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Tracina drago
03-01-15

Tracina drago

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TRACINA DRAGO (Trachinus draco)

FAMIGLIA

Trachinidi

ORDINE

Perciformi
(Perciformes)

CLASSE

Osteitti  o pesci ossei

 Dove vive: È’ comune nel Mediterraneo e nell'Atlantico orientale dal Marocco alla Norvegia.

Ambiente: Fondali sabbiosi, sabbio-fangosi e detritici,da pochi metri sino a 100 metri.

Descrizione:  La tracina drago si presenta con un corpo slanciato e poco compresso sui lati, con piccole squame disposte in serie oblique. Il muso è corto e termina con una bocca obliqua rivolta verso l’alto e armata di piccoli denti; la mascella inferiore sporge rispetto a quella superiore. Gli occhi, vicinissimi l’uno all’altro, sono opposti in alto. Sul dorso, subito dietro la testa, si eleva la prima pinna costituita da aculei che comunicano con ghiandole velenifere. Anche da ognuno degli opercoli branchiali spunta un lungo aculeo anch’esso percorso da veleno. La seconda dorsale è molle e molto lunga e ha aspetto simile alla contrapposta caudale. La coda è poco incisa. La livrea della tracina è grigiastra sul corpo, caratterizzata da piccole chiazze brune che si alternano a strisce blu. Il dorso è più scuro con tendenza a schiarire sui fianchi fino a diventare bianco sul ventre. La pinna ventrale è nerastra.

Dimensioni: 50 cm di lunghezza e può superare il Kg. di peso.

Caratteri distintivi: Spine davanti gli occhi e sull’opercolo; macchie nere sui fianchi e bocca obliqua.

Biologia: Vive a stretto contatto con i fondali sabbiosi, infossata nei sedimenti  lasciando sporgere soltanto la testa. Anche se non si effettua mai una pesca specifica alla tracina essa abbocca puntualmente a tutte le varietà d’esca soprattutto in fase di pesca diurna (l’importante è che il terminale sia morbido ed estremamente fluttuante perchè attacca tutto ciò che si muove a portata della sua bocca). Spesso si apposta nelle radure di sabbia circondate dagli scogli e ciò la rende pericolosa per i subacquei che si possono immergere nelle vicinanze mentre, ignari della sua presenza, si accingono a esplorare le tane della zona in cerca di prede più pregiate. Può capitare, infatti, che se la Tracina si sente in pericolo non aspetti di essere attaccata, ma assalga lei per prima il presunto nemico, colpendolo ripetutamente con i pungiglioni della dorsale. Il veleno non è mortale, ma, se l'esemplare è di grandi dimensioni, può essere ugualmente molto pericoloso perché arriva a stordire un uomo. La cura migliore è comunque quella di immergere la ferita nell'acqua più calda che sì può sopportare, perché il calore distrugge il veleno dei trachinidi. La riproduzione avviene nella tarda primavera e in estate e le uova fluttuano insieme con il plancton.

Si notano le spine velenifere della Tracina

La Tracina Drago