CEDIFOP news n. 54 - Dicembre 2010 - articolo 101
Subacquea industriale e Scuola, 2^
edizione a cura di CEDIFOP e ITIS "A. Volta" di Palermo
(di Nini Radicini)
L'11 e il 12 novembre
2010 si è svolto un incontro organizzato dal CEDIFOP e dall'Istituto
Tecnico Industriale "Alessandro Volta" di Palermo, orientato alla
promozione della subacquea industriale e della cultura del mare
applicata in ambito professionale. L'iniziativa, alla seconda edizione
dopo quella del 2009, prosegue la collaborazione tra il CEDIFOP di
Palermo, specializzato nella formazione di OTS (Operatori Tecnici
Subacquei), e l'ITIS "A. Volta", istituto tra i più frequentati in
Italia (più di duemila studenti). Una collaborazione fondata sulla
complementarietà tra qualificazione professionale nell'ambito della
subacquea industriale e la tipologia di studi dell'Istituto. Uno dei
risultati di tale collaborazione è lo stage degli allievi dei corsi
OTS del CEDIFOP nei laboratori/officina dell'ITIS "A. Volta".
Alla manifestazione hanno anche partecipato, per la prima volta, oltre
agli allievi OTS del CEDIFOP del corso settembre-dicembre '10,
provenienti da varie regioni Italiane (Campania, Lazio, Molise,
Puglia, Sardegna, Sicilia), anche la Capitaneria di Porto di Palermo
rappresentata dal Comandante di Corvetta (C.P.) Tino Alongi e una
delegazione del 37° stormo (aeroporto militare di Trapani Birgi)
guidata dal Maresciallo Salvo Anello.
Alle varie classi di studenti che si sono susseguite nell'aula
assegnata dall'Istituto, allo stand del CEDIFOP, il docente Francesco
Costantino, ha descritto le caratteristiche della subacquea
industriale e della professione di OTS, sottolineando le differenze
con la subacquea sportiva. E' stato presentato l'equipaggiamento
utilizzato da un OTS ed evidenziate le specificità professionali, tra
cui la possibilità di svolgere i lavori in immersione con
disponibilità continua di aria, inviata dalla superficie, e il
collegamento in audio e video costante dell'operatore con la
postazione a terra, attraverso una delle funzioni del cavo ombelicale.
E' stato descritto il corso di formazione per OTS del CEDIFOP, le
opportunità lavorative e le specializzazioni successive. Alla
conclusione di ogni sessione, gli studenti, oltre a porre domande
relative in particolare alle prospettive professionali e alla
sicurezza sul lavoro, hanno avuto la possibilità di provare il casco
Kirby Morgan, constatandone le funzionalità in particolare il
collegamento audio.
La formazione nella subacquea industriale e le specificità dell'ITIS
"A. Volta" trovano un punto di incontro ideale nella meccanica, in
particolare nell'ambito delle operazioni di saldatura e taglio;
attività in cui un OTS può essere impiegato e, di recente, la sua
rilevanza, come ambito professionale, è aumentata. Per un allievo del
CEDIFOP la saldatura e il taglio subacqueo sono materia del corso, sia
con lezioni di teoria sia con esercitazioni. In tal modo si ha una
preparazione molto più ampia, che rende possibile seguire anche le
fasi precedenti e successive allo svolgimento del lavoro (es.
pianificare il tipo di intervento, compiere riprese video in
immersione, redigere una relazione su quanto svolto), così come è di
norma nell'ambito dell'industria energetica (petrolio, gas naturale)
per la installazione e la riparazione di oleodotti e gasdotti; per la
riparazione e la costruzione di navi; per lavori nelle piattaforme
petrolifere.
Lo stage CEDIFOP/ITIS "A.Volta" ha rappresentato una ottima occasione
di convergenza tra scuola e formazione professionale, in particolare
in un settore in cui sono molto richieste figure professionali
specializzate, sia dal punto di vista dell'abilità in lavori subacquei
sia nella conoscenza delle necessarie procedure di sicurezza, che
cominciano già prima dello svolgimento del lavoro in immersione, come
sempre sottolineato nei corsi del CEDIFOP. Agli studenti è stato
evidenziato quanto sia importante seguire un percorso formativo
coerente, fondato sulla qualità dei programmi e sulla linearità nella
eventuale specializzazione. Il CEDIFOP applica gli standard formativi
di IDSA (International Diving Schools Association) e, a seguito della
sua adesione come "Full Member", può specializzare gli OTS fino al
livello "Top Up", in una sequenza di corsi di formazione, ("OTS", "OTS
- IDSA LEVEL 2", "DIVER MEDIC/IMCA" - "OTS - TOP UP - IDSA LEVEL 3"),
garantendo i più alti standard di qualità e specializzazione specifica
del settore.
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CEDIFOP news n. 54 - Dicembre 2010 - articolo 100
Cosa significa:
(di Manos Kouvakis)
Sommozzatore: persona in
possesso “dell'attestato di qualifica professionale, con allegato
brevetto, di operatore tecnico subacqueo (sommozzatore) rilasciati da
istituti di Stato o legalmente riconosciuti ovvero essere in possesso
dell'attestato conseguito al termine dei corsi di formazione
professionale effettuati secondo le modalità previste dall'art. 5
della legge 21 dicembre 1978, n. 845, e dalle relative leggi regionali
di attuazione” (Decreto Ministeriale 2 febbraio 1982 n. 144200), che
partecipa all’esecuzione dei lavori subacquei.
Attività lavorativa subacquea di BASSO FONDALE: qualsiasi tipo di
operazione subacquea da svolgersi, a scopo non diportistico, da una
batimetrica di 0 mt. e fino ad una batimetrica di – 50 mt.
(meno/cinquanta), condotta utilizzando aria compressa per la
respirazione ed eseguita da sommozzatori equipaggiati con ombelicale
collegato direttamente alla superficie.
Attività lavorativa subacquea di ALTO FONDALE: qualsiasi tipo di
operazione subacquea da svolgersi, da una batimetrica superiore ai –
50 mt. (meno/cinquanta), con l’uso di impianti per alti fondali e
camera di decompressione.
INSHORE DIVING; (definizione tratta dal sito di HSE) - tutte le
attività lavorative subacquee in prossimità della costa per effettuare
lavori di ingegneria civile, in banchine, porti, fiumi, canali
sotterranei, canali, laghi, stagni, serbatoi e vasche o piscine
artificialmente costruiti; lavori connessi all’ambiente marino ed
allevamenti ittici, che implicano il rigoroso rispetto delle norme su
salute e sicurezza sul luogo di lavoro.
L'inshore diving non comprende le immersioni: profonde oltre i -50 m.
(meno cinquanta) o in connessione con impianti offshore e gasdotti,
immersioni tecniche con utilizzo di campana chiusa o saturazione;
immersioni effettuate dalle navi con impiego di posizionamento
dinamico. Immersioni per le quali esiste una qualifica che li
riconduce alle immersioni previste per l’Offshore Diving
OFFSHORE DIVING: (definizione tratta dal sito di HSE) - tutte le
attività lavorative subacquee in collegamento con gli impianti
offshore, pozzi, gasdotti, immersioni tecniche con utilizzo di campana
chiusa e tecniche di saturazione, immersioni effettuate dalle navi con
l'impiego di posizionamento dinamico.
(N.B.: Le definizioni di "INSHORE" o "OFFSHORE", non dipendono dalla
profondità dell'immersione cioè dal "BASSO" o "ALTO" fondale, o dalla
DISTANZA DALLA COSTA, ma SOLAMENTE dal tipo di attività lavorativa da
effettuare durante l'immersione. Cioè non tutte le attività subacquee
lavorative svolte entro i - 50 metri o entro le 12 miglia sono
attività INSHORE e non sempre l'OFFSHORE è oltre ai - 50 metri o oltre
le 12 miglia).
SCUBA: Tecnica di immersione condotta con sistema singolo ed autonomo
di respirazione, costituito da erogatore a circuito aperto e bombola.
(N.B.: Immersione in SCUBA non significa - come viene interpretato
nella maggior parte dei casi - immergersi con l'ausilio di un
erogatore che è uno strumento che caratterizza una immersione di tipo
sportivo/ricreativo - ma ottenere l'aria da una bombola portata anche
sulle spalle. Ad esempio, nel caso di immersione con l'uso di un Gran
facciale o anche di un Kirby Morgan, collegato alla bombola portata
sulle spalle, l'immersione va classificata come SCUBA).
SSDE: Tecnica di immersione con gas respiratorio fornito dalla
superficie.
TOP UP; Certificazione abilitante per le immersioni di Basso Fondale
in offshore, con immersioni in SSDE dai -30 ai -50 metri di profondità
con l'uso della campana aperta (wet bell) e muta ad acqua calda (hot
water suit) e moduli specifici di addestramento.
H.S.E.: Ente governativo della Gran Bretagna, che si occupa delle
norme e degli standard di sicurezza sul lavoro;
I.D.S.A.: Associazione privata, che si occupa degli standard e dei
contenuti formativi da applicare nei corsi per la formazione dei
Commercial Diver, nei vari livelli della subacquea industriale;
(N.B.: IDSA si occupa SOLAMENTE DELLA FORMAZIONE DEI COMMERCIAL DIVER,
e la sua importanza, sta nel fatto che ha creato dei percorsi
formativi, aggiornati con cadenza annuale durante i meeting degli
associati, che vengono adottati da quelle scuole - 17 in ambito
internazionale - che hanno accettato un controllo (audit) da parte
dell'associazione (soci Full members). Un esempio analogo lo troviamo
nella subacquea sportivo/ricreativa, dove un corso, ad esempio
PADI/OPEN WATER, fatto in Italia da un istruttore PADI, è uguale allo
stesso corso fatto in Australia da un'altro istruttore PADI).
I.M.C.A.: Associazione privata, che certifica le imprese subacquee
nell'applicazione delle norme di sicurezza emanate dall' H.S.E..
(N.B.: I.M.C.A. NON PUO' FARE CORSI PER OTS, O CERTIFICARE CORSI DI
OTS FATTI DA ALTRI, MA SOLAMENTE CORSI CHE RIGUARDANO LA SICUREZZA O
IN COLLEGAMENTO CON ESSA, COME AD ESEMPIO CORSO DI "DIVER MEDIC" O
CORSI SI "SUPERVISORE DI BASSO FONDALE" O "SUPERVISORE DI ALTO
FONDALE" (ABILITANO CHI E' GIA' DA ANNI "COMMERCIAL DIVER" A COMPITI
DI RESPONSABILITA' E CONTROLLO IN SUPERFICIE). IMCA FA PROPRIE LE
DIRETTIVE DELL'H.S.E.).
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CEDIFOP news n. 53 - Novembre 2010 - articolo 099
28° meeting IDSA 2010 a Rotterdam
(di Nini Radicini)
Si è svolto a Rotterdam
(Paesi Bassi), dal 13 al 15 ottobre, il 28esimo meeting di IDSA
(International Diving Schools Association). Presenti i delegati di
scuole di formazione nel settore della subacquea industriale aderenti
all'Associazione, provenienti da 16 stati tra Europa, Africa, America,
Asia. Presenti inoltre, come osservatori, il Vice Presidente della
Commissione Lavoro e Formazione Professionale dell'Assemblea Regionale
Siciliana, On. Salvatore Lentini, e il rappresentante dell'Ispettorato
del Lavoro Norvegese, Tor Fjelldal, per la verifica dell'applicazione
del Protocollo di Lisbona sulle qualifiche professionali a livello
Europeo con i corsi IDSA, in riferimento alla direttiva 2005/36/CE del
Parlamento Europeo e del Consiglio sul riconoscimento delle qualifiche
professionali.
Nel suo discorso di saluto, L’On. Lentini ha voluto sottolineare
l’importanza che la Regione Siciliana ha attribuito negli ultimi anni
all’IDSA “Proprio per l'importanza di queste attività e per le forti
prospettive di sviluppo di questo settore da alcuni anni la Regione
Siciliana ha iniziato a guardare con attenzione alle attività
dell'IDSA, che viene da parte nostra riconosciuta come punto di
riferimento credibile e solido.….La mia presenza qui è conferma
dell'attenzione e della volontà di incrementare la collaborazione da
parte dell'Amministrazione regionale …La Regione Siciliana, che
dispone di un'ampia autonomia legislativa ed amministrativa, gestisce
diversi fondi ed interventi propri, nazionali e dell'Unione Europea
finalizzati allo sviluppo economico ed alle attività di formazione
professionale. Prevediamo, tra l'altro, di dotarci di una specifica
legge che regolamenti la formazione dei “commercial divers”,
garantendo i più alti standard di qualità e sicurezza, visto anche il
crescente interesse dei giovani verso questa attività lavorativa tanto
importante per la crescita economica della nostra isola e, come già
avviene, aumentando la cooperazione con i paesi del Mediterraneo in
questo settore.”
Il CEDIFOP di Palermo - "Full member" IDSA dal 2009 - promotore e
organizzatore della edizione dello scorso anno svoltasi nel capoluogo
siciliano, ha partecipato quest'anno con una delegazione composta dal
direttore Manos Kouvakis e da due docenti, Francesco Costantino e
Marcello Vinciguerra. All'assemblea, presieduta da Leo Lagarde, il
Centro di formazione di Palermo ha presentato una serie di proposte in
ambito organizzativo e promozionale, al fine di rafforzare la presenza
di IDSA negli organismi normativi internazionali, evidenziandone il
ruolo nell'ambito della subacquea industriale, sostenuto da un lavoro
costante di aggiornamento degli standard formativi.
Sul versante dello sviluppo normativo, il CEDIFOP, ha sottolineato
l’importanza del CEN (Comité Européen de Normalisation) e delle
organizzazioni presenti nei singoli Stati per la creazione di norme a
livello nazionale (in Italia è l'UNI - Ente Nazionale Italiano di
Unificazione), proponendo che le scuole di formazione europee,
aderenti ad IDSA, si associno ai rispettivi enti normativi nazionali,
per collaborare alla creazione di una normativa europea che riguarda
gli standard della subacquea industriale.
La proposta del CEDIFOP deriva dalla sua adesione recente a UNI come
socio effettivo e dalla partecipazione di Manos Kouvakis alla
commissione sicurezza per gli aggiornamenti e le modifiche della norma
italiana UNI 11366/2010 "Health and safety in diving and hyperbaric
professional activities - Operative procedures".
Un altro punto, a cui si è chiesto di prestare una attenzione
particolare, vista anche la presenza dell’Ispettore del Lavoro
Norvegese, Tor Fjelldal, è la direttiva 2005/36/CE del Parlamento
Europeo e del Consiglio, che riguarda il riconoscimento delle
qualifiche professionali fra gli Stati dell’UE, nel merito IDSA,
attualmente rappresenta una associazione che può proporre, a livello
europeo, una piattaforma comune, in quanto gli standard formativi
dell’associazione sono già riconosciuti in sette paesi Europei, per
favorire la libera circolazione dei commercial diver, garantendo al
tempo stesso adeguati livelli di qualifica. In tal senso
l’applicazione degli standard IDSA, nella formazione dei Commercial
Diver - nel rispetto della competenza degli Stati membri a decidere le
qualifiche richieste per l'esercizio delle professioni sul proprio
territorio, nonché il contenuto e l'organizzazione dei rispettivi
sistemi di istruzione e di formazione professionale, come pure nel
rispetto del diritto comunitario e in particolare di quello sulla
libera concorrenza - rappresentano una serie di criteri che permettono
di colmare l’ampia gamma di differenze sostanziali tra gli Stati
membri, che regolamentano la professione in questione.
In tal senso è stata sottolineata l’importanza di stabilire una
comunicazione costante con gli uffici di competenza della UE, per la
promozione di quanto realizzato dall'Associazione.
Il CEDIFOP ha suggerito inoltre di dare maggiore rilevo alle procedure
di audit periodici, per le scuole aderenti come full members e ai
controlli sulla qualità dei soci Industrial members, in modo che vi
siano riscontri costanti sulla qualità degli standard applicati.
La qualità nella formazione richiesta da IDSA agli aderenti e la
specializzazione nel settore della subacquea industriale possono
allora diventare motivo per la creazione di una banca dati di
brevettati IDSA, gestita da IDSA e a disposizione dei soci Industrial
members IDSA, ciò rappresenterebbe un punto di incontro di alto
profilo qualitativo tra domanda e offerta di lavoro specializzato, tra
Commercial diver e aziende del settore. Per gli iscritti vi sarebbe
inoltre la possibilità di accedere ad aggiornamenti nel settore, per
esempio relativi alle legislazioni nazionali in materia e alle
tipologie di contratti.
Il meeting 2010 è stato organizzato dalla SMIT International, di
Rotterdam, azienda storica (fondata nel 1842) del settore marittimo e
leader mondiale nei recuperi e nelle maggiori operazioni marittime,
come ad esempio il recupero di 41 relitti nel Canale di Suez, nel
1957, il recupero del sottomarino nucleare russo Kursk nel 2000, a 108
metri di profondità, stabilendo un record mondiale, in quanto era il
più pesante relitto recuperato a quella profondità, la bonifica del
relitto della petroliera Haven a Genova nel 2008 e tanti altri.
Attualmente la SMIT dispone di una flotta di 400 navi di vario tipo e
5000 dipendenti di cui 2000 solo a Rotterdam.
Varie fasi della tre giorni di Rotterdam sono presenti in un video
pubblicato nel sito del CEDIFOP (www.cedifop.it/video/video_99.htm).
Nel 2011, il Meeting IDSA avrà luogo a Karlskrona, in Svezia.
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CEDIFOP news n. 53 - Novembre 2010 - articolo 098
La Sicilia investe nella subacquea
(di Leonardo Lodato)
Si conclude domani a
Rotterdam, in Olanda, la 28ª edizione del Meeting Idsa (International
Diving School Association), che mette a confronto le più importanti
didattiche di subacquea industriale.
Lo scorso anno, il meeting è stato ospitato a Palermo, sede del
Cedifop (Centro di Formazione Professionale), diretto da Manos
Kouvakis presente, a Rotterdam, insieme con i docenti Marcello
Vinciguerra e Francesco Costantino.
A portare i saluti per conto della Regione siciliana, l’onorevole
Salvatore Lentini, deputato all’Assemblea regionale siciliana e
vicepresidente della commissione Formazione e Lavoro dell’Ars. Nel suo
discorso, Lentini ha voluto sottolineare la forte vocazione dell’Isola
per le attività nautiche in genere e per quelle subacquee in
particolare.
«Oltre ai lavori nei fondali dei porti – ha spiegato Lentini -
assumono grande importanza i gasdotti che ci collegano con il Nord
Africa, le piattaforme petrolifere operanti nel Canale di Sicilia, le
infrastrutture connesse all’industria chimica situata lungo le coste
siciliane. È nostra intenzione - ha spiegato Lentini - sfruttare le
opportunità e le sinergie per rendere la Sicilia il punto di
riferimento strategico-geografico sia per la formazione dei
“commercial divers”, che per l’eccellenza formativa nell’area del
Mediterraneo».
Soddisfazione è stata espressa dal direttore del Cedifop, Manos
Kouvakis, ente accreditato per tali attività e che ha al suo attivo
anni di esperienza e riconoscimenti internazionali.
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CEDIFOP news n. 52 - Ottobre 2010 - articolo 097
CEDIFOP: Corsi e Specializzazioni
per OTS ad OSLO 28imo meeting IDSA 2010 a Rotterdam
(di Nini Radicini)
La nuova stagione del
CEDIFOP, centro di formazione professionale di Palermo specializzato
nella qualificazione di Operatori Tecnici Subacquei, sarà
caratterizzata oltre che dalle due consuete sessioni di corsi per OTS
(settembre/dicembre 2010 e febbraio/maggio 2011) da una serie di
iniziative e corsi di specializzazione per Diver Medic/Imca
(International Marine Contractors Association) nel gennaio/febbraio
2011 e di "Top Up" a luglio/agosto 2011. In fase di organizzazione
della didattica relativa ai due corsi di specializzazione, il CEDIFOP
sta potenziando la qualità della sua struttura formativa. In
particolare, per quanto riguarda il corso di "TOP UP", ha previsto la
partecipazione di un suo docente, Francesco Costantino, dal 26
settembre al 3 ottobre 2010, ad uno stage in Norvegia, presso la
N.Y.D. - Norwegian School of Commercial Diving di Oslo (come CEDIFOP,
NYD è una delle 17 scuole accreditate IDSA a livello mondiale -
www.nyd.org), al termine del quale conseguirà l'abilitazione
all'insegnamento nel corso di specializzazione per il TOP UP, secondo
gli standard IDSA. Sia la possibilità di poter organizzare il corso di
livello "Top Up" per OTS, sia la qualità specialistica nella
formazione anche dei docenti, è effetto dell'adesione di CEDIFOP a
IDSA (“Full member” da ottobre 2009) e dalla derivante necessità per
il Centro di allinearsi, ed applicare, gli standard previsti, a
livello internazionale, da tutte le scuole full members
dell'Associazione.
Intanto è iniziato il corso per OTS di settembre/dicembre 2010.
Partecipano venti allievi provenienti da varie regioni italiane: Lazio
(1), Molise (1), Puglia (4), Campania (1), Sardegna (6), Sicilia (7).
Una costante nelle classi di allievi OTS del CEDIFOP è proprio la
varia provenienza regionale. Poco prima dell'avvio della nuova
stagione formativa, il CEDIFOP è diventato Socio Effettivo UNI (Ente
Nazionale Italiano di Unificazione). CEDIFOP ha manifestato
l'intenzione di partecipare all'aggiornamento della normativa sulla
formazione nella subacquea industriale e nell'area della "Sicurezza
nelle attività subacquee ed iperbariche industriali".
La finalità del CEDIFOP è la qualità della formazione, in modo da
essere in linea con gli standard formativi richiesti agli OTS su scala
internazionale e la sicurezza sul lavoro, riferimento essenziale sia
nello svolgimento della didattica, sia nelle esercitazioni, sia, in
senso più ampio, nella formazione culturale degli allievi. E' una
conferma ulteriore del modo propositivo in cui il CEDIFOP prosegue
l'attività formativa: promuovendo iniziative per la promozione della
cultura del mare e delle professioni; sviluppando idee e progetti,
quale ad esempio quello per un disegno di legge che aggiorni la
normativa nel settore della subacquea industriale abbracciando sia il
lato professionale che quello formativo.Il comparto della subacquea
industriale è caratterizzato da una significativa domanda di
professionalità e, al pari, di una professionalità che sia la più
qualificata possibile. Una ricerca pubblicata ad inizio agosto 2010 in
Gran Bretagna, ha rilevato che il settore delle energie alternative,
in particolare quello della produzione di elettricità dal vento,
richiederà nei prossimi sei anni oltre 2.200 subacquei industriali. I
Commercial Divers (di cui l'OTS rappresenta la parte iniziale del
percorso formativo) saranno impiegati sia nella installazione, sia
nella manutenzione degli impianti. In particolare 1.700 saranno
necessari nella fase di installazione, con una domanda di 500
Commercial Divers nel 2013, soprattutto da Germania e Gran Bretagna.
Dal 2016, altri 500 Commercial Divers saranno richiesti per la
manutenzione. Da notare che lo studio rileva come dal 2010 al 2016 la
maggior parte degli Commercial Divers saranno richiesti per
installazioni delle turbine a profondità 20-39 metri (molti dei
progetti delle aziende del settore vengono realizzati offshore), con
un aumento di quelle a più di 40metri (fino al 2008 la maggior parte
delle turbine era installata tra 10-19 metri).
Dal 13 al 15 ottobre CEDIFOP partecipa alla conferenza annuale di
IDSA, quest'anno a Rotterdam. Lo scorso anno fu organizzata a Palermo,
su iniziativa del CEDIFOP. E' la 28esima edizione del meeting che
riunisce le scuole IDSA da tutto il mondo, aderenti all'Associazione.
Una occasione di incontro tra enti di vari stati, di confronto, di
elaborazione e di aggiornamento degli standard formativi. Il CEDIFOP,
che parteciperà con una nutrita delegazione di 9 unità, prevede la
presentazione di una serie di proposte in ambito tecnico,
organizzativo e promozionale.
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CEDIFOP
news n. 52 - Ottobre 2010 - articolo 096
Cedifop diventa socio Uni.
Un ulteriore standard che qualifica la professionalità dei corsi per
Ots della scuola di Palermo
(di Giovanni Di
Gregorio)
Lo scorso giugno è
entrata in vigore la “norma Uni” intitolata “Sicurezza e tutela della
salute nelle attività subacquee ed iperbariche professionali al
servizio dell’industria - Procedure operative”. La norma specifica
definisce i criteri e le modalità per l’esecuzione di attività
subacquee ed iperbariche professionali a servizio dell’industria, le
caratteristiche delle attrezzature e degli equipaggiamenti utilizzati
ed i requisiti di natura professionale che deve possedere il personale
coinvolto, tali da garantire la sicurezza e la tutela della salute dei
medesimi lavoratori durante l’espletamento ditali attività.
L’Uni, Ente nazionale italiano di unificazione , è un’associazione
privata senza fine di lucro riconosciuta dallo Stato e dall’Unione
europea, che studia, elabora, approva e pubblica le norme tecniche
volontarie in tutti i settori industriali, commerciali e del terziario
(tranne in quelli elettrico ed elettrotecnico), rappresentando
l’Italia presso le organizzazioni di normazione europea (Cen) e
mondiale (Iso).
Scopo dell’Ente è l’elaborazione di norme tecniche che contribuiscano
al miglioramento dell’efficienza e dell’efficacia del sistema
economico- sociale italiano e che siano strumenti di supporto
all’innovazione tecnologica, alla competitività, alla promozione del
commercio, alla protezione dei consumatori, alla tutela dell’ambiente,
alla qualità dei prodotti e dei processi. I soci Uni sono imprese,
professionisti, associazioni, enti pubblici, centri di ricerca e
istituti scolastici che aderiscono a queste regolamentazioni
volontarie. Da settembre 2010 il centro studi Cedifop è diventato
socio effettivo dell’Uni, posizione che gli consente di partecipare ai
lavori delle commissioni tecniche per contribuire alla definizione
delle normative e alle successive revisioni. Un ulteriore
riconoscimento che certifica la professionalità e qualità dei corsi
per Ots del Cedifop
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CEDIFOP news n. 52 - Ottobre 2010 - articolo 095
CEN e i Soci UNI da Palermo
Il Comitato europeo di
normazione (European Committee for Standardization in inglese, Comité
européen de normalisation in francese), meglio noto con l'acronimo
CEN, è un ente normativo che ha lo scopo di armonizzare e produrre
norme tecniche (EN) in Europa in collaborazione con enti normativi
nazionali e sovranazionali quali per esempio l'ISO.
Il CEN, fondato nel 1961, lavora in accordo alle politiche dell'Unione
europea e dell'EFTA (Associazione europea di libero scambio) per
favorire il libero scambio, la sicurezza dei lavoratori e dei
consumatori, la protezione dell'ambiente, eccetera.
Gli standard europei prodotti dal CEN sono normative armonizzate e
adattate dai singoli Paesi che li accolgono, come per esempio l'UNI in
Italia.
In Europa, i Paesi membri del CEN Comitato Europeo di Normazione,
sono: Austria, Belgio, Bulgaria, Croazia, Cipro, Repubblica Ceca,
Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda,
Islanda, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Norvegia,
Paesi Bassi, Polonia Portogallo, Romania, Regno Unito, Slovacchia,
Slovenia, Spagna, Svezia Svizzera e Ungheria.
In questi Paesi operano organizzazioni nazionali di normazione per la
creazione di norme a livello nazionale. In Italia l’organizzazione
nazionale equivalente è l’UNI - Ente Nazionale Italiano di
Unificazione, che è un’associazione riconosciuta dallo Stato e
dall’Unione Europea, che studia, elabora, approva e pubblica norme
tecniche volontarie.
In Italia l'nserimento del CEDIFOP, come socio effettivo UNI, e la
partecipazione alla commissione sicurezza per gli aggiornamenti e le
modifiche della norma italiana 11366 “Sicurezza e tutela della salute
nelle attività subacquee ed iperbariche professionali al servizio
dell’industria - Procedure operative” (titolo inglese: “Health and
safety in diving and hyperbaric professional activities - Operative
procedures”); permetterà di sottolineare l’importanza dei percorsi
formativi adottati dal CEDIFOP, nella parte della normativa che
riguarda la formazione dei commercial diver, dove l'OTS Italiano,
rappresenta la parte iniziale di un percorso formativo più completo,
se confrontato agli standard formativi internazionali.
Questo è l'elenco dei soci effettivi dell'UNI, in ordine alfabetico,
provenienti da Palermo. (Questo elenco è visibile anche nel sito
dell'UNI.):
1. AMAP SPA; 2. AMG ENERGIA SPA; 3. ARPA SICILIA; 4. C.I.A.P.I.
PALERMO; 5. CATANIA ONOFRIO; 6. CEDIFOP; 7. CHIBIVET SRL; 8. GEOLAB
SRL; 9. INFRASTRUTTURE SRL; 10. ISTITUTO DIAGNOSTICO SICILIANO SRL;
11. ISTITUTO REGIONALE DELLA VITE E DEL VINO; 12. ISTITUTO
ZOOPROFILATTICO SPERIMENTALE DELLA SICILIA; 13. ORDINE INGEGNERI
PROVINCIA DI PALERMO; 14. ORSA; 15. SARE SUD SPA; 16. SICURCERT
ORGANISMO DI CERTIFICAZIONE SRL; 17. SOFINANCE SERVIZI SRL; 18.
TECHSYSTEM SPA; 19. UNIVERSITA' PALERMO BIBL.CENTRALE FAC.INGEGNERIA ;
20. UNIVERSITA' PALERMO DIP.ING.STRUTT.GEOTEC.(DISEG)
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CEDIFOP news n. 51 - Settembre 2010 - articolo 094
Riepilogando, al ritorno dalle
ferie:
(di Manos Kouvakis)
Facciamo il punto della
situazione ad oggi, naturalmente dando un'occhiata alla proposta
legislativa Bellotti/Lo Presti/Carlucci, che dopo un rapido avvio, con
proposte, emandamenti approvati e non, che si possono visionare
collegandosi al seguente link, della Camera dei Deputati, (ma siamo
fermi al 16 Settembre 2009):
http://nuovo.camera.it/453?bollet=_dati/leg16/lavori/bollet/200909/0916/html/11#89n1
seguiti dal Nulla Osta di tutte le Commissioni (ma con condizioni ed
osservazioni imposte) eccetto quello della V Commissione (Bilancio e
Tesoro) che ha richiesto una relazione tecnica, ai sensi dell'articolo
11-ter, comma 3, della legge n. 468 del 1978, in data 5 Novembre 2009,
essa si è arenata in acque piuttosto calme.
Niente di più, anche se va registrato un piccolo passo avanti, con la
presentazione del dossier del 28 ottobre 2009, che si può leggere qui:
http://nuovo.camera.it/view/doc_viewer_fu%33D6%D%26navette%3D
Visto dall'ottica di un ente formativo, essendo CEDIFOP una scuola, va
commentata positivamente, la parte della proposta che riguarda i
riconoscimenti dell'HSE, introdotti con la proposta LO PRESTI,
riproposti come emendamenti e confermati anche nel dossier del 28
ottobre 2009, dove testualmente si legge:
" Disciplina in materia di formazione professionale
La norma, tra i requisiti richiesti per l’iscrizione al registro degli
operatori, prevede il diploma o l’attestato di qualifica rilasciato da
istituti statali o da centri di formazione professionale legalmente
riconosciuti dallo Stato o accreditati dalle regioni, conseguiti al
termine di corsi di formazione professionale conformi agli standard
internazionali dell’Health and Safety Executive (HSE) (comma 1,
lettera d).
Al riguardo appare opportuno che il Governo confermi che
dall’attuazione della norma non conseguono oneri per la finanza
pubblica, trattandosi di attività di certificazione ed accreditamento
che dovrebbero essere già attualmente svolte dallo Stato e dalle
regioni."
Ma nel frattempo, qualcosa si sta muovendo, come l'Ordinanza n.
25/2010 del 17 Marzo 2010, dell'Ufficio Circondariale Marittimo di
ANZIO, che si può leggere integralmente al seguente link:
http://www.cedifop.it/appunti/ord-ANZIO.htm
che si affianca alla ormai famosa Ordinanza n. 77 del 1992 della
Capitaneria di Porto di Ravenna.
Inoltre, nel mese di Luglio 2010, è stata per la prima volta
pubblicata la norma UNI 11366 dal codice ICS : 13.100, dal titolo
"Sicurezza e tutela della salute nelle attività subacquee ed
iperbariche professionali al servizio dell'industria - Procedure
operative" (Titolo in lingua inglese: Health and safety in diving and
hyperbaric professional activities - Operative procedures).
Un passo molto importante, e noi diamo il benvenuto a questa norma,
che anche se, ancora, con molte imperfezioni e lacune, visto che per
ora è "infarcita" con molti passi presi dalla subacquea sportiva o
sconfinamenti in competenze che riguardano esclusivamente Enti
Pubblici e Amministrazioni Regionali, ma tutto sommato piccole
imperfezioni che si spera vengano corrette, nelle successive versioni
della norma, senza con questo voler diminuire l'importanza del lavoro
svolto fino ad ora, come primo passo, sperando che l'iniziativa
sommata agli sforzi e volontà di tutti, permetta anche all'Italia, in
un futuro prossimo ma vicino, di affacciarsi in modo autonomo in
ambito Internazionale.
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CEDIFOP news n. 50 - Agosto 2010 - articolo 093
Tipologie di immersioni nei
riconoscimenti HSE
(di Manos Kouvakis)
HSE, riconosce 8
categorie specifiche per la subacquea, di queste, le prime 2 sono la
n. 1 “Offshore Diving” e la n. 2 “Inland/Inshore Diving”.
Come abbiamo già scritto, la differenza fra Offshore diving e Inland/Inshore
diving non riguarda solamente la profondità ma principalmente la
tipologia dell’immersione.
In tal senso vengono classificate come Offshore diving le immersioni
che sono collegate con i lavori che vengono svolti sulle piattaforme
petrolifere e lavori similari in collegamento con gli impianti
offshore, pozzi e gasdotti, con immersioni effettuate dalle
piattaforme o dalle navi; mentre vengono classificate come Inland/Inshore
diving le immersioni per effettuare lavori di ingegneria civile,
lavori connessi all’ambiente marino ed allevamenti ittici, in
banchine, porti, fiumi, canali, laghi, stagni, serbatoi e vasche,
piscine artificialmente costruite allo scopo di nuoto, acquari ecc.,
questa tipologia NON INCLUDE immersioni profonde oltre i -50 metri o
immersioni in connessione con impianti off-shore e gasdotti operanti,
anche, entro il limite di 12 miglia a profondità anche inferiori a
-50m; o per le quali esiste una qualifica che li riconduce alle
immersioni previste per l’Offshore Diving
HSE diversifica queste immersioni anche per il tipo di attrezzature
usate e profondità secondo le seguenti categorie:
SCUBA: cioè immersioni in scuba, questa categoria NON è presente
nell’OFFSHORE diving. Va sottolineato, che le immersioni in scuba
nella subacquea industriale, si differenziano da quelle della
subacquea sportivo/ricreativa, per l'uso OBBLIGATORIO della cima di
sicurezza usata dal diver; cioè per l'obbligatorietà del contatto
continuo con la superficie.
SCUBA e SSDE: (Scuba and Surface Supplied Diving Equipment) immersioni
con attrezzature scuba o casco rigido per una profondità fra 0 e -30
metri. Presenti sia in Offshore diving e che in Inland/Inshore diving.
Qui vengono riconosciuti i percorsi formativi che garantiscono oltre
che la profondità anche esercitazioni specifiche che riguardano la
qualità e la sicurezza.
Surface Supplied Diving – TOP UP: immersioni con attrezzature del tipo
casco rigido ad una profondità dai -30 ai -50 metri. Questo tipo di
immersioni è solo per l’offshore diving. Include, oltre alla
profondità anche esercitazioni specifiche per la sicurezza, usando
attrezzature specifiche (campana aperta/hot suite ecc), durante i
percorsi formativi riconosciuti dall’HSE .
Closed Bell Diving: anche qui solo per l’offshore diving per
immersioni che superano la profondità di -50 metri, con l’uso di
attrezzature specifiche (campana chiusa, ecc)
HSE, riconosce i percorsi formativi inserendoli nella sua approved
list nell’apposita categoria per i diversi Paesi, oppure, nel caso di
Paesi che ancora non hanno riconoscimenti ufficiali, dopo un attento
esame dei contenuti del percorso formativo, rilascia una
certificazione di approvazione per una delle categorie descritte
sopra. Qui i percorsi imposti dall’IDSA alle 19 scuole che riconosce a
livello mondiale, offrono una qualità nella formazione che se
garantita anche dai controlli statali – in Italia dall’Ispettorato al
Lavoro, ecc. - della nazione dove si trova la scuola, ottiene il
riconoscimento dell’HSE, su richieste individuali.
Attualmente questo percorso viene applicato ai corsi del CEDIFOP con
riconoscimento immediato dei corsi per OTS, e certificazione su
richiesta al completamento del percorso del commercial diver, con il
conferimento della certificazione del TOP UP/HSE.
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CEDIFOP news n. 50 - Agosto 2010 - articolo 092
CEDIFOP: La subacquea industriale
dalla formazione alle nuove prospettive.
L'Ue per l'incremento del valore del mare come risorsa energetica
(di Nini Radicini)
A fine maggio, il CEDIFOP
ha ricevuto il via libera al corso di 800 per OTS (Operatore Tecnico
Subacqueo), approvato dall'Assessorato Regionale del Lavoro, della
Previdenza Sociale, della Formazione Professionale e dell'Emigrazione
- Dipartimento Regionale Formazione Professionale. Alla conclusione
del corso, gli allievi che supereranno l'esame conseguiranno
l'attestato di qualifica professionale di OTS, valido per l'iscrizione
al Registro Sommozzatori del Ministero dei Trasporti, presso una
Capitaneria di Porto sul territorio nazionale, e per il rilascio del
Libretto di Ricognizione. Otterranno inoltre il brevetto di
sommozzatore e il certificato di qualifica di "Saldatore Subacqueo",
secondo la normativa europea (al superamento degli esami della
materia). Il corso è riconosciuto dall'ente governativo britannico
H.S.E (Health and Safety Eecutive) per Offshore/Inland/Inshore diving
per SCUBA e Surface Supplied Diving. Costituisce inoltre credito
formativo qualora l'OTS voglia poi conseguire la certificazione IDSA
Level 2 (A+B+C) e quella successiva per il "Top Up", secondo i
percorsi formativi del CEDIFOP che applicano le direttive in merito
stabilite da IDSA (International Diving Schools Association).
L'applicazione delle direttive IDSA determina per l'allievo OTS, e per
l'OTS che sceglie di raggiungere le varie specializzazioni, la
possibilità di conseguire cultura tecnica e capacità operative con gli
standard richiesti nel settore industriale, rendendoli in grado di
essere subito impiegati dalle aziende. L'adesione a IDSA è stata
quindi un riconoscimento di prestigio per il CEDIFOP ed è un riscontro
indicativo per gli allievi. La professione dell'OTS e la subacquea
industriale sono infatti in evoluzione proporzionale allo sviluppo
delle tecnologie applicate sia nelle attrezzature sia nell'utilizzo
delle fonti energetiche. Oltre ai lavori in ambito portuale e nelle
piattaforme petrolifere offshore, un OTS può essere impiegato anche
nella realizzazione e nella manutenzione di impianti che utilizzano
energie alternative per la produzione di elettricità.
E' di metà giugno la notizia della prossima realizzazione di un
impianto nel mare d'Irlanda che, utilizzando la potenza generata dal
vento, produrrà energia elettrica per oltre centomila abitazioni. Una
iniziativa che si prevede avrà un seguito, poichè la Gran Bretagna ha
deciso di recente di incrementare la valorizzazione del mare come
risorsa. Il 7 luglio 2010, Maria Damanaki (Grecia), Commissario
Europeo per gli Affari Marittimi e la Pesca, nel corso di un
intervento al Parlamento Europeo in merito alla dimensione marittima
della fuoriuscita di petrolio nel Golfo del Messico, ha ricordato le
prospettive notevoli nell'utilizzo del mare come risorsa energetica.
Oltre l'energia del vento, anche quella derivante dalle onde, delle
maree, dall'utilizzo delle alghe, dal potenziale termico del mare.
L'utilizzo di queste fonti può avviare sia opportunità di lavoro nel
settore marittimo e nelle aree costiere per gli operatori nella
subacquea industriale, sia la possibilità di creare nuove figure
professionali specializzate nel settore.
Nell'ambito degli OTS, il CEDIFOP - Full Member IDSA - dal 2010 oltre
alla formazione degli OTS, ha iniziato dei moduli di specializzazione
al fine di ampliarne le competenze. Si tratta del brevetto Level 2
(A+B+C), con immersioni fino a trenta metri, il cui primo corso è
stato realizzato tra giugno-luglio 2010 (20 giorni) e, in previsione,
quello di Diver Medic (10 giorni). Del primo, nel canale YouTube del
CEDIFOP (www.youtube.com/user/cedifop) è stato pubblicato un video
esemplificativo delle esercitazioni svolte.
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CEDIFOP news n. 49 - Luglio 2010 - articolo 091
O.T.S. IDSA LEVEL 2: Sviluppare la
preparazione.
CEDIFOP presenta il primo corso di specializzazione con modulo IDSA
(A+B+C)
(di Nini Radicini)
Dal 10 giugno al 6 luglio
2010 il CEDIFOP ha svolto il primo corso integrativo per Operatore
Tecnico Subacqueo con un percorso formativo valido per il
conseguimento del brevetto IDSA Level 2, (A+B+C), o (A+C), attestato
di qualifica professionale timbrato dalla Regione Siciliana e brevetto
rilasciato da IDSA (International Diving Schools Association). Il
corso rispetta gli standard dell'HSE (Health and Safety Eecutive),
lista Approved Diving Qualifications del 01/05/2009, per l'Offshore
diving (schedule 1 HSE) per SCUBA e Surface Supplied Diving e Inland/Inshore
diving (schedule 2 HSE) per SCUBA e Surface Supplied Diving.
Il percorso formativo è riconosciuto dall'HSE; i brevetti IDSA sono
riconosciuti, anche, come titolo di stato in Austria, Belgio, Olanda e
stati scandinavi (Danimarca, Finlandia, Norvegia, Svezia) - dove gli
standard IDSA sono stati recepiti in tutte le scuole del settore - ed
è credito formativo da utilizzare per il conseguimento della
certificazione Top Up, nei percorsi del CEDIFOP per Commercial Diver.
Hanno partecipato otto allievi (il corso si svolge in 160 ore),
selezionati in base a requisiti necessari per l'ammissione. L'accesso
al corso è infatti subordinato al numero e tipologia di immersioni e
ai tempi realizzati registrati nel LogBook. Secondo quanto stabilito
nel regolamento di IDSA, se i numeri e i tempi di immersioni sono
vidimati da scuole non riconosciute da IDSA o conseguiti durante
attività lavorative, allora sono considerati al 50%. Le esercitazioni,
che includono anche l'utilizzo della camera iperbarica, sono state
effettuate presso la sede di Alpe Sub, ai Cantieri Navali di Palermo,
e nel campo boe Eni ed Esso di Palermo. Gli OTS hanno utilizzato
diverse attrezzature per lavori subacquei, come martelli demolitori
oleodinamici, palloni di sollevamento, idropulitrici, sorbona, ed
hanno effettuando operazioni di taglio subacqueo con pinza "broco",
flangiatura e carenaggio (quest’ultima su un catamarano di linea
Palermo Ustica).
Alcune esercitazioni si sono svolte alla presenza di Alan Bax,
amministratore di IDSA, in visita al CEDIFOP, Full Member di IDSA
dall'ottobre 2009. Il sistema di preparazione di IDSA è di tipo
modulare. L'OTS che realizza la formazione A+B+C (Teoria+Scuba+Surface
Supplied), o A+C (Teoria+Surface Supplied), consegue le competenze per
lo svolgimento di lavori fino a -30 metri di profondità, utilizzando
l'equipaggiamento e le attrezzature previste. I moduli successivi D ed
E estendono la preparazione dell'OTS all'utilizzo della campana aperta
(immersioni dai -30 a -50 metri) e della campana chiusa (immersioni
oltre i -50 metri). Una della caratteristiche principali dei corsi del
CEDIFOP è la volontà di progettare esercitazioni nelle quali gli
allievi si trovino a operare in un contesto che sia il più possibile
riscontrabile in ambito professionale.
I principi su cui è stato sviluppato questo corso di specializzazione,
così come quelli per allievi OTS, sono la qualità della formazione
professionale e la sicurezza sul lavoro, applicando parametri in linea
con quanto previsto da HSE e IDSA e secondo l'orientamento stabilito
dalla Direttiva 2005/36/CE (7 settembre 2005) del Parlamento Europeo e
del Consiglio della UE, relativa al riconoscimento delle qualifiche
professionali.
Attualmente è in preparazione il prossimo corso libero, per la stessa
certificazione (durata 160 ore – 20 giorni), già approvato dalla
Regione Siciliana, dal titolo “OTS – IDSA LEVEL 2”. Un ulteriore corso
per il riconoscimento della certificazione IDSA level 2, con
finanziamenti pubblici (della durata di 228 ore – 46 giorni), ma
rivolto a giovani disoccupati residenti in Sicilia è stato finanziato
con l’Avviso Pubblico n.12 del 4 novembre 2009 - P.R.O.F. – Piano
Regionale dell’Offerta Formativa 2010 e Programma Operativo Obiettivo
Convergenza 2007-2013 - F.S.E., inserito nell’Asse II Occupabilità ed
Asse III Inclusione Sociale.
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CEDIFOP news n. 49 - Luglio 2010 - articolo 090
Corsi per "O.T.S." o per "Saldatore
Subacqueo"?
(di Manos Kouvakis)
Spesso, mi vengono
chieste informazioni per la frequenza di un corso per “Saldatore
subacqueo”, da persone che si avvicinavano per la prima volta al mondo
della subacquea industriale, a volte senza neanche esperienze
precedenti nel campo della subacquea sportiva ricreativa.
Qualsiasi corso di formazione professionale, dal titolo "Saldatore
Subacqueo" non permetterebbe l'iscrizione nel Registro Sommozzatori,
così come prevede il Decreto Ministeriale del 2 febbraio 1982
"Modificazioni al decreto ministeriale 13 gennaio 1979 istitutivo
della categoria dei sommozzatori in servizio locale", pubblicato nella
GURI (Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana) n. 65 dell’8 Marzo
1982. (il testo della gazzetta su questo link:
http://www.cedifop.it/appunti/1982.htm); esso stabilisce che per
l’iscrizione al Registro Sommozzatori, unico strumento che abilita
all’esercizio della professione, in Italia, bisogna “Essere in
possesso del diploma di perito tecnico addetto ai lavori subacquei o
dell'attestato di qualifica professionale, con allegato brevetto, di
operatore tecnico subacqueo (sommozzatore) rilasciati da istituti di
Stato o legalmente riconosciuti ovvero essere in possesso
dell'attestato conseguito al termine dei corsi di formazione
professionale effettuati secondo le modalità previste dall'art. 5
della legge 21 dicembre 1978, n. 845” .
La strada in questi casi è quella di fare un corso per OTS,
eventualmente poi specializzarsi come saldatore subacqueo.
Il mio consiglio è quello di diffidare dalla frequenza di qualsiasi
corso che non segua questa linea, perchè sicuramente non consente un
reale sbocco occupazionale.
Cercherò di spiegare meglio questo concetto con parole più semplici
possibili:
La saldatura subacquea la possiamo dividere in due categorie:
La prima fa riferimento alla UNI EN ISO 15618-1 versione ufficiale, in
lingua inglese, della norma europea EN ISO 15618-1 (edizione dicembre
2001). La norma indica i requisiti essenziali, i campi di validità
della qualificazione, le condizioni di prova, i requisiti di
accettabilità e certificazione per la qualificazione dell'abilità dei
saldatori subacquei per la saldatura di acciai in condizioni
iperbariche in ambiente bagnato. La norma è riferita ai soli processi
di saldatura per fusione manuali o semiautomatici. Ma qui parliamo di
una applicazione tecnica che è campo esplicito degli OTS. E' un tipo
di saldatura che viene raramente applicata perchè le condizioni “di
ambiente bagnato” la rendono non funzionale.
Essa, infatti, non viene considerata come attestazione valida
dall'IDSA, che considera invece valida la UNI EN ISO 15618-2, la
presente norma è la versione ufficiale, in lingua inglese, della norma
europea EN ISO 15618-2 (edizione dicembre 2001). Questa seconda norma
indica i requisiti essenziali, i campi di validità della
qualificazione, le condizioni di prova, i requisiti di accettabilità e
certificazione per la qualificazione dell'abilità dei saldatori e
degli operatori di saldatura subacquea per la saldatura di acciai in
condizioni iperbariche in ambiente asciutto.
In questo caso, la saldatura viene fatta sott'acqua, ma dopo aver
creato - con appositi macchinari - una bolla di gas (non infiammabile
– di solito azoto) dove l'operatore entra, sempre equipaggiato da OTS
(casco rigido e ombelicale - SSD) e opera all'asciutto la saldatura
subacquea. La norma è riferita ai soli processi di saldatura per
fusione manuali o semiautomatici per i saldatori e a quelli automatici
per gli operatori.
Di conseguenza, un corso per saldatore subacqueo, di tipo UNI EN ISO
15618-1, non avrebbe alcuna spendibilità in ambito lavorativo; è
indice soltanto di scarsa esperienza e competenza in materia di chi lo
propone, mentre un corso per saldatore subacqueo, di tipo UNI EN ISO
15618-2, visto la tipologia e specializzazione, difficilmente può
essere percorso in un corso base da OTS.
Altro aspetto importante, che si ricollega alla saldatura, è il taglio
subacqueo, usato moltissimo nella professione dell’OTS, per attività
di demolizioni subacquee, recupero relitti, ecc., ma attenzione... è
l'attività che negli ultimi 15 anni ha provocato almeno 39 incidenti
mortali in ambito internazionale e in offshore, le cause principali,
individuate dopo gli eventi luttuosi, sono state principalmente una
non adeguata e qualificata formazione, cosi come si può vedere dalla
testimonianza dell' ex presidente dell'IDSA e funzionario SAIPEM, G.
Melegari, durante una lezione tenuta agli allievi di uno dei nostri
corsi, link (video su Youtube dal titolo “incidenti subacquei”):
http://www.youtube.com/watch?gl=IT&hl=it&v=s1lrZsetWJ8
In conclusione ecco il mio consiglio: In Italia il primo passo è
quello di frequentare un corso per OTS, preferibilmente presso una
scuola che garantisca un percorso formativo con contenuti validi, che
permettono successive integrazioni e specializzazioni di qualifica,
riconosciuti sia in ambito nazionale che internazionale, ancora meglio
se all'interno del corso per OTS, si trovano moduli specialistici per
il taglio e la saldatura anche subacquea. Sicuramente dopo un percorso
formativo di base valido, a fine corso, l’allievo avrà certamente le
idee chiare per una prosecuzione nelle diverse specializzazioni che
rendono questa professione interessante e affascinante.
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CEDIFOP news n. 48 - Giugno 2010 - articolo 089
Un anno ricco e variegato per il
CEDIFOP.
Abbiamo incontrato gli allievi del primo corso per OTS del 2010.
Tra aspettative e risultati, un bilancio nettamente positivo che mette
in luce
i punti forza dell’istituto palermitano
(di Valerio Droga)
Un bilancio all’altezza
delle aspettative. Questo il giudizio complessivo degli studenti del
primo corso del 2010 per Operatori Tecnici Subacquei del CEDIFOP di
Manos Kouvakis. Il Centro di formazione palermitano è uno dei soli due
istituti in Italia ad essere stato riconosciuto Full Member Idsa
(International Diving Schools Association), l’associazione
internazionale che riunisce le scuole per sommozzatori professionali
più qualificate al mondo (19 in tutto).
Un fiore all’occhiello per la Sicilia, dunque, che ogni anno richiama
numerosi aspiranti OTS da ogni continente. Dal 1994 al 2009 l’Istituto
ha formato 145 sommozzatori siciliani grazie ai finanziamenti del
Fondo Sociale Europeo, a cui se ne aggiungono dal 2005 a oggi altri
152 provenienti dal resto d’Italia e del mondo, che, in maniera
autofinanziata, hanno scelto il CEDIFOP come investimento per il
proprio futuro professionale.
La composizione delle classi è come ogni volta la più variegata
possibile, per provenienza, esperienza ed età. Questa classe, in
particolare, vanta un range che va dai 19 ai 50 anni di età, avendo
tra i propri iscritti, fra l’altro, due militari, inviati direttamente
dal Ministero della Difesa.
Alcuni degli allievi sono alle prime armi mentre altri arrivano con
una notevole esperienza accumulata sul campo, magari con più di un
brevetto alle spalle, e vogliono perfezionarsi e ottenere l’attestato
di qualifica professionale valido per l’iscrizione al Registro
Sommozzatori del Ministero dei Trasporti alla Capitaneria di Porto,
ottenendo dunque il Libretto di Ricognizione per potere operare.
Come Marco Montanari, cinquantenne, che dalla Sardegna ha portato con
sé a Palermo tutta la sua famiglia, moglie e figli, e dichiara con
entusiasmo: “Provengo dal mondo sportivo e quello che mi viene dato
qua non avrei altro modo di conoscerlo e imparare altrove. Un piccolo
sogno realizzato”. Entusiasmo anche per la procedura seguita durante
il corso, in piena sintonia con gli standard IDSA, oltre che frutto di
una pluriennale tradizione del CEDIFOP: “Molto utile questo mixage di
pratica e teoria, che fa sì che le nozioni imparate sui banchi trovino
concreta applicazione nelle esercitazioni sul campo. Tocchi con mano
concetti che da soli sembrerebbero non avere senso ma che poi nella
pratica possono essere tanto utili da salvarti la vita. Questa è la
via giusta per poter vivere il mondo della subacquea commerciale in
sicurezza”.
E proprio la sicurezza – dobbiamo ammetterlo – è uno dei punti su cui
più insiste la didattica CEDIFOP. Come afferma Francesco Costantino,
uno dei tutor e docenti del corso, “la scuola batte moltissimo sulla
gestione delle emergenze. Per noi è sempre valso il motto inglese
«Safety before the profit», la sicurezza prima del guadagno, e il
lavoro condotto in questi anni è stato premiato con il riconoscimento
dell’IDSA quale Full Member. È questo un settore – spiega – in cui
bisogna avere sempre un approccio umile: anche per chi come me insegna
non si finisce in realtà mai di imparare. La subacquea – aggiunge – è
un campo molto vasto e in continuo aggiornamento, senza contare che
l’ambiente in cui si va a operare, il mare, merita il dovuto rispetto,
senza il quale si rischia di finire sì sui giornali, ma tra le pagine
della cronaca nera. Non c’è nessuno, in questo mestiere, che sia un
«campione», ci sono soltanto professionisti. E formare professionisti
è ciò che facciamo con i nostri corsi da ormai 16 anni”. D’altronde,
senza un attestato professionale di OTS è sempre più difficile poter
lavorare in questo settore, anche in Italia, dove la materia
legislativa è ancora piuttosto confusa a tal proposito e non a caso in
corso di ridefinizione.
Che il CEDIFOP faccia della sicurezza un punto di forza lo dimostra
anche la certificazione HSE (Health and Safety Executive) per Scuba
and Surface Supplied Diving, l’ente pubblico britannico che si occupa
dell’emanazione di norme per la tutela e la sicurezza della salute dei
lavoratori, i cui standard, piuttosto elevati, sono riconosciuti come
punto di riferimento a livello internazionale.
Come dice Federico Stella, un altro degli allievi del CEDIFOP, venuto
da Venezia, “ho scelto Palermo perché mi interessava un corso che
fosse riconosciuto non soltanto a livello italiano ma anche oltre i
confini nazionali”. Anche lui proviene dal mondo sportivo, ma vanta
alle spalle anni di lavoro subacqueo e una collaborazione con una
televisione tedesca per documentari sottomarini, come cameraman, oltre
ad avere una propria scuola di diving nella sua regione. “La mia idea
è quella di regolarizzare la professione di Operatore Tecnico
Subacqueo, anche perché oggi le cose vanno cambiando soprattutto sul
piano della sicurezza: uno dei motivi – spiega – per cui avevo smesso
di operare, perché la sicurezza non sempre è rispettata e ormai la
Capitaneria di Porto effettua più controlli, consentendo il lavoro
solo a persone iscritte e in possesso del Libretto di Ricognizione, il
che prevede un corso di formazione e degli standard ben precisi. Sono
venuto qua – conclude – per imparare e mettere a fuoco le cose che mi
sono state insegnate a livello pratico. Finora, invece, nella mia
esperienza personale, mi ero trovato ad applicare una mancata teoria”.
Stessa prospettiva quella di Stefano Gallico, anche lui con alcune
esperienze alle spalle, che si è spostato dalla provincia di Cosenza
per poter seguire il corso, con l’obiettivo di poter aspirare a
lavorare all’interno della riserva marina che dovrebbe essere
istituita nella sua regione. “Cercavo una scuola professionale e poi
ho letto del CEDIFOP. Sono venuto di persona a constatare la serietà
del corso e sono subito rimasto entusiasta, è proprio quello che
cercavo. Nel Meridione credo sia questa un’ottima opportunità di
lavoro”.
Tutti con le idee già molto chiare, dunque, come pure il giovanissimo
Alessandro Incontrera che vuole conseguire l’attestato per poter
lavorare nella ditta dello zio. Diciannove anni, palermitano, ammette:
“Non ho molte altre esperienze di immersioni, sto imparando quasi da
zero, ma mi trovo benissimo e posso trarre un bilancio assolutamente
positivo”. Dimostrazione del fatto che il CEDIFOP è aperto a tutti,
anche a chi non possiede alcuna esperienza nel settore.
L’eterogeneità delle classi non crea, tuttavia, grossi problemi,
perché nella prima fase del corso gli istruttori e i tutor della
scuola hanno cura di testare il livello di conoscenza di ogni allievo
e porli tutti sullo stesso livello, colmando eventuali lacune
soggettive. Anzi, paradossalmente, eventuali differenze possono
talvolta diventare dei punti di forza, come spiega Costantino: “Dal
punto di vista umano gli allievi da parte loro hanno sempre fatto
gruppo. Come spesso succede si creano dei punti di riferimento
interno, che vengono presi a modelli di ruolo, per cui chi ha o un po’
di preparazione o motivazione in più trascina gli altri e la classe va
avanti, dunque, non soltanto grazie a noi insegnanti, ma per merito
dell’intero gruppo”.
Quanto alla città, il giudizio è pressoché unanime: “Una bella
sorpresa – dice Gallico – mi dispiace soltanto che non si migliori la
pulizia delle strade”. E gli fa eco Montanari: “Traffico e immondizia
a parte, è una terra fantastica anche per l’accoglienza umana, in cui
si possono ritrovare gli antichi valori dell’ospitalità e
dell’amicizia”.
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CEDIFOP news n. 47 - Maggio 2010 - articolo 088
Il percorso legislativo della figura
dell'OTS in Italia
(di Manos Kouvakis)
Due anni fa, il 29 aprile
2008, veniva presentata in Parlamento, dall’On. Bellotti, il settimo -
in ordine cronologico negli ultimi 30 anni - disegno di legge sulla
subacquea, il n. 344 di questa legislatura: "Disciplina delle attività
subacquee e iperbariche", successivamente, il 7 aprile 2009, dall’On.
Lo Presti, il disegno di legge n. 2369: "Disposizioni concernenti le
attività professionali subacquee e iperbariche" e infine, il 15 giugno
2009, dall’On. Carlucci, il disegno di legge n. 2509:“Disciplina delle
professioni di istruttore subacqueo e di guida subacquea e dei centri
di immersione e di addestramento subacqueo".
A distanza di due anni dal primo disegno presentato, faremo un
riassunto dei lavori parlamentari sino ad oggi, e dei possibili tempi
rimanenti per la conclusione dell’iter legislativo, per giungere ad
una legge che ormai da decenni manca dalla legislazione Italiana.
Facendo un rapido riepilogo storico sulla attuale situazione
legislativa italiana in tema di subacquea, vediamo che oltre i tre
decreti ministeriali, del 1979,1981 e 1982, attualmente vigenti, che
prevedono l’iscrizione al Registro Sommozzatori del Ministero dei
Trasporti, presso una Capitaneria di Porto (Decreto Ministeriale del
13 gennaio 1979 “Istituzione della categoria dei sommozzatori in
servizio locale”) di cittadini Italiani o cittadini Europei (Decreto
Ministeriale 31 marzo 1981 “Integrazioni al decreto ministeriale 13
gennaio 1979 concernente l'istituzione della categoria dei
sommozzatori in servizio locale”) che sono in possesso dell’attestato
di qualifica professionale di Operatore Tecnico Subacqueo (Decreto
Ministeriale 2 febbraio 1982 n. 144200 “Modificazioni al decreto
ministeriale 13 gennaio 1979 istitutivo della categoria dei
sommozzatori in servizio locale.”), c’è un vuoto legislativo di circa
30 anni. Le uniche azioni degne di nota in questo trentennio, sono
l’ordinanza n. 77 del 1992 della Capitaneria di Porto di Ravenna, la
cui importanza sta nel fatto che introduce per la prima volta in
Italia nozioni che trovano già applicazione nel resto del mondo,
importantissime per la gestione in sicurezza delle immersioni
lavorative subacquee, come la figura dello stand-by, l’importanza
della comunicazione con la superficie, l’uso di caschi che permettono
contemporaneamente la respirazione autonoma e la comunicazione, e,
l’applicazione di queste regole non solo all’interno dell’area
portuale ma su tutto il territorio di competenza della capitaneria
ecc., e la sentenza del Tar del Lazio del 2006, con la quale decade la
limitazione dei 35 anni per l’iscrizione al registro.
Nei trenta anni di vuoto legislativo, non sono mancate le proposte
legislative, dal 1997 ad oggi ne sono state presentate ben 9. Come si
sa, la validità della proposta come tale, decade con la fine della
legislatura, e bisogna ricominciare l’iter da capo con una nuova
proposta. E questa è la fine che hanno fatto le prime 6 proposte
legislative presentate con i governi precedenti.
Arriviamo cosi ad oggi, le tre proposte legislative presentate durante
questa legislatura in Parlamento, a partire dalla prima la n. 344, che
in data 11 marzo 2009 viene assegnata alla Commissione XI Lavoro, dove
successivamente in data 6 maggio 2009 viene nominato un Comitato
Ristretto presieduto dall’On Aldo di Biagio per un primo esame di
base. Le altre due proposte presentate, essendo proposte su medesimo
settore, vengono immediatamente assegnate a questo Comitato Ristretto,
senza ulteriori perdite di tempo.
Dopo una serie di riunioni, il Comitato Ristretto, elabora un testo
base che in data 21 luglio 2009 è stato inizialmente esaminato dai
deputati che avevano presentato le tre proposte legislative, i quali
hanno emendato le parti che ritenevano non in linea con la loro
proposta.
Successivamente è stato elaborato un testo nuovo, con gli emendamenti
approvati in data 16 settembre 2009 dal Comitato Ristretto della
Commissione Lavoro, e il testo è stato mandato alle restanti
commissioni parlamentari per un ulteriore esame.
Allo stato attuale, le commissioni che hanno esaminato il testo base,
hanno dato il loro consenso con un nulla osta o esprimendo delle
osservazioni o ponendo delle condizioni in merito ad alcuni degli
articoli della proposta base. Una di queste commissioni, in
particolare la V Commissione Bilancio, ha chiesto una relazione
tecnica in base ai sensi dell'articolo 11-ter, comma 3, della legge n.
468 del 1978
Quindi, si aspetta il nulla osta della V Commissione Bilancio.
Successivamente il Comitato Ristretto elaborerà il materiale in suo
possesso, prendendo nota delle osservazioni e delle condizioni poste
dalle varie commissioni, per redigere un testo aggiornato, partendo
sempre dalla base attuale inclusi gli emendamenti approvati.
Successivamente, il testo sarà presentato al presidente della Camera
per la calendarizzazione e votazione in aula. Successivamente sarà
presentato alla Camera per una prima votazione, in tale fase i
deputati potranno presentare degli emendamenti. Finito l’esame alla
Camera la proposta legislativa passerà al Senato, dove comincerà il
suo iter, con l'assegnazione ad una commissione, e la richiesta del
nulla osta delle altre commissioni, prima di essere calendarizzata per
il voto al Senato.
Qualora non intervengano variazioni sul testo mandato in Senato, dopo
la votazione in aula, avremo finalmente una legge nuova sulla
subacquea, se invece sul testo base dovessero esserci variazioni, la
proposta ritornerà alla Camera per una ultima approvazione prima di
diventare legge dello stato.
Iter abbastanza lungo, ma che garantisce in uno stato democratico,
trasparenza e sovranità del popolo, prima che un testo possa a
diventare legge, perché tutti possano, tramite i loro rappresentati in
Parlamento, esprimere la loro opinione, durante i lunghi esami fra le
varie commissioni parlamentari o in aula.
Se invece, durante questa legislatura non si riuscirà a definire
l’intero percorso, si dovrà ricominciare tutto dall’inizio con la
prossima presentando delle nuove proposte di legge. Ma questa volta,
comunque vada a finire, ritengo che siano state poste le basi affinché
nei prossimi anni ci sia una svolta con una legge nuova, durante
questa o con la prossima legislatura, visto che ormai anche i
legislatori hanno preso coscienza del problema e che si è cominciato
finalmente a lavorare per una soluzione definitiva ed adeguata ai
nostri tempi.
Si spera, comunque, in una conclusione positiva durante questa
legislatura , e soprattutto in una legge seria a vantaggio di tutti
coloro che operano nel settore, senza l’influenza di chi soffre di
megalomane protagonismo senza avere l’intelligenza necessaria per
esprimere con autorevolezza le sue opinioni che restano scarse,
confuse e inadeguate, dando esempio con i suoi seguaci di come la
leggerezza possa trasformarsi in trappole che solo la buona stella e
un pizzico di fortuna oggi ha fatto si che le conseguenze,
fortunatamente, siano state limitate a qualche ora di camera
iperbarica e a non più gravi epiloghi, come purtroppo spesso negli
ultimi anni la mancanza di una legislazione seria in Italia ci ha
fatto leggere sui giornali.
In chiusura, vorrei fare una sola osservazione: attualmente in giro ci
sono diverse voci che parlano di fantomatiche leggi approvate, o
riportano pezzi dell’attuale proposta legislativa omettendo ad arte
uno o più pezzi della proposta attualmente in esame, facendo
propaganda di parte, sperando di ottenere popolarità o attenzione, per
obbiettivi oscuri non meglio specificati, a volte per vanità,
superficialità, stupidità o semplicemente ancora per mancanza di
professionalità, preparazione o semplice incompetenza ed ignoranza,
che purtroppo danneggia, perché porta su strade sbagliate sia coloro
che vorrebbero intraprendere questa professione sia coloro che ci
lavorano, penalizzando cosi un intero settore che di problemi ne ha
già abbastanza.
Chiunque voglia conoscere esattamente la situazione attuale, l’unico
sito attendibile e certamente non di parte, è quello del Parlamento
Italiano dove vengono sistematicamente aggiornati i passi in avanti
che fa la proposta legislativa, ed in particolare:
l’esame in commissione inclusi gli emendamenti approvati si trova su
questo link:
http://nuovo.camera.it/126?PDL=344&leg=16&tab=4
l’esame nelle varie commissioni parlamentari e relative decisioni si
trovano su questo link:
http://nuovo.camera.it/126?pdl=344&leg=16&tab=4&sede=4
Inoltre dal sito del CEDIFOP, si può scaricare in formato .PDF, un
testo dal titolo “il percorso legislativo della figura dell'OTS in
Italia”, di 140 pagine, dove vengono riportati tutti i passaggi sino
ad oggi. Si può scaricare, gratuitamente, dal seguente link:
http://www.cedifop.it/percorso.pdf
Sempre sul sito della Camera e del Senato si potranno seguire tutti i
passi successivi, sperando alla fine, in una conclusione non solo
positiva ma a vantaggio di tutti i subacquei Italiani.
Anche noi, vigili, seguiremo gli sviluppi e torneremo con
aggiornamenti sull’argomento.
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CEDIFOP news n. 47 - Maggio 2010 - articolo 087
Il CEDIFOP e la promozione della
subacquea industriale
(di Nini Radicini)
Il 23 aprile '10 il
CEDIFOP di Palermo ha partecipato a una giornata di promozione della
subacquea industriale e della culturale del mare, facendo convergere
quanto previsto per la giornata nel calendario didattico della propria
attività formativa con la visita di gruppi di studenti provenienti da
due scuole superiori del capoluogo siciliano. Oltre alla formazione
per OTS - Operatori tecnici subacquei - il CEDIFOP, già da alcuni
anni, promuove iniziative orientate alla conoscenza del settore di
propria competenza, sia attraverso stages presso istituti scolastici,
sia sviluppando collaborazioni con gli stessi.
Il programma della giornata è stato caratterizzato dalla
partecipazione di studenti dell'Istituto tecnico industriale
"Alessandro Volta" e dell'Istituto provinciale di cultura e lingue
"Ninni Cassarà", scuole con cui il CEDIFOP ha già realizzato una serie
di iniziative. I ventuno studenti di terzo, quarto e quinto anno dell'Itis
"A. Volta" (5 I; 5 B; 4 I; 3 C; 3 W; 3 E), accompagnati dal preside
arch. Roberto Tripodi e dal prof. Antonino Romano, e i trenta studenti
di primo anno dell'Istituto provinciale di cultura e lingue "Ninni
Cassarà" (1 A; 1 C; 1 F; 1 H), accompagnati dai prof. Macaluso,
Bongiorno, Scalone, Panasci, si sono prima recati alla Capitaneria di
Porto di Palermo, dove hanno svolto una visita guidata alla Sala
Operativa.
Gli studenti dell'"Alessandro Volta" sono arrivati a questa giornata
dopo la partecipazione ad un corso P.O.F. sulla subacquea industriale,
organizzato dall'Istituto e dal CEDIFOP, svolto tra fine 2009 e inizio
2010. Questa occasione ha permesso loro di apprendere le
caratteristiche della professione di OTS, delle attrezzature
utilizzate, i settori d'impiego e i requisiti per iniziare il percorso
formativo. Gli studenti di entrambi gli istituti, dopo aver visitato
la sala operativa della capitaneria di Porto, si sono recati, verso le
11.00, al Molo Sammuzzo del Porto di Palermo, dove gli allievi OTS del
CEDIFOP stavano svolgendo i preparativi per una esercitazione, di
flangiatura, una delle operazioni in cui un OTS può essere impiegato.
Alle esercitazioni ha partecipato l'Ammiraglio Domenico Passaro,
Comandante della Direzione Marittima di Palermo e l'Arch.Roberto
Tripodi, Preside ITIS A.Volta
Gli studenti hanno inoltre avuto la possibilità di visitare l'area in
cui è svolta l'esercitazione, passando attraverso le postazioni
installate, di cui sono state loro descritte le funzioni e le
specificità. Questa iniziativa per la scolaresca dell'Istituto "N.
Cassarà" rientrava nel quadro della terza edizione della rassegna "Un
mare... di risorse", che vuole promuovere la cultura del mare, sia in
ambito professionale sia in ambito sportivo. Come già nelle due
edizioni precedenti (2008, '09), il CEDIFOP ha partecipato realizzando
una serie di incontri aventi per tema la subacquea industriale,
compresa la spiegazione di alcune tecniche di pronto soccorso, e uno
stand con le attrezzature utilizzate nel settore.
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CEDIFOP news n. 46 - Aprile 2010 - articolo 086
Sulla strada di un testo unico fra
le proposte: 344 BELLOTTI, 2369 LO PRESTI e 2509 CARLUCCI.
Verso una nuova legge sugli OTS - PARTE IX
(di Manos Kouvakis)
In attesa che la proposta
riprenda il suo percorso
Ancora fermo, per ora il cammino del disegno di legge Bellotti/Lo
Presti/Carlucci, alla Commissione Bilancio e Tesoro (V), che nella
seduta di giovedì 5 novembre 2009, ha rinviato la decisione a seduta
successiva, facendo richiesta di relazione tecnica ai sensi
dell'articolo 11-ter, comma 3, della legge n. 468 del 1978
In attesa che il percorso parlamentare ricominci, insisto nei
“suggerimenti” e su tutto ciò che riteniamo utile in una proposta
legislativa che curi gli interessi dei sommozzatori Italiani.
Si è parlato molto delle tipologie di attività subacquee, e qui
sarebbe opportuno, dividere la parte che riguarda la subacquea
industriale da quella che riguarda le altre tipologie di attività
subacquea. Si può citare in tal senso l'esempio dell'HSE, che nella
sua lista, ha ben otto tipologie di attività subacquee:
Schedule 1 – Offshore Diving
Schedule 2 – Inland/Inshore Diving
Schedule 3 – Shellfish Diving
Schedule 4 – Scientific and Archaeological Diving
Schedule 5 – Media Diving
Schedule 6 – Recreational Diving
Schedule 7 – Police Diving
Schedule 8 – Military Diving
E all'interno di ogni tipologia, specialmente nelle prime due “schedule”,
che si riferiscono alla subacquea industriale, ci sono delle ulteriori
specifiche e definizioni ben precise:
Schedule 1 – Offshore Diving: include tutte le operazioni che
riguardano le immersione dalle piattaforme, pozzi, gasdotti e navi in
collegamento con gli impianti offshore. La tipologia di queste
immersioni viene divisa in tre categorie:
1) Scuba and Surface Supplied Diving, cioè immersioni da 0 a - 30
metri,
2) Surface Supplied Diving (Top UP), immersioni da -30 a - 50 metri e
3) Closed Bell Diving, cioè immersioni da oltre i - 50 metri.
Allo stato attuale, il riconoscimento di HSE per l’Italia, si limita
solo ad alcuni percorsi formativi, nella fascia più bassa, cioè Scuba
and Surface Supplied Diving - immersioni da 0 a - 30 metri, insieme
con Belgio, Finlandia, Germania, Irlanda e Portogallo, e qui è
importantissimo sottolineare che la distinzione non riguarda soltanto
la profondità, ma anche esercitazioni specifiche, che i possessori di
questi riconoscimenti devono avere realizzato durante i diversi
percorsi formativi.
Questo è un passaggio importantissimo, perché se la legge al vaglio
delle commissioni parlamentari produrrà delle scatole vuote senza
contenuti, peggiorerà quello che attualmente viene riconosciuto
all'Italia, cioè soltanto le immersioni fino a -30 metri.
Schedule 2 – Inland/Inshore Diving : include immersioni in prossimità
della costa per effettuare lavori di ingegneria civile, lavori
connessi all’ambiente marino ed allevamenti ittici, come ad esempio
attività subacquee in banchine, porti, fiumi, canali, laghi, stagni,
serbatoi e vasche, ma non comprende le immersioni per le quali esiste
una qualifica che li riconduce alle immersioni previste per l’Offshore
Diving.
Per queste due “schedule”, stante la insussistenza legislativa
Italiana, diventano importanti gli standard IDSA, che definiscono i
contenuti e le esercitazioni specifiche. Ma questo implica da parte
degli enti formativi, investimenti, specializzazione, competenza e
qualità. Requisiti raggiunti, da chi opera in questo settore, da solo
19 scuole riconosciute e monitorate continuamente dall’IDSA, a livello
internazionale.
Ecco perchè è importante il contenuto formativo del Commercial Diver
in Italia, del quale il percorso da OTS costituisce una parte
fondamentale, perché rappresenta la parte iniziale di un percorso più
completo per arrivare ad acquisire le abilità e le competenze del
Commercial Diver internazionale per il basso fondale, cioè il
riconoscimento del TOP UP, (immersioni fino a -50 metri).
Bisogna definire gli strumenti legislativi italiani adeguandoli a
quanto accade oltre i nostri confini, in materia di formazione,
affinché diventi una scelta individuale, e non un obbligo per il
sommozzatore italiano, rivolgersi all'estero per completare, o
ricominciare da capo, il percorso formativo per diventare Commercial
Diver, - attualmente questo è il destino di coloro che volendo
intraprendere questo mestiere, si accorgono troppo tardi di aver
sbagliato il primo passo, frequentando un corso che ha dato loro,
nella migliore delle ipotesi, solo una attestazione cartacea di OTS,
ma non ha dato né formazione, né competenze spendibili in ambito
internazionale; tutto ciò avviene purtroppo con l’aiuto, nella maggior
parte dei casi, delle regioni che finanziano i progetti per OTS, senza
“capire e valutare” la pochezza dei contenuti formativi proposti dagli
Enti che li presentano.
Molto dipende da quanto verrà fuori dalla proposta di legge all’esame
delle commissioni parlamentari, sperando che non ci vogliano anni per
ottenere una legge valida, che produca direttive chiare e specifiche
per tutto il territorio nazionale, affinché anche il sommozzatore
italiano abbia paritario trattamento internazionale avendo alla base
paritaria formazione e paritaria acquisizione di competenze attraverso
corsi di formazione professionale, i cui programmi didattici devono
essere stabiliti dallo Stato ed equipollenti ai programmi didattici
che, suddivisi in livelli, formano il commercial diver europeo.
Con l'augurio di esserci rivolti alle persone che sfrutteranno questo
momento per elaborare una proposta valida e non influenzata da chi "ha
solo interessi privati nella promulgazione di questa legge" o
preferisce raggiungere record negativi, tipo i 13 subacquei di cui
nove (record assoluto mondiale) sono finiti in camera iperbarica, - da
i "I MAGNIFICI NOVE" su "http://www.marescoop.com/ ", speriamo di
ritornare a parlarne, in un prossimo futuro, elogiando una proposta
che riprende il suo cammino in parlamento mirando a risolvere i
problemi degli operatori di questo settore, migliorando le normative
di formazione, qualità e sicurezza e pareggiando gli abissi che
separano l'Italia dal resto del mondo.
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CEDIFOP news n. 46 - Aprile 2010 - articolo 085
Le differenze che intercorrono tra
HSE, IDSA e IMCA
(di Manos Kouvakis)
Health and Safety
Executive (HSE) è un ente pubblico della Gran Bretagna, che si occupa
dell’emanazione di Norme per la tutela e la sicurezza della salute dei
lavoratori, anche subacquei, emettendo per la prima volta nel 1981 una
normativa fungente allora da guida e da riferimento nel settore, la
“Diving Operations at Work Regulations 1981” (SI 1981 / 399) ISBN 0 11
016399 0.
Nei due decenni successivi, vennero apportate a questa normativa base,
ulteriori affinamenti concettuali e formali, con progressive modifiche
e maggiori dettagli, vennero inseriti negli aspetti formativi e
certificativi degli operatori, minime richieste alle organizzazioni
che si occupavano dell’addestramento degli stessi. Dettagli e
disposizioni in questo senso furono diffuse da HSE (Health & Safety
Executive) in diverse pubblicazioni tra le quali “Training standards
to meet Parts I, II, III, IV. 1986” e “HSE’s Recognition Standards For
Diver Training Organisations. 1996”.
Per quanto riguarda IMCA ed IDSA, esse sono delle associazioni private
di categoria, ecco la loro storia brevemente: Per tutta la durata
degli anni '80 due organismi internazionali rappresentati da una
associazione dei maggiori contrattisti di lavori subacquei, operanti
nelle aree nordeuropee, sotto il nome di AODC (Association of Offshore
Diving Contractors) e da una equivalente associazione di contrattisti
delle aree nordamericane, sotto il nome di ADC (Association of Diving
Contractors), si erano affiancati alle strutture formative e alle
agenzie di stato, per meglio sviluppare e affinare criteri e programmi
di addestramento e formazione degli operatori subacquei. Nel 1995 AODC
(Association of Offshore Diving Contractors), esistente dalla seconda
metà degli anni '70, scomparve fondendosi con DPVOA (Dynamic
Positioning Vessel Owner Association) per costituire IMCA
(International Marine Contractors Association), consolidando il
proprio peso e la propria autorità in campo operativo ed esecutivo, ma
perdendo competenza e reputazione in campo formativo.
IMCA certifica le imprese e alcuni percorsi formativi che riguardano
alcune certificazioni e specializzazioni di figure di superficie (IMCA
D 020 per Diver Medic Training e IMCA D 005/013 IMCA per Air Diving
Supervisor e IMCA Bell Diving Supervisor, ecc), ma non percorsi per
Commercial Diver o per OTS. In questi casi, semplicemente, adotta i
riconoscimenti dell’HSE.
Dall’inizio degli anni '90 si era andata formando e costituendo una
corrispondente associazione di specialisti nella formazione
professionale subacquea, per iniziativa di Alan Bax, direttore della
scuola professionale di Fort Bovisand in Inghilterra. L'associazione
che riuniva, sotto il nome di IDSA (International Diving Schools
Association), diverse realtà nel settore subacqueo industriale a
livello internazionale, acquisì un crescente numero di membri
riconosciuti e consolidò il proprio peso e la propria autorità
ponendosi a bilanciare, con la propria competenza nel settore
formativo, la competenza di IMCA nel settore operativo.
IDSA certifica i percorsi formativi del Commercial Diver (la qualifica
dell’OTS è la parte iniziale di questo percorso formativo), nei vari
livelli di formazione. I percorsi formativi dell’IDSA sono stati
adottati dai paesi AUSTRIA, BELGIO, OLANDA, e paesi scandinavi
(DANIMARCA, FILANDIA, NORVEGIA, SVEZIA), inoltre in tutto il mondo ci
sono attualmente 19 scuole riconosciute ufficialmente dall’IDSA,
sottoposte a controlli per l’applicazione di questi standard
formativi, che vengono annualmente aggiornati, seguendo le esigenze
delle imprese e le novità del settore, a livello internazionale. Gli
aggiornamenti annuali vengono approvati durante i meeting annuali, che
IDSA svolge in uno dei paesi di residenza delle scuole IDSA, dove
oltre alle scuole Full Members possono partecipare anche i membri
associati, affiliati o Industrial member che rappresentano imprese del
settore.
Nell'ultimo decennio i meeting annuali dell'IDSA sono stati
organizzati a:
2000: meeting IDSA n. 18 - Delft (Paesi Bassi)
2001: meeting IDSA n. 19 - Panama City (USA)
2002: meeting IDSA n. 20 - Marseille (Francia)
2003: meeting IDSA n. 21 - Toronto (Canada)
2004: meeting IDSA n. 22 - La Spezia (Italia)
2005: meeting IDSA n. 23 - Bergen (Norvegia)
2006: meeting IDSA n. 24 - Galveston (Texas - USA)
2007: meeting IDSA n. 25 - Helsinki (Finlandia)
2008: meeting IDSA n. 26 - Philadelphia (USA)
2009: meeting IDSA n. 27 - Palermo (Italia)
Nel 2010, il 28imo meeting IDSA si svolgerà a Rotterdam (Paesi Bassi)
dal 13 al 15 Ottobre 2010.
Il meeting è organizzato dal colosso della subacquea Smit, compagnia
che opera da oltre 170 anni nel settore della subacquea industriale,
con 50 sedi in tutto il mondo. ( http://www.smit.com ).
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CEDIFOP news n. 45 - Marzo 2010 - articolo 084
Sulla strada di un testo unico fra
le proposte: 344 BELLOTTI, 2369 LO PRESTI e 2509 CARLUCCI. Verso una
nuova legge sugli OTS - PARTE VIII
(di Manos Kouvakis)
In attesa che la proposta
riprenda il suo percorso
Fermo, per ora il cammino del disegno di legge Bellotti/Lo
Presti/Carlucci, alla Commissione Bilancio e Tesoro (V), che nella
seduta di giovedì 5 novembre 2009, ha rinviato la decisione a seduta
successiva, facendo richiesta di relazione tecnica ai sensi
dell'articolo 11-ter, comma 3, della legge n. 468 del 1978)
In attesa che il percorso parlamentare ricominci, vorrei insistere nel
sottolineare l'importanza che ha l'aspetto formativo del Commercial
Diver in Italia, dove il percorso da OTS occupa un posto fondamentale,
perché comprende una parte di un percorso più completo, con tutti i
riconoscimenti internazionali per il basso fondale, cioè il
riconoscimento del TOP UP, (immersioni fino a -50 metri).
Allo stato attuale l'Italia, - insieme a Belgio, Finlandia, Germania,
Irlanda e Portogallo - ha il riconoscimento ufficiale da parte
dell'HSE solo per alcuni percorsi formativi fino a - 30 m. In una
scaletta che dipende esclusivamente dalla scuola di formazione che
l'allievo ha frequentato, il percorso per OTS valido in Italia, può
corrispondere solamente ad una quota del percorso complessivo, questa
quota dipende esclusivamente dalla qualità del percorso formativo
intrapreso.
Vediamo un po’ cosa accade negli altri Paesi in termini di formazione:
viene stabilito un percorso formativo e i suoi contenuti, dopodiché la
scuola, se dotata di attrezzature, accreditamenti e personale docente
congruo al programma didattico, fa suoi sia il “titolo” della
qualifica da conferire a fine percorso sia i contenuti formativi.
Questo è in pratica il principio che è stato teorizzato nel protocollo
di Lisbona, in modo tale che le qualifiche siano più o meno simili in
tutta Europa, il che faciliterebbe i cittadini europei nella libera
circolazione occupazionale partendo da paritari saperi e competenze.
Ma, quella che è prassi “naturale” negli altri Paesi, in Italia è
tutt'altra cosa, ad eccezione delle scuole IDSA dove viene applicata
esattamente questa procedura.
Sostenere che la formazione professionale in Italia è "legislazione
concorrente”, cioè di competenza delle Regioni e non del Governo, e
che i profili didattici professionali devono essere redatti su base
regionale con conseguenti profili differenziati da regione a regione,
diventa, in assenza di una legge quadro nazionale che precisa saperi e
competenze che una figura professionale deve necessariamente avere,
spunto affinché ogni singola regione crei profili - in questo settore
- con contenuti che non sono all'altezza delle aspettative delle
imprese del settore, rendendo impossibile una equivalenza comunitaria
della qualifica.
Possiamo fare esempi più pertinenti, con riferimento alla Regione
Siciliana (ma lo stesso esempio si può applicare benissimo anche ad
altre regioni) che ha appena finanziato ad un ente di formazione
professionale cosiddetto "storico" un corso di formazione per OTS;
esso non ha nessun riconoscimento da parte dell'HSE e sarà realizzato
con grande scarsità di attrezzature e programmi didattici se
confrontati con quanto richiede un percorso formativo coerente per la
formazione del Commercial Diver. E' certo che, alla fine di questo
percorso formativo, quello che si può garantire a chi lo ha
frequentato, è che non potrà mai essere assunto da ditte che lavorano
in offshore, siano esse Italiane o estere, e che l'eventuale richiesta
di assunzione non sarà presa in considerazione da alcuna ditta estera
che lavora nel settore, a meno che non ripeta la parte formativa
presso altri enti qualificati, in Italia o all'estero.
Certamente l'attestato - inteso come elemento cartaceo - ha validità
in tutta Europa, ma ci vuole ben altro: deve essere riconosciuto
formativamente valido anche dalle imprese del settore. E ciò non fa
altro che penalizzare la figura dell'OTS Italiano nel suo complesso.
Ecco perché il mese scorso avevamo sottolineato che "L'assenza di una
pianificazione nazionale sulle competenze e saperi che un OTS deve
avere come bagaglio formativo, non è indice di liberalità del sistema
italiano, ma indice di assenza di professionalità dell'Operatore
Tecnico Subacqueo" e qui la soluzione non può essere che quella di una
legge quadro nazionale che ponga le basi, a cui le regioni potranno
fare riferimento per organizzare percorsi formativi adeguati.
Diversamente, come di fatto sta accadendo, può anche essere definito
per OTS un corso organizzato da un ente di formazione che, con suo
massimo sforzo e in buona fede, può produrre un percorso valido non
per il Commercial Diver ma per una guida turistica subacquea, o ancora
peggio, e questo l'attuale sistema italiano lo permette, organizzare
un percorso formativo da OTS, senza che gli allievi abbiano messo
piede in acqua.
Certamente chi “esce” da questi percorsi, potrà, forse, affrontare
qualche lavoretto all'interno di qualche porto, ma se vorrà lavorare
in offshore, scoprirà che la formazione dovrà ripeterla dall’inizio.
Per questo motivo non si può invocare il Trattato di Lisbona e parlare
di "una grave mancanza del diritto comunitario a danno degli italiani"
con lettere o tentativi di petizione, cioè andare alla solita ricerca
dei pezzi di carta con la pretesa arrogante che essi possano garantire
qualità formativa e competenze a chi ha frequentato, suo malgrado,
percorsi incompleti rispetto ai Commercial Diver provenienti da altri
stati membri dell'U.E., invece occorrerebbe andare alla ricerca della
qualità formativa e del conferimento di competenze corrispondenti a
quelle dei sommozzatori europei, perché in tal caso il riconoscimento
reciproco e la libera circolazione diventa una automatica conseguenza.
In queste condizioni, per gli addetti ai lavori, diventa veramente
difficoltoso convincere, chi ci guarda da fuori i confini nazionali,
della validità dei percorsi formativi e sicuramente diventa quasi
impossibile ottenere riconoscimenti per i livelli successivi di
formazione, come per esempio il percorso per conseguire la
certificazione TOP UP. Attualmente, in queste condizioni, diventa pura
utopia sperare di avere un riconoscimento ufficiale, costringendo chi
organizza questo tipo di percorsi a richiedere individualmente, per i
propri allievi, il riconoscimento, cosi come avveniva per lo Scuba and
Surface Supplied Diving (-30m) fino all'anno scorso per l'Italia,
prima del riconoscimento ufficiale di alcuni percorsi formativi
italiani validati da HSE per lo Scuba and Surface Supplied Diving .
Petizioni o lamentele, perfino una legiferazione non congrua e
adeguata, rischia di offuscare quel poco che negli ultimi anni si è
riusciti ad ottenere, certamente senza l'aiuto, tanto gradito e
desiderato, dello stato Italiano. Solo un disegno di legge finora
presentato - la proposta legislativa n. 2369 - attualmente va
considerata in sintonia con gli obiettivi di crescita qualitativa del
settore, ma purtroppo nelle modifiche e nei passaggi ha perso parte
della sua efficacia.
E qui chiediamo al legislatore di cercare di approfondire, dal punto
di vista tecnico, quello che è di ordinaria amministrazione nel mondo
dell'offshore, cercando di legiferare - necessità riconosciuta da
tutti gli addetti ai lavori - tenendo ben distante il settore della
subacquea sportiva ricreativa dalla subacquea industriale, e di non
fermarsi alle esperienze di chi ormai da anni ha fatto il suo tempo,
restando ancorato a criteri ed esperienze ormai sorpassate, che nei
tempi "moderni" possono aver spazio solo nei musei che rievocano la
storia della subacquea.
Ecco un altro dei punti, ma ce ne sono ancora tanti, che esamineremo
nei prossimi mesi, sperando che le critiche siano di aiuto, prima
dello sprint finale, quando la proposta legislativa sarà presentata
alla Camera e al Senato, ma...
...la strada è ancora lunga e piena di molti ostacoli da superare!
Manos Kouvakis
Direttore CEDIFOP
continua... |
CEDIFOP news n. 45 - Marzo 2010 - articolo 083
Subacquea industriale: La stagione
formativa 2010 del CEDIFOP
Nuove specializzazioni per OTS e avvio progetto con ITIS "A. Volta" di
Palermo
(di Nini Radicini)
Il CEDIFOP comincia la
stagione formativa con nuove iniziative nell'ambito della subacquea
industriale. Oltre all'inizio del corso per Operatore Tecnico
Subacqueo, a febbraio (il secondo inizierà a settembre), il Centro di
formazione di Palermo presenta una serie di percorsi specialistici, in
virtù del suo recente passaggio a "Full Member - Diver Training" IDSA
(International Diving Schools Association) e del riconoscimento della
qualifica di OTS conseguita presso il CEDIFOP da parte di HSE (Health
and Safety Executive) risalente a maggio '09, in base ai parametri
qualitativi su cui è stato sviluppato il programma del corso. HSE è un
ente governativo della Gran Bretagna che stabilisce norme per la
sicurezza sul lavoro, anche nel settore subacqueo.
Per effetto del passaggio a "Full Member" IDSA, CEDIFOP ha progettato
dei nuovi corsi per coloro che, dopo aver conseguito l'attestato di
qualifica di OTS, vogliono acquisire brevetti di specializzazione: un
corso integrativo per il brevetto Level 2 IDSA (A+B+C) in due versioni
diverse; un altro per "Diver Medic"; e uno per "OTS TOP UP - IDSA
Level 3"
(http://www.cedifop.it/IDSA_2009/corsi_idsa.htm).
Il CEDIFOP ha previsto che al corso integrativo possano presentare
domanda di partecipazione sia suoi ex allievi OTS (dei corsi
successivi al '05), sia coloro che hanno conseguito l'attestato di OTS
presso altri centri di formazione. In questa seconda eventualità, il
CEDIFOP ha deciso di vincolare il via libera alla partecipazione ad
una serie di verifiche (controllo Log book e dei tempi di immersione;
programma didattico seguito) e ad un esame di ammissione sugli
argomenti dei programmi standard del CEDIFOP e ad una prova pratica.
In merito al corso per Diver Medic, va sottolineato che questo
brevetto conseguito presso il CEDIFOP è riconosciuto dall'IMCA
(International Marine Contractors Association). Dopo aver conseguito
l'attestato di qualifica di OTS e i successivi brevetti Level 2 IDSA
(A+B+C) o (A+C) e quello di Diver Medic, è possibile accedere al corso
per raggiungere il livello "TOP UP", riconosciuto dallo stato italiano
e dalla Ue; valido come titolo di stato (come tutti i brevetti IDSA)
nei paesi scandinavi (Danimarca, Filandia, Norvegia, Svezia) e nei
paesi Austria, Belgio e Olanda; potendo anche richiedere il
riconoscimento ad HSE.
CEDIFOP sarà inoltre impegnato in un progetto con l'Istituto Tecnico
Industriale "Alessandro Volta" del capoluogo siciliano. Il progetto
"Mare, subacquea e sicurezza" rappresenta una tappa ulteriore nella
collaborazione tra Itis "A. Volta" e CEDIFOP, iniziata a metà del '09
con la partecipazione di un classe dell'Istituto ad una esercitazione
degli allievi OTS svolta nel Porto di Palermo, proseguita con la
realizzazione di una iniziativa formativa-promozionale: una giornata
dedicata alla subacquea industriale svolta nei locali dell'Istituto,
lo scorso novembre. Inoltre la collaborazione coinvolge anche gli
allievi OTS del CEDIFOP nella fruizione dei laboratori e officine
della scuola durante il corso.
I riscontri positivi dimostrati dagli studenti hanno rappresentato il
migliore auspicio per un primo progetto, realizzato tra dicembre '09 e
gennaio '10, in cui il tema della subacquea industriale, nelle sue
caratteristiche tecniche e professionali, ha rappresentato un
ulteriore traguardo nella conoscenza del settore presso un istituto
che, in particolare nell'indirizzo di studi in Termotecnica, prevede
una formazione complementare con la figura professionale dell'OTS.
La subacquea industriale è infatti un settore articolato nelle
specializzazioni, in proporzione allo sviluppo tecnologico
nell'equipaggiamento e nella attrezzature e all'impiego degli
operatori in una molteplicità di contesti: dai lavori in ambito
portuale, a quelli in piattaforma; dalle manutenzioni alla posa di
cavi sottomarini; dall'impiego nell'industria petrolifera e in quella
delle energie alternative, fino alla gestione dei Rov (Remotely
operated vehicle).
Da notare che nel sito del CEDIFOP è in aggiornamento costante la
pagina delle Faq (http://www.cedifop.it/faq.htm), dove sono riportate
una serie di domande / risposte relative alla professione di OTS (es.
tipologie dei corsi; certificazioni necessarie nel contesto
lavorativo; legislazione). Una funzionalità utile sia per coloro che
vogliono intraprendere un corso per OTS sia, in genere, per gli
addetti ai lavori.
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CEDIFOP news n. 44 - Febbraio 2010 - articolo 082
Sulla strada di un testo unico fra
le proposte: 344 BELLOTTI, 2369 LO PRESTI e 2509 CARLUCCI. Verso una
nuova legge sugli OTS - PARTE VII
(di Manos Kouvakis)
In attesa che la proposta
riprenda il suo percorso
Fermo, per ora il cammino del disegno di legge Bellotti/Lo
Presti/Carlucci, alla Commissione Bilancio e Tesoro (V), che nella
seduta di giovedì 5 novembre 2009, ha rinviato la decisione a seduta
successiva, facendo richiesta di relazione tecnica ai sensi
dell'articolo 11-ter, comma 3, della legge n. 468 del 1978)
Ecco come funziona la formazione per gli "OTS" (COMMERCIAL DIVER) in
Europa:
Francia: esiste un'unica scuola la "I.N.P.P. Institut National de
Plongee Professionnelle" di Marsiglia, Full Member Diver Training
IDSA, autorizzata a certificare i percorsi formativi dei COMMERCIAL
DIVER, con riconoscimento dall'HSE per inshore/offshore per qualsiasi
profondità.
Paesi Bassi: esiste un'unica scuola la "Netherlands Diving Centre"
Full Member Diver Training IDSA, autorizzata a certificare i percorsi
formativi dei COMMERCIAL DIVER, con riconoscimento dall'HSE per
inshore/offshore per qualsiasi profondità.
Norvegia: esiste un'unica scuola la "Netherlands Diving Centre" Full
Member Diver Training IDSA, autorizzata a certificare i percorsi
formativi dei COMMERCIAL DIVER, con riconoscimento dall'HSE per
inshore/offshore per qualsiasi profondità.
Svezia: esistono due scuole la "West Coast Commercial Diving School" e
la "Swedish Armed Forces Diving School" Full Members Diver Training
IDSA, autorizzate a certificare i percorsi formativi dei COMMERCIAL
DIVER, con riconoscimento dall'HSE per inshore/offshore per qualsiasi
profondità.
Danimarca: esiste un'unica scuola la "Royal Danish Navy Diving School"
Full Member Diver Training IDSA, autorizzata a certificare i percorsi
formativi dei COMMERCIAL DIVER, con riconoscimento dall'HSE per
inshore e per offshore per profondità fino a -50m.
Belgio: esistono due scuole la "SYNTRA" e la "CFPME Centre de
Formations pour Petites et Moyennes Enterprises" Full Members Diver
Training IDSA, autorizzate a certificare i percorsi formativi dei
COMMERCIAL DIVER, con riconoscimento dall'HSE per inshore e per
offshore per profondità fino a -30m.
Finlandia: esiste un'unica scuola la "Innofocus Adult Vocational
Education Centre of Western Uusimaa" Full Member Diver Training IDSA,
autorizzata a certificare i percorsi formativi dei COMMERCIAL DIVER,
con riconoscimento dall'HSE per inshore e per offshore per profondità
fino a -30m
Austria: esiste un'unica scuola la "Nautilus Tauchschule-und Service
GmbH" Full Member Diver Training IDSA, autorizzata a certificare i
percorsi formativi dei COMMERCIAL DIVER, ma senza riconoscimenti
dall'HSE.
Spagna: esistono diverse scuole che certificano percorsi formativi di
COMMERCIAL DIVER con riconoscimenti HSE per inshore/offshore a
qualsiasi profondità.
Germania/Irlanda/Portogallo: ci sono diverse scuole che certificano
percorsi formativi di COMMERCIAL DIVER, solo con il riconoscimento
dall'HSE per inshore e per offshore per profondità fino a -30m
UK: ci sono diverse scuole con il controllo e riconoscimenti dell'HSE
nei diversi percorsi formativi di COMMERCIAL DIVER. Non tutte le
scuole hanno il riconoscimento IDSA, anche se fanno parte del gruppo.
In particolare, è Full Member Diver Training IDSA, cioè autorizzata al
rilascio della certificazione IDSA solo la scuola "Interdive", mentre
le altre non hanno ancora completato il percorso che permetterà loro
il rilascio delle certificazioni IDSA. Queste scuole sono: la "DDRC
Pro-Dive Services Ltd" e la "London Diving Chamber" che attualmente
sono ASSOCIATE MEMBERS IDSA e le "Speciality Welds" la "Hydroweld" il
"University of Plymouth Diving & Marine Centre" e la "The Underwater
Centre" che attualmente hanno lo stato di AFFILIATE MEMBERS IDSA.
Tutt'altra storia la formazione delgli OTS/Commercial Diver in ITALIA.
Attualmente circa 30 scuole, propongono corsi di formazione per OTS,
ma solo due scuole - una delle due naturalmente è CEDIFOP - sono Full
Members Diver Training IDSA, (ciò significa che i percorsi formativi
proposti sono monitorati e registrati in ogni fase formativa, che
vengono rispettati tempi minimi e attività subacquee predefinite e che
il percorso formativo è certificabile e base per successive
certificazioni di ampliamento della professionalità di partenza).
Pochi percorsi formativi, in Italia, possono vantare il riconoscimento
HSE fino a -30m. Anche in merito a questo riconoscimento ci sarebbe da
ridire, infatti è stato "strappato" dalla pressione che hanno
esercitato privatamente alcune scuole italiane, senza che il governo
italiano sia intervenuto (intervento governativo indispensabile che
invece c'è stato da parte di tutti gli altri Stati precedentemente
citati); superfluo aggiungere che l'assenza di tale intervento
governativo pesa negativamente sulla richiesta, all'HSE, di
riconoscimento ufficiale di percorsi formativi finalizzati al
conseguimento ufficiale (cioè l'inserimento nell'approved list
dell'HSE) del Top Up.
Il problema di tale "indifferenza" governativa, dal nostro punto di
vista, è riconducibile al fatto che in Italia non esiste alcuna
definizione delle competenze e dei programmi formativi necessari alla
formazione dell'OTS, pertanto l'Italia si trova nella condizione di
non poter "garantire" in Europa, che i suoi cittadini/OTS sono formati
secondo "X" programmi ed hanno acquisito "x,y" competenze, e che tale
qualifica corrisponde a quella del Commercial Diver europeo, ne
consegue che l'OTS italiano, per poter essere riconosciuto come
Commercial Diver dalle aziende che operano in ambito europeo e
mondiale, a volte, debba ripetere il percorso base di OTS all'estero.
L'assenza di una pianificazione nazionale sulle competenze e saperi
che un OTS deve avere come bagaglio formativo, non è indice di
liberalità del sistema italiano, ma indice di assenza di
professionalità dell'Operatore Tecnico Subacqueo; infatti molte
scuole, in Italia, conferiscono il titolo organizzando corsi subacquei
che per contenuti e attività svolte potrebbero avere validità in
ambito sportivo/ricreativo, in quanto tali corsi non comprendono alcun
addestramento subacqueo che prepara l'allievo alle attività basilari
della subacquea industriale.
Questa falsa "liberalità" che autorizza le scuole a "sfornare" - e non
FORMARE - OTS senza alcun controllo dei saperi effettivamente
trasmessi durante il corso, si concretizza in un conferimento cartaceo
della qualifica, senza alcuna formazione professionale di qualità ,
ciò va in senso diametralmente opposto rispetto alle politiche -
peraltro sottoscritte anche dall'Italia - europee e alle linee guida
della "Strategia di Lisbona" che si propone la pianificazione e il
riconoscimento reciproco e comunitario delle qualifiche, in modo da
favorire la mobilità lavorativa dei cittadini europei nel territorio
dell'unione.
Ecco un altro dei punti, ma ce ne sono ancora tanti, che esamineremo
nei prossimi mesi, sperando che le critiche siano di aiuto, prima
dello sprint finale, quando la proposta legislativa sarà presentata
alla Camera e al Senato, e anche lì, dove sta nascendo qualcosa di
alternativo, lontano da interessi di parte o altro, ma...
...la strada è ancora lunga e piena di molti ostacoli da superare!
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CEDIFOP news n. 44 - Febbraio 2010 - articolo 081
Sicurezza e subacquea industriale
nei percorsi scolastici
(Mendola E./Orofino
S.)
Alcuni mesi fa è stato
siglato un protocollo d’intesa fra il centro di formazione
professionale per sommozzatori “CEDIFOP” e l’Istituto Tecnico
Industriale Statale ”Alessandro Volta” di Palermo.
Molteplici le iniziative nate e realizzate fra i due Enti, dalle
iniziative brevi, come una esposizione di tre giorni delle
attrezzature per la subacquea industriale presso l’ITIS A.Volta,
visitata da diverse classi dell’istituto e lo stages svolto dagli
allievi del CEDIFOP presso i laboratori dell’ITIS VOLTA, alle
iniziative di più lunga durata, come i progetti finanziati e
realizzati o da realizzarsi che rientrano negli ambiti POF (Piano
Offerta Formativa) e POR (Programma Operativo Regionale) della Regione
Siciliana (FSE 2007-2013).
Il primo progetto POF, dal titolo “La figura del sommozzatore (OTS) in
Italia e nel mondo”, della durata di 20 ore, ha avuto inizio nel mese
di Novembre 2009 e si è concluso nel febbraio 2010.
Svolto nei laboratori dell’istituto ITIS A.Volta, con incontri
settimanali della durata di due ore, è stato coordinato dal Professore
Antonio Romano dell’ITIS A.Volta, dal direttore del CEDIFOP Manos
Kouvakis e dagli istruttori del CEDIFOP Francesco Costantino e
Marcello Vinciguerra.
I 20 studenti che hanno preso parte a questo progetto sono stati
selezionati per merito ed interesse, dalle classi III, IV, e V con
specializzazione Termotecnica.
Durante lo svolgimento del corso si è parlato delle basi della
subacquea come lo snorkeling e la subacquea ricreativa, con la
proiezione di video e la spiegazione delle regole che sono alla base
delle immersioni. Successivamente sono state studiate le
caratteristiche tecniche degli OTS, le attrezzature che vengono
utilizzate e i settori in cui operano come: lavori in area portuale,
carenaggio delle navi, costruzioni di pontili, posa di cavi
sottomarini, impianti a mare e lavori off-shore cioè sulle piattaforme
petrolifere.
I partecipanti al corso, hanno assistito ad una dimostrazione degli
allievi del CEDIFOP che hanno effettuato una immersione al Molo
Trapezoidale all’interno del Porto di Palermo, visionando tecniche ed
impianti usati durante l’esercitazione e sono venuti a conoscenza
della parte documentale necessaria per lo svolgimento di questo tipo
di esercitazioni, come ad esempio il permesso rilasciato dalla
Capitaneria di Porto che l’ha autorizzata.
Un secondo progetto è stato approvato dall’Assessorato Regionale
dell’Istruzione e Formazione Professionale per un totale di 100 ore
complessive. Il progetto rientra nella categoria “Interventi integrati
per il successo scolastico e per l’assolvimento del diritto-dovere
all’istruzione e alla formazione”- Azione B, dal titolo “Mare,
subacquea e sicurezza”, nell’ambito degli interventi previsti dal POR
FSE 2007 – 2013.
In quest’ultimo progetto sono previsti diversi moduli quali “La
Patente Nautica”, il “Pronto Soccorso (Emergency First Response)”,
“Nodi Marinareschi” e “I diversi aspetti e principi della subacquea”.
Un ottimo inizio di collaborazione con l’auspicio che i risultati
siano a vantaggio degli allievi dei due Enti.
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CEDIFOP news n. 43 - Gennaio 2010 - articolo 080
Sulla strada di un testo unico fra
le proposte: 344 BELLOTTI, 2369 LO PRESTI e 2509 CARLUCCI.
Verso una nuova legge sugli OTS - PARTE VI
(di Manos Kouvakis)
In attesa che la proposta
riprenda il suo percorso
Fermo, per ora il cammino del disegno di legge Bellotti/Lo
Presti/Carlucci, alla Commissione Bilancio e Tesoro (V), che nella
seduta di giovedì 5 novembre 2009, ha rinviato la decisione a seduta
successiva, facendo richiesta di relazione tecnica ai sensi
dell'articolo 11-ter, comma 3, della legge n. 468 del 1978)
Analizzando i contenuti dell’attuale disegno di legge, vorrei
sottolineare uno degli aspetti positivi della proposta legislativa
attuale, partendo da un'osservazione molto importante: E' vero che in
Italia non c'è alcuna legislazione valida per l'offshore diving, e che
questo penalizza tutto il settore e le aziende stesse che vi operano,
ma non va dimenticato che parallelamente agli interventi industriali
per gli idrocarburi (oil and gas diving) che rappresentano le
principali attività in offshore, ci sono altre attività, quali
recupero o demolizione di relitti (salvage diving), interventi
portuali (harbour diving), interventi per acquacoltura (fish farm
diving), pesca professionale e raccolta del corallo (coral diving),
che numericamente coinvolgono circa l'80-90% delle imprese ed aziende
del settore, anche se dal punto di vista del fatturato, il restante
10-20% di aziende che operano nel settore offshore è di granlunga
superiore.
Le piccole aziende, di solito ditte individuali che operano in inshore,
rappresentano, comunque, una realtà ragguardevole di questo settore,
esse da sempre hanno portato avanti, tra mille difficoltà, il loro
operato.
La crescita di questo settore, che comunque coinvolge alcune migliaia
di operatori sul territorio nazionale, è da sempre stato frenato,
dalla mancanza appunto di una legislazione specifica del settore. Il
DM del 1979 e le sue integrazioni del 1981 e del 1982, non hanno
portato sufficienti garanzie. E qui il problema maggiore, in assoluto,
esistente è il lavoro nero, fatto senza la necessaria esperienza ed
autorizzazioni, a discapito principalmente della sicurezza sui
cantieri, con risultati spesso che vediamo nelle interpellanze ed
interrogazioni parlamentari sui incidenti che sarebbero forse evitati
con una legislazione adatta.
Di questo problema, che frena a tutt'oggi un'intero scomparto della
subacquea industriale, se ne era accorto il senatore A. Battaglia nel
1997 presentando una proposta legislativa "Disciplina delle attività
subacquee ed iperbariche professionali." (disegno di legge n. 2339 del
1997) la quale per la prima volta, si proponeva di dare garanzie alle
migliaia di lavoratori di questo settore, stabilendo sanzioni penali
ed amministrative per chi operava senza i necessari requisiti ed
autorizzazioni. Purtroppo il disegno di legge non ha avuto l'esito
desiderato. Poi l'On. A. Lo Presti, durante questa legislatura, con il
suo disegno di legge "Disposizioni concernenti le attività
professionali subacquee e iperbariche - Disegno di legge 2369", ha
ripreso l'idea del Sen. Battaglia del 1997, riproponendola.
Fortunatamente, in atto, questa parte è presente nella proposta
legislativa elaborata dal comitato ristretto della commissione lavoro,
presieduto dall'On. Aldo di Biagio. E qui è importante capire che non
essendo la subacquea industriale costituita solo da quelle poche
decine, ma importanti aziende, che operano nell'offshore diving, ma
anche da alcune migliaia di piccole aziende ed imprese che operano
nell'inshore diving, e che queste hanno un assoluto bisogno di avere
riferimenti legislativi e garanzie solide nel loro modo di operare.
Queste aziende che attualmente operano in una giungla di abusivismo
hanno bisogno di una maggiore solidità e principalmente sicurezza e
professionalità nel loro modo di operare, condizioni che possono
essere realizzate con l'approvazione di questa parte della legge
attualmente in discussione.
Siamo convinti che queste garanzie possono essere individuate
nell'introduzione di questa tipologia di sanzioni a carattere penale
ed amministrativo, che dovrebbero provocare la scomparsa degli abusivi
e del lavoro nero, a vantaggio di una sicurezza nei cantieri dove
operano tutte le imprese e aziende nell'inshore diving, mettendogli
nelle medesime condizioni di partenza per operare in assoluta
sicurezza e legalità e dando in contemporanea alle capitanerie gli
strumenti per poter operare.
Ecco perchè è importante questo passaggio, e perchè è importante
mantenerlo all'interno della proposta definitiva della legge.
Ecco un altro dei punti, ma ce ne sono ancora tanti, che esamineremo
nei prossimi mesi, sperando che le critiche siano di aiuto, prima
dello sprint finale, quando la proposta legislativa sarà presentata
alla Camera e al Senato, e anche lì, dove sta nascendo qualcosa di
alternativo, lontano da interessi di parte o altro, ma...
...la strada è ancora lunga e piena di molti ostacoli da superare!
Manos Kouvakis
Direttore CEDIFOP
continua...
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CEDIFOP news n. 43 - Gennaio 2010 - articolo 079
OTS / CEDIFOP: Recupero di un
parabordo nel Porto di Palermo
(di Nini Radicini)
Nei giorni scorsi si è
svolta una esercitazione degli allievi OTS (Operatori Tecnici
Subacquei) del CEDIFOP all'interno del Porto di Palermo. Motivo della
esercitazione: recuperare un parabordo adagiato sul fondale, esso era
localizzato al di sotto dell'area di ormeggio di una nave della SNAV.
Prima dell'inizio delle operazioni, sono stati applicati gli step
delle check list, della SNAV e del CEDIFOP, che definiscono le
procedure da addottare sia sulla banchina da dove si stava effettuando
l'immersione, sia sulla nave, per garantire condizioni di prevenzione
e sicurezza durante lo svolgimento dell'immersione. All'avvio
dell'esercitazione, gli allievi OTS hanno attivato due postazioni
standard di lavoro. La prima parte dell'esercitazione consisteva nella
localizzazione del parabordo.
Due allievi OTS impegnati in immersione, hanno individuato il fender,
di circa 750 Kg, a 15 metri di profondità. Completata questa fase,
sono state valutate le modalità di recupero, avendo verificato che il
parabordo era privo di materiali depositati che avrebbero potuto
impedire il lavoro di recupero da parte degli allievi OTS.
Il parabordo recuperato, di tipo cilindrico, viene utilizzato per
ormeggi in senso longitudinale di navi di differente grandezza. Può
essere installato in orizzontale, verticale e diagonale ed è
utilizzato in alternativa a quelli di tipo "Cellula" e "Cono". E' un
tipo di parabordo robusto e facile da installare, utilizzando catene,
barre, o altri supporti adatti. In genere realizzato in gomma, ha una
lunghezza variabile fino 20 metri. Il diametro esterno può arrivare a
circa 2,5 metri, quello interno varia da 50 centimetri a 1,30 metri.
La progettazione di un parabordo segue diversi parametri quali ad
esempio la quantità di energia assorbita nell'impatto, nella pressione
diretta, e nell'azione abrasiva. La scelta del parabordo dipende dalle
caratteristiche dell'ambiente in cui dovrà essere utilizzato, dal tipo
di navi, dalla velocità e dalla direzione di attracco, dalla struttura
della banchina.
Quello da recuperare nel Porto di Palermo, data la collocazione sul
fondo - adagiato in senso obliquo - ha richiesto un'analisi specifica
delle modalità di riemersione. Stabilita l'organizzazione del lavoro,
sono stati preparati i palloni di sollevamento e attivato un gommone
per ogni eventuale risalita di emergenza degli allievi OTS e supporto
logistico. L'operazione di recupero, svolta con il consueto contatto
audio e video tra gli allievi OTS in immersione e la postazione in
superficie, è allora iniziata. Gli allievi OTS hanno provveduto ad
agganciare due palloni di recupero da 500 Kg cadauno al parabordo,
avviando la fase di emersione. Mentre due allievi OTS erano in
immersione, altri due allievi in superficie erano in posizione di
Stand-By.
Quando i palloni sono emersi con il parabordo, per sollevarlo è stata
utilizzata una gru portata in prossimità della banchina, in modo da
agevolare il lavoro per il completamento del recupero.
Gli allievi OTS impegnati per diverse ore, hanno svolto una fase di
alcuni minuti di decompressione durante la risalita.
Di questa esercitazione è presente un video di 5'43'' nel sito del
Cedifop (http://www.cedifop.it/video/video_yt.htm)
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