" (Sabato 25 Ottobre 2008 -
Palermo); e principalmente l'approssimarsi della definizione e
presentazione del testo sulla nuova proposta legislativa; e ancora, a
seguito di molte domande rivolteci da operatori subacquei italiani che
si sono imbattuti in diversi ostacoli, durante e dopo l'iscrizione al
Registro Sommozzatori, abbiamo deciso di chiedere al prof. avv.
Alessandro Garilli, docente ordinario di Diritto del Lavoro
dell'Università di Palermo, una interpretazione esatta, che togliesse
tutti i dubbi, le perplessità, ma principalmente le errate
interpretazioni, da parte di chi ricopre il ruolo di applicare la
legge in questione; augurando che finalmente, si abbia una visione
chiara del significato e della corretta interpretazione della legge
che da più di 30 anni è stata determinante per l'inserimento
lavorativo della figura dell'OTS italiano.
Il parere rilasciato
individua i percorsi formativi adeguati alla richiesta di iscrizione
nel Registro Sommozzatori, cioè in seguito a quali corsi di formazione
professionale vi si può accedere, chiarendo che essi devono ricadere
nel settore metalmeccanico, che abbraccia la qualifica di sommozzatore
professionista, con un programma adeguato che rispecchia la
caratteristica di un percorso formativo nel settore dell' industria
ambito metalmeccanico, con uso di attrezzature adeguate per la
formazione di questa tipologia di professionista. Inoltre, l'ente di
formazione professionale deve esere qualificato non solo al rilascio
dell'attestato di qualificazione professionale ma anche dell' allegato
brevetto, espressamente richiesto dal citato art. 3, quale condizione
imprescindibile.
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CEDIFOP news n. 24
- Giugno 2008 - articolo 043
Richiesta di parere
(Prof. Avv.
Alessandro Garilli)
STUDIO LEGALE
VIA MARCHESE DI VILLABIANCA, 54 - 90143 Palermo
TEL. 091 303540 - TEL./FAX 091.302141 - E-MAIL: alegrilli@alice.it
AVV. PROF. ALESSANDRO GARILLI
AVV. LORENZO S. INFANTINO
AVV. PROF. MASSIMILIANO MARINELLI
AVV. CHIARA GARILLI
AVV. SIMONA SCIARRINO
AVV. FILIPPO BUTTA'
Palermo, 14 maggio 2008
Oggetto: richiesta di parere
Mi viene chiesto parere in ordine alla legittimità della iscrizione
nel Registro dei sommozzatori di soggetti privi della relativa
qualificazione professionale e del brevetto.
Al fine di dare compiuta risposta al quesito, è opportuno prendere le
mosse dal D.M. della Marina Mercantile del 13.01.1979, con il quale è
stata istituita la categoria dei sommozzatori in servizio locale.
Il n. 6 del secondo comma dell'art. 3 della fonte appena citata detta
i requisiti necessari al ricorrere dei quali è subordinato il diritto
di iscrizione nel Registro anzidetto. Esso recita testualmente:
"Per ottenere l'iscrizione nel registro sono necessari i seguenti
requisiti:
omissis
6) aver conseguito il diploma o attestato di qualificazione
professionale, con allegato brevetto, di sommozzatore professionista o
perito tecnico addetto ai lavori subacquei presso un istituto statale
o presso scuole o centri di formazione e qualificazione professionali,
legalmente riconosciuti dallo Stato o dalle regioni, ovvero aver
prestato servizio, per almeno un anno, nella Marina militare nella
qualità di sommozzatore o incursore o nell'Arma dei carabinieri o nei
Corpi della pubblica sicurezza e dei vigili del fuoco nella qualità di
sommozzatore".
La lettera della norma non pare lasciare alcun margine di
interpretazione, limitando il diritto alla iscrizione alle categorie
di soggetti ivi espressamente e tassativamente individuate: nello
specifico, limitatamente a quanto è oggetto della presente indagine,
si tratta di coloro che abbiano conseguito il diploma o l'attestato di
qualificazione professionale di sommozzatore professionista o perito
tecnico addetto ai lavori subacquei, con allegato brevetto, presso un
istituto statale ovvero scuole o centri di formazione e qualificazione
professionali legalmente riconosciuti dallo Stato o dalle regioni.
Deve, pertanto, ritenersi che nessun altro percorso formativo possa
abilitare all'iscrizione nel Registro dei sommozzatori.
Entrando ancor più nello specifico della questione oggetto del
presente, pare potersi escludere la legittimità della iscrizione in
parola a seguito del conseguimento di titoli quali "Operatore tecnico
di archeologia subacquea" o di "Operatore subacqueo specializzato
nella gestione delle riserve e dei parchi marini".
In primo luogo osta, in tal senso, il mancato conseguimento, a
conclusione dei relativi percorsi formativi, del titolo di
sommozzatore professionista o di perito tecnico addetto ai lavori
subacquei - di cui alla voce n. 621600 del "Prontuario dei codici"
vigente - con allegato brevetto, espressamente richiesto dal citato
art. 3, quale condizione imprescindibile.
Ma vi è di più.
L'iscrizione al Registro di cui al D.M. del 1979 abilita, fra l'altro,
i soggetti idonei all'immediato inserimento lavorativo nelle aree
portuali, in ambito metalmeccanico, con mansioni di fonditori,
saldatori, lattonieri, calderai, montatori di carpenteria ed
assimilati.
Tale circostanza ha, verosimilmente, indotto il legislatore del 1979
ad imporre maggiori cautele nell'individuazione dei soggetti
legittimati all'iscrizione in argomento, imponendo, oltre alla
sussistenza di requisiti di idoneità fisica, lo svolgimento di un
percorso formativo abilitante alle citate professioni.
Ciò non può che indurre ad escludere che coloro i quali abbiano
seguito un corso di formazione e conseguito il titolo, ad esempio, di
operatore tecnico di archeologia subacquea, godano dei titoli
necessari per l'iscrizione nel Registro dei sommozzatori.
A tale conclusione si giunge, peraltro, attraverso l'esame ed il
confronto dei diversi percorsi e degli obiettivi formativi previsti
dai corsi portati all'attenzione dello scrivente.
Così, a proposito del corso per "Operatore tecnico di archeologia
subacquea", l'obiettivo formativo viene individuato nell'addestramento
al lavoro di prospezione, ricerca, scavo ed assistenza alla fruibilità
dei siti archeologici. Ancora, il corso o di "Operatore subacqueo
specializzato nella gestione delle riserve e dei parchi marini"
consente ai suoi fruitori di sapersi immergere in sicurezza,
effettuare video e foto riprese subacquee, etc.
Entrambi i corsi abilitano all'esercizio di professioni tecniche nelle
scienze fisiche, naturali, nell'ingegneria ed assimilate.
Orbene, si tratta di professioni estranee alla categoria di
Sommozzatore e Lavoratore Subacqueo, indicata ai nn. da 621600 a
621604 del Prontuario dei Codici, che, invece, legittima l'iscrizione
nel Registro dei Sommozzatori.
Al fine di cogliere meglio il senso delle superiori considerazioni, è
utile evidenziare la differenza dei predetti corsi rispetto a quelli
per il conseguimento della qualifica, a titolo esemplificativo, di
Operatore Tecnico Subacqueo, organizzati dal Cedifop. Questi ultimi,
invero, prevedono percorsi formativi autorizzati ed avallati dal
parere preventivo della Regione Siciliana, rilasciato ai sensi del
Decreto del 23.07.2003, che ne valuta la conformità rispetto alle
specifiche normative di settore e la coincidenza con la categoria
professionale di ai nn. da 621600 a 621604 del Prontuario dei Codici.
Invero, contrariamente a quanto previsto nei casi prima esaminati, i
corsi organizzati dal CEDIFOP prevedono l'addestramento in aree
portuali e l'utilizzo di attrezzature tecniche indispensabili per lo
svolgimento della professione di sommozzatore e lavoratore subacqueo.
Le superiori considerazioni, peraltro, devono indurre ad escludere la
legittimità dell'iscrizione nel Registro dei sommozzatori di soggetti
sprovvisti dei titoli previsti dal Decreto Ministeriale, che regola la
materia de qua, anche per ragioni di opportunità legate alla salute ed
alla sicurezza dei lavoratori.
Invero, laddove si consentisse ad un lavoratore di rendere la propria
prestazione nel settore metalmeccanico - per effetto della iscrizione
nel Registro dei sommozzatori ottenuta, ad esempio, a seguito di una
abilitazione all'attività di archeologia subacquea - lo stesso sarebbe
certamente esposto a gravi rischi dai quali non potrebbe tutelarsi a
causa di incolpevoli lacune formative.
Alla luce di quanto sopra, si conclude affermando l'illegittimità
della iscrizione nel Registro dei sommozzatori, di cui all'art. 3 del
D.M. della Marina Mercantile del 13.01.1979, di soggetti privi della
relativa qualificazione professionale e del brevetto.
Prof. Avv. Alessandro Garilli
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CEDIFOP news n. 23
- Maggio 2008 - articolo 042
Invito
Vi aspettiamo nello stand
del CEDIFOP (STAND N. 10 a/c), il 9-10-11 Maggio, alla fiera della
subacquea DYNAMIC DIVE EXHIBITION, che si svolgerà sul Lago Maggiore.
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CEDIFOP news n. 22
- Aprile 2008 - articolo 041
Senza confini i corsi per Operatore
Tecnico Subacqueo del CEDIFOP
(di Salvatore
D'Anna)
Diventano sempre più
internazionali i corsi del CEDIFOP di Palermo. C'è anche uno
straniero, cittadino croato, tra i diciotto allievi che dal 15
febbraio partecipano alle lezioni per ottenere l'attestato che darà
loro la qualifica di OTS, operatore tecnico subacqueo specializzato.
Il CEDIFOP, il centro studi diretto da Manos Kouvakis, è uno dei pochi
istituti di formazione professionale che in Italia sono autorizzati a
rilasciare ai propri allievi tale documento, senza cui i sommozzatori
non possono iscriversi all'apposito registro delle Capitanerie di
porto, e non possono quindi operare in acque portuali o svolgere
attività professionale.
Dicevamo dei nuovi allievi, Tomislav Vundac ha quasi 26 anni ed è nato
a Zadar, in Croazia. Da sei anni, ormai, fa la spola tra l'Italia e il
suo Paese natale: "Questa è la mia sesta stagione qui da voi -
racconta -. Lavoro in una tonnara a Milazzo, ma per alcuni mesi
dell'anno torno in Croazia e lavoro anche lì". Il ragazzo croato non è
venuto al CEDIFOP da solo. Con lui ci sono altri tre operatori
provenienti dalla stessa tonnara. Sono tutti messinesi: Giuseppe La
Monaca, Stellario Lo Vecchio e Matteo Trazzi. Classe 1954, Trazzi è il
veterano del gruppo di aspiranti OTS: "Nella tonnara noi ci occupiamo
di varie mansioni, come ad esempio del montaggio delle gabbie dove
vengono allevati i tonni - ci dice -. Adesso siamo qui d'accordo con
la nostra ditta per avere una formazione tale da assicurarci le
migliori condizioni di sicurezza durante il lavoro".
Il gruppo può contare poi su altri allievi che arrivano un po' da
tutte le zone d'Italia. Proviene dal Piemonte Claudio Rosina, che
finora si è occupato solo di subacquea sportiva, mentre lombardi sono
Thomas Berera e Alessandro Boselli, che però vive a Santa Teresa
Gallura, in Sardegna. E dall'isola sarda arriva un nutrito gruppo di
sommozzatori, composto da Cristian Crobe, Salvatore Manias, Vinicio
Mei e Carlo Tocco. Calabresi sono invece Domenico Alessandro Canale e
Rocco Salerno.
Gli altri allievi del CEDIFOP sono tutti siciliani: sono Rocco Di
Fede, Salvatore Grammatico, Doriano Pinto, Calogero Saito, e Giovanni
Sanfilippo.
Il corso del CEDIFOP, il primo del 2008, si concluderà il prossimo 21
maggio. Per info www.cedifop.it
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CEDIFOP news n. 22
- Aprile 2008 - articolo 040
La subacquea industriale: tecnica,
formazione, lavoro
(CEDIFOP incontra gli allievi dell'istituto linguistico NINNI CASSARA'
di Palermo)
(di Nini Radicini)
Nel programma del
progetto "Un mare... di risorse", organizzato dall'Istituto
Provinciale di Cultura e Lingue "Ninni Cassarà" di Palermo e
patrocinato dal Ministero della Pubblica Istruzione, giovedì 27 marzo,
nella succursale di via Fattori, si svolto un incontro fra gli
studenti delle classi partecipanti e una rappresentanza di docenti e
allievi del CEDIFOP, centro studi specializzato nella formazione di
OTS - Operatori Tecnici Subacquei. Attraverso interventi e proiezioni
di video e immagini, è stato descritto il percorso formativo, le
opportunità lavorative, le caratteristiche dell'equipaggiamento e la
tecnologia utilizzata dai sommozzatori industriali, sottolineando in
particolare la rilevanza delle procedure di sicurezza prima e durante
ogni lavoro ed esercitazione.
Nell'intervento di apertura, Francesco Costantino, uno degli
istruttori del CEDIFOP, ha spiegato le differenze tra subacquea
industriale (il settore degli OTS) e sportiva. Se è vero che il primo
contatto con la subacquea per molti avviene attraverso l'attività
sportiva o ricreativa, i due settori si distanziano nettamente quando
si passa all'esame delle finalità, delle conoscenze tecniche richieste
e dell'attrezzatura necessaria. A differenza dello sportivo, che ad
esempio si immerge contando solo sulla dotazione delle bombole, l'OTS
durante il suo lavoro è parte di una squadra ed è collegato
fisicamente a una postazione di controllo in superficie con un cavo
ombelicale, da cui passa la fornitura d'aria, le comunicazioni
telefoniche, e altre funzionalità tra cui - nelle versioni più
avanzate – quella per il faro e la videocamera.
Il terminale del cavo ombelicale è il casco Kirby-Morgan. Ha un design
simile a quello di un astronauta e l'articolazione dei componenti è
indicativa delle difficoltà ambientali in cui può trovarsi a operare
un OTS. Lavorare a molte decine di metri di profondità, in acque
torbide, a a temperature basse, sono condizioni estreme che può dover
affrontare. Ma, come è stato ripetuto durante il convegno, il lavoro
da OTS non richiede capacità sovraumane. Gli interventi che è chiamato
a svolgere (dalla rilevazione di relitti affondati, alle saldature di
tubi, alle misurazioni di profondità a uso scientifico, etc.)
richiedono soprattutto preparazione tecnica e conoscenza delle
procedure.
Il CEDIFOP ha portato in aula l'attrezzatura standard di un OTS e gli
studenti hanno potuto provare direttamente la funzionalità del
Kirby-Morgan collegato al pannello di controllo. Alcuni hanno anche
indossato un elmo da palombaro. Se all'apparenza poteva sembrare poco
meno di un pezzo d'antiquariato, va precisato che è invece tuttora
utilizzato nelle immersioni in particolare nei mari del Nord. E' stata
solo una delle notizie che hanno incuriosito gli studenti, sorpresi
dall'apprendere che un palombaro indossa un equipaggiamento il cui
peso può raggiungere i cento chilogrammi. Il 7 dicembre scorso, nel
corso di una esercitazione degli allievi del CEDIFOP, è stato
sperimentato un elmo aperto ideato da Alberto Gasperin, presidente di
Palombarus srl , e progettato da Maurizio Masucci. L'evoluzione
tecnologica dell'elmo da palombaro, dai primi del Novecento a oggi, e
del casco Kirby-Morgan è apparso evidente dalle immagini dei vari
modelli.
Nella seconda parte dell'incontro è stato proiettato un video girato
lo scorso ottobre durante una visita del CEDIFOP presso la tonnara
Pesca Azzurra di Milazzo. Uno degli allievi del modulo in corso
(febbraio-maggio 2008), già dipendente della stessa ditta messinese,
ha spiegato quali sono in questo contesto professionale i compiti di
un OTS e come si svolge l'allevamento del tonno rosso, in gran parte
poi venduto sul mercato giapponese e trasformato in sushi. Quello
della subacquea industriale è oggi uno dei settori con maggiori
richieste di personale specializzato. Lo dimostra l'evoluzione nei
corsi del CEDIFOP, a cui partecipano allievi provenienti da tutta
Italia e, di recente, anche dall'estero. Alla conclusione del convegno
gli studenti hanno ricevuto un attestato di partecipazione. Per loro
si tratta di un percorso formativo che gli consente, da siciliani, di
accostarsi a un patrimonio di storia e di cultura da riaffermare.
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CEDIFOP news n. 21
- Marzo 2008 - articolo 039
OTS: impedimenti e regole per
l'iscrizione al registro sommozzatori presso una capitaneria di porto
(di Manos Kouvakis)
Negli ultimi tempi, ci
sono giunte diverse domande, sui possibili impedimenti, da un punto di
vista medico/sanitario, all'iscrizione nel Registro Sommozzatori
presso Capitaneria di Porto, domande come la seguente: "Ho 28 anni e
vorrei prendere il brevetto OTS e quindi vorrei delle informazioni per
quanto concerne la visita oculistica quante diottrie bisogna avere" .
Nell'affrontare una risposta che sia la piu generale possibile, per
inquadrare le varie problematiche, ritengo opportuno sottolineare
alcuni principi basilari.
Prima di tutto l'OTS, non
è un brevetto ma un ATTESTATO di Qualifica Professionale, che può
essere rilasciato da enti di formazione professionale, abilitati a
svolgere questa tipologia di corsi e accreditati dalle regioni di
appartenenza.
Insieme con l'attestato di qualifica professionale di OTS, l'ente di
formazione gestore di questa tipologia di percorso formativo, deve
rilasciare anche un Brevetto di "Sommozzatore Professionista", che va
considerato come allegato all'attestato di qualifica professionale,
secondo l'articolo 3 comma 6 del Decreto Ministeriale del 1979 che ha
istituito il Registro Sommozzatori in servizio locale presso le
capitaneria di porto (esiste un "brevetto" di "sommozzatore sportivo",
ma non è valido per l'iscrizione alla Capitaneria di Porto).
Iscrizioni senza questi due requisiti fondamentali, che garantiscono
la professionalità del percorso formativo, se erroneamente accettati,
dovrebbero essere revocati dalla Capitaneria stessa, visto che la
legge attualmente in vigore, D.M. 13 gennaio 1979, in Gazz. Uff., 16
febbraio, n. 47 Istituzione della categoria dei sommozzatori in
servizio locale, recita cosi: "... aver conseguito il diploma o
attestato di qualificazione professionale, con allegato brevetto, di
sommozzatore professionista o perito tecnico addetto ai lavori
subacquei presso un istituto statale o presso scuole o centri di
formazione e qualificazione professionali, legalmente riconosciuti
dallo Stato o dalle regioni...".
In assenza di questi requisiti, le iscrizioni, oltre ad essere
incomplete, possono essere causa di inadeguata applicazione delle
condizioni di sicurezza, favorendo chi vorrebbe operare da OTS, senza
una preparazione di base, derivante da un percorso formativo adeguato,
visto che a volte - fatto dovuto a una mancanza legislativa nel
settore della formazione - enti senza l'esperienza necessaria nel
settore della subacquea industriale, nella docenza e principalmente
nelle attrezzature utilizzate, propongono corsi similari dando una
formazione tipica della subacquea sportiva/ricreativa e non
industriale, non garantendo cosi un percorso formativo che tutela
l'allievo sui minimi di sicurezza previsti dalle associazioni
internazionali di categoria IDSA (International Diving Schools
Association), IMCA (International Marine Contractors Association) ,
AODC (Association of Diving Contractors).
Insegnare ad operare in
sicurezza, nella subacquea industriale, dovrebbe essere una priorità
nei percorsi formativi proposti, e ciascuna Regione dovrebbe aumentare
i controlli di qualità sugli Enti che programmano la realizzazione di
questi corsi, tenendo presente che chi si occupa della subacquea
industriale usa attrezzature e tecniche completamente diverse da
quelli della subacquea sportiva.
Ma qui, oltre che alla mancanza legislativa a livello nazionale, ci si
trova ad affrontare anche una scadente politica applicata dalle
regioni (e non solo dalla Regione Siciliana) nel valutare la qualità
contenutistica dei progetti di formazione. Una mancanza di regole che
stabiliscano livelli di qualità accettabili, da parte delle scuole che
vogliono inserire nei loro programmi formativi anche la qualifica di
OTS, fa si che spesso l’allievo che segue un percorso formativo presso
tali Enti - che poco o niente hanno a che fare con questa difficile
specializzazione - si trova alla fine di un percorso lungo, senza la
formazione adeguata per affrontare la realtà di cantiere, mettendo a
rischio sia la propria incolumità, sia quella di chi opera con lui
(uno degli ultimi incidenti mortali - anno 2005, lavori sulla condotta
idrica dell’acquedotto di Capri - che ha coinvolto una ditta italiana
è stato provocato dalla inadeguata preparazione professionale del
supervisore dell'immersione ed a nulla sono valse le specifiche e le
attrezzature messe a disposizione dall'azienda - vedi anche: atto
Camera - Interrogazione a risposta scritta 4/06176, Seduta di
annuncio: 272 del 23/01/2008: ...omissis... in un momento in cui
l’Italia vive l’emergenza delle morti sul lavoro su cui anche il Capo
dello Stato è più volte intervenuto si comprende bene quale disagio
quotidiano vivono questi cittadini tenendo conto che la legge n. 123
del 3 agosto 2007 consente l’adozione di un decreto collegato che può
colmare le gravi carenze in termini di sicurezza sul lavoro e che può
dare dignità ai lavoratori subacquei italiani, i quali, oggi, a causa
della distrazione del legislatore verso questi problemi sono
considerati molto negativamente a livello internazionale...omissis...
).
Fa eccezione la Regione Emilia Romagna, che ha preso provvedimenti,
con delibera della giunta Regionale, in data 07/03/07, e ha inquadrato
la qualifica professionale di OTS, secondo i canoni internazionali,
limitando chi proponeva tali percorsi formativi senza l’adeguato
supporto di attrezzature, docenze qualificate e collegamenti con le
ditte che operano nel settore.
Certamente in questi casi, seguendo un percorso formativo diverso da
quello che ricade nel settore industria (l'OTS rientra nella categoria
dei lavoratori metalmeccanici), con percorsi formativi tipo:
archeologo subacqueo, guida subacquea, operatore subacqueo per parchi
e riserve marine, ecc, l'Ente di formazione, che non ha titoli
specifici nel settore della subacquea industriale, può rilasciare un
attestato, valido come titolo di studio, ma che non può essere
accompagnato da un brevetto di "sommozzatore professionista", e quindi
l'attestato è inadatto alla richiesta d'iscrizione al Registro
Sommozzatori presso una Capitaneria di Porto.
Bisogna sottolineare che per il solo taglio subacqueo, tipologia di
lavoro a cui è abilitato un OTS, si sono registrati, sui cantieri di
lavoro, negli ultimi anni, 39 incidenti mortali - dichiarazioni del
presidente dell'IDSA G. Melegari - vedi video: G.Melegari - dinamica
di incidenti subacquei :
http://www.cedifop.it/video/video_23.htm ).
Ritornando alle modalità
d'iscrizione al Registro Sommozzatori dal punto di vista sanitario,
nello stesso articolo 3, al comma 3 del Decreto ministeriale 1979, per
quanto riguarda la parte sanitaria, cita cosi nei requisiti:
"Per ottenere l'iscrizione nel registro sono necessari i seguenti
requisiti:... omissis... sana e robusta costituzione fisica, esente da
difetti dell'apparato cardio-vascolatore e otorinolaringoiatrico
nonché da alterazioni del sistema neurologico e psichico, accertata
dal medico di porto o - in sua assenza - da un medico designato dal
capo del compartimento, che si avvarrà a tal fine della scheda
sanitaria allegata al presente decreto: saranno comunque esclusi gli
obesi ed i soggetti dediti all'alcool;"
I requisiti fisici e gli esami medici sono stabiliti in 4 pagine
pubblicate nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana (G.U.R.I.)
n. 47 del 16/02/1979, pag. 1941-1942-1943 e 1944.
Inoltre, "la persistenza dei requisiti fisici di cui al n. 3) è
condizione per l'esercizio della professione ed è soggetta a controllo
almeno annuale da parte del medico di porto."
Da queste pagine ogni Capitaneria di Porto ha estrapolato un elenco di
visite mediche da esibire insieme all'attestato di OTS e al brevetto
di sommozzatore professionista all'atto dell'iscrizione. E' possibile,
quindi, che l'elenco delle visite mediche richieste differiscano
leggermente da capitaneria a capitaneria.
Ad esempio, l'elenco delle visite mediche per l'iscrizione presso la
Capitaneria di Porto di Palermo è il seguente:
Test psicofisico attitudinale tra cui esame”prove in camera
iperbarica” (con prove a 50 metri); Esame spirometrico con esecuzione
di curva flusso-volume; Visita o.r.l. + esame
audiometrico-impedanzometrico + Studio del nv registrato spontaneo e
provocato; RX torace-2proiezioni(A/P e L/L); Visita cardiologia con
ECG da sforzo al cicloergometro o al tappeto rotante; visita
neurologica (E.E.G. necessario per la prima iscrizione); esami di
laboratorio: azotemia,glicemia, ves, indice di katz, emocromo
completo, creatininemia, tempo di quick(attivita’ patrombinica) ptt;
esame urine completo - (gruppo sanguigno Prima iscrizione); visita
oculistica + F.O..
Non esiste quindi un limite sulle diottrie previsto per legge, anche
se il parere del medico di porto, in casi molto particolari, può
essere vincolante.
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CEDIFOP news n. 20
- Febbraio 2008 - articolo 038
Esami di qualifica OTS e prospettive
occupazionali
(di Nini Radicini)
L'1 febbraio si è svolto
l'esame finale del corso per OTS - Operatore Tecnico Subacqueo
organizzato dal CEDIFOP di Palermo. Dopo la prova scritta del giorno
precedente, la commissione esaminatrice, presieduta da un funzionario
dell'Assessorato al Lavoro e della Formazione Professionale della
Regione Siciliana, ha valutato gli allievi per le capacità tecniche
acquisite durante il percorso formativo sviluppato durante il corso di
settembre-dicembre 2007. Il conseguimento dell'attestato di qualifica
(valido come titolo di studi) dà ai corsisti la possibilità di
iscriversi al Registro Sommozzatori della Capitaneria di Porto, in
base alla legge risalente al '79, di cui si attende un adeguamento.
La subacquea industriale - settore occupazionale di riferimento per
gli OTS - ha avuto uno sviluppo notevole negli ultimi anni, legato tra
gli altri alla crescita del mercato petrolifero e al conseguente
incremento dell'installazione di piattaforme in varie parti del mondo.
In parallelo sono aumentati anche gli investimenti tecnologici nell'
equipaggiamento e negli strumenti utilizzati dagli OTS, ad esempio con
lo sviluppo dei ROV - Remote Operated Vehicles, robot in grado di
svolgere una serie di operazioni sottomarine in particolare laddove le
condizioni ambientali risultano proibitive.
La prova d'esame si è svolta presso la piscina Hydra di Villabate
(prov. Palermo). Gli allievi hanno realizzato due postazioni.
Controllata la funzionalità dell'attrezzatura standard (Pannello di
controllo, casco Kirby-Morgan, cavo ombelicale), ognuno di loro ha
eseguito una immersione. Alcuni hanno anche usato l'equipaggiamento da
palombaro, grazie alla collaborazione con la Palumbarus srl. Un’
attenzione notevole è stata dedicata alle verifiche di sicurezza dei
dispositivi. E' fondamentale che gli allievi si abituino a
considerarlo momento essenziale della loro professione.
Il controllo specifico di ogni passo che precede l'immersione è parte
decisiva della cultura dell'OTS, istruito in tal senso durante il
corso sia attraverso gli insegnamenti degli istruttori sia con
l'utilizzo della Check List, protocollo ideato nel quadro dello
svolgimento di un lavoro o di una esercitazione, che punto per punto
indica le operazioni di controllo da svolgere, ognuna delle quali da
espletare prima di passare alla successiva. A dimostrazione della
rilevanza di questa fase, nel progetto di adeguamento normativo in
materia di subacquea - tra i cui promotori vi è il CEDIFOP - il
capitolo della sicurezza e della tutela della salute è considerato
prioritario.
L'esame è stato superato da tutti gli allievi. Adesso per loro inizia
l'avventura nel mondo del lavoro. C'è da precisare che alcuni di loro
hanno già esperienza diretta in vari rami della subacquea. In
riferimento alla composizione della classe, del corso appena concluso,
vi erano allievi provenienti dal settore degli impianti di allevamento
del tonno, qualcuno dalla ricerca oceanografica, un altro inviato
dalla riserva marina di Porto Cesareo (Puglia) per essere formato come
OTS.
Il breve tempo che intercorre tra la fine del corso e lo svolgimento
degli esami è in linea con la necessità degli OTS di poter subito
essere disponibili per le aziende. Dalle statistiche si rileva un
tasso di occupazione molto alto. E' questo un settore in cui la
domanda è pressoché superiore all'offerta. Gli OTS ben qualificati
sono richiesti da una molteplicità di aziende ed enti: tutte quelle
che devono svolgere lavori in fondo al mare. Ne sono prova le prime
notizie che arrivano dagli allievi appena qualificati. Uno di loro è
stato contattato da una azienda per essere impiegato in una
piattaforma in Messico. Un altro, da una azienda scozzese.
Finora tali corsi hanno avuto la caratteristica di essere composti da
allievi provenienti da tutta Italia, con età tra i 18 e i 50 anni. Il
prossimo modulo formativo segnerà un nuovo traguardo nella costante
crescita di immagine del centro: la presenza di un allievo proveniente
dalla Croazia.
La qualità della formazione svolta al CEDIFOP è confermata dai
riscontri ottenuti presso le massime organizzazioni della subacquea
(tra cui IDSA - International Diving Schools Association) e sostenuta
dalla presenza sui mass media che con sempre maggiore frequenza
riportano notizie, articoli, filmati, delle esercitazioni svolte e
delle iniziative. Il nuovo modulo del corso per OTS inizia il 15
febbraio 2008.
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CEDIFOP news n. 20
- Febbraio 2008 - articolo 037
La programmazione e le attività del
CEDIFOP per il 2008
□ Febbraio 2008 -
partecipazione al progetto “Un mare……..di risorse” su invito della
Lega Navale - delegazione di Favignana (TP). Il progetto prevede la
collaborazione del CEDIFOP per la divulgazione della figura dell'OTS e
del mondo della subacquea industriale, attraverso incontri con allievi
del liceo. Il progetto sarà inaugurato venerdì 8 febbraio p.v., presso
i locali dell’ IPCL di Palermo, Istituto Ninni Cassarà, Via Don
Orione, 44 Palermo.
□ Febbraio 2008 – Inizia il primo corso libero per OTS (periodo 15
febbraio/21 maggio 2008 - 480 ore) con 20 allievi provenienti da tutto
il territorio nazionale e, per la prima volta, con la partecipazione
di un cittadino extracomunitario di cittadinanza croata.
□ APRILE 2008 - eventuale inizio (previa autorizzazione da parte della
Regione Siciliana) di un corso a finanziamento pubblico (900 ore -
periodo APRILE/SETTEMBRE 2008) riservato a 15/20 corsisti disoccupati
residenti nel territorio siciliano per la formazione di 15/20 OTS
esperti in allevamenti offshore.
□ Aprile/Maggio 2008 - audit per il completamento del percorso, già
avviato dal 2005, che vedrà CEDIFOP diventare full member IDSA.
□ Maggio 2008 – partecipazione, insieme con la PALUMBARUS srl, alla
manifestazione DYNAMIC DIVE EXHIBITION che si svolgerà dal 9 all' 11
Maggio sul Lago Maggiore .
□ Maggio 2008 - eventuale inizio (previa autorizzazione da parte della
Regione) di un corso a finanziamento pubblico (600 ore - periodo
maggio/settembre 2008) riservato a 15/20 corsisti disoccupati,
residenti nel territorio siciliano, nel settore della subacquea
sportivo ricreativa, per la formazione di 15/20 guide subacquee
esperti dive master.
□ Settembre 2008 – Inizia il secondo corso libero per OTS (durata 480
ore svolti, in 3 mesi solari – periodo settembre/dicembre 2008) con 20
allievi provenienti da tutto il territorio italiano.
□ Periodo ottobre/novembre 2008 – partecipazione al meeting annuale
IDSA che si svolgerà negli USA. Nel contempo saranno definite le basi
per il meeting del 2009 che si svolgerà a Palermo (la candidatura per
il meeting del 2009 a Palermo è stata proposta durante il meeting del
2007 svoltosi in Finlandia - su invito del CEDIFOP in qualità di
membro associato IDSA e della PALUMBARUS srl in qualità di membro
industriale IDSA).
□ Periodo ottobre/novembre 2008 – Convegno II edizione:" Disciplina
delle attività subacquee ed iperbariche" per una proposta legislativa
in tema di operatore tecnico subacqueo.
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CEDIFOP news n. 20
- Febbraio 2008 - articolo 036
CEDIFOP: Conseguita la certificazione
ISO 9001
(di Nini Radicini)
A inizio dicembre 2007,
il CEDIFOP ha ottenuto la certificazione ISO 9001 / UNI EN ISO 9001
2000 per la progettazione e l'erogazione di corsi di formazione
professionale. Un traguardo di rilievo per il centro specializzato in
corsi per OTS - Operatori tecnici subacquei. Il traguardo è stato
raggiunto dopo lo svolgimento della procedura di verifica compiuta
dall'ente certificatore, la SGS.
ISO è una organizzazione internazionale di standardizzazione
riconosciuta da 178 stati. Elabora norme per il settore industriale e
commerciale, poi recepite dagli aderenti. Si articola in comitati su
scala continentale e nazionale. L'obiettivo della normativa ISO è
certificare la qualità di un'azienda o di un ente, ovvero certificare
che il prodotto realizzato sia conforme a standard prestabiliti. ISO
prevede standard per ogni fascia di produzione. Così, ad esempio,
un'azienda automobilistica che decidesse di produrre utilitarie invece
che auto di lusso, per ottenere la certificazione deve raggiungere gli
standard indicati da ISO per quella fascia di produzione. Le norme ISO
considerano una serie di parametri ritenuti critici e fondamentali per
l'attività di chi richiede la certificazione. La normativa può essere
richiesta in qualsiasi settore perché applica una procedura che si
sviluppa attraverso una serie di passaggi: programmazione
dell'attività, registrazione, controllo. Quest'ultimo punto stabilisce
se l'attività del richiedente è all'interno degli standard previsti.
Tutto avviene attraverso regole scritte e registrazioni.
Dal gennaio 2008 la certificazione ISO 9001 è obbligatoria per i
centri di formazione che vogliono rilasciare attestati di qualifica
riconosciuti a livello statale (titolo di studio a tutti gli effetti).
Per l'ente pubblico - in questo caso la Regione - rappresenta una
garanzia della qualità delle modalità operative del centro, sottoposte
a controllo periodico. Chi non è certificato potrà rilasciare
attestati riconosciuti soltanto dallo stesso centro.
Da un punto di vista operativo, per l'azienda, la società, il centro,
la certificazione rappresenta un'occasione per sistematizzare la sua
catena produttiva, poichè vincola a riscontri oggettivi ed evidenzia
funzioni che, fino ad allora, potrebbero essere state considerate
secondarie. Ma non entra nel merito delle decisioni inerenti alla
collocazione nel mercato. Sia il CEDIFOP, che si rivolge a una fascia
alta del mercato formativo, sia coloro che fanno formazione
orientandosi a un livello inferiore, per ottenere la certificazione
devono raggiungere gli standard previsti per la loro specifica fascia.
Il conseguimento della certificazione non stravolge il modo di
operare, stabilisce invece capisaldi ineludibili. Da quel momento
nulla, nell'attività produttiva, sarà lasciato all'interpretazione
occasionale.
Quando si decide di ottenere la certificazione va stabilito
innanzitutto se si è in grado di produrre la documentazione da
presentare all'ente certificatore. In alternativa ci si può rivolgere
a un consulente. Il passo successivo è l'applicazione di quanto
indicato nella documentazione e la scelta dell'ente certificatore e
del settore (es. esistono 39 settori commerciali). Ogni stato ha un
ente sovrano (per l'Italia, UNI - Ente nazionale italiano di
unificazione) che rilascia ad enti accreditati per singoli settori la
possibilità di certificare le aziende. Gli enti di certificazione
hanno accordi di mutuo riconoscimento, in modo che un certificato
rilasciato da un ente italiano sia riconosciuto in tutti i paesi
aderenti all'ISO. Allo stesso modo, un'azienda italiana certificata da
un ente straniero sarà riconosciuta anche dall'Italia. Alla scelta
dell'ente, alcuni dei quali nati da associazioni di categoria, si può
arrivare per varie strade. Ad esempio, si può scegliere in riferimento
all'esperienza dell'ente in un determinato settore. In questo caso
l'azienda punta sulla credibilità delle ente, che rilasciandole la
certificazione ne diventa garante della qualità.
Nel certificazione del CEDIFOP l'audit è stato incentrato sulla
didattica, sulle qualità dell'equipaggiamento e dagli strumenti
utilizzati dagli allievi OTS, sull'organizzazione interna, sulle
verifiche precedenti e successiva allo svolgimento del corso.
Qualche giorno dopo, alla conclusione del corso svoltosi tra settembre
e dicembre 2007 il CEDIFOP ha organizzato, presso il Porto di Palermo,
un'esercitazione con l'utilizzo della campana aperta. L'avvenimento ha
avuto eco sui mass media locali. Le riprese audiovisive sono nel sito
www.cedifop.it.
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CEDIFOP news n. 19
- Gennaio 2008 - articolo 035
Corso 02/PA/2007: Porto di Palermo
(di Nini Radicini)
Venerdì 14 dicembre 2007
gli allievi del corso OTS - Operatore Tecnico Subacqueo del CEDIFOP
hanno svolto una importante esercitazione presso il molo Vittorio
Veneto del Porto di Palermo. Una immersione, in tenuta da OTS e
palombaro, con l'utilizzo della campana aperta, una struttura dal peso
di circa una tonnellata, realizzata in modo da creare una bolla d'aria
utilizzabile dal sommozzatore. E' dotata di postazioni per almeno due
bombole esterne di emergenza e l'aggancio per la decompressione, in
modo che la testa rimanga fuori dall'acqua in caso di svenimento. Le
immersioni con utilizzo di miscela d'aria possono arrivare fino a 50
metri di profondità e il numero di componenti di una squadra varia in
funzione del tipo di operazione da eseguire. Il primo progetto fu
realizzato intorno al 1500 e il nome le fu assegnato data la
somiglianza con le campane utilizzate nelle chiese. Dopo le versioni
iniziali soggette spesso a cedimenti, si ebbe una svolta quando fu
deciso di agganciare un peso nella parte inferiore
L'esercitazione, è iniziata in condizioni meteorologiche avverse, poi
parzialmente migliorate a beneficio degli allievi e degli istruttori
incaricati di realizzare la postazione di lavoro. Le varie fasi di
assemblaggio e controllo delle attrezzature, segnate nel registro
operazioni (Check list), hanno visto stavolta anche la realizzazione
di cabina multimediale, da cui seguire le riprese video condotte in
immersione. La cabina era collegata tramite un cavo telefonico al
pannello di controllo gestito dall'operatore addetto alle
comunicazioni. Il compito a lui assegnato risultava più articolato che
in altre situazioni, dovendo gestire le indicazioni provenienti dal
palombaro, dall'OTS, e dalla cabina, e impartire istruzioni, sia a
loro sia all'addetto alla gru che manovrava il movimento della
campana.
Molto interesse ha suscitato la partecipazione di sub in tenuta da
palombaro. I primi nuotatori antenati dei moderni palombari si ebbero
in Grecia. Erodoto racconta le gesta di uno essi, di nome Syllias, che
visse nel V secolo a.C. Circa cento anni dopo, Alessandro Magno li
impiegò per togliere gli ostacoli che impedivano lo sbarco nella città
di Tiro. I nuotatori ellenici si allenavano ogni giorno e i migliori
erano in grado di scendere fino a 20 metri, rimanendo in immersione
per un minuto e mezzo.
La vestizione segue un vero e proprio rituale, durante il quale
vengono indossati, con una sequenza precisa i vari, componenti. La
tuta, le scarpe zavorrate, il collare - bloccato con una serie di viti
- su cui si aggancia l'elmo, costruito in bronzo (oppure in rame o in
ottone). L'elmo permette al palombaro il collegamento con la
superficie attraverso un cavo ombelicale, da cui riceve l'aria e altre
funzionalità (comunicazione, linea di acqua calda, collegamento per
telecamera, cavo per illuminazione). All'interno c'è una valvola di
scarico, che come gli ugelli per l'aria, è attivata dal palombaro
tramite precisi movimenti della testa. Il primo elmo, con
caratteristiche moderne, fu progettato da Leonardo da Vinci. Era di
cuoio, con un tubo per la respirazione che nella estremità superiore
aveva un sughero per farla galleggiare in superficie. Inoltre era
dotato di punte metalliche per proteggersi da eventuali attacchi di
animali marini.
A seguire le fasi dell'esercitazione erano presenti anche testate
giornalistiche e televisive. Oltre alla rilevanza sperimentale,
l'iniziativa ha fornito agli allievi una ulteriore esperienza pratica
di cui beneficiare in ambito professionale, dato che questo tipo di
operazioni sono frequenti nei lavori svolti sulle piattaforme. Per
loro, che hanno iniziato il corso a settembre, si è trattato
dell'ultima significativa applicazione pratica delle conoscenze
didattiche acquisite (la conclusione del modulo è pochi giorni dopo).
Tutti hanno avuto l'opportunità di sistematizzare le propria
formazione utilizzando strumenti specifici del settore della subacquea
industriale e operare, attraverso le tante esercitazioni fin qui
organizzate, in una serie di contesti professionali: dalla rilevazione
batimetrica di una fondale marino, al lavoro di taglio una superficie
metallica; dalle operazioni in un impianto ittico alle riprese video
subacquee.
Oltre ad essere parte del programma, questa iniziativa rappresenta un
traguardo importante per il CEDIFOP, in un anno caratterizzato da una
serie di riscontri di prestigio. Su tutti, l'organizzazione del
convegno sulla legislazione in materia di subacquea e l'attenzione
dedicata al Centro dai mass media (es. lo speciale realizzato da Oasi
Tv, in onda a novembre su Sky). Da sottolineare inoltre il recente
conseguimento della certificazione Iso 9001 e l'avvio del percorso per
l'adesione da Full Member a IDSA - International Diving Schools
Association.
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CEDIFOP news n. 19
- Gennaio 2008 - articolo 034
Palermo: immersione per gli allievi del
CEDIFOP
(di Salvatore
D'Anna)
Immersioni nelle acque
del porto di Palermo per gli allievi OTS del centro studi Cedifop, la
scuola di formazione per operatore tecnico subacqueo specializzato
diretta da Manos Kouvakis. La mattina del 14 dicembre, presso il molo
Vittorio Veneto dello scalo palermitano, si è svolta l'esercitazione
che ha visto, secondo gli standard IDSA (International Diving Schools
Association), l'immersione di un palombaro e di un sommozzatore OTS
tramite l'uso di una campana aperta e del R.O.V. (Remotely Operated
Vehicles).
Per la prima volta in assoluto il CEDIFOP ha messo a disposizione dei
suoi allievi la campana aperta, uno strumento che permette al tecnico
di immergersi in acqua fino a una profondità di 30/50 metri:
l'operatore prende posto all'interno della campana, che poi viene
calata direttamente sul fondale. Una sorta di vero e proprio
"ascensore" che riduce al minimo i rischi per il sommozzatore.
Ha assistito all'esercitazione Giulio Melegari, presidente dell'IDSA,
che ha tenuto anche una lezione teorica agli allievi OTS sul tema
"dinamica di incidenti subacquei". L'IDSA è un'associazione
internazionale nata 26 anni fa che riunisce le scuole di 34 nazioni
che fanno formazione professionale per sommozzatori e subacquei. In
Italia sono solo due le scuole che ne fanno parte. Una è, appunto, il
CEDIFOP di Palermo, che si avvia a diventare "full member" IDSA.
"L'Italia ha da sempre una grossa tradizione nel settore delle
immersioni - ci dice Melegari - e oggi può contare su strutture
all'avanguardia e di ottima qualità come il CEDIFOP. Purtroppo, però,
scontiamo gravi carenze legislative. Non c'è una legge che differenzi
con chiarezza la figura dell'OTS sia da chi si occupa di subacquea
sportiva, sia dai normali operai. Per la legge oggi l'OTS è un normale
metalmeccanico. Gli altri Paesi, da questo punto di vista, sono molto
più avanti di noi".
Palermo, intanto, è candidata ad ospitare il meeting internazionale
dell'IDSA nel 2009, che di anno in anno vede alternarsi nella sua
organizzazione gli Stati Uniti e un paese europeo tra quelli membri.
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