Con un ringraziamento a tutti i presenti, vorrei iniziare con
brevi cenni sulla figura dell'OTS, nella legislazione italiana
Partiamo dal 1979, quando con il Decreto Ministeriale del 13
gennaio 1979 il Ministero della Marina Mercantile - attuale
Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, - intitolato
"Istituzione della categoria dei sommozzatori in servizio
locale", fa nascere il primo Registro dei
Sommozzatori, tenuto dalla Capitaneria di Porto.
Successivamente, questo decreto viene integrato dal Decreto
Ministeriale del 31 marzo 1981 che allarga ai cittadini europei
la possibilità di iscriversi al Registro Sommozzatori e dal
Decreto Ministeriale del 2 febbraio 1982 "Modificazioni al decreto
ministeriale 13 gennaio 1979 istitutivo della categoria dei
sommozzatori in servizio locale", dove viene specificato che la
qualifica di OTS (operatore tecnico subacqueo) è l'unica valida
per l'iscrizione al registro sommozzatori.
Poi niente nei successivi anni e decenni.
Così, col passare degli anni, a differenza degli altri Stati, sia
dell'Unione Europea che del resto del mondo, dove le leggi
registrano le evoluzioni del settore subacqueo, l'Italia rimane
indietro. In Gran Bretagna, Health and Safety Executive (HSE),
ente pubblico britannico, che si occupa di emanare Norme per la
tutela e la sicurezza della salute dei lavoratori, anche
subacquei, emise, per la prima volta nel 1981, una normativa
fungente allora da guida e da riferimento nel settore, la "Diving
Operations at Work Regulations 1981". Nei due decenni successivi,
vennero apportate a questa normativa base, ulteriori affinamenti
concettuali e formali; con progressive modifiche e maggiori
dettagli vennero inseriti negli aspetti formativi e certificativi
degli operatori e nelle
caratteristiche minime richieste alle organizzazioni che si
occupavano dell'addestramento degli stessi. Dettagli e
disposizioni in questo senso furono diffuse da HSE (Health &
Safety Executive) in diverse pubblicazioni tra le quali "Training
standards to meet Parts I, II, III, IV. 1986" e "HSE's Recognition
Standards For Diver Training Organisations. 1996".
Per tutta la durata degli anni '80 due organismi internazionali,
rappresentati da una associazione dei maggiori contrattisti di
lavori subacquei operanti nelle aree nordeuropee sotto il nome di
AODC (Association of Offshore Diving Contractors) e da una
equivalente associazione di contrattisti delle aree nordamericane
sotto il nome di ADC (Association of Diving Contractors) si erano
affiancati alle strutture formative e alle agenzie di stato per
meglio sviluppare e affinare criteri e programmi di
addestramento e formazione degli operatori subacquei. Nel 1995
AODC (Association of Offshore Diving Contractors), esistente dalla
seconda metà degli anni '70, scomparve fondendosi con DPVOA (Dynamic
Positioning Vessel Owner Association) per costituire IMCA (International
Marine Contractors Association), consolidando il proprio peso e la
propria autorità in campo
operativo ed esecutivo, ma perdendo competenza e reputazione in
campo formativo.
Dall'inizio degli anni '90 si era andata formando e costituendo
una associazione di specialisti nella formazione professionale
subacquea per iniziativa di Alan Bax, direttore della scuola
professionale di Fort Bovisand in Inghilterra. L'associazione che
riuniva, sotto il nome di IDSA (International Diving Schools
Association), diverse realtà nel settore subacqueo industriale a
livello internazionale, acquisì un crescente numero di membri
riconosciuti e consolidò il proprio peso e la propria autorità
ponendosi a bilanciare, con la propria competenza nel settore
formativo, la competenza di IMCA nel settore operativo.
Nel frattempo l'Italia non crea una disciplina professionale che
identifichi e tuteli la categoria degli operatori subacquei e
iperbarici, O per meglio dire è rimasta indietro nell'evolversi
della professione degli OTS.
Questa mancanza legislativa è stata invece recepita dalla
Capitaneria di Porto di Ravenna, che nel 1992 con l'ordinanza N.
77, cerca di mettere un pò d'ordine almeno nel territorio di sua
competenza, introducendo una serie di regole importanti che
innalzano il livello di sicurezza di chi si immerge per fare dei
lavori subacquei, ma purtroppo queste regole non vengono recepite
in ambito nazionale, Solo poche capitanerie seguono l'esempio di
Ravenna.
Successivamente, il primo tentativo di aggiornarsi, proponendo una
legge, più adeguata ai problemi, che, con il passare degli anni
venivano sottolineati sempre di più, è stato del Senatore Antonio
Battaglia, che nel 1997 presenta il Disegno di legge 2339.
La proposta non completata l'iter legislativo in Parlamento per
cui ci ritroviamo nel 2001 con il Disegno di legge 1219 -
presentato dal On. Alberto Arrighi e nello stesso anno un altro
simile disegno di legge il Disegno di legge 1698 - presentato dal
On. Luigi Martini. Dopo 4 anni di
valutazione delle varie commissioni parlamentari arriva nel 2005
il Testo unificato della C. 1219 Arrighi e C. 1698 L. Martini,
poi nel 2006 il disegno di legge n. 1394 dell'On. Bellotti
"Disciplina delle attività subacquee ed iperbariche", e quello del
2007 dell' On. Fabbri, disegno di legge n. 2638 "Disciplina delle
attività subacquee ed iperbariche"
Tutte queste proposte non concludono l'iter parlamentare, così
arriviamo ai giorni nostri, con il governo attuale, ci ritroviamo
con n. 3 proposte di legge: la proposta presentata nel 2008
dell'On. Bellotti, la n. 344 "Disciplina delle attività subacquee
ed iperbariche", poco tecnica e secondo il mio parere,
completamente fuori tema per quanto riguarda il settore della
subacquea industriale, la proposta n. 2369, presentata nel 2009
dell'On. Lo Presti "Disposizioni concernenti le attività
professionali subacquee e iperbariche", che riprende in parte la
proposta di legge dell'On. Battaglia
del 97 e l'ordinanza della capitaneria di porto di Ravenna del 92,
e per la prima volta introduce criteri di qualità per la
formazione, parlando di standard internazionali dell'Health and
Safety Executive (HSE), dell'Association of Diving Contractors (ADC),
dell'International Diving Schools Association (IDSA), dell'International
Marine Contractors Association (IMCA).
Attualmente questo disegno di legge è al vaglio delle commissioni
parlamentari, e anche se la strada è ancora lunga e piena di
ostacoli, è un passo comunque, decisivo per equilibrare anche in
Italia quei percorsi già standardizzati e adottati nel resto del
mondo, ma troppo lontani ancora per gli OTS Italiani.
Un altro importante passo avanti, conquistato in questi ultimi
mesi, è stato il riconoscimento da parte dell HSE di alcuni
percorsi formativi, fra questi anche quello del CEDIFOP, con
l'inserimento a partire dal 01/05/2009, fra le qualifiche dell'
OFFSHORE DIVING e dell' INLAND/INSHORE DIVING, nella loro lista
di Approved Diving Qualifications. In entrambi i casi, cioè sia
per l'OFFSHORE DIVING che per l' INSHORE DIVING, il riconoscimento
è per SCUBA and SURFACE SUPPLIED, un passo importante perchè
accorcia tutto l'iter, che l'OTS italiano segue, per conseguire
successivamente il TOP UP, indispensabile, oggi, per l'inserimento
nel mondo dell'offshore, non solo con le aziende italiane.
In questo delicato momento, va sottolineata l'importanza
dell'IDSA, la tipologia di insegnamento che adottano le scuole che
aderiscono ad essa, può diventare determinante per un ulteriore
salto di qualità dei Commercial Diver Italiani, che possono
ottenere una giusta formazione seguendo i
contenuti disciplinari che le scuole aderenti devono seguire, cioè
programmi formativi non autoinventati, cosi come si "usa" in
Italia, ma che seguono una propedeutica ben precisa, portando gli
allievi di livello in livello al raggiungimento di obbiettivi
specifici da conseguire, con tempi, modalità, profondità e
propedeuticità misurabili.
Va sottolineato che in questo momento in Italia ci sono DECINE di
scuole che propongono corsi per OTS, li troviamo dietro ad ogni
angolo, attratti dal fatto che è un mestiere dove ancora c'è la
possibilità di trasformare un attestato di qualifica professionale
in qualcosa di più concreto, come ad
esempio un lavoro, ma sono scuole lontane miglia e miglia dal
sapere insegnare quello che è il mestiere dell'OTS; non solo per
deficit di esperienza, ma anche per capacità organizzative,
essendo i corsi che propongono non corsi che formano un
commercial diver ma corsi che formano un subacqueo di tipo
sportivo ricreativo, favoriti dall'assoluta mancanza di regole
precise e dalla citata mancanza di legislazione del settore.
Va sottolineato, che non si può fare un corso per commercial diver
solo con didattica scuba, come in questo momento si verifica in
parecchie di queste scuole, e che non serve solo "far vedere" un
casco rigido di tipo Kirby Morgan o similare, per dire di poter
organizzare un corso per OTS
riconosciuto internazionalmente, e non serve neanche fare qualche
immersione, usando il casco rigido, durante il corso, per essere
sommozzatori riconosciuti dalle ditte che operano a livello
internazionale.
Lo stesso dicasi dei percorsi formativi focalizzati sulla
resistenza e su prove fisiche "improbabili" per un OTS, o corsi
che hanno l'obbiettivo di trovare manovalanza gratuita a qualche
impresa che collabora camuffando il lavoro sotto la denominazione
di "stages" (gli stages sono importanti ed
indispensabili, ma è sbagliato basare tutto il corso su di essi,
perché viene meno la parte didattica che è importante ed
indispensabile in un corso base come quello per OTS).
Essere OTS è ben altra cosa, bisogna seguire regole formative ben
precise, in linea con gli standard internazionali e non inventare
i programmi, bisogna seguire percorsi formativi in linea con altre
scuole che operano fuori dai confini nazionali, con esercitazioni
ben precise, che solo l'esperienza
di chi si occupa di formazione nel settore, come ad esempio IDSA,
può offrire.
A livello Europeo, si cerca di fare una cosa simile, non solo per
i corsi OTS, ma per tutti i titoli di studio, diplomi, formazione
professionale, certificazioni e attestati, cosi come viene
indicato nel Trattato di Lisbona del 2000, esso sollecita
strategie comunitarie per stabilire un quadro di reciproci
riconoscimenti delle qualifiche nazionali entro il 2010, ciò per
consentire la libera circolazione dei cittadini europei e il
riconoscimento in tutta l'unione europea della formazione
individuale conseguita nei diversi paesi d'Europa; un Quadro
Europeo delle Qualifiche che ha l'obbiettivo
principale di unificare qualifiche e contenuti, di organizzarle
affinché seguano una formazione unitaria, cioè che medesimi
contenuti formativi corrispondano alla medesima qualifica in ogni
stato membro, cioè uniformare la stessa qualifica, come contenuto
formativo, sia che il corso venga fatto
in Italia o in Spagna o in Germania, ecc. L'Italia è fra i Paesi
firmatari di questo trattato, ma l'attuazione di quanto
sottoscritto, come al solito, è un'altra cosa.
E qui, non bastano le lamentele di qualcuno, o qualche petizione
al Parlamento Europeo per tentare inutilmente di scavalcare il
problema, ottenendo false illusioni, ma servono fatti: una legge,
cosi come si tenta di fare in questo momento in Parlamento, anche
se al momento il testo elaborato non ha quelle caratteristiche di
professionalità che si sperava di ottenere. Gli Inglesi questo lo
sanno bene: il riconoscimento di SCUBA and SURFACE SUPPLIED
DIVING, ottenuto inizialmente da qualche scuola ma poi allargato,
solo perché ad HSE sono pervenute più di 2.000 richieste
dall'Italia, nel giro di qualche settimana, non ci deve illudere.
L'Italia oggi, per ottenere l'inserimento nell'Approved List per i
livelli successivi (TOP UP e CLOSED BELL) deve prima organizzare
formazione e scuole.
Ottenere riconoscimenti solo cartacei, sono alchimie non gradite a
chi opera fuori dai confini nazionali in questo settore. E qui
IDSA può fare la differenza, mettendo a disposizione la sua
ventennale esperienza, nel settore della formazione. IDSA
garantisce percorsi formativi ben
controllati, ben visti a livello internazionale, che offrono
all'allievo garanzie di qualità, similari ad una certificazione
ISO, ma esclusivamente dedicate alla subacquea.
Inoltre IDSA, con i suoi parametri, aumenta il livello di
sicurezza, per esempio, obbliga le scuole aderenti all'uso di
attrezzature ben collaudate e controllate da certificazioni,
revisioni, manutenzioni ecc.
In Italia, in questo momento questa è una battaglia molto
difficile, e le difficoltà provengono dalle resistenze nel
riconoscere IDSA come punto di riferimento, perchè una tale
operazione taglierebbe fuori chi tenta di "formare" gli OTS senza
le attrezzature adeguate, risparmiando sui costi e
aumentando la quota di guadagno, avendo accesso a finanziamenti
pubblici, spesso con controlli inesistenti sulla qualità della
formazione.
La mancanza di regole certe, di una legislazione certa, interessi
a volte delle aziende stesse che scambiano il periodo formativo
come possibilità di avere manovalanza gratuita, a volte
l'incompetenza o diatribe di carattere personale che a volte si
mischiano alle proposte pubbliche che dovrebbero essere al di
sopra delle parti, alla fine danneggiano l'immagine del Commercial
Diver Italiano a livello internazionale, che pagherà il prezzo di
questa "presunta libertà dalle regole": anche se sarà approvato il
disegno di legge attualmente in esame, anche se alla data odierna
sicuramente fa dei passi avanti rispetto al passato, di certo non
risolve una situazione abbastanza complessa, e saranno necessari
anni di lavoro e lotta prima di avere gli stessi riconoscimenti di
cui attualmente godono a livello internazionale molti altri paesi
della comunità europea, che da anni hanno superato questi
problemi.
Spero, che la presenza qui, oggi, di autorevoli esperti
rappresentanti di scuole che si occupano della formazione del
commercial diver, a livello internazionale, serva ai rappresentati
delle istituzioni Italiane qui presenti a fare una riflessione sul
tema OTS ed essere di aiuto per fare qualche passo in avanti, in
questa complessa materia, e che il meeting di Palermo, fortemente
voluto da noi del CEDIFOP, dia un contributo importante nel
prosieguo di questo percorso, nel tentativo di
dare all'Italia una legislazione adeguata, aderente ai parametri e
alle regole vigenti nei diving internazionali.
Termino qui il mio intervento, augurando Buon Lavoro ai cortesi
colleghi delegati e rappresentanti di IDSA.
Manos Kouvakis
Direttore CEDIFOP
Thanks to everybody to be
here, I would like to start by short accounts about OTS
(Commercial Diver) for italian regulations.
It s 1979, when with the
Ministerial Decree of 13 january 1979 The Minister of Merchant
Navy, was done the first Official Record for Commercial Divers,
kept from Port Authorities.
Successively, this Decree
was integrated by Ministerial Decree of 31 march 1981 which
allowed European citizen to register into that record for
Commercial Divers, and by Ministerial Decree of 2 february 1982
where it s specified that qualification as OTS (Operatore Tecnico
Subacqueo) is the only qualification valid to register into the
record.
After that there was
nothing for years and years.
So, with the time,
differently from the other States, both from Europe than the rest
of the world, where regulations in diving field had evolution,
Italian regulation back off. In Great Britain, Health and Safety
Executive (HSE), which is English Public Body working in
regulations for workers’ health and safety, for the first time in
1981, issue a regulation that was a template in the diving field,
the “Diving Operation at Work Regulation 1981”. During the
following decades there were more improvements to this regulation,
modifications and details were introduced for training
organizations. Details and arrays were diffused by HSE in many
Publications, for example “Training standards to meet Parts I, II,
III, IV. 1986” and “ HSE’s Recognition Standards For Diver
Training Organizations. 1996”.
During the 80’s two
international organizations, represented by a contractors
association working in north European areas (AODC - Association of
Offshore Diving Contractors) and an equivalent contractors
association in north American areas (ADC – Association of Diving
Contractor), flanked training bodies and state agencies to develop
and improve training programmes for commercial divers. In 1995
AODC, born in the 70’s, disappeared joining with DPVOA(Dynamic
Positioning Vessel Owner Association) to create IMCA
(International Marine Contractors Association), consolidating his
authority in the operative field, but loosing expertise in
training field.
In the first years of
90’s was born an association of specialists in diver training
fields by Mr Alan Bax, Director of Professional School in Fort
Bovisand in England. Association, named IDSA (International Diving
Schools Association), put together many international bodies in
commercial diving field, having always more members and
consolidating his authority, IDSA took place in training field
balancing IMCA competence in operative field.
In the while Italy
doesn’t create any professional standard to protect the category
of commercial divers, staying back concerning the evolution of
commercial diving.
This absence of
regulations was understood by the Port Authority of Ravenna, which
issue law N. 77 in 1992, trying to arrange the situation for his
area, introducing many important rules, putting up level of safety
in diving operations, unfortunately this law was not acknowledge
for national area. Only some Port Authorities followed the example
of Port Authority of Ravenna.
Successively, the first
attempt of updating, proposing a more suitable law, was done by
the Senator Antonio Battaglia, in 1997 introduced Law Proposal
2339.
The Proposal didn’t
complete the legislative iter in Parliament. After that in 2001
there was the Law Proposal 1219 introduced by On. Alberto Arrighi
and in the same year one more Law Proposal 1698 was introduced by
On. Luigi Martini. After 4 years, in 2005, it was published
“Testo unificato della C. 1219 Arrighi e C. 1698 L. Martini”, in
2006 the Law Proposal n. 1394 by On. Bellotti “Dsciplina
delle Attività Subacquee ed Iperbariche”, and in 2007 by On.
Fabbri, Law proposal n. 2638 “Disciplina delle attività subacquee
ed iperbariche”.
All of this Proposals
didn’t complete the Iter in Parliament, so actually, we have 3 Law
Proposal: one introduced by On. Bellotti in 2008, n. 344 "Disciplina
delle attività subacquee ed iperbariche", not so efficient in my
opinion, and really far from commercial diving field, another one
introduced by On. Lo Presti in 2009, n.2369 “Disposizioni
concernenti le attività professionali subacquee e iperbariche",
which took up the Proposal by On. Battaglia n.
97 and the law from Port Authority of Ravenna of ’92, and
introduce for the first time international training standards from
HSE, from ADC, from IDSA, from IMCA.
Actually this Law
Proposal is going to be evaluating from Parliament Commission, and
,even if the way is still long and full of obstacles, it
represents an important step to reach target already obtained in
the rest of the world, and really far from Italian reality in
diving field.
One more important step,
in the last months, was the recognition by HSE of some Italian
professional training certifications, including training ran from
CEDIFOP, from 01/05/2009, for qualification as OFFSHORE DIVING and
INLAND/INSHORE DIVING, listed in the Approved Diving
Qualifications. Both recognitions for Offshore Diving than for
Inshore Diving, valid for SCUBA and SURFACE SUPPLIED. A really
important step to be more close to issue the TOP UP, actually
indispensable to work in Offshore not only with Italian
Contractors.
Actually, it s important
to remark the importance of IDSA, the training standards adopted
by the IDSA schools, which can determine a really important step
behind for Italian Commercial Divers, following a better training
in accordance with IDSA standards, and not ‘self-made’ training
standards which is the actual situation.
I remark that right now
in Italy there are many many schools for OTS, in every corner of
Italy, appealed by the point that Diving is still an opportunity
of work, but many of these schools don’t really know how to train
for commercial diver (OTS), what is missing is not only the
experience but especially the know-how. These kind of schools
don’t train for commercial diving but for recreational diving
misunderstanding how big is their fault, and they take advantage
by the absolute absence of specified regualations.
It s important to remark
that is impossible to train a commercial diver by only SCUBA
training, as it happens in most of italian schools, and it s not
enough to show an helmet type Kirby morgan or similar to run a
course for OTS internationally recognised. And it s not enough not
even to dive a couple of times using an helmet to be OTS
(commercial divers) able to be recognised by international
contaractors.
The same concerns
training focused in extreme physical gym training, or courses that
have the target to collect workers for free (no salary) hiding the
course as a “stage” training (stages are important but didactic
training can’t miss in a course as for OTS).
To be an OTS has other
meaning, schools need to follow specified training standards, in
line with international standard and not self-made standard.
Schools should adopt only standards from associations working for
commercial diver training from long time and seriously, like IDSA.
In Europe is going to be
adopted a similar way, not only for commercial diver courses but
for all kind of certifications, diploma, professional training
etc. in accordance with TREATY OF LISBONA in 2000. It concerns a
Community strategy to estabilish mutual recognitions of national
qualifications. This target want to be reached before then 2010,
to allow free circulation of European citizen and recognitions in
all Europe of qualifications issued in different countries. It
means the training for a specific work have to be the same in all
European countries. Italy is one of the countries which subscribed
this treaty, but, as usual, the execution is not going on.
We need real actions, the
regulation actually in discussion, has not that features of
professionalism we are wishing. English knows that well: the
recognition as SCUBA and SURFACE SUPPLIED, was obtained at first
from some schools, after they were much more just because HSE
received more than 2000 requires from Italian divers, in a couple
of weeks, so we don’t have to delude . Actually Italy, before to
issue the insertion in the ‘Approval List’ for successive levels
(TOP UP and CLOSED BELL) have to plan and organize training and
schools.
To issue just paper
certifications, is not appreciate from bodies working in the field
outside of Italy. And so IDSA can make the difference, giving his
experience in training. IDSA guarantees training course well
tested, high training quality, like an ISO certification, but just
for diving field.
Moreover IDSA training
standards, increase level of safety, for example, oblige members’
schools to maintain certified and tested equipments, maintenance
etc.
In Italy, actually it s
an hard war, main difficult depend on schools that don’t want to
recognise IDSA as a reference point because it would mean to
adjust training programmes, equipments, to invest in safety and
much more.
The absence of
regulations care also many contactors which have advantages by the
opportunity to use workers without paying them. The only result is
just to damage Italian commercial divers.
If it will be approved
the actual Law Proposal, it will mean some steps behind, but it
doesn’t solve the complicated Italian situation, and it will take
still long time before to obtain the same recognitions of many
other European countries.
I hope that your
attendance here today, expert representatives from schools working
in commercial diver training, will be useful to italian
institutional representatives attendant here today, to make them
think carefully about OTS situation, and to be able to do some
steps behind. And hopefully, this meeting in Palermo, strongly
intended by CEDIFOP, can give an important contribution to follow
the right way, to obtain the right regulations, in accordance with
international regulations.
My talk is over, I wish a
good work to all IDSA delegates.
Manos Kouvakis
Direttore CEDIFOP |