TRACINA DRAGO (Trachinus
draco)
FAMIGLIA
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Trachinidi |
ORDINE
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Perciformi
(Perciformes)
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CLASSE
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Osteitti o
pesci
ossei |
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Dove vive:
È’ comune nel Mediterraneo e nell'Atlantico orientale dal Marocco alla
Norvegia.
Ambiente: Fondali sabbiosi,
sabbio-fangosi e detritici,da pochi metri sino a 100 metri.
Descrizione:
La tracina drago si
presenta con un corpo slanciato e poco compresso sui lati, con piccole
squame disposte in serie oblique. Il muso è corto e termina con una bocca
obliqua rivolta verso l’alto e armata di piccoli denti; la mascella
inferiore sporge rispetto a quella superiore. Gli occhi, vicinissimi l’uno
all’altro, sono opposti in alto. Sul dorso, subito dietro la testa, si
eleva la prima pinna costituita da aculei che comunicano con ghiandole
velenifere. Anche da ognuno degli opercoli branchiali spunta un lungo
aculeo anch’esso percorso da veleno. La seconda dorsale è molle e molto
lunga e ha aspetto simile alla contrapposta caudale. La coda è poco
incisa. La livrea della tracina è grigiastra sul corpo, caratterizzata da
piccole chiazze brune che si alternano a strisce blu. Il dorso è più scuro
con tendenza a schiarire sui fianchi fino a diventare bianco sul ventre.
La pinna ventrale è nerastra.
Dimensioni:
50 cm di lunghezza e può superare il Kg. di peso.
Caratteri
distintivi:
Spine davanti gli occhi e sull’opercolo; macchie nere sui fianchi e bocca
obliqua.
Biologia:
Vive a stretto contatto
con i fondali sabbiosi, infossata nei sedimenti lasciando sporgere
soltanto la testa. Anche se non si effettua mai una pesca specifica alla
tracina essa abbocca puntualmente a tutte le varietà d’esca soprattutto in
fase di pesca diurna (l’importante è che il terminale sia morbido ed
estremamente fluttuante perchè attacca tutto ciò che si muove a portata
della sua bocca). Spesso si apposta nelle radure di sabbia circondate
dagli scogli e ciò la rende pericolosa per i subacquei che si possono
immergere nelle vicinanze mentre, ignari della sua presenza, si accingono
a esplorare le tane della zona in cerca di prede più pregiate. Può
capitare, infatti, che se la Tracina si sente in pericolo non aspetti di
essere attaccata, ma assalga lei per prima il presunto nemico, colpendolo
ripetutamente con i pungiglioni della dorsale. Il veleno non è mortale,
ma, se l'esemplare è di grandi dimensioni, può essere ugualmente molto
pericoloso perché arriva a stordire un uomo. La cura migliore è comunque
quella di immergere la ferita nell'acqua più calda che sì può sopportare,
perché il calore distrugge il veleno dei trachinidi. La riproduzione
avviene nella tarda primavera e in estate e le uova fluttuano insieme con
il plancton.
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