CEDIFOP news n. 18 -
Dicembre 2007 - articolo 033
OTS: Esercitazione
di rilevamenti batimetrici in area portuale
(di Nini Radicini)
Venerdì 9 novembre, gli allievi OTS - Operatori
Tecnici Subacquei del CEDIFOP hanno compiuto una esercitazione di
notevole importanza didattica e operativa presso il porto di Termini
Imerese. L'obiettivo era la rilevazione della batimetria di un tratto
del molo. La batimetria è la misurazione delle profondità dei fondali
marini e dei laghi. E' essenziale prima della progettazione di
qualsiasi opera ingegneristica e, in genere, in ogni occasione in cui
è necessario avere a disposizione una rappresentazione grafica del
fondale, ad esempio per monitorarne i processi di erosione o di
insabbiamento.
A questa esercitazione gli allievi OTS sono giunti dopo aver svolto la
prevista fase di addestramento in piscina (immersioni alla profondità
di cinque metri) con l'utilizzo dell'equipaggiamento e degli strumenti
specifici. In particolare, con riferimento all'esercitazione, hanno
dovuto apprendere tutte le funzionalità del casco Kirby-Morgan, del
Pannello di controllo, dei collegamenti
ombelicale-aria-telecomunicazione, di tutte le procedure di
preparazione dell'immersione e della gestione successiva, sia in acqua
sia a terra. L'OTS infatti svolge il suo lavoro all'interno di una
squadra, composta da unità addette a compiti precisi, ognuno
determinante per portare a termine in modo ottimale il lavoro
assegnato.
Giunti sul molo, dopo l'autorizzazione della locale Capitaneria di
Porto, gli allievi, con la supervisione degli istruttori del CEDIFOP,
hanno iniziato a mettere in atto le procedure previste. Sono stati
divisi in due squadre, ognuna delle quali doveva realizzare una
postazione da cui svolgere le operazioni previste dall'esercitazione.
Ai responsabili delle due squadre è stata consegnata una Check List,
un protocollo di lavoro con tutte le fasi operative e di controllo a
cui le squadre devono attenersi durante il lavoro, confermando
passo-passo l'attuazione di quanto indicato, a partire dalla
preparazione e dell'attrezzatura e dal controllo del funzionamento di
ogni strumento. Una fase tutt'altro che di routine, durata oltre un
ora.
Completata la verifica, è iniziata preparazione degli OTS. In ognuna
delle postazioni dovevano esserne equipaggiati due: il Diver, che si
immerge per svolgere il lavoro assegnato; il Diver in Stand by,
pronto, a terra, per intervenire nel caso di un problema al Diver, che
è sempre in contatto telefonico con la postazione attraverso uno dei
cavi che collegano il casco Kirby-Morgan con il Pannello di controllo.
Nell'eventualità che in fase di controllo degli strumenti, il
collegamento telefonico non fosse funzionate, lo Stand by si immerge
insieme al Diver.
Intanto si completava la costruzione del perimetro entro cui eseguire
la batimetria: un quadrilatero di 80x50 metri, con boe e bandiere di
segnalazione. A partire dal molo fino al lato opposto del perimetro,
sono stati stesi alcuni cavi con dei nastri posizionati a distanze
differenti. Il Diver aveva il compito di individuare ognuno dei
nastri, leggere la profondità a cui si trovava e comunicarla alla
postazione. Alla fine delle misurazioni, i dati di ognuna delle
postazioni sono stati raccolti ed è stato realizzato un grafico.
Un lavoro dimostratosi utile oltre l'esercitazione, perché
utilizzabile anche in altri contesti. Per gli allievi del CEDIFOP una
giornata a contatto diretto con uno dei tanti settori in cui può
essere impiegato un OTS.
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CEDIFOP news n. 18
- Dicembre 2007 - articolo 032
Il CEDIFOP va in TV
(di Salvatore
D'Anna)
Il centro studi diretto da Manos Kouvakis è stato
protagonista di una puntata della trasmissione televisiva "Cult", che
è andata in onda venerdì 23 novembre alle 20,30 sul canale 848 di Sky
"Oasi Tv", l'emittente dell'opera Oasi Maria SS di padre Luigi
Ferlauto, con sede a Troina, in provincia di Enna.
La troupe del programma, composta dalla conduttrice Valentina La
Ferrera e da due operatori, il 28 settembre per un'intera giornata ha
seguito gli allievi e i docenti del corso CEDIFOP per aspiranti OTS
(operatore tecnico subacqueo) durante le loro attività didattiche.
Dopo una visita alla sede del CEDIFOP, nel molo Sammuzzo, e un giro
dentro il porto di Palermo, la troupe si è poi spostata a Villabate,
presso la piscina "Hydra", dove gli aspiranti OTS provano le
apparecchiature professionali che poi utilizzeranno durante le
immersioni in acque libere e portuali.
"Cult", programma che si occupa di cultura, arte, teatro, musica,
cinema, moda e spettacolo, ha realizzato sul CEDIFOP una puntata
monografica della durata di trenta minuti. Saranno mostrate le lezioni
teoriche e pratiche che gli allievi affrontano per conseguire
l'attestato professionale di OTS, le interviste ai docenti e ai
ragazzi, si parlerà delle tematiche legate a questo settore.
"La nostra trasmissione vuole mettere in luce e portare all'attenzione
del grande pubblico - dice Valentina La Ferrera - quelle realtà
siciliane che funzionano, ma che magari sono poco conosciute oppure
note finora solo agli addetti ai lavori. Per questo abbiamo pensato al
CEDIFOP ".
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CEDIFOP news n. 17
- Novembre 2007 - articolo 031
Venerdì 23/11/07 CEDIFOP sul canale 848
di SKY
Venerdì 23 novembre andrà in onda alle ore 20,30 -
in replica alle ore 23,30 - su OASI.TV, canale 848 di Sky, una puntata
della trasmissione CULT, interamente dedicata alla attività formatica
del CEDIFOP.
Per collegarsi ad Oasi.Tv:
satellite Hot Bird 13° Est - polarizzazione verticale - trasponder 6 -
symbol rate 27.500 - frequenza 12.520
Sintonizzazione automatica: SKY.CANALE 848
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CEDIFOP news n. 17
- Novembre 2007 - articolo 030
CEDIFOP 2007/08: Panoramica sulla
formazione per OTS
(di Nini Radicini)
La nuova stagione dei corsi per OTS - Operatori
Tecnici Subacquei organizzati dal CEDIFOP di Palermo è iniziata a
settembre. Gli allievi, come ormai caratteristica consolidata, sono
ragazzi (e quest'anno anche una ragazza) provenienti da varie regioni
italiane - dalla Lombardia alla Puglia all'Abruzzo, dal Lazio alla
Calabria, alla Sardegna, alla Sicilia - alcuni con esperienza,
lavorativa e imprenditoriale, nel settore. Va sottolineato che, dopo
la sentenza del Tar del Lazio dello scorso anno, è stato superato
l'ostacolo del limite di età per l'iscrizione al Registro sommozzatori
delle Capitanerie di porto, con conseguente estensione della fascia
dei possibili allievi OTS.
Questa qualifica, anche grazie alla promozione realizzata dal CEDIFOP,
ha acquisto nel corso degli anni una importanza crescente in ambito
professionale, tanto che, da qualche tempo si assiste a un fenomeno
significativo: aziende che operano nell'ambito della subacquea
professionale/industriale inviano propri dipendenti al CEDIFOP per
formarli come OTS. Una scelta che permette di migliorare il proprio
know-how interno e risparmiare sui costi dell'outsourcing. Ne è
esempio un allievo del corso in fase di svolgimento. Avendo avuto
occasione di conoscere il CEDIFOP attraverso un collega (che ha
conseguito la qualifica un paio di anni fa), ha portato a conoscenza
di questa opportunità formativa e professionale l'azienda in provincia
di Lecce presso cui lavora, trovando parere positivo circa i benefici
per entrambe le parti.
Si arriva al CEDIFOP anche grazie ai mass media: Internet (il mese
scorso il sito www.cedifop.it ha superato quota un milione di accessi)
e riviste di subacquea, dove non di raro sono pubblicati articoli su
iniziative previste nel piano di studi (es. esercitazioni svolte nel
porto di Palermo) e lettere di persone interessate a iscriversi al
corso.
La formazione è molto articolata. Accanto alla parte teorica vi sono,
come sopra accennato, le esercitazioni (sia nell'area portuale, sia
presso impianti industriali), e la preparazione atletica. Quest'ultima
è composta da sessioni di addestramento in piscina e potenziamento
(due ore, tre volte la settimana). Inoltre CEDIFOP permette
all'allievo di avere una visione più ampia della subacquea
professionale/industriale, organizzando iniziative che lo portano
all'interno del contesto lavorativo. Basti ricordare la visita,
compiuta in ottobre, a due impianti di allevamento ittico, a Milazzo e
a Patti Marina (strutture progettate e realizzate da Palumbarus srl di
Palermo). Qui gli allievi OTS hanno potuto conoscere direttamente un
settore che rientra tra quelli in cui potranno essere impiegati dopo
il conseguimento della qualifica.
Grazie alla conoscenza e all'utilizzo dell'equipaggiamento, tecniche e
degli strumenti utilizzati dagli OTS (diversi tipi di Kirby-Morgan,
pannelli di controllo dei dispositivi collegati, casco aperto, casco
da palombaro, pinza "broco" per la saldattura e il taglio subacqueo,
muta stagna, muta a circolazione di acqua calda, uso del ROV, ecc),
gli allievi acquisiscono una preparazione applicabile sia nella
subacquea industriale sia in altre realtà. Il mondo della subacquea è
infatti molto articolato e il mare, visto come risorsa, vede la
propria rilevanza crescere ogni giorno, sia da punto di vista
professionale sia legislativo.
Si pensi ad esempio alle aree marine, con il recente inserimento di 4
di loro (Miramare, Plemmirio, Tavolara-Punta Coda Cavallo e Torre
Guaceto) nel protocollo "Aree Specialmente Protette di importanza
mediterranea" come aree idonee a rappresentare il patrimonio di
biodiversità nel Mediterraneo. Il risultato è stato conseguito
nell'ottobre 2007 all'incontro di Madrid degli stati aderenti al "Mediterranean
Action Plan", protocollo dell'ONU per la salvaguardia della qualità
ambientale del Mediterraneo. Le quattro aree marine avevano presentato
la candidatura lo scorso giugno, in occasione dell'Eight Meeting of
Focal Point, svoltosi a Palermo.
Il CEDIFOP, oltre a potenziare ogni anno la qualità della formazione,
sta partecipando, insieme alle massime organizzazioni professionali e
dirigenziali della subacquea (industriale, sportiva, ricreativa) alla
fase di formulazione dei principi su cui dovrebbe fondarsi la nuova
legge, articolata per settore. Un impianto normativo ampio,
riguardante operatori, enti e aziende. Nell'ambito della formazione,
ad esempio, permetterà di stabilire procedure per il controllo della
qualità della didattica, in modo che sia costantemente adeguata allo
sviluppo tecnologico e in linea con le esigenze della aziende.
Quello del CEDIFOP è un microcosmo di culture ed esperienze in cui,
come negli anni scorsi, si è subito creata una sintonia notevole tra
gli allievi e tra loro e i docenti. I primi corsi per OTS furono
organizzati nel 1993. Da allora, anno dopo anno, il CEDIFOP ha
perfezionato i propri metodi formativi, tanto che sta per diventare
"Full Member" di IDSA - International Diving Schools Association.
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CEDIFOP news n. 16
- Ottobre 2007 - articolo 029
2008: Obiettivi e proposte per la
Subacquea Industriale.
Il CEDIFOP e la Regione Siciliana presenti al convegno di Philadelphia
(di Nini Radicini)
Il meeting IDSA - International Diving Schools
Association (Brittany - France) svoltosi a Philadelphia (USA) dal 15
al 17 settembre scorso è stata l'occasione per trattare una serie di
temi nel settore della subacquea industriale, sia in ambito formativo
sia tecnico. La finalità dell'IDSA, sul lato della certificazione, è
il raggiungimento di un equilibrio tra i vari standard nazionali e il
sostegno agli Stati che non hanno tuttora fissato propri standard, in
modo che possano acquisirli e al più alto livello possibile in termini
di sicurezza e addestramento. Erano presenti delegati da Belgio,
Danimarca, Egitto, Finlandia, Paesi Bassi, Norvegia, Svezia, Gran
Bretagna, Stati Uniti, Italia (il CEDIFOP come scuola associata e come
membro industriale la PALUMBARUS srl). Tra gli Osservatori era
presente una delegazione della Regione Siciliana.
Il convegno ha fatto emergere idee e proposte, una delle quali sul
rilascio di un Certificato di Qualifica specialistico per la Subacquea
Archeologica e Scientifica. Questo ramo è al centro di un dibattito
sulla formazione. Esiste infatti una corrente culturale che considera
necessaria una formazione di base come OTS - Operatori Tecnici
Subacquei (con il conseguimento della qualifica) prima della
specializzazione in archeologia. Se passasse questo indirizzo si
avrebbe una evoluzione anche nella pratica, ad esempio per gli
interventi di recupero dei reperti, poiché l'OTS opera con modalità
specifiche e uniche, dato il suo collegamento diretto con la
superficie.
Questa e altre innovazioni sono dipendenti dalle scelte in ambito
formativo compiute innanzitutto a livello nazionale e regionale. Nel
corso del meeting statunitense, la necessità di avere un sistema di
certificazione in ambito formativo con valore internazionale è stato
ricordato dal dott. Marco Fiorella, componente dell'Ufficio di
Gabinetto dell'On. Carmelo Incardona - Assessore Regionale al Lavoro -
Regione Siciliana.
Bisogna considerare che in questa fase l'evoluzione della formazione
professionale nella subacquea industriale va di pari passo con il
percorso legislativo che dovrebbe portare a una nuova legge per il
settore. D'altra parte, come dimostrato da una specifica delibera
della Giunta Regionale dell'Emilia Romagna del 2007, sono possibili
anche interventi degli Enti locali al fine di stabilire requisiti e
obblighi per i centri di formazione e per gli operatori subacquei.
Queste norme, è bene precisare, valgono entro i confini regionali, a
differenza di una futura legge approvata dal Parlamento, che avrebbe
valore nazionale.
Un'altra proposta emersa nel corso dei lavori della "tre giorni"
statunitense è stata quella di formare un gruppo di lavoro che esamini
la standardizzazione dei programmi dei corsi IDSA. Altro argomento, la
riduzione e la semplificazione del numero attuale di livelli di
addestramento subacqueo.
Tra le questioni tecniche, si è dibattuto sulla necessità di limitare
lo standard della Campana Chiusa a profondità inferiori a 50 metri; la
necessità di uno standard Campana Chiusa / Saturazione dove la
profondità è simulata; le ultime idee sull'uso delle Tabelle di
Decompressione in superficie; la qualifica e il grado di esperienza
richieste ad un Operatore in Stand By (ovvero l'operatore in
superficie, già equipaggiato per eventuali emergenze); l'opportunità
di pubblicare il Manuale delle Qualifiche subacquee specializzate,
discusso nel meeting precedente.
Spazio nel programma dei lavori anche per le relazioni esterne di
IDSA, con altre organizzazioni del settore e attraverso lo sviluppo
del suo sito. La presenza in Rete dei centri di formazione è infatti
un moltiplicatore di interesse per i professionisti e i potenziali
allievi, come dimostrato dai risultati statistici conseguiti dal sito
del CEDIFOP (www.cedifop.it), che inoltre, da qualche mese, pubblica
su YouTube i video delle esercitazioni svolte dai suoi allievi OTS e
delle altre attività relative alla formazione e alla promozione della
subacquea industriale, compreso uno sul convegno di Philadelphia.
Nel corso del meeting si è avuta l'elezione del nuovo presidente
dell'IDSA: Leo Lagarde. Proveniente da NDC - National Diving Centre
(Paesi Bassi), Lagarde è stato nella Royal Dutch Army per 40 anni fino
a diventare Sovrintendente dell'Esercito per il settore subacqueo. Nel
biennio 2006-08 a ricoprire l'incarico di presidente è stato Giulio
Melegari (Italia), eletto durante il Meeting di Houston - Usa 2006.
Il prossimo meeting dell'IDSA si svolgerà a Palermo (27-29 settembre
2009). Come riferimento per sottolineare l'importanza di questo
appuntamento basterà ricordare che le sedi in anni recenti sono state
Houston - Usa (2006) ed Helsinki - Finlandia (2007). Sarà una
occasione di grande rilevanza mediatica per la città e per la Sicilia,
oltre che un riconoscimento notevole per il CEDIFOP, che curerà la
fase organizzativa.
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CEDIFOP news n. 16
- Ottobre 2007 - articolo 028
Meeting IDSA 2009: A Palermo nel
2009 l’International Diving Schools Association
(di Leonardo
Lodato)
Il meeting dell’International Diving Schools
Association, recentemente tenutosi a Filadelfia, negli Stati Uniti, ha
definitivamente impresso il proprio sigillo sull’investitura che vedrà
Palermo “capitale” dell’edizione 2009 dell’importante evento destinato
a fare chiarezza nei rapporti tra la subacquea professionale e il
mondo dell’industria.
Palermo si prepara così a vestire l’abito buono della subacquea
industriale, ricevendo il testimone da Philadelphia, e seguendo città
come Helsinki e Houston, teatro rispettivamente delle edizioni del
2007 e del 2006. Ad estendere l’invito ai colleghi di tutto il mondo,
erano presenti a Filadelfia il direttore del CEDIFOP (Centro Europeo
di Formazione Professionale) di Palermo, Manos Kouvakis, e Marco
Fiorella, componente dell’ufficio di gabinetto dell’assessore
regionale al Lavoro, Carmelo Incardona, il cui compito è stato proprio
quello di caldeggiare la candidatura, poi accettata, del capoluogo
siciliano.
Un traguardo molto importante che, ancora una volta, pone l’Italia (e
in questo caso la Sicilia) al centro della subacquea industriale.
L’appuntamento del prossimo anno a Palermo, sarà ancora una volta
l’occasione, tra l’altro, per mettere l’accento sul problema legato
alla legislazione del settore. Come ricorda Kouvakis, infatti, «il
decreto legislativo del 13 gennaio 1979 che ha regolarizzato fino ad
oggi la categoria dei sommozzatori in servizio locale, è ormai poco
incisivo per potere soddisfare i bisogni di un settore abbandonato da
anni a se stesso, che denuncia problemi sempre maggiori».
L’Unione europea detta normative ben precise che regolano l’attività
professionale subacquea, che gli Stati membri hanno adottato ed
applicato da tempo. Soltanto l’Italia, in questo caso, risulta
inadempiente. Una lacuna da colmare prima possibile, vista anche
l’eterogeneità nella provenienza dei partecipanti ai corsi organizzati
dal CEDIFOP di Palermo per la formazione di OTS - Operatori Tecnici
Subacquei.
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CEDIFOP news n. 15
- Settembre 2007 - articolo 027
Palermo si candida per ospitare il
meeting internazionale dell'ISDA per il 2009
Su invito ufficiale del Centro Studi CEDIFOP e
PALUMBARUS s.r.l. sono state poste le premesse affinchè Palermo ospiti
il meeting internazionale dell'IDSA nel 2009. Il meeting si svolge
annualmente in uno dei Paesi di appartenenza delle scuole e delle
imprese associate. Negli ultimi anni il meeting annuale ha avuto luogo
a Galveston Texas - USA (23-25 Ottobre 2006) e ad Helsinki Finlandia
(10-12 Settembre 2007). Nel 2008 il meeting si svolgerà negli USA.
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CEDIFOP news n. 15
- Settembre 2007 - articolo 026
CEDIFOP: traguardi e prospettive nella
formazione O.T.S.
(di Nini Radicini)
Il CEDIFOP, inizia il 18 settembre una nuova
sessione formativa per O.T.S. - Operatori Tecnici Subacquei - , si
presenta come un centro in piena crescita. A dimostrarlo, una serie di
riscontri significativi inerenti all'ambito professionale e la
realizzazione di iniziative intraprese per potenziare ulteriormente il
proprio profilo. CEDIFOP è un centro di formazione accreditato dalla
Regione Siciliana, riconosciuto dall'IDSA - International Diving
Schools Association - settore subacquea professionale/ industriale - e
dalla PADI - Professional Association of Diving Instructors - come
centro sportivo. La tipologia degli aspiranti allievi O.T.S. è molto
ampia. Appassionati di subacquea che vogliono trasformare in
professione il loro hobby, ragazzi e ragazze fin dall'inizio
intenzionati a lavorare in questo campo, o anche personalità già
affermate nell'imprenditoria del settore, trovano nel CEDIFOP un ente
in grado di avviarli, attraverso un percorso formativo molto curato,
al conseguimento della qualifica di O.T.S., attestato di qualifica
professionale riconosciuto dallo Stato, ovvero considerato titolo di
studio a tutti gli effetti. Specializzandosi nella formazione di
aspiranti O.T.S., il CEDIFOP è riuscito a evidenziare l'importanza di
questa qualifica, tanto che riserve marine ed aziende del settore
della maricoltura (in particolare tonnare) iscrivono spesso il proprio
personale ai corsi.
I percorsi formativi del CEDIFOP, oltre alla parte
teorica, prevedono moduli per l'addestramento tecnico e atletico,
esercitazioni pratiche (es. immersioni all'interno delle aree portuali
e presso i cantieri navali), interagendo con ditte che operano nel
settore della subacquea professionale. Gli allievi apprendono come
utilizzare le attrezzature necessarie allo svolgimento del lavoro di
O.T.S., come ad esempio il casco Kirby Morgan, multifunzionale e
caratteristico dell' O.T.S., pannelli di erogazione aria e
comunicazioni a cui è collegato, il ROV (Remotely Operated Vehicle:
Veicolo a controllo remoto), la muta a circolazione di acqua calda,
casco da palombaro, casco aperto, le tipologie di saldatura e taglio
subacqueo. Ai corsi partecipano allievi provenienti da tutta Italia,
di età compresa tra i 18 e i 50 anni. Il limite superiore non
sorprenda: è conseguenza di una recente sentenza del Tar del Lazio che
ha esteso oltre il precedente limite dei 35 anni, l'età entro cui è
possibile iscriversi al Registro Sommozzatori delle Capitanerie di
Porto. Una novità riguardante direttamente gli O.T.S.,, la cui
qualifica consente l'iscrizione al registro. Non è raro apprendere da
alcuni aspiranti allievi del CEDIFOP che il loro primo contatto con il
centro è avvenuto tramite Internet. Nel sito www.cedifop.it, in rete
dal 2004, si trovano tutte le informazioni utili a coloro che
vorrebbero iscriversi ai corsi O.T.S.,, con la possibilità di
contattare via e-mail la segreteria. A inizio settembre 2007 il sito
ha raggiunto quota un milione di pagine viste, con oltre 320.000
visitatori.
L'attività del CEDIFOP, sia in ambito formativo sia in occasione di
iniziative pubbliche, ha trovato spazio presso giornali e riviste.
Notevole rilievo ha avuto il convegno organizzato il 14 aprile scorso
a Palermo. In quella occasione si sono incontrate importanti
personalità della subacquea italiana e internazionale, in
rappresentanza dei vari settori (industriale, sportiva, ricreativa), e
delle istituzioni della Provincia di Palermo e della Regione
Siciliana. Insieme hanno concordato sulla necessità di una moderna
legislazione in materia, articolata per settori. Il CEDIFOP ha di
recente avviato la procedura per l'acquisizione della certificazione
ISO 9001. ISO è una organizzazione internazionale di standardizzazione
riconosciuta da 178 stati. Elabora norme per il settore industriale e
commerciale con la finalità di certificare la qualità di un'azienda o
di un ente, ovvero certificare che le loro procedure operative siano
conformi a standard prestabiliti. Ogni Stato ha un ente sovrano che
rilascia ad enti accreditati per singoli settori la possibilità di
certificare le aziende. Gli enti di certificazione hanno accordi di
mutuo riconoscimento, in modo che un certificato rilasciato da un ente
italiano sia riconosciuto in tutti i paesi aderenti all'ISO. Alla fase
di preparazione della documentazione, in corso, curata dall’ing. I.
Napoli, seguirà la verifica da parte dell'ente certificatore, per il
conseguente conferimento della certificazione di qualità, entro
dicembre 2007.
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CEDIFOP news n. 15
- Settembre 2007 - articolo 025
Operatore Tecnico Subacqueo: la seconda
sessione del 2007 inizia il 18 settembre
(di Salvatore
D'Anna)
Scatta il 18 settembre il nuovo corso per allievi
OTS (Operatore Tecnico Subacqueo) organizzato dal Centro Studi CEDIFOP
presso il Molo Sammuzzo del porto di Palermo. Sono venti gli aspiranti
sommozzatori arrivati non solo dalla Sicilia ma anche da altre regioni
d’Italia, come la Lombardia, la Sardegna, il Lazio e la Puglia. Tra
loro anche una ragazza originaria di Chieti, e diversi “over 35”, che
partecipano grazie alla sentenza del Tar del Lazio che ha giudicato
“illogico e iniquo” il limite d’età di 35 anni per iscriversi al
registro sommozzatori. Il CEDIFOP, diretto da Manos Kouvakis, è uno
dei pochi centri nel nostro Paese a rilasciare un attestato valido per
l’iscrizione a tale registro, tenuto dalle Capitanerie di Porto. Senza
questo documento gli OTS non potrebbero operare in acque portuali e
svolgere legalmente questa attività. Il corso si concluderà il
prossimo 21 dicembre. Durante questi tre mesi gli allievi si
dedicheranno a teoria e pratica, tra lezioni in aula, esercitazioni in
piscina e nelle acque dei porti di Palermo e Termini Imerese, nel
porticciolo di Acquasanta e presso i Cantieri Navali. Per il CEDIFOP
si tratta del secondo corso dell’anno dopo quello organizzato tra
febbraio e maggio. Per informazioni sui prossimi appuntamenti si può
consultare il sito www.cedifop.it.
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CEDIFOP news n. 14
- Agosto 2007 - articolo 024
OTS: Sicurezza, Tutela,
Professionalità al centro della futura legge.
(di Nini Radicini)
Come rilevato dal
convegno promosso e organizzato dal Cedifop lo scorso 14 aprile a
Palermo, l'attuale carenza legislativa nella subacquea (sportiva,
ricreativa, industriale) ha almeno tre pesanti ripercussioni: sul
riconoscimento delle qualifiche professionali; sulla tutela degli
operatori; sulla sicurezza nel lavoro. Mentre nei tre settori si
registra un costante sviluppo formativo, tecnico e organizzativo, la
normativa nazionale è ferma al biennio 1979-81, ovvero al decreto
ministeriale che riconosceva la figura di "sommozzatore in servizio
locale" (che affiancava quella di "palombaro in servizio locale"
istituita nel 1942) e alle successive integrazioni relative alla
formazione e alla certificazione (possibilità di iscrizione al
registro sommozzatori per tutti i cittadini europei). Sembrava
l'inizio di un percorso che in poco tempo avrebbe potuto giungere a
una regolamentazione completa delle attività subacquee. Invece lì ci
si è fermati perchè i successivi disegni di legge non hanno avuto
seguito, qualche volta per motivi di schieramento parlamentare, in
altre occasioni per la conclusione della legislatura a iter ancora in
corso.
Quello più recente, presentato nel 2006 dall'on. Bellotti, è stato
subito criticato dagli addetti ai lavori, poichè subordinerebbe le
società e gli operatori a una serie di vincoli di cui non appare
chiara l'efficacia in riferimento alle richieste di certificazione di
qualità, tutela della salute degli operatori, sicurezza del lavoro.
Nel complesso, il disegno appare ideato sull'ipotesi della "legge
unica per la tutta la subacquea", prospettiva ormai superata dalle
recenti analisi dei massimi dirigenti delle organizzazioni
professionali e formative di categoria. Anzi, è proprio la differenza
di mansioni e competenze per gli operatori dei tre settori e la
complessità (forse l'inutilità) della ricerca di una sintesi che valga
per tutti ad essere considerato uno dei principali motivi del finora
mancato raggiungimento del traguardo legislativo. E' ormai parere
comune che la subacquea professionale, quella sportiva/ricreativa e
quella industriale debbano avere singole leggi proprie.
Tra i precedenti disegni qualcuno conteneva invece delle innovazioni,
che hanno poi avuto seguito sebbene attraverso altre strade. Per
esempio, quello presentato dal senatore Battaglia nel 1997. I punti
principali erano: riconoscimento della qualifica di OTS; innalzamento
a 45 anni del limite di età per l'iscrizione al registro dei
sommozzatori; estensione della territorialità entro cui si può
operare. Quasi dieci anni dopo, il secondo punto ha trovato un
riscontro importante in una sentenza del Tar del Lazio (poi recepita
da tutte le Capitanerie di porto), che ha dato ragione ad un
sommozzatore il quale, in possesso dell'attestato di OTS, non aveva
potuto iscriversi al registro poichè aveva più di 35 anni. Così, in
mancanza di una legge nazionale si procede per sentenze e regolamenti
che, fin dove possibile, colmano qualcuna delle lacune. Valga in tal
senso l'ordinanza emessa dalla Capitaneria di porto di Ravenna nel
1992, con cui si cercava di stabilire regole sulla sicurezza del
lavoro subacqueo, sulla competenza dei supervisori delle immersioni e
sull'attrezzatura da utilizzare. Regole - poi fatte proprie anche da
altre Capitanerie - che sarebbero da inserire nella futura legge.
E' nell'ambito della sicurezza sul lavoro che la mancanza di una
normativa nazionale assume risvolti drammatici. Tema di attualità
evidenziato dopo la morte nel 2002, per incidente sul lavoro, di Elga
Leoni, sub di 29 anni. Al tema della sicurezza è strettamente legato
quella della tutela degli lavoratori nel settore. Attualmente le
competenze sono divise tra Ipsema - Istituto di Previdenza del Settore
Marittimo e Inail. Entrambe però riscontrano un numero ridotto di
iscritti (poche centinaia l'Inail, alcune decine Ipsema), segno di un
ipotizzabile ampio lavoro sommerso. La legislazione sulla subacquea è
necessaria non solo per colmare una lacuna normativa e allinearsi agli
altri stati dell'Unione Europea, ma anche per poter utilizzare appieno
le professionalità acquisite in sede di formazione. Oggi infatti gli
OTS italiani, dopo aver maturato competenze di alto livello per lo
svolgimento di lavori di elevata complessità esecutiva, incontrano
ostacoli nel riconoscimento della qualifica da parte di grandi società
petrolifere internazionali, per le quali, a volte, non è sufficiente
l'iscrizione al registro della Capitaneria di Porto.
Nel convegno del Cedifop è emersa una realtà particolarmente
esplicita. A fronte delle lacune normative in Italia, vi sono realtà,
quali i paesi anglosassoni e in genere quelli dell'Europa
settentrionale che si affacciano (e operano) nel Mar del Nord, in cui
sono in vigore leggi specifiche e articolate su ogni aspetto della
subacquea, sia nell'ambito della sicurezza sia in quello che
disciplina le figure professionali. L'attuale fase, che si potrebbe
definire transitoria, non deve però essere intesa come periodo di
stallo. E' invece, per gli addetti ai lavori, una occasione di
elaborazione di progetti e idee da poter subito presentare in sede di
redazione della legge. Per i legislatori - nazionali e regionali - è
invece una opportunità per sperimentare soluzioni amministrative da
cui trarre beneficio in sede comunitaria e internazionale.
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CEDIFOP news n. 14
- Agosto 2007 - articolo 023
Intervista al direttore del CEDIFOP
(di Giorgio Anzil)
All’interno del Porto di
Palermo e in particolare sulla banchina Sammuzzo, troviamo il Centro
studi CEDIFOP, che si occupa di formazione professionale, nel settore
degli OTS/ sommozzatori.
Abbiamo intervistato il direttore del Centro Manos Kouvakis,
ponendogli una serie di domande sulle attività del centro:
Cos’è CEDIFOP, e quali riconoscimenti ha?
CEDIFOP, è una associazione no-profit, nata nel 1992, e subito
inserita nel settore della formazione professionale in campo
subacqueo. Ha svolto in questi 15 anni diversi corsi finanziati dal
Fondo Sociale Europeo e dalla Regione Siciliana, rivolti solo ad una
utenza residente in Sicilia. Negli ultimi anni ha realizzato anche
diversi corsi “autofinanziati”, rivolti a utenti provenienti da tutto
il territorio Nazionale. CEDIFOP è un centro di formazione accreditato
dalla Regione Siciliana, riconosciuto dalla IDSA nel settore della
subacquea professionale/industriale, e dalla PADI come centro sportivo
(IRRA – RESORT).
La vostra “specialità” sono i corsi per OTS, ma cosa sono esattamente?
La qualifica di OTS nasce, con un decreto del ministero della Marina
Mercantile, (oggi Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti) nel
1979, di questo decreto noi realizziamo quanto viene disposto
dall'articolo 3 comma 6, essendo una scuola di formazione accreditata
dalla regione Siciliana.
Conseguita la qualifica professionale di OTS presso il CEDIFOP, qual è
il passo successivo?
Dopo il rilascio del nostro attestato di qualifica professionale, e
allegando gli esami medici prescritti dalle normative vigenti -
(pubblicate nella G.U.R.I. n. 47 del 16/02/1979) - si può presentare
ad una Capitaneria di Porto (del territorio nazionale) la richiesta
d'iscrizione nel "Registro Sommozzatori". Con l'accettazione, la
Capitaneria rilascia il "libretto di ricognizione" che è
indispensabile per l’inserimento lavorativo.
Ma dove trova lavoro un OTS?
Il libretto di ricognizione, che si ottiene con l’iscrizione nel
Registro Sommozzatori presso una Capitaneria di Porto, è
indispensabile per lavorare in aree inshore; cioè tutte le ditte che
fanno lavori subacquei (come per esempio: recupero o demolizione di
relitti "salvage diving"; interventi portuali "harbour diving" e per
le operazioni di ispezione, carenaggio, manutenzione e riparazione
delle navi e degli ormeggi, ma anche operazioni più semplici come
posizionamento boe, controlli, ecc), nelle aree portuali e di demanio
marittimo (costiero e acque interne) in generale, hanno l'obbligo di
assumere personale iscritto nel Registro dei Sommozzatori ed in
possesso del libretto di ricognizione. Lo stesso vale per aziende che
operano nel settore della acquacoltura (tonnare, allevamenti di pesci
in mare, ecc. "fish farm diving") o riserve marine. La qualifica
professionale di OTS può considerarsi, anche, la "base"
indispensabile, per lavorare con ditte che operano nel settore
industriale e degli idrocarburi in "off-shore" "oil and gas diving",
attività che si è sviluppata, a partire dal secondo dopoguerra e che
ha assorbito gruppi crescenti di operatori subacquei professionisti,
al punto da vantare oggi, nelle sue file, oltre tre professionisti
subacquei su quattro.
Quali riconoscimenti ha la qualifica di OTS?
Il corso per OTS, da noi, essendo un corso di formazione
professionale, è subordinato a regole ben precise, e cioè il corso è
sottoposto ai controlli dell'Ispettorato Regionale del Lavoro e
dell'Ufficio Provinciale del Lavoro, indispensabili affinché alla fine
l'attestato venga riconosciuto dalla Regione Siciliana, dallo Stato
Italiano e dalla Comunità Europea. Anche per questi motivi, la
frequenza è obbligatoria; è ammissibile un massimo di 20% di ore di
assenza, cioè 96 ore o 12 giornate su un totale di 480 ore di corso
che viene svolto in 60 giorni lavorativi, nell'arco di 3 mesi solari.
Quando si svolgono questi corsi e quali sono i requisiti per
l’ammissione?
I corsi “liberi” o “autofinanziati” programmati dal CEDIFOP, per
diventare "O.T.S." si svolgono 2 volte l'anno.
Ogni corso è aperto a 20 persone, che vengono iscritte in ordine di
prenotazione. Il Corso è aperto a tutti gli interessati (anche
lavoratori), a prescindere dall'età, residenza o stato di occupazione,
in possesso dei requisiti base per l'accesso al corso:
Ø maggiore età alla data d'inizio delle attività formative,
Ø possesso della Licenza di Scuola Media Inferiore;
Ø possesso dei (almeno) primi due livelli di brevetti subacquei
sportivi (rilasciati da Associazioni riconosciute almeno in ambito
nazionale)
Ø i cittadini comunitari (UE), in regola con le normative vigenti,
potranno essere ammessi solo se regolarmente soggiornanti nel
territorio della Regione Siciliana,
Ø idoneità alle visite mediche
Il corso ha una durata di 480 ore, suddivise in 60 giorni lavorativi
di 8 ore cadauno, ripartiti in 3 mesi solari. Ogni corso è rivolto a
n. 20 allievi max. La prenotazione è obbligatoria, fino ad esaurimento
dei posti disponibili.
Per maggiori informazioni si può consultare la pagina
http://www.cedifop.it/OTS.htm da dove è possibile scaricare la domanda
d'iscrizione con allegato il regolamento del corso.
Qual è l’iter formativo del corso?
Nel primo mese, oltre alla preparazione atletica in palestra, si cerca
di uniformare il gruppo e di eliminare possibili lacune di
preparazione pregressa.
Dal secondo mese in poi si comincia con le attrezzature tecniche, con
cui credo che un subacqueo sportivo ha poca o nessuna dimestichezza,
come per esempio l'uso dei vari tipi di kirby morgan, pannelli per
l'aria e le comunicazioni, l'organizzazione di un cantiere subacqueo,
taglio e saldatura subacquea, pilotaggio di un R.O.V., ecc.
Nel terzo ed ultimo mese di preparazione si fanno le Immersioni
Tecniche all'interno del Porto di Palermo, ai Cantieri Navali di
Palermo (Fincantieri), al Porticciolo di Acquasanta, all’interno del
Porto di Termini Imerese, (essendo l'area portuale una delle mete di
lavoro per chi è OTS) o immersioni presso cantieri di lavoro di ditte
che lavorano nel settore, con esercitazioni del tipo: recupero
materiali dal fondo, posizionamento boe, sorbona, taglio subacqueo,
flangiatura, batimetria ecc.
Inoltre, intercalata alle esercitazioni pratiche c'è la teoria,
distribuita in più di 20 dispense che racchiudono le varie discipline
del corso.
Come si svolgono gli esami alla fine del corso?
Finendo il percorso formativo, per il conseguimento della qualifica è
necessario sostenere un esame finale dinanzi ad una Commissione di
Esami istituita con Decreto Assessoriale dell'Assessore Regionale al
Lavoro, formata da due docenti del CEDIFOP, un Funzionario
dell'Assessorato Regionale al Lavoro (Presidente della commissione) e
un Funzionario della Capitaneria di Porto di Palermo (in qualità di
Esperto Esterno di una Pubblica Amministrazione cointeressata al
riconoscimento della qualifica professionale).
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CEDIFOP news n. 13
- Luglio 2007 - articolo 022
Conclusi gli esami per gli allievi
CEDIFOP. Il prossimo corso OTS partirà a settembre
(di Salvatore
D'Anna)
Con gli esami finali del
7 e 8 giugno, si è concluso il primo corso dell’anno per la formazione
di Operatori Tecnici Subacquei (OTS) organizzato dal centro studi
Cedifop di Palermo. I venti allievi che tra febbraio e maggio hanno
frequentato le lezioni nel centro diretto da Manos Kouvakis sono stati
impegnati in una “due giorni” durante la quale, valutati da una
commissione, hanno mostrato quanto appreso in questi tre mesi.
Il 7 gli aspiranti OTS hanno sostenuto una prova scritta, che
comprendeva una serie di quiz a risposta multipla per un totale di 50
domande. Il giorno dopo, invece, gli allievi si sono recati a
Villabate dove, nella piscina Hydra, hanno messo in pratica “sul
campo” le tecniche professionali imparate. I sommozzatori non solo
hanno dovuto dimostrare ai commissari di essere in grado di gestire un
cantiere subacqueo, ma anche di sapere indossare e utilizzare nel modo
corretto le attrezzature professionali, come ad esempio i caschi
Kirby-Morgan. Per chi opera sott’acqua, infatti, maneggiare con
attenzione e cura gli strumenti di lavoro può essere una
questione vitale. Da qui l’importanza di un centro come il Cedifop,
uno dei pochi in Italia che rilascia un attestato valido per
l’iscrizione al registro sommozzatori delle Capitanerie di Porto,
senza cui gli OTS non potrebbero operare in acque portuali e svolgere
legalmente questa attività. Il secondo corso del 2007 per diventare
OTS comincerà a settembre. Per informazioni consultare il sito
www.cedifop.it
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CEDIFOP news n. 13
- Luglio 2007 - articolo 021
Operatore Tecnico Subacqueo: Una
mancanza cronica nella legislazione Italiana
(di Manos Kouvakis)
La figura del
“sommozzatore in servizio locale” – che affianca la figura del
“palombaro in servizio locale” già istituita dal Codice della
Navigazione (articoli 114 e 116) approvato con Regio Decreto n. 327
del 30.03.1942 - istituita dal DM 13 Gennaio 1979, integrato dal DM 31
Marzo 1981, appare subito vincolata al conseguimento di una qualifica
professionale che attesti la formazione specifica dell’operatore
subacqueo, attuata secondo le modalità previste dall’art. 05 della
legge n. 845 del 21 Dicembre 1978 e dalle relative leggi regionali di
attuazione. La integrazione del DM 31 Marzo 1981 risultano introdotte
allo scopo di contemperare i requisiti formativi e certificativi di
questa figura con il quadro internazionale e comunitario (q.v. art 48,
§ 2 del trattato CEE e art. 1, § 2 del Regolamento CEE / 16, 12 /
1968), che allarga ai cittadini europei la possibilità di iscriversi
al registro sommozzatori.
Nei successivi decenni, nessun adeguamento legislativo.
Così, col passare degli anni, e a differenza degli altri Stati
dell'Unione Europea, l'Italia non crea una disciplina professionale
che, identificando e regolamentando la categoria degli operatori
subacquei e iperbarici, nel contempo li tutela. O per meglio dire è
rimasta indietro rispetto all’evolversi della professione degli OTS.
Questa mancanza legislativa viene invece recepita dalla Capitaneria di
Porto di Ravenna, che nel 1992, con l’ordinanza N. 77, cerca di
mettere un po’ d’ordine almeno nel territorio di sua competenza. Cosi
introduce una serie di regole, valide per tutto l’ambito delle acque
territoriali ricadenti nella giurisdizione del Circondario Marittimo
di Ravenna, per lo svolgimento dei lavori subacquei.
Tra le “regole” più rilevanti che introduce questa ordinanza, citiamo:
- l’obbligo che il personale subacqueo operi sempre sotto la direzione
di un responsabile, di comprovata esperienza, che deve autorizzare e
sorvegliare tutte le immersioni non solo ai fini della sicurezza sul
lavoro, ma anche ai fini della sicurezza della navigazione;
- il responsabile deve poter disporre sempre di un secondo operatore
subacqueo, che deve tenersi sempre equipaggiato, pronto ad intervenire
in caso di
emergenza;
- gli operatori in immersione devono essere sempre collegati, a mezzo
di efficaci e collaudati sistemi di comunicazione, con gli operatori
in superficie, per
comunicare qualsiasi necessità, attraverso l’uso di idonei caschi che
consentano contemporaneamente la respirazione e la comunicazione.
Regole importanti che innalzano il livello di sicurezza di chi si
immerge per fare dei lavori subacquei, ma purtroppo non sono recepite
in ambito nazionale. Solo poche capitanerie seguono l’esempio di
Ravenna.
Nei 25 anni trascorsi, dal 1982 ad oggi, sono stati elaborati alcuni
disegni di legge.
Il primo tentativo di proposta legislativa, è firmato dal senatore
Antonio Battaglia che nel 1997 presenta il Disegno di legge 2339. Esso
presenta alcune novità:
- lo spostamento del limite di età dai 35 anni (per l’iscrizione al
registro dei sommozzatori), a 45 anni;
- il riconoscimento degli OTS come operatori che svolgono attività
subacquee lavorative, di qualsiasi tipo, genere, natura e
specializzazione operativa, sia in basso che in alto fondale;
- allargamento della territorialità a tutte le acque di demanio
marittimo e a quelle interne;
con l’obbiettivo di disciplinare il settore delle attività subacquee
professionali/industriali, sia pubbliche che private.
La proposta non completa l’iter legislativo in Parlamento, per
cui ci ritroviamo nel 2001 con il Disegno di legge 1219 - presentato
dall’On. Alberto Arrighi e, nello stesso anno, viene presentato un
altro disegno di legge il Disegno di legge 1698 dall’On. Luigi
Martini. Dopo 4 anni di verifica nelle varie commissioni parlamentari,
si arriva nel 2005 al Testo unificato della C. 1219 Arrighi e C. 1698
L. Martini. Il fine legislatura non ne consente la trasformazione in
legge.
In ordine temporale, l’ultimo disegno di legge, è stato presentato nel
Luglio 2006, proposta di legge n.ro 1394 dell’On. Luca Bellotti. Esso
altro non è che un ritorno alla proposta 1219 del 2001, senza nessuna
miglioria per il settore degli OTS.
Questa proposta di legge, se ratificata, secondo il mio parere,
allungherà senza risolverlo il vuoto legislativo che lamenta il
settore degli OTS. Infatti questo disegno legge, nel tentativo di
ordinare tutta la subacquea, di fatto opera mescolanze di figure
professionali che nell’esercizio delle attività subacquee di
pertinenza si differenziano enormemente. Mi sembra un regresso che
squalifica l'OTS Italiano e non l’auspicato progresso che permetta il
riconoscimento dei nostri operatori anche all'estero, contrariamente
agli intenti manifestati dal legislatore nella parte introduttiva.
E' nostra convinzione, che c'è assolutamente bisogno di una legge
dedicata a chi fa la professione di OTS, questa deve essere
differenziata da qualsiasi proposta legislativa che riguardi la
professione di subacqueo sportivo (agonistica) o ricreativo (diving),
o si occupi della subacquea amatoriale, con disposizioni, vincoli e
regole nettamente separati.
Una buona proposta di legge, nel settore subacqueo, non deve contenere
al suo interno il tentativo di regolamentare, con le medesime
modalità, l’attività dei
sommozzatori e l’attività dei subacquei sportivi o ricreativi, questi
ultimi infatti hanno, nell’esercizio della loro attività, (e quindi
anche negli strumenti e nelle attrezzature adottate) obbiettivi,
regole, addestramento e problematiche molto diverse da quelle degli
OTS, inoltre ritengo sia compito delle regioni stabilire i criteri e
le regole della subacquea sportivo/ricreativa, adeguandole al
territorio specifico, ed è quanto attualmente accade nella maggior
parte del territorio Italiano. Mischiare le competenze crea
confusione, senza risolvere le problematiche fondamentali della
categoria.
Va, comunque sottolineato, alla data odierna, che la proposta
legislativa dell'On. Luca Belloti n. 1394, non ha ancora iniziato
l'esame nelle varie commissioni
parlamentari, ad iniziare dalla XI commissione alla quale è stata
assegnata il 6 dicembre 2006.
In tema legislativo, bisogna anche sottolineare che nel 2006, il TAR
del Lazio con la sentenza n.ro 200602150 del 29/03/2006, ha dato
ragione ad un sommozzatore che avendo superato il 35esimo anno di età,
ed avendo conseguito un attestato di qualifica professionale di OTS,
aveva visto respingere la sua domanda l’iscrizione cosi come prevede
la legge vigente.
Dopo 2 anni di causa, il tribunale, dando ragione al sommozzatore, si
è pronunciato a favore della sua iscrizione nel registro dei
sommozzatori.
Ora questa sentenza, recepita da tutte le Capitanerie di Porto, è una
realtà.
Ma c’era bisogno di arrivare a tanto?
Di certo, tutte le proposte legislative, elaborate lel'ultimo decenio,
non avrebbero risolto tutti i problemi della categoria OTS, che
rimangono ancora oggi integralmente da affrontare.
Molti incidenti si sarebbero evitati, con una legge adeguata, con un
maggior controllo da parte degli organi preposti, per garantire a chi
è OTS una maggiore
professionalità ed impedendo, a chi si improvvisa essere quello che
non è, di operare rischiando, a volte, sia la propria vita che quella
di chi gli sta vicino.
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CEDIFOP news n. 12
- Giugno 2007 - articolo 020
Tempo di esami per gli allievi del
CEDIFOP, si conclude il primo corso OTS del 2007
(di Salvatore D'Anna)
Arriva giugno e anche per
gli allievi del Cedifop è tempo di esami. I venti aspiranti OTS
(Operatore Tecnico Subacqueo), che tra febbraio e maggio hanno
frequentato il corso tenuto dal centro di formazione diretto da Manos
Kouvakis, il 7, l’8 e il 9 giugno saranno infatti impegnati nelle
prove finali davanti a una commissione che valuterà quanto appreso
durante tre mesi di duro lavoro.
Alla fine del corso, articolato su lezioni per un totale di 480 ore,
suddivise in 228 di pratica, 198 di teoria e 54 di stage, gli allievi
provenienti non solo dalla Sicilia, ma anche da Lombardia, Calabria,
Campania e Sardegna, conseguiranno la qualifica di Operatore Tecnico
Subacqueo e un attestato, valido per l’iscrizione al Registro
Sommozzatori delle Capitanerie di Porto. Il secondo corso del 2007 per
diventare OTS inizierà il 18 settembre e terminerà il 21 dicembre.
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CEDIFOP news n. 12
- Giugno 2007 - articolo 019
Tutto pronto per il corso 02/PA/2007
Tutto pronto all'avvio
del secondo corso del 2007 per diventare O.T.S., con inizio il 18
settembre - terminerà il 21 dicembre. Fra gli iscritti allievi
provenienti dall' ABRUZZO, FRIULI-VENEZIA GIULIA, LAZIO, LOMBARDIA,
SARDEGNA, VENETO e naturalmente dalla SICILIA, ai quali diamo il
benvenuto. Sono inoltre aperte le iscrizioni ai corsi del 2008 per
diventare OTS. Come sempre i corsi si svolgeranno nel periodo
febbraio/maggio 2008 e settembre/dicembre 2008. Ogni corso è riservato
a 20 allievi, la prenotazione è obbligatoria, fino ad esaurimento
posti. Il regolamento si può leggere sul seguente link:
http://www.cedifop.it/corsi-2005/regolamento.htm
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CEDIFOP news n. 12
- Giugno 2007 - articolo 018
Concetto e limiti del “Sommozzatore in
servizio locale” D.M. 13.01.1979
(di Giulio
Melegari)
Il DM
13.Gennaio.1979 dell’allora Ministro della Marina Mercantile istituì
la figura del “sommozzatore in servizio locale” per affiancarla,
differenziandola adeguatamente, alla figura del “palombaro in servizio
locale” già istituita dal Codice della Navigazione (articoli 114 e
116) approvato con Regio Decreto n. 327 del 30.03.1942 e dal relativo
regolamento di esecuzione (articoli 204 e seguenti) approvato con DPR
n. 328 del 15.02.1952. Il Regolamento di esecuzione del Codice della
Navigazione Marittima all’articolo 204 specifica la attività dei
palombari in servzio locale e le caratteristiche delle imbarcazioni di
appoggio e delle attrezzature di supporto (ad esempio pompe e
compressori), che devono avere certificazione RINA. All’articolo 205
viene istituito e specificato il registro dei palombari in servizio
locale e vengono definiti i requisiti per l’iscrizione allo stesso. In
particolare, al punto 6 del primo comma, viene posto come ultimo
requisito: “avere effettuato un anno di navigazione in servizio di
coperta o avere prestato per lo stesso periodo, servizio nella Marina
Militare in qualità di palombaro”.
Se ne desume che ancora
oggi chi è dotato di libretto di navigazione e può documentare un anno
di imbarco in servizio di coperta, magari a bordo di un peschereccio o
di un mezzo navale minore, può richiedere e ottenere l’iscrizione al
registro dei palombari in servizio locale pur non possedendo alcuna
attestazione o certificazione di formazione professionale specifica.
E’ chiaramente una situazione di carenza legislativa e normativa
generata da una vacatio legis che, all’epoca, mirava a consentire la
formazione e l’inserimento professionale come palombaro a quanti, pur
non provenendo dalla Marina Militare, avevano seguito un effettivo e
adeguato processo pratico di addestramento al seguito di qualche
palombaro esperto, unica via in assenza di scuole riconosciute per
palombari civili o commerciali.
La figura del “sommozzatore in servizio locale” istituita e definita
dal DM 13 Gennaio 1979, integrato dal DM 31 Marzo 1981 e modificato
con DM 02 Febbraio 1982, appare invece subito vincolata dal
presupposto di una certificazione che ne attesti la formazione
specifica attuata secondo le modalità previste dall’art. 05 della
legge n. 845 del 21 Dicembre 1978 e dalle relative leggi regionali di
attuazione. La integrazione del DM 31 Marzo 1981 e la modifica del DM
02 Febbraio 1982 risultano introdotte allo scopo di contemperare i
requisiti formativi e certificativi di questa figura con il quadro
internazionale e comunitario (q.v. art 48, § 2 del trattato CEE e art.
1, § 2 del Regolamento CEE / 16, 12 / 1968), rendendo anche
accessibile l’iscrizione ai cittadini di stati comunitari dotati di
una certificazione di formazione professionale del paese di origine.
Poiché i porti hanno
acque normalmente di batimetria limitata e contenuta e comunque ben
inferiore alla profondità di demarcazione tra basso (bf < 50 m.) e
alto (af > 50 m.) fondale è intuitivo e implicito che per la
iscrizione al registro risulta sufficiente una qualifica formativa
professionale di sommozzatore (OSS) o di operatore subacqueo (OTS.bf)
di basso fondale rispettivamente abilitato a immergersi con sistemi ad
aria compressa fra 0 e 30 metri o fra 0 e 50 metri di profondità.
Tipicamente, inoltre, il
tipo di attività espletata dal “sommozzatore in servizio locale” e per
la quale è richiesta la coesistenza di certificazione adeguata e di
competenze specifiche, è una attività configurabile come attività
subacquea costiera (inshore diving), ben diversa dalla attività
subacquea industriale in altura (offshore diving), tanto per le
profondità raggiunte quanto per il quadro meteomarino e ambientale
(mezzi navali di appoggio, attrezzature, tecniche di intervento) nel
quale si deve operare.
Aggiuntivamente si deve
oggi considerare che le qualifiche e le certificazioni professionali e
industriali IDSA e di altre organizzazioni internazionali (e.g. AODC,
ADC international, IMCA) non accettano la equivalenza degli attestati
di formazione subacquea militare (giudicati invece sufficienti e
validi per la iscrizione al registro dei sommozzatori in servizio
locale, DM 13.01.1979) per i quali impongono una formazione
integrativa e aggiuntiva che comprenda gli argomenti e gli aspetti
tipici e caratteristici dell’intervento industriale in altura.
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CEDIFOP news n. 11
- Maggio 2007 - articolo 017
Comunicato
(di Manos Kouvakis)
Salve a tutti
nella news di Maggio, dando continuità all'annunciato Convegno del 14
aprile scorso, riportiamo i vari articoli che sono stati scritti sul
Convegno, ribadendo il concetto che una legge sulla subacquea
professionale/industriale è sempre piu necessaria affinchè questo
settore abbia finalmente il suo giusto riconoscimento.
Tutti i tentativi di mischiare la subacquea sportiva (agonistica),
ricreativa (diving) con quella professionale/industriale (palombari,
sommozzatori, OTS, OTI) non possono che essere criticate sia da noi,
che da tutti quelli che durante il convegno del 14 aprile hanno con i
loro interventi ribadito questo concetto (IDSA, CMAS, ADISUB, RSTC).
E' anche questo che ci porta a contestare la validità della proposta
1394 dell'On. Bellotti (dicembre 2006), che è l'ennesimo tentativo di
globalizzare le attività subacquee, facendo confusione e non definendo
gli ambiti di competenza degli OTS. Per esempio, le disposizioni
dell'ordinanza n.ro 77 del 1992 della capitaneria di porto di Ravenna
vengono completamente ignorate. Non vengono definiti gli ambiti
lavorativi degli OTS in maniera netta, nè vengono menzionati gli
standard minimi per la loro qualificazione.
E' un tentativo che porterà di nuovo un altro vuoto legislativo,
almeno per il settore professionale/industriale. Mi sembra un regresso
che squalifica l'OTS Italiano e non un progresso che permette il
riconoscimento dei nostri operatori anche all'estero, contrariamente
agli intenti manifestati dal legislatore nella parte introduttiva.
Anche per tutto questo è stato organizzato il convegno del 14 aprile
scorso a Palermo. (http://www.cedifop.it/1997/le%20foto.htm)
E' nostra convinzione, che c'è assolutamente bisogno di una
legislazione separata per chi fa la professione di OTS da chi fa la
professione di subacqueo sportivo o ricreativo, con disposizioni e
leggi nettamente separate.
Tutto questo, ma anche tantissime altre osservazioni in negativo,
portano la nuova proposta legislativa ed essere da noi contestata e
discutibile nella sua validità, e che ci obbliga moralmente a
continuare sulla strada intrapresa per presentare le basi di una nuova
proposta legislativa che viene dagli operatori che da anni operano nel
settore sia come associazioni internazionali di categoria, sia come
ditte di lavori subacquei, sia come enti di formazione nel settore, ma
anche e soprattutto dagli operatori che esercitano la professione di
OTS.
Noi continueremo nel nostro intento di definire, nelle prossime
settimane, le basi di una proposta legislativa dedicata al settore
della subacquea professionale/industriale, che qualifica l'operatore
tecnico subacqueo italiano sia a livello nazionale che internazionale,
sperando dopo tanti decenni e dopo tanti tentativi, di riuscire a
sensibilizzare i legislatori ad approvare una legge lineare e senza
ambiguità, che rappresenti equamente e valorizzi tutti gli operatori
del settore della subacquea professionale industriale.
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CEDIFOP news n. 11
- Maggio 2007 - articolo 016
Lavoro Subacqueo: Due volte...
sommerso
(di Antonio
Parlato)
“Sommerso” per
antonomasia, il lavoro degli operatori subacquei lo è forse anche per
quel che riguarda la regolarità.
E’la tesi sostenuta dall’IPSEMA in occasione del Convegno del Centro
Studi CE.DI FO.P, tenutosi a Palermo il 14 aprile scorso sul tema
Disciplina delle attività subacquee ed iperbariche: le basi per una
nuova proposta legislativa.
Manos Kouvakis, Direttore del Centro, ha introdotto i lavori parlando
del vuoto legislativo che contraddistingue il settore, anche avuto
riguardo alla singolare circostanza che non una delle varie proposte
di legge presentate negli ultimi anni è stata mai varata dal
Parlamento. Anche se sembra che ora voglia farsene carico l’on.Nino Lo
Presti il quale, come autorevole esponente della Commissione Lavoro
della Camera e della Commissione di controllo degli Enti
previdenziali, ricopre ruoli significativi per fare chiarezza e
riempire il vuoto legislativo su questa tipologia di lavoro, due volte
sommerso.
Già il particolare ambiente di lavoro, caratterizzato da ben maggiori
rischi che corrono gli operatori, ha visto l’IPSEMA confermare
l’obbligo del datore di lavoro di versare un premio aggiuntivo. Ma, se
si approfondisce il problema, si scoprono subito alcune non
commendevoli particolarità. Infatti a tutelare il lavoro dei subacquei
dipendenti non c’è, misteriosamente, solo l’Istituto di Previdenza del
Settore Marittimo che, appunto, si occupa di “gente di mare” ma anche
l’INAIL. Che con il mare, francamente, non ha molto a che fare. Tanto
che logica e buon senso vorrebbero che tutto il lavoro subacqueo
facesse capo esclusivamente all’IPSEMA, per la sua specificità e la
sua specializzazione.
E non solo perché guardando ai subacquei (ivi comprendendo, come è
ovvio, palombari e sommozzatori), l’INAIL assicura appena poche
centinaia di lavoratori, mentre l’IPSEMA appena poche decine. Con un
numero di infortuni che per l’INAIL è stato nel 2005 di 28 casi e per
l’IPSEMA, nello stesso anno, solo di uno, e purtroppo mortale per
asfissia meccanica. Dati che fanno ipotizzare la esistenza di lavoro
sommerso.
Un grande equivoco poi si rileva dalle denunce che, per l’IPSEMA sono
relative ai marittimi-sommozzatori imbarcati prevalentemente sul
naviglio ausiliario, ma anche sui rimorchiatori e sulle navi da pesca
costiera. Appena tre questi ultimi, quasi a far concludere, per
esempio, che i pescatori addetti alla pesca del corallo sarebbero
insolo altrettanti. Il che è semplicemente ridicolo. E preoccupante.
Ci potrebbero essere dunque lavoratori sommersi, nascosti nelle pieghe
del lavoro autonomo e cooperativistico o assolutamente non denunciati.
Al di là di quanti, dipendenti dello Stato, svolgono attività
subacquee (nelle Capitanerie di Porto, nella Guardia di Finanza, nei
Carabinieri). Ma gli infortuni nei quali essi sono incorsi non godono
della minima prospettiva di un’opera istituzionale di prevenzione,
nonostante i maggiori pericoli che affrontano: in questa casistica di
lavoro pubblico, infatti, lo Stato si affida alla “gestione per conto”
effettuata dall’INAIL che lo sostituisce, salvi successivi rimborsi,
nella erogazione delle prestazioni: troppo poco, invero per assolvere
gli obblighi di garantire soprattutto la sicurezza del lavoro, con la
necessaria opera di prevenzione.
Al di fuori di queste categorie, ed anche in questo caso solo per fare
un esempio, è legittimo interrogarsi su un settore nel quale operano
certamente i subacquei: quello della archeologia sommersa, se solo per
il progetto Archeomar, e cioè la prima ricerca organica e fruttuosa di
reperti sommersi, disposta dal Ministero dei Beni Culturali, sono
stati impiegati qualche anno fa cento subacquei.
Oppure -sempre ad iniziativa dello stesso Dicastero e su
sollecitazione dell’IPSEMA- si è dato il via alla ricerca subacquee,
nella rada di Napoli, dei relitti della flotta borbonica che
l’Ammiraglio Nelson dispose, non responsabilmente, nel 1799 che fosse
incendiata ed affondata. Anche se in questo caso si è fatto ricorso
allo STAS (Servizio Tecnico per l’Archeologia Subacquea) guidato dal
Dottor Claudio Moccheggiani Carpano, un grande esperto della pubblica
amministrazione in materia e che ha dovuto però ricorrere
all’intervento dei Carabinieri subacquei: le Direzioni e le
Soprintendenze del Ministero non dispongono in organico, e sarebbe ora
che ne avessero, di archeologi subacquei: e da qui l’iniziativa
legislativa parlamentare dell’on.Calasio che ha opportunamente
proposto che il Ministero possa dotarsene.
Del resto l’archeologia subacquea costituisce una eccezionale risorsa
identitaria del nostro patrimonio marino, capace di sviluppare
economia ed occupazione attraverso iniziative turistiche culturali. Si
pensi ad esempio, alla iniziativa del Ministro per i Beni Culturali,
on. Francesco Rutelli, di effettuare scavi archeologici subacquei a
Miseno, nel comune di Bacoli, dove avevano sede sia la grande flotta
imperiale romana che i cantieri.
Lavori che sarebbe bene si comprendesse chi sia destinato ad eseguirli
e dai quali il territorio, unico per ambiente, reperti, storia e
cultura dei Campi Flegrei, nei quali va già ricompreso il parco
archeologico sottomarino di Baia, potrebbe arricchirsi con la scoperta
degli affascinanti relitti di antichissime triremi.
Dal convegno del CE.DI FOP. -al quale hanno dato rilevanti contributi
di idee i presidenti di Enti ed Associazioni nazionali ed
internazionali del settore- potrebbero ora derivare tutti gli elementi
utili per definire i contenuti di un proposta normativa in grado di
ridurre, se non di eliminare, il lavoro irregolare che si è sinora
alimentato del vuoto legislativo. Rispondendo positivamente anche alla
tesi sostenuta nel convegno dall’IPSEMA, riguardante lo “status” del
lavoratore subacqueo che è sì iscritto allo speciale registro tenuto
dalle Capitanerie ma non sembra essere considerato, a tutti gli
effetti, un marinaio. Come se la sua attività non costituisse un
aspetto specifico di quello più generale del lavoro marittimo e non
fosse il mare, per le particolari condizioni ambientali e delle
prestazioni lavorative che vi svolgono i subacquei, a dettare le sue
severe leggi a chi dunque vi opera.
Con l’obbligo per lo Stato di tenerne ben conto. In termini di
prevenzione dei maggiori rischi corsi e di prestazioni adeguate alla
necessaria tutela degli eventi qualora, malauguratamente, dovessero
verificarsi.
Antonio Parlato
Presidente dell’IPSEMA
Istituto di Previdenza Settore Marittimo
(Articolo pubblicato su Il Denaro del 28 aprile 2007)
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CEDIFOP news n. 11
- Maggio 2007 - articolo 015
Subacquea e OTS: Una legge
necessaria
(di Nini Radicini)
Determinare le linee
guida per un nuovo disegno di legge sul settore della subacquea. E'
stato questo il fulcro del convegno "Disciplina delle attività
subacquee ed iperbariche: Le basi per una nuova proposta legislativa",
organizzato a Palermo dal Centro Studi C.E.DI FO.P, con il patrocinio
della Provincia Regionale di Palermo, della Regione Siciliana, dell'IPSEMA
- Istituto di prevenzione per il settore marittimo, del DETA -
Dipartimento di diritto dell'economia, dei trasporti e dell'ambiente
della Facoltà di economia dell'Università di Palermo.
L'attività degli Operatori tecnici subaquei (Ots) continua a far
riferimento ad un decreto ministeriale del 1979. Le successive
proposte di legge, in particolare negli ultimi dieci anni, si sono
fermate per mancate convergenze parlamentari, per tempi tecnici non
coincidenti con quelli delle varie legislature, e anche per le
caratteristiche delle normative presentate. Finora tutte le proposte
puntavano a regolare i tre settori della subacqua - professionale,
sportivo, ricreativo - in una unica legge (anche l’ultima del dicembre
2006 - proposta di legge n.1394 dell’On. Bellotti). Questo
orientamento si è però rivelato infruttuoso e oggi i rappresentanti
delle varie organizzazioni concordano che invece ogni settore deve
avere una specifica legge.
Il convegno, svoltosi presso la Sala Congressi della Provincia
Regionale di Palermo, con la collaborazione degli allievi del Cedifop,
ha visto susseguirsi gli interventi di professionisti del settore,
personalità istituzionali della Provincia di Palermo e della Regione
siciliana, giornalisti. I lavori sono stati aperti da Francesco
Mangiaracina, Assessore della Provincia alle politiche di coesione
territoriale e promozione delle autonomie locali, che ha sottolineato
le potenzialità del capoluogo siciliano nello sviluppo delle attività
marittime.
Palermo, il cui nome ellenico Panormos ("tutto porto") è indicativo
della natura originaria, insieme con tutta la Sicilia si appresta ad
affrontare una sfida decisiva. L'Unione europea ha stabilito che nel
2010 il Mediterraneo diventerà area di libero scambio. In quel momento
per gli stati, le regioni, le città che si affacciano sul Mediterraneo
inizierà una nuova fase storica. Palermo e la Sicilia hanno
l'opportunità di far valere la propria centralità geografica, purché
siano in grado di offrire condizioni logistiche e servizi di alto
valore aggiunto in tutti i settori marittimi: dal turismo alla marina
mercantile alla formazione professionale.
Quest'ultimo settore, citato insieme alla sicurezza e alla
legislazione in tutti gli interventi dei relatori, è stato subito
affrontato da Achille Ferrero, presidente di CMAS - Confèdèration
Mondiale des Activitès Subacquatiques (responsabile per la formazione
di subacquei e di istruttori) che ne ha tracciato l'evoluzione,
ricordando anche Luigi Ferraro (Quarto dei Mille, 1914 - Genova,
2006), incursore della Regia Marina durante la Seconda guerra
mondiale, medaglia d'Oro al Valor Militare, che nel Secondo dopoguerra
si impegnò nella promozione dei principi e delle tecniche di
immersione nella subacquea civile, di cui è componente essenziale la
sicurezza.
E' stato questo un tema che Antonio Parlato, presidente di Ipsema, ha
sviluppato all'interno della questione sull'assicurazione per chi
svolge attività subacquea. La necessità di maggiori controlli è
direttamente proporzionale sia alle tutele per gli operatori, sia alla
sicurezza nello svolgimento della professione, sia alle opportunità di
lavoro.
Certezza e chiarezza della legge è il punto qualificante del settore
nei paesi anglosassoni e del Nord Europa, ha ricordato Giulio
Melegari, presidente IDSA - International Diving Schools Association
(fondata nel 1982 per la ideazione di parametri professionali validi a
livello internazionale), portando ad esempio i testi in materia che
fissano parametri ineludibili per operatori e imprenditori nella
subacquea professionale. Oltre alla necessità della legislazione,
componente rilevante è anche l'autodisciplina individuale, che deriva
dalla esperienza.
Il principio della chiarezza della norma vale anche in ambito sportivo
e ricreativo; quest'ultimo a volte fatto rientrare in quello sportivo.
Gaetano Occhiuzzi, presidente Adisub e vicepresidente RSTC Europe
(fondata nel 1994 per eleborare norme standard in ambito di sicurezza
del settore ricreativo), ha precisato che si tratta di settori
differenti, poiché quello sportivo è da intendersi in senso
agonistico. Differente la finalità di quello ricreativo, che negli
ultimi anni è cresciuto a seguito dell'interesse turistico verso
l'archeologia subacquea.
Precisazione che ha effetto anche sull'oggetto principale: la
legislazione. Oggi - ha ricordato Occhiuzzi - in mancanza di
specifiche norme nazionali, nell'ambito della subacquea ricreativa vi
sono regolamenti che variano da regione a regione, da cui la necessità
per le organizzazioni di rappresentanza di cercare equilibri e
interpretazioni convergenti.
Sebastiano Tusa, Soprintendente del Mare della Regione siciliana, nel
corso del suo intervento sulla subacquea scientifica, ha evidenziato
che questo settore si prevede crescerà nei prossimi anni a seguito
delle nuove linee guida sulla tutela del patrimonio archeologico
rinvenuto nei fondali marini. Invece di portare nei musei gli oggetti,
si costruiranno infrastrutture museali sottomarine. E' una delle
prossime sfide per l'archeologia subacquea, settore in cui la
Sovrintendenza siciliana, avendo conseguito risultati notevoli in
ambito organizzativo e progettuale, può considerarsi all'avanguardia a
livello nazionale.
Nella seconda parte del convegno, interventi di Giorgio Anzil (DFP-Diver
Fidelity Project - Italia e della rivista Deep), Eliana Mini per la
rivista Subaqva e di Vincenzo Natalè, docente del Cedifop che ha
parlato della formazione professionale degli Ots. Dagli interventi è
emersa la necessità che tra formazione professionale e lavoro vi siano
più automatismi nel riconoscimento delle qualifiche.
Il convegno si è protratto fino al primo pomeriggio, con altri
interventi da parte dei relatori e da parte del pubblico, che ha
partecipato in modo propositivo ai lavori. Alle conclusioni è apparso
chiaro che le personalità presenti concordano sulla necessità che il
mondo della subacquea necessita di un quadro normativo articolato nei
vari ambiti: ogni settore - professionale, sportivo, ricreativo -
dovrebbe avere una propria legislazione.
La preparazione degli operatori, degli imprenditori, dei dirigenti, è
già ora fonte di prestigio per l'Italia. Una legislazione chiara e
specifica per i vari settori della subacquea consentirebbe di trovare
più spazio in ambito internazionale, a beneficio dell'intero sistema
produttivo e formativo italiano.
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CEDIFOP news n. 11
- Maggio 2007 - articolo 014
Una legge per le attività subacquee
(di Salvatore
D'Anna)
Tante anime che si
fondono in un’unica voce per chiedere una legge che identifichi e
tuteli la categoria degli operatori subacquei. Il 14 aprile il Cedifop,
il centro studi diretto da Manos Kouvakis, ha organizzato a Palermo il
convegno “Disciplina delle attività subacquee ed iperbariche - le basi
per una nuova proposta legislativa”.
L’incontro, che si è svolto presso il Centro direzionale della
Provincia, ha riunito, tra gli altri, molti rappresentanti delle tante
categorie che coesistono all’interno dell’affascinante ma complesso
mondo delle immersioni subacquee. Sportivi, Ots, palombari, guide,
archeologi marini. Uomini e donne che amano il mare, che nelle
profondità svolgono ruoli e mansioni diverse. C’è chi ci lavora e così
si guadagna da vivere, chi semplicemente si tuffa sott’acqua per
diletto. Tutti quanti, però, sono concordi su un punto, che li unisce
e li mette d’accordo. In Italia esiste un vuoto legislativo, non c’è
una chiara disciplina professionale che dica chi sono gli operatori
subacquei e iperbarici e che poi li tuteli, per esempio, in caso di
infortuni sul lavoro. Questo vuoto va colmato al più presto, secondo
loro.
Da qui il convegno. Un primo, importante passo per stilare la base di
un disegno di legge nel settore, un documento rispondente alle
esigenze delle diverse categorie di lavoratori subacquei. Per capire
l’anarchia che regna nel settore, basti pensare che attualmente essi
fanno riferimento a un decreto ministeriale, che risale al 13 gennaio
1979 su “Istituzione della categoria dei sommozzatori in servizio
locale”, con cui nasceva un apposito registro tenuto dalle Capitanerie
di porto. Poi basta. A parte un’integrazione del 1981 (che allargava
ai cittadini europei e non più solo a quelli italiani la possibilità
di iscriversi al registro), tutto è rimasto immutato, mentre nel resto
del mondo i legislatori mettevano ordine al settore con provvedimenti
e leggi.
Qualcosa, in realtà, i nostri politici hanno provato a farla. Negli
ultimi dieci anni, a partire dal 1997, quattro proposte di legge sono
state formulate, ma nessuna ha mai completato l’iter parlamentare e
quindi è stata mai approvate. Ma anche questi disegni di legge
sembrano insufficienti e inadeguati. L’ultimo in ordine di tempo, il
testo unificato della C. 1219 Arrighi e C. 1698 L. Martini del 2005,
che in alcune delle sue parti introduceva una grande confusione fra
subacquea sportivo-turistica-ricreativa e subacquea professionale
lavorativa, soprattutto per quanto concerneva le qualifiche e gli
attestati di qualificazione professionale: “Noi riteniamo le attività
subacquee turistico-ricreative totalmente separate dalle attività
connesse ai ‘lavori’ subacquei - ha detto Gaetano Occhiuzzi,
presidente dell’Adisub - I due settori si rivolgono ad un mercato
completamente diverso”.
Il vuoto normativo crea una sorta di zona d’ombra in cui si insinuano
facilmente fenomeni come quello del lavoro nero. A lamentare ciò non
solo i sommozzatori, ma anche Antonio Parlato, presidente dell’Ipsema,
che ha espresso tutta la sua preoccupazione: “I dati in nostro
possesso - ha spiegato - indicano che troppo spesso chi lavora nelle
profondità marine lo fa senza tutela a causa della discontinuità e
disorganicità dell’attuale legislazione. Servono norme chiare”. Dello
stesso avviso l’ammiraglio Ferdinando Lavaggi, comandante della
Capitaneria di porto di Palermo, che ha ammesso le difficoltà
operative che ogni giorno incontra: “Servono dei paletti, delle regole
certe che ci permettano di concedere con più facilità, ma anche con
più rigore, i permessi per le immersioni. Ma servirebbero anche per
agevolare i controlli che facciamo per attestare eventuali
irregolarità. Apprezzamento al convegno ha espresso l’assessore
provinciale per le Politiche di coesione ed autonomie locali,
Francesco Mangiaracina, che auspica “un maggior interessamento delle
istituzioni a questo tema, vitale per la tutela dei lavoratori”.
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CEDIFOP news n. 10
- Aprile 2007 - articolo 013
Giovani alla scoperta del mondo degli
O.T.S. Nove studenti sardi in visita al Cedifop
I ragazzi a contatto con attrezzature professionali
(di Roberta Cefalia)
Dalla Sardegna per
visitare la sede operativa del Centro studi Cedifop presso il Molo
Sammuzzo del porto di Palermo. Sono nove allievi della III D
dell’Istituto tecnico nautico “Buccari” di Cagliari che, accompagnati
dal professore di metodologia Fernando Magno, hanno partecipato
all’incontro sul tema “Operatore tecnico subacqueo: lavoro e sicurezza
nelle immersioni professionali”.
I giovani visitatori sono arrivati nella mattinata di domenica 25
marzo e si sono immediatamente recati al Cedifop, dove hanno potuto
conoscere da vicino le tecniche e gli strumenti professionali
utilizzati dagli Ots, come il casco da sommozzatore Kirby Morgan,
alimentato dalla superficie mediante cavi ombelicali e dotato di
microfono, e la sorbona, uno strumento che serve a spianare il
territorio sott’acqua. Lunedì mattina gli studenti hanno poi assistito
ad una esercitazione presso la Capitaneria di Porto, dove hanno
visionato la centrale operativa Wts (stazione radio-radar di
sicurezza) e, accompagnati dal Nostromo del Porto, Giovanni Fricano,
hanno visitato la Stazione Marittima di Palermo e l’intero scalo.
Al termine della loro esperienza palermitana al Cedifop i ragazzi
hanno ricevuto un certificato di partecipazione consegnato
direttamente da Manos Kouvakis, direttore del Centro studi, che gli
consentirà di far valere la loro visita come credito formativo
scolastico.
L’idea di visitare il Cedifop è venuta proprio a uno degli allievi
della III D, Davide Marongiu, che una volta terminato il proprio corso
di studi intende ottenere la qualifica di Ots. “Sono venuto a
conoscenza del Cedifop su Internet cercando alla voce Ots. L’incontro
di domenica - racconta Davide - mi ha convinto ancora di più a
proseguire su questa strada”. E grazie all’incontro “anche noi -
sottolinea Riccardo Porceddu, un altro dei ragazzi - siamo venuti a
conoscenza di un’opportunità di formazione e di lavoro importante per
il futuro.
Questi i nomi degli studenti cagliaritani: Mattia Cocco, Ermes Gessa,
Andrea Gianaroli, Roberto Macis, Michele Marci, Davide Marongiu,
Demiro Nappi, Davide Nonnis, Riccardo Porceddu.
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CEDIFOP news n. 9 -
Marzo 2007 - articolo 012
Invito
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CEDIFOP news n. 8 -
Febbraio 2007 - articolo 011
Giovedì 8 e Venerdì 9 febbraio Esami
Finali per il 2° corso OTS del 2006
(di Roberta Cefalia)
Per gli allievi del
centro studi Cedifop è tempo di esami. Dopo 3 mesi di corso i 14
giovani arrivati da tutta Italia per ottenere la qualifica di
Operatore Tecnico Subacqueo sono alla loro ultima prova che, una volta
superata, consentirà loro di conseguire l’attestato valido per
l’iscrizione al Registro Sommozzatori del Ministero dei Trasporti
presso le Capitanerie di Porto. In questo modo si ottiene il libretto
di ricognizione che permette di lavorare presso le ditte di subacquea.
Senza questa qualifica, infatti, non è possibile operare nelle acque
portuali e nelle riserve marine, praticare la maricoltura facendo
attività professionale da OTS.
L’esame finale si è
svolto al Cedifop, presso il Molo Sammuzzo del Porto di Palermo,
davanti una commissione nominata da un decreto dall’Assessorato al
Lavoro e presieduta dal Funzionario dell’ufficio di gabinetto del
medesimo assessorato Sanfratello Salvatore. Era presente in
commissione anche il Capitano di Corvetta Raiteri Rodolfo, nominato
dalla Capitaneria di Porto in quanto esperto tecnico del settore.“Da
quanto ho riscontrato in questi giorni – ha dichiarato il presidente
della Commissione Sanfratello – il Cedifop ha lavorato con molta
professionalità e oculatezza. Requisiti essenziali nella formazione
visto il tipo di lavoro “rischioso” che svolgeranno questi ragazzi”.
Tra l’altro tutti i
partecipanti al corso hanno già svolto attività subacquea sia come
passione per il mare sia come lavoro. “Queste persone – ha continuato
Sanfratello - non hanno necessità di cercare un lavoro perché sono le
stesse aziende a cercare delle figure qualificate. Soprattutto le
aziende di estrazione petrolifera, in special modo quelle che operano
nei cosiddetti paesi emergenti, hanno grande necessità di figure di
OTS specializzate". Il giudizio tecnico da parte del Capitano Raiteri
è stato altrettanto soddisfacente: “Ho potuto verificare la serietà
con cui vengono svolti questi corsi. I ragazzi hanno già una base di
esperienza subacquea ma non tecnica lavorativa per cui è stato curato
molto l’aspetto della sicurezza per saper tutelare la propria vita e
quella dei colleghi. Il lavoro di sommozzatore oggi è disciplinato in
maniera che si lavori in team. Per quanto ho potuto vedere come membro
di Commissione tecnica dal Cedifop escono ragazzi in gamba che hanno
la possibilità di lavorare in quest’ambiente e ciò costituisce un
elemento di vanto per la Sicilia, dato che le scuole sub sono
pochissime in tutta Italia”.
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CEDIFOP news n. 8 -
Febbraio 2007 - articolo 010
Patrocinio IPSEMA, Assessorato
Regionale al Turismo e della Provincia Regionale di Palermo per il
convegno di marzo
Si svolgerà a Palermo,
Sabato 14 Aprile 2007 sul tema "Disciplina delle attività subacquee ed
iperbariche - le basi per una nuova proposta legislativa", l'obiettivo
principale del Convegno è quello di stilare un documento che possa
fungere da base per formulare una proposta legislativa, riguardante il
settore della subacquea professionale e, in particolare i
sommozzatori. Fra i primi a dare il loro patrocinio è l'Assessorato al
Turismo - Regione Sicilia; la Provincia Regionale di Palermo -
Assessorato alle Politiche di Coesione Territoriale ed Autonomie
Locali; e l'IPSEMA (Istituto di Previdenza per il settore Marittimo).
Continua, inoltre, la raccolta delle adesioni di quanti in
rappresentanza di Enti, Associazioni, Imprese, Ditte ed
Organizzazioni, sono interessati ad intervenire. Fra i partecipanti
Enti Locali, Capitanerie di Porto, Autorità Portuali, Istituzioni,
Ditte di lavori subacquei e Organizzazioni private, interessati
all'argomento. Chiunque voglia aderire all'iniziativa, può mandare la
sua adesione all'indirizzo cedifop@cedifop.it, o contattare il CEDIFOP
ai numeri telefonici 338 3756051 - 091 426935.
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CEDIFOP news n. 8 -
Febbraio 2007 - articolo 009
Tavola rotonda in tema di OTS a Lerici
(La Spezia)
Giorno 06/02/2007 ha
avuto luogo la riunione, presso la sede HydroCAT – Centro di
Formazione Tiresia – via Matteotti, 61 – Bellavista – a Lerici (La
Spezia), alla quale hanno partecipato:
Nella foto, da sinistra: Luca Gatti (HydroCAT-ANPS), Manos Kouvakis (Cedifop),
Riccardo Cattaneo (HydroCAT), Ignazio De Judicibus, (DOWC) – Franco
Lamenza, (Geo Survey Offshore), Eliana Mini, (SubAqua), Giulio E.
Melegari presidente IDSA, Ornella Gattei (DOWC), Zuurbier Stendert e
Alberto Gasparin (Palumbarus), Marcello Vinciguerra (Hydra Sport
Poseidon)
Durante la riunione, si è discusso, tra l’altro:
- dell’eventuale passaggio del Centro Studi CEDIFOP dall’attuale
posizione di "Affiliate Members IDSA" a "Full Members IDSA".
- del Convegno che avrà luogo a Palermo, il 14 Aprile 2007, sul tema
“Disciplina delle attività subacquee ed iperbariche”.
- delle problematiche della professione O.T.S.
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CEDIFOP news n. 7 -
Gennaio 2007 - articolo 008
L’esercitazione dei sommozzatori
rientrava nell’International Cleanup Day.
Gli studenti del
Cedifop bonificano i fondali.
I sub OTS hanno recuperato tonnellate di rottami nel porto di Palermo
(di Salvatore D'Anna)
A caccia di rottami e
ferraglia nelle acque del porto di Palermo. I quattordici allievi che
partecipano al corso per operatore tecnico subacqueo, organizzato dal
Centro Studi Cedifop, diretto da Manos Kouvakis, il 20 e il 21
dicembre scorsi hanno passato al setaccio lo spazio antistante i moli
Vittorio Veneto e Sammuzzo dello scalo palermitano.
Due parabordi per la
protezione delle navi dal peso di oltre 900 chilogrammi ciascuno, e
poi svariate lastre di ferro corrose dall’acqua marina, transenne in
acciaio, pneumatici, tubi innocenti. E’ il bottino finale di due
giorni di lavoro, nel quale gli aspiranti sommozzatori sono stati
guidati dal gruppo di docenti che li ha seguiti durante il corso,
cominciato nel mese di settembre. Gli uomini sono stati divisi in due
squadre, ciascuna composta da sette elementi, tra chi materialmente
scendeva in acqua, chi invece si occupava di gestire le comunicazioni
con gli operatori sul fondo e chi, infine, era impegnato nella cura
dei cavi che forniscono aria ai subacquei.
Per la due giorni di
immersioni, inserite nel progetto europeo AWARE chiamato “CleanUp Day
- Pulizia fondali Porto di Palermo”, divulgato dalla Project AWARE
Foundation, gli allievi OTS hanno utilizzato moderne apparecchiature
professionali come il casco Kirby Morgan ad alimentazione ombelicale
che, oltre a proteggere la testa dell’operatore da eventuali urti, gli
permette di respirare senza erogatore e di comunicare con la
superficie tramite un canale radio, e il R.O.V. Phantom Hd, un robot
subacqueo a due motori radiocomandato, al quale è fissata una
telecamera per il monitoraggio dei fondali. Una volta individuati i
rottami da prelevare, i sommozzatori li hanno portati in superficie
grazie a dei palloni di sollevamento. Tutto il materiale rinvenuto è
poi stato consegnato all’Amia per lo smaltimento. Tra le personalità
presenti all’evento, anche gli assessori provinciali alla Coesione
territoriale, Francesco Mangiaracina, e quello al Personale, Giuseppe
Prestigiacomo, e il capitano di vascello Salvatore Valastro, in
rappresentanza della Capitaneria di porto di Palermo.
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