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24-01-07

 

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5/7 OTTOBRE 2009 - PALERMO (ITA) - MEETING IDSA 2009

 

 

discorso Presidente IDSA Leo Lagarde

 


Con un ringraziamento a tutti i presenti, vorrei iniziare con brevi cenni sulla figura dell'OTS, nella legislazione italiana


Partiamo dal 1979, quando con il Decreto  Ministeriale del 13 gennaio 1979 il Ministero della Marina Mercantile - attuale Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, - intitolato "Istituzione  della  categoria  dei sommozzatori in servizio locale", fa nascere il primo Registro  dei
Sommozzatori, tenuto dalla Capitaneria di Porto.


Successivamente, questo decreto viene integrato dal Decreto Ministeriale del 31 marzo 1981 che  allarga ai cittadini europei la possibilità di iscriversi al Registro Sommozzatori  e dal Decreto Ministeriale del 2 febbraio 1982 "Modificazioni al decreto ministeriale 13 gennaio 1979 istitutivo della categoria dei sommozzatori in servizio locale", dove viene specificato che la qualifica di OTS (operatore tecnico subacqueo) è l'unica valida per l'iscrizione al registro sommozzatori.

Poi niente nei successivi anni e decenni.


Così, col passare degli anni, a differenza degli altri Stati, sia dell'Unione Europea che del resto del mondo, dove le leggi registrano le evoluzioni del settore subacqueo,  l'Italia rimane indietro. In Gran Bretagna, Health and Safety Executive (HSE),   ente pubblico britannico, che si occupa di emanare Norme per la tutela e la sicurezza della salute dei lavoratori, anche subacquei, emise, per la prima volta nel 1981, una normativa fungente allora da guida e da riferimento nel settore, la "Diving Operations at Work Regulations 1981".  Nei due decenni successivi, vennero apportate a questa normativa base, ulteriori affinamenti concettuali e formali; con progressive modifiche  e maggiori dettagli vennero  inseriti negli aspetti formativi e certificativi degli operatori e nelle
caratteristiche minime richieste alle organizzazioni che si occupavano dell'addestramento degli stessi. Dettagli e disposizioni in questo senso furono diffuse da HSE (Health & Safety Executive) in diverse pubblicazioni tra le quali "Training standards to meet Parts I, II, III, IV. 1986" e "HSE's Recognition Standards For Diver Training Organisations. 1996".


Per tutta la durata degli anni '80 due organismi internazionali, rappresentati da una associazione dei maggiori contrattisti di lavori subacquei operanti nelle aree nordeuropee sotto il nome di AODC (Association of Offshore Diving Contractors) e da una equivalente associazione di contrattisti delle aree nordamericane sotto il nome di ADC (Association of Diving Contractors) si erano affiancati alle strutture formative e alle agenzie di stato per meglio sviluppare e affinare criteri e programmi di
addestramento e formazione degli operatori subacquei.  Nel 1995 AODC (Association of Offshore Diving Contractors), esistente dalla seconda metà degli anni '70, scomparve fondendosi con DPVOA (Dynamic Positioning Vessel Owner Association) per costituire IMCA (International Marine Contractors Association), consolidando il proprio peso e la propria autorità in campo
operativo ed esecutivo, ma perdendo competenza e reputazione in campo formativo.
Dall'inizio degli anni '90 si era andata formando e costituendo una associazione di specialisti nella formazione professionale subacquea per iniziativa di Alan Bax, direttore della scuola professionale di Fort Bovisand in Inghilterra. L'associazione che riuniva,  sotto il nome di IDSA (International Diving Schools Association), diverse realtà nel settore subacqueo industriale a livello internazionale, acquisì un crescente numero di membri riconosciuti e consolidò il proprio peso e la propria autorità
ponendosi a bilanciare, con la propria competenza nel settore formativo, la competenza di IMCA nel settore operativo.


Nel frattempo l'Italia non crea una disciplina professionale che identifichi e tuteli la categoria degli operatori subacquei e iperbarici, O per meglio dire è rimasta indietro nell'evolversi della professione degli OTS.


Questa mancanza legislativa è stata invece recepita dalla Capitaneria di Porto di Ravenna, che nel 1992 con l'ordinanza  N. 77, cerca di mettere un pò d'ordine almeno nel  territorio di sua competenza, introducendo una serie di regole importanti che innalzano il livello di sicurezza di chi si immerge per fare dei lavori subacquei, ma purtroppo queste regole non vengono recepite in ambito nazionale, Solo poche capitanerie seguono l'esempio di Ravenna.


Successivamente, il primo tentativo di aggiornarsi, proponendo una legge, più adeguata ai problemi, che,  con il passare degli anni venivano sottolineati sempre di più, è stato del Senatore Antonio Battaglia, che nel 1997 presenta il Disegno di legge 2339.


La proposta non completata l'iter legislativo in Parlamento per cui ci ritroviamo nel  2001 con il  Disegno di legge 1219  - presentato dal On. Alberto Arrighi e nello stesso anno un altro simile disegno di legge il Disegno di legge 1698  - presentato dal On. Luigi Martini. Dopo 4 anni  di
valutazione delle varie commissioni parlamentari arriva nel  2005  il Testo unificato della C. 1219 Arrighi e C. 1698 L. Martini,  poi nel 2006 il disegno di legge n. 1394 dell'On. Bellotti "Disciplina delle attività subacquee ed iperbariche", e quello del 2007 dell' On. Fabbri, disegno di legge n. 2638 "Disciplina delle attività subacquee ed iperbariche"


 Tutte queste proposte non concludono l'iter parlamentare, così arriviamo ai giorni nostri, con il governo attuale,  ci ritroviamo con n. 3 proposte di legge: la proposta presentata nel 2008 dell'On. Bellotti, la n. 344 "Disciplina delle attività subacquee ed iperbariche", poco tecnica e secondo il mio parere, completamente fuori tema per quanto riguarda il settore della subacquea industriale, la proposta n. 2369, presentata nel 2009 dell'On. Lo Presti "Disposizioni concernenti le attività professionali subacquee e iperbariche", che riprende in parte la proposta di legge dell'On. Battaglia
del 97 e l'ordinanza della capitaneria di porto di Ravenna del 92, e per la prima volta introduce criteri di qualità per la formazione, parlando di standard internazionali dell'Health and Safety Executive (HSE), dell'Association of Diving Contractors (ADC), dell'International Diving Schools Association (IDSA), dell'International Marine Contractors Association (IMCA).


Attualmente questo disegno di legge è al vaglio delle commissioni parlamentari, e anche se la strada è ancora lunga e piena di ostacoli, è un passo comunque, decisivo per equilibrare anche in Italia quei percorsi già standardizzati e adottati nel resto del mondo, ma troppo lontani ancora per gli OTS Italiani.

Un altro importante passo avanti, conquistato in questi ultimi mesi, è stato il riconoscimento da parte dell HSE di alcuni percorsi formativi, fra questi anche quello del  CEDIFOP, con l'inserimento a partire dal 01/05/2009, fra le qualifiche dell' OFFSHORE DIVING  e dell' INLAND/INSHORE DIVING, nella loro lista di Approved Diving Qualifications. In entrambi i casi, cioè sia per l'OFFSHORE DIVING che per l' INSHORE DIVING, il riconoscimento è per SCUBA and SURFACE SUPPLIED, un passo importante perchè accorcia tutto l'iter, che l'OTS italiano segue, per conseguire successivamente il TOP UP, indispensabile, oggi, per l'inserimento nel mondo dell'offshore, non solo con le aziende italiane.


In questo delicato momento, va sottolineata l'importanza dell'IDSA, la tipologia di insegnamento che adottano le scuole che aderiscono ad essa, può diventare determinante per un ulteriore salto di qualità dei Commercial Diver Italiani, che possono ottenere una giusta formazione seguendo i
contenuti disciplinari che le scuole aderenti devono seguire, cioè programmi formativi non autoinventati, cosi come si "usa" in Italia, ma che seguono una propedeutica ben precisa, portando gli allievi di livello in livello al raggiungimento di obbiettivi specifici da conseguire, con tempi, modalità, profondità e propedeuticità misurabili.


Va sottolineato che in questo momento in Italia ci sono DECINE di scuole che propongono corsi per OTS, li troviamo dietro ad ogni angolo, attratti dal fatto che è un mestiere dove ancora c'è la possibilità di trasformare un attestato di qualifica professionale in qualcosa di più concreto, come ad
esempio un lavoro, ma sono scuole lontane miglia e miglia dal sapere insegnare quello che è il mestiere dell'OTS; non solo per deficit di esperienza, ma anche per capacità organizzative, essendo i corsi che propongono non corsi  che formano un commercial diver ma corsi che formano un subacqueo di tipo sportivo ricreativo, favoriti dall'assoluta mancanza di regole precise e dalla citata mancanza di legislazione del settore.


Va sottolineato, che non si può fare un corso per commercial diver solo con didattica scuba, come in questo momento si verifica in parecchie di queste scuole, e che non serve solo "far vedere" un casco rigido di tipo Kirby Morgan o similare, per dire di poter organizzare un corso per OTS
riconosciuto internazionalmente, e non serve neanche fare qualche immersione, usando il casco rigido, durante il corso, per essere sommozzatori riconosciuti dalle ditte che operano a livello internazionale.


Lo stesso dicasi dei percorsi formativi focalizzati sulla resistenza e su prove fisiche "improbabili" per un OTS, o corsi che hanno l'obbiettivo di trovare manovalanza gratuita a qualche impresa che collabora camuffando il lavoro sotto la denominazione di "stages" (gli stages sono importanti ed
indispensabili, ma è sbagliato basare tutto il corso su di essi, perché viene meno la parte didattica che è importante ed indispensabile in un corso base come quello per OTS).


Essere OTS è ben altra cosa, bisogna seguire regole formative ben precise, in linea con gli standard internazionali e non inventare i programmi, bisogna seguire percorsi formativi in linea con altre scuole che operano fuori dai confini nazionali, con esercitazioni ben precise, che solo l'esperienza
di chi si occupa di formazione nel settore, come ad esempio IDSA, può offrire.


A livello Europeo, si cerca di fare una cosa simile, non solo per i corsi OTS, ma per tutti i titoli di studio, diplomi, formazione professionale, certificazioni e attestati, cosi come viene indicato nel Trattato di Lisbona del 2000, esso sollecita strategie comunitarie per stabilire un quadro di reciproci riconoscimenti delle qualifiche nazionali entro il 2010, ciò per consentire la libera circolazione dei cittadini europei e il riconoscimento in tutta l'unione europea della formazione individuale conseguita nei diversi paesi d'Europa; un Quadro Europeo delle Qualifiche che ha l'obbiettivo
principale di unificare qualifiche e contenuti, di organizzarle affinché seguano una formazione unitaria, cioè che medesimi contenuti formativi corrispondano alla medesima qualifica in ogni stato membro, cioè uniformare la stessa qualifica, come contenuto formativo, sia che il corso venga fatto
in Italia o in Spagna o in Germania, ecc. L'Italia è fra i Paesi firmatari di questo trattato, ma l'attuazione di quanto sottoscritto, come al solito, è un'altra cosa.


E qui, non bastano le lamentele di qualcuno, o qualche petizione al Parlamento Europeo per tentare inutilmente di scavalcare il problema, ottenendo false illusioni, ma servono fatti:  una legge, cosi come si tenta di fare in questo momento in Parlamento, anche se al momento il testo elaborato non ha quelle caratteristiche di  professionalità che si sperava di ottenere. Gli Inglesi questo lo sanno bene: il riconoscimento di SCUBA and SURFACE SUPPLIED DIVING, ottenuto inizialmente da qualche scuola ma poi allargato, solo perché ad HSE sono pervenute più di 2.000 richieste dall'Italia, nel giro di qualche settimana, non ci deve illudere. L'Italia oggi, per ottenere l'inserimento nell'Approved List per i livelli successivi (TOP UP e CLOSED BELL) deve prima organizzare formazione e scuole.


Ottenere riconoscimenti solo cartacei, sono alchimie non gradite a chi opera fuori dai confini nazionali in questo settore. E qui IDSA può fare la differenza, mettendo a disposizione la sua ventennale esperienza, nel settore della formazione. IDSA garantisce percorsi formativi ben
controllati, ben visti a livello internazionale, che offrono all'allievo garanzie di qualità, similari ad una certificazione ISO, ma esclusivamente dedicate alla subacquea.


Inoltre IDSA, con i suoi parametri, aumenta il livello di sicurezza, per esempio, obbliga le scuole aderenti all'uso di attrezzature ben collaudate e controllate da certificazioni, revisioni, manutenzioni ecc.

In Italia, in questo momento questa è una battaglia molto difficile, e le difficoltà  provengono dalle resistenze nel riconoscere IDSA come punto di riferimento, perchè una tale operazione taglierebbe fuori chi tenta di "formare" gli OTS senza le attrezzature adeguate, risparmiando sui costi e
aumentando la quota di guadagno, avendo accesso a finanziamenti pubblici, spesso con controlli inesistenti sulla qualità della formazione.


La mancanza di regole certe, di una legislazione certa, interessi a volte delle aziende stesse che scambiano il periodo formativo come  possibilità di avere manovalanza gratuita, a volte l'incompetenza o diatribe di carattere personale che a volte si mischiano alle proposte pubbliche che dovrebbero essere al di sopra delle parti, alla fine danneggiano l'immagine del Commercial Diver Italiano a livello internazionale, che pagherà il prezzo di questa "presunta libertà dalle regole": anche se sarà approvato il disegno di legge attualmente in esame, anche se alla data odierna sicuramente fa dei passi avanti rispetto al passato,  di certo non risolve una situazione abbastanza complessa, e saranno necessari anni di lavoro e lotta prima di avere gli stessi riconoscimenti di cui attualmente godono a livello internazionale molti altri paesi della comunità europea, che da anni hanno superato questi problemi.


Spero, che la presenza qui, oggi, di autorevoli esperti rappresentanti di scuole che si occupano della formazione del commercial diver, a livello internazionale, serva ai rappresentati delle istituzioni Italiane qui presenti a fare una riflessione sul tema OTS ed  essere di aiuto per fare qualche passo in avanti, in questa complessa materia, e che il meeting di Palermo, fortemente voluto da noi del CEDIFOP, dia un contributo importante nel prosieguo di questo percorso, nel tentativo di
dare all'Italia una legislazione adeguata, aderente ai parametri e alle regole vigenti nei diving internazionali.

Termino qui il mio intervento, augurando Buon Lavoro ai cortesi colleghi delegati e rappresentanti di IDSA.

 

Manos Kouvakis

Direttore CEDIFOP


Thanks to everybody to be here, I would like to start by short accounts about OTS (Commercial Diver) for italian regulations.

It s 1979, when with the Ministerial Decree of 13 january 1979 The Minister of Merchant Navy, was done the first Official Record for Commercial Divers, kept from Port Authorities.

Successively, this Decree was integrated by Ministerial Decree of 31 march 1981 which allowed European citizen to register into that record for Commercial Divers, and by Ministerial Decree of 2 february 1982 where it s specified that qualification as OTS (Operatore Tecnico Subacqueo) is the only qualification valid to register into the record.

After that there was nothing for years and years.

So, with the time, differently from the other States, both from Europe than the rest of the world, where regulations in diving field had evolution, Italian regulation back off. In Great Britain, Health and Safety Executive (HSE), which is English Public Body working in regulations for workers’ health and safety, for the first time in 1981, issue a regulation that was a template in the diving field, the “Diving Operation at Work Regulation 1981”. During the following decades there were more improvements to this regulation, modifications and details were introduced for training organizations. Details and arrays were diffused by HSE in many Publications, for example “Training standards to meet Parts I, II, III, IV. 1986” and “ HSE’s Recognition Standards For Diver Training Organizations. 1996”.

During the 80’s two international organizations, represented by a contractors association working in north European areas (AODC - Association of Offshore Diving Contractors) and an equivalent contractors association in north American areas  (ADC – Association of Diving Contractor), flanked training bodies and state agencies to develop and improve training programmes for commercial divers. In 1995 AODC, born in the 70’s, disappeared joining with DPVOA(Dynamic Positioning Vessel Owner Association) to create IMCA (International Marine Contractors Association), consolidating his authority in the operative field,  but loosing  expertise in training field.

In the first years of 90’s was born an association of specialists in diver training fields by Mr Alan Bax, Director of Professional School in Fort Bovisand in England. Association, named IDSA (International Diving Schools Association), put together  many international bodies in commercial diving field, having always more members and consolidating his authority, IDSA took place in training field balancing IMCA competence in operative field.

In the while Italy doesn’t create any professional standard to  protect the category of commercial divers, staying back concerning the evolution of commercial diving.

This  absence of regulations was understood by the Port Authority of Ravenna, which issue law N. 77 in 1992, trying to arrange the situation for his area, introducing many important rules, putting up level of safety in diving operations, unfortunately this law was not acknowledge for national area. Only some Port Authorities followed the example of Port Authority of Ravenna.

Successively, the first attempt of updating, proposing a more suitable law, was done by the Senator Antonio Battaglia, in 1997 introduced Law Proposal 2339.

The Proposal didn’t complete the legislative iter in Parliament. After that in 2001 there was the Law Proposal 1219 introduced by On. Alberto Arrighi and in the same year one more Law Proposal 1698 was introduced by On. Luigi Martini. After 4 years, in 2005, it was published  “Testo unificato della C. 1219 Arrighi e C. 1698 L. Martini”, in 2006 the Law Proposal n. 1394 by On. Bellotti “Dsciplina delle Attività Subacquee ed Iperbariche”, and in 2007 by On. Fabbri, Law proposal n. 2638 “Disciplina delle attività subacquee ed iperbariche”.

All of this Proposals didn’t complete the Iter in Parliament, so actually, we have 3 Law Proposal: one introduced by On. Bellotti in 2008, n. 344   "Disciplina delle attività subacquee ed iperbariche", not so efficient in my opinion, and really far from commercial diving field, another one introduced by On. Lo Presti in 2009, n.2369 “Disposizioni concernenti le attività professionali subacquee e iperbariche", which took up the Proposal by On. Battaglia n. 97 and the law from Port Authority of Ravenna of ’92, and introduce for the first time international training standards from HSE, from ADC, from IDSA, from IMCA.

Actually this Law Proposal is going to be evaluating from Parliament Commission, and ,even if the way is still long and full of obstacles,  it represents an important step to reach target already obtained in the rest of the world, and really far from Italian reality in diving field.

One more important step, in the last months, was the recognition by HSE of some Italian professional training certifications, including training ran from CEDIFOP, from 01/05/2009, for qualification as OFFSHORE DIVING and INLAND/INSHORE DIVING, listed in the Approved Diving Qualifications. Both recognitions for Offshore Diving than for Inshore Diving, valid for SCUBA and SURFACE SUPPLIED. A really important step to be more close to issue the TOP UP, actually indispensable to work in Offshore not only with Italian Contractors.

Actually, it s important to remark the importance of IDSA, the training standards adopted by the IDSA schools, which can determine a really important step behind for Italian Commercial Divers, following a better training in accordance with IDSA standards, and not ‘self-made’ training standards which is the actual situation.

I remark that right now in Italy there are many many schools for OTS, in every corner of Italy, appealed by the point that Diving is still an opportunity of work, but many of these schools don’t really know how to train for commercial diver (OTS), what is missing is not only the experience but especially the know-how. These kind of schools don’t train for commercial diving but for recreational diving misunderstanding how big is their fault,   and they take advantage by the absolute absence of specified regualations.

It s important to remark that is impossible to train a commercial diver by only SCUBA training, as it happens in most of italian schools, and it s not enough to show an helmet type Kirby morgan or similar to run a course for OTS internationally recognised. And it s not enough not even to dive a couple of times using an helmet to be OTS (commercial divers) able to be recognised by international contaractors.

The same concerns training focused in extreme physical gym training, or courses that have the target to collect workers for free (no salary) hiding the course as a “stage” training (stages are important but didactic training can’t miss in a course as for OTS).

 

To be an OTS has other meaning, schools need to follow specified training standards, in line with international standard and not self-made standard. Schools should adopt only standards from associations working for commercial diver training from long time and seriously, like IDSA.

 

In Europe is going to be adopted a similar way, not only for commercial diver courses but for all kind of certifications, diploma, professional training etc. in accordance with TREATY OF LISBONA in 2000. It concerns a Community strategy to estabilish mutual recognitions of national qualifications. This target want to be reached before then 2010, to allow free circulation of European citizen and recognitions in all Europe of qualifications issued in different countries. It means the training for a specific work  have to be the same in all European countries. Italy is one of the countries which subscribed this treaty, but, as usual, the execution is not going on.

 

We need real actions, the regulation actually in discussion, has not that features of professionalism we are wishing. English knows that well: the recognition as SCUBA and SURFACE SUPPLIED, was obtained at first from some schools, after they were much more just because HSE received more than 2000 requires from Italian divers, in a couple of weeks, so we don’t have to delude . Actually Italy, before to issue the insertion in the ‘Approval List’ for successive levels (TOP UP and CLOSED BELL)  have to plan and organize training and schools.

To issue just paper certifications, is not appreciate from bodies working in the field outside of Italy. And so IDSA can make the difference, giving his experience in training. IDSA guarantees training course well tested, high training quality, like an ISO certification, but just for diving field.

Moreover IDSA training standards, increase level of safety, for example, oblige members’ schools to maintain certified and tested equipments, maintenance etc.

In Italy, actually it s an hard war, main difficult depend on schools that don’t want to recognise IDSA as a reference point because it would mean to adjust training programmes, equipments, to invest in safety and much more.

The absence of regulations care also many contactors which have advantages by the opportunity to use workers without paying them. The only result is just to damage Italian commercial divers.

If it will be approved the actual Law Proposal, it will mean some steps behind, but it doesn’t solve the complicated Italian  situation, and it will take still long time before to obtain the same recognitions of many other European countries.

I hope that your attendance here today, expert representatives from schools working in commercial diver training, will be useful to italian institutional representatives attendant here today, to make them think carefully about OTS situation, and to be able to do some steps behind. And hopefully, this meeting in Palermo, strongly intended by CEDIFOP, can give an important contribution to follow the right way, to obtain the right regulations, in accordance with international regulations.

My talk is over, I wish a good work to all IDSA delegates.     

Manos Kouvakis

Direttore CEDIFOP